Dolceacqua (Liguria) alla scoperta del borgo medievale della val Nervia
Dolceacqua, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Dolceacqua dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Pochi abitanti gentili, un paesaggio indeciso tra mare e montagna, alberi folti degni di una foresta e vegetazione mediterranea che profuma d’estate: sono questi gli ingredienti di Dolceacqua, componenti di una formula magica in grado di trasportare fuori dal tempo, lontani dal mondo. A popolare le case vecchie del borgo antico, fatto di sassi che sembrano rubati al fiume, ci sono poco più di 2 mila abitanti: forse per questo a Dolceacqua, paese del ponente ligure in provincia di Imperia, il silenzio è così dolce che si riesce ad ascoltare il gorgoglio del torrente.
Incastonata tra le vie del sale, la Provenza e il Mar Ligure, nel cuore splendido della Val Nervia, la cittadella medievale è infatti percorsa dall’omonimo torrente: su una riva il tempo è rimasto fermo, nella parte dell’abitato che gli abitanti locali chiamano Terra; su quella opposta, invece, si arrampicano le case più moderne del cosiddetto Borgo, lungo la strada che risale la valle.
In mezzo il Ponte romanico, costruito in epoca medievale (14° secolo), un solo arco in pietra, che tocca i 33 metri di altezza e che unisce fisicamente i due mondi contrapposti del borgo. Lo stesso Claude Monet, celebrato da una targa, non rimase indifferente al fascino di questo scorcio che raffigurò su alcune sue opere.
Prima di arrivare in paese ci si immerge nel paesaggio tipico della Liguria: i gradoni lunghi e stretti carichi di uva, delimitati dai muretti a secco inventati dai contadini di una volta, si impreziosiscono di acini succosi che daranno un vino prelibato, il Rossese di Dolceacqua. Dopo aver attraversato la campagna si arriva in paese, dove un dedalo intricato di stradicciole, i cosiddetti “caruggi”, rivela da subito la funzione difensiva originaria. Le vie acciottolate si arrampicano verso monte o scivolano a valle, intrecciandosi o avventurandosi in stretti cunicoli ombreggiati. Quasi non ci si stupirebbe se si incontrasse un cavaliere, una fata o, nelle sere autunnali, una strega venuta dal bosco.
Le atmosfere tipiche del medioevo sono alimentate dalla presenza imponente del Castello Doria, in posizione dominante sul resto dell’abitato. All’inizio della sua storia, nel XII secolo, si trattava semplicemente di una torre circolare affiancata da un piccolo edificio che ospitava l’ufficio di guardia. Fu il signore locale Stefano Doria, nel XVI secolo, ad aggiungere un bastione speronato e due torri quadrate, e oggi il maniero si presenta diviso in due parti ben distinte: davanti i locali di servizio, le vecchie prigioni e i magazzini; dietro gli ambienti di rappresentanza e il cortile.
Il tessuto sassoso delle strade raggiunge anche diverse chiese suggestive, tra cui la Chiesa di Sant’Antonio Abate del XV secolo, arricchita all’interno dal pregiato polittico di Santa Devota realizzato da Ludovico Brea nel 1515. Da vedere anche la Chiesa di San Giorgio dell’XI secolo, con la cripta contenente le tombe della famiglia Doria; il Santuario dell’Addolorata e, per finire, le rovine del Convento dei Padri Agostiniani realizzato nel XVI secolo.
Un momento in cui Dolceacqua diventa ancor più suggestiva è la festa che si tiene il primo sabato dopo ferragosto: per l’occasione il borgo viene invaso da bancarelle e spettacoli musicali, ma il vero pezzo forte sono i fuochi d’artificio che esplodono nel buio e si specchiano nel torrente in un brulichio di bagliori. Un’altra importante manifestazione è la processione in onore di San Sebastiano, che si svolge la domenica più vicina al 20 di gennaio.
Infine, ogni ultima domenica del mese, Dolceaqua ospita il Mercatino del Biologico e Antiquariato.
Un’ultima caratteristica irresistibile di Dolceacqua è il clima, di tipo cosiddetto mesomediterraneo. Nel mese più freddo dell’anno, gennaio, la temperatura media registrata si aggira intorno ai 7,6°C, mentre in quello più caldo, luglio, è di circa 22,3°C. Le precipitazioni sono moderate: mediamente piove 55 giorni all’anno e i mesi più colpiti sono ottobre e novembre, quando cadono circa 85 mm di pioggia.
Raggiungere il borgo non è difficile, qualunque mezzo di trasporto si scelga per gli spostamenti. Chi viaggia in auto deve percorrere l’Autostrada A10 Genova-Ventimiglia e uscire a Ventimiglia o Bordighera. Da Ventimiglia bisognerà poi proseguire sulla SS Aurelia, quindi sulla Strada Provinciale al bivio per la Val Nervia, dopo Camporosso. Da Bordighera, invece, si continua in direzione Camporosso per poi seguire le indicazioni fino a Dolceacqua. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Ventimiglia, sulla linea Ventimiglia-Genova, mentre l’aeroporto internazionale più vicino è quello di Nizza, in Francia, a circa 50 km.
Incastonata tra le vie del sale, la Provenza e il Mar Ligure, nel cuore splendido della Val Nervia, la cittadella medievale è infatti percorsa dall’omonimo torrente: su una riva il tempo è rimasto fermo, nella parte dell’abitato che gli abitanti locali chiamano Terra; su quella opposta, invece, si arrampicano le case più moderne del cosiddetto Borgo, lungo la strada che risale la valle.
In mezzo il Ponte romanico, costruito in epoca medievale (14° secolo), un solo arco in pietra, che tocca i 33 metri di altezza e che unisce fisicamente i due mondi contrapposti del borgo. Lo stesso Claude Monet, celebrato da una targa, non rimase indifferente al fascino di questo scorcio che raffigurò su alcune sue opere.
Prima di arrivare in paese ci si immerge nel paesaggio tipico della Liguria: i gradoni lunghi e stretti carichi di uva, delimitati dai muretti a secco inventati dai contadini di una volta, si impreziosiscono di acini succosi che daranno un vino prelibato, il Rossese di Dolceacqua. Dopo aver attraversato la campagna si arriva in paese, dove un dedalo intricato di stradicciole, i cosiddetti “caruggi”, rivela da subito la funzione difensiva originaria. Le vie acciottolate si arrampicano verso monte o scivolano a valle, intrecciandosi o avventurandosi in stretti cunicoli ombreggiati. Quasi non ci si stupirebbe se si incontrasse un cavaliere, una fata o, nelle sere autunnali, una strega venuta dal bosco.
Le atmosfere tipiche del medioevo sono alimentate dalla presenza imponente del Castello Doria, in posizione dominante sul resto dell’abitato. All’inizio della sua storia, nel XII secolo, si trattava semplicemente di una torre circolare affiancata da un piccolo edificio che ospitava l’ufficio di guardia. Fu il signore locale Stefano Doria, nel XVI secolo, ad aggiungere un bastione speronato e due torri quadrate, e oggi il maniero si presenta diviso in due parti ben distinte: davanti i locali di servizio, le vecchie prigioni e i magazzini; dietro gli ambienti di rappresentanza e il cortile.
Il tessuto sassoso delle strade raggiunge anche diverse chiese suggestive, tra cui la Chiesa di Sant’Antonio Abate del XV secolo, arricchita all’interno dal pregiato polittico di Santa Devota realizzato da Ludovico Brea nel 1515. Da vedere anche la Chiesa di San Giorgio dell’XI secolo, con la cripta contenente le tombe della famiglia Doria; il Santuario dell’Addolorata e, per finire, le rovine del Convento dei Padri Agostiniani realizzato nel XVI secolo.
Un momento in cui Dolceacqua diventa ancor più suggestiva è la festa che si tiene il primo sabato dopo ferragosto: per l’occasione il borgo viene invaso da bancarelle e spettacoli musicali, ma il vero pezzo forte sono i fuochi d’artificio che esplodono nel buio e si specchiano nel torrente in un brulichio di bagliori. Un’altra importante manifestazione è la processione in onore di San Sebastiano, che si svolge la domenica più vicina al 20 di gennaio.
Infine, ogni ultima domenica del mese, Dolceaqua ospita il Mercatino del Biologico e Antiquariato.
Un’ultima caratteristica irresistibile di Dolceacqua è il clima, di tipo cosiddetto mesomediterraneo. Nel mese più freddo dell’anno, gennaio, la temperatura media registrata si aggira intorno ai 7,6°C, mentre in quello più caldo, luglio, è di circa 22,3°C. Le precipitazioni sono moderate: mediamente piove 55 giorni all’anno e i mesi più colpiti sono ottobre e novembre, quando cadono circa 85 mm di pioggia.
Raggiungere il borgo non è difficile, qualunque mezzo di trasporto si scelga per gli spostamenti. Chi viaggia in auto deve percorrere l’Autostrada A10 Genova-Ventimiglia e uscire a Ventimiglia o Bordighera. Da Ventimiglia bisognerà poi proseguire sulla SS Aurelia, quindi sulla Strada Provinciale al bivio per la Val Nervia, dopo Camporosso. Da Bordighera, invece, si continua in direzione Camporosso per poi seguire le indicazioni fino a Dolceacqua. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Ventimiglia, sulla linea Ventimiglia-Genova, mentre l’aeroporto internazionale più vicino è quello di Nizza, in Francia, a circa 50 km.
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