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I dintorni di Salamanca: Béjar, La Alberca e la Sierra di Gata

Salamanca, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Salamanca dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Prendendo come punto di riferimento la città di Salamanca, il turista ha l'opportunità di raggiungere la parte meridionale della provincia seguendo un cammino tra i più antichi della Penisola Iberica: l'Itinerario dell'Argento. Percorso dai diversi popoli che si insediarono nella Penisola o si limitarono ad attraversarla, rivestì in passato grande importanza strategica ed economica, diventando con il tempo un itinerario turistico-culturale particolarmente interessante, disseminato di località che vale la pena di visitare. Partendo da Salamanca in direzione sud, questo itinerario coincide con la strada nazionale N-630 o E-803, che porta a Béjar.

Dopo una ventina di chilometri, una deviazione a sinistra indica la strada che conduce ad Alba de Tormes. In questa località si trovano quattro chiese costruite nel XII secolo in stile romanico-mudéjar, più o meno modificate in epoche posteriori: Santiago, San Juan, San Miguel e Santo Domingo. Degni di menzione anche: il Convento di Santa Maria de las Dueñas o de las Benitas, il Convento di Santa Isabel, San Leonardo e il Convento de las Carmelitas Descalzas.

Quest'ultimo fu fondato nel 1571 dalla stessa Santa Teresa, la quale vi morì. Le reliquie conservate in loco rendono Alba de Tormes importante agli occhi dei pellegrini cattolici. Il Torrione dell'Armeria ricorda il vecchio palazzo di uno tra i più importanti ducati spagnoli: quello d'Alba. Riprendiamo l'Itinerario dell'Argento (N-630, E-803) diretto a Béjar (60 chilometri). A metà strada troviamo una nuova deviazione per Guijuelo, paese degno di essere ricordato perché dà il nome alla Denominazione di Origine di uno degli alimenti più squisiti della zona: il prosciutto iberico (jamón ibérico).

Sierra de Béjar - Occupa la parte sudorientale della provincia di Salamanca e segna il confine naturale con le province di Caceres ed Avila. Se siete animati da spirito sportivo, vi sarà possibile realizzare innumerevoli escursioni: incluso in inverno potrete sciare sulle piste della pianura de la Covatilla, nel municipio di Hoya. Tutta quest'area offre paesaggi meravigliosi, dove abbondano esempi ben conservati di architettura popolare e monumentale.

Béjar - È la località più importante. Conosciuta per i drappi, le lane e le coperte, è divenuta oggigiorno il centro industriale e amministrativo della zona. A testimonianza della storia passata restano monumenti importanti. Il Palazzo Ducale, ricostruito nel XVI secolo sulla struttura di un antico castello, conserva tuttora l'aspetto di fortezza. La chiesa di Santa Maria la Mayor, quella di San Juan Bautista e quella del Salvador risalgono tutte al XIII secolo, anche se ristrutturate in minor o maggior grado nel XVI. La chiesa di Santiago - “la Antica” - venne edificata nel XII secolo sopra un tempio visigoto. II Quartiere Antico della cittadina, con la bella Plaza Mayor, costituisce un complesso armonioso dove passeggiare volentieri. Il bel Parco de la Antigua consente di riposarsi un po' vicino alla Muraglia - eretta tra I'XI e il XIII secolo -. Esiste un altro bellissimo giardino: il Bosco. Realizzato seguendo i canoni del Rinascimento italiano, pieno di palazzine e stagni.

Candelario - Vista la vicinanza, sarebbe un vero peccato non arrivare a Candelario, complesso storico artistico. Si trova nella sierra omonima e ci lascerà a bocca aperta con la sua architettura popolare perfettamente conservata. Qui non possiamo fare altro che passeggiare tranquillamente per le vie del paese, sia perché sono in salita sia perché è l'unico modo per scoprire begli angoli nascosti. Ci accompagnerà il gradevole mormorio dell'acqua che scorre negli ampi canali, soprattutto se ci troviamo in un'epoca di piogge frequenti o di disgelo.

Merita un cenno a parte la chiesa parrocchiale di Nuestra Señora de la Asunción, costruita nel XVI secolo. Spicca il soffitto a cassettoni della cappella maggiore, con decorazione “a lacci” propria dello stile mudéjar. Disponendo di tempo e - perché no? - di voglia, vale la pena di fare una scappata a Cantagallo, Montemayor del Rio, Puerto de Béjar, Puente del Congosto, ecc.

Sulla Sierra di Francia - Questa volta sempre avendo come punto di riferimento Salamanca -, occorrerà prendere la la strada C-512 fino alla località di Vecinos, proseguendo lungo la SA-210 per 24 chilometri, fino a Tamames; da qui prendendo la SA-204 (11 chilometri) raggiungeremo El Cabaco - a 38 chilometri - e da lì a La Alberca, 19 chilometri più avanti lungo la SA-204.

La Alberca - È il paese più conosciuto di questa zona. È stato il primo nucleo rurale della Spagna ad essere dichiarato Monumento Storico Nazionale. Camminare ammirando costruzioni che sono rimaste immutate durante secoli ci darà la sensazione di star Viaggiando a ritroso nel tempo sensazione interrotta solamente dal passaggio di alcuni furgoni che si occupano di consegnare la mercanzia a domicilio e che di tanto in tanto interrompono questo sogno.

Percorrendo le vie tranquille, finiremo per trovare la Plaza Mayor splendido spazio quadrato circondato da portici, che continua ad essere il centro della vita sociale e culturale. La chiesa parrocchiale de la Asunción, costruita nel XVIII secolo, conserva al proprio interno un pulpito in granito scolpito nel XVI, nonché una meravigliosa croce gotica in rame dorato - si usa nelle processioni -, insieme ad una figura del Cristo del Sudor, attribuita a Juan de Juni.

Non solamente l'architettura del paese e rimasta immutata: se potessimo fermarci in agosto - nonostante la stagione alta e pertanto l'aumento del numero degli abitanti - avremmo l'opportunità di prendere parte a feste le cui origini si perdono ormai nella notte dei tempi. Nei giorni 15 e 16 (denominati rispettivamente: Diagosto e Tomafesta) hanno luogo le Feste de la Asunción. In esse si assiste alla fusione della tradizione pagana con quella religiosa.

Valle de las Batuecas - Una volta a La Alberca, non si può tralasciare la Valle de las Batuecas, uno dei migliori scenari per avere un'idea della fauna e la flora della regione. Dovremo percorrere la strada che anteriormente ci ha portati a La Alberca però in direzione el Portillo de las Batuecas. Appena superato questo piccolo passo montano, il paesaggio comincia a variare a seconda della luce del giorno, dando luogo ad un risultato spettacolare.

Praticamente alla fine della discesa, a destra appare un viottolo che termina nel Santuario di San José o del Santo Desierto, Convento di Carmelitani Scalzi che non ammette visite, in ossequio alla rigida regola dei monaci di clausura. Potremo comunque sgranchirci le gambe e fare una passeggiata idilliaca lungo le rive del fiume che dà il proprio nome alla valle. Si può camminare fino a stancarsi in tutte le direzioni stando però molto attenti a non perdersi in sentieri non sempre ben indicati.

Che queste terre fossero abitate in ere preistoriche è provato dal gran numero di pitture rupestri. In generale si trovano in luoghi cui è piuttosto difficile accedere. Con un po' di fortuna ma soprattutto con l'aiuto di un binocolo, sarà possibile vedere sui dirupi le aquile reali, gli avvoltoi neri, le capre selvatiche, i daini... però quasi impossibile riuscire a scorgere la lince, specie protetta che vive in questi paraggi.

La Peña de Francia - Un'altra località cui si giunge facilmente da La Alberca (si trova a 15 km.) è la Peña de Francia (1.723 metri di altitudine). Percorsi circa sei chilometri lungo la strada SA-202, in direzione El Cabaco, bisogna girare a sinistra per salire fino a la Peña. Si tratta di un cammino serpeggiante, circondato da uno spesso bosco che a poco a poco si dirada. È indispensabile fare attenzione! La strada diventa stretta rendendo la salita alquanto complicata. Esistono due belvedere che offrono vedute spettacolari: il Balcón del Fraile - che ha la forma di un piccolo castello - e il Mirador de Santo Domingo, in fondo alla strada.

Sulla vetta si trova l'interessante Santuario de la Virgen de la Peña de Francia, in cui si venera l'immagine omonima. Questa vergine nera - come quella di Montserrat - fu trovata nel 1434, quando si costruì la prima cappella. Nel 1437 i Carmelitani aggiunsero tre navate gotiche ed eressero il convento con la “hospedería” (alloggio). Nell'anno 1767 fu la volta della torre campanaria, decorata con pilastri toscani. L'attuale immagine della Vergine, che risale al 1890, conserva all'interno i resti dell'originale. Nel caso in cui la zona adibita ad alloggio degli ospiti fosse aperta, potrebbe essere un'esperienza interessante riposare e magari riflettere intorno ai problemi d'indole divina e umana.

Miranda del Castañar - Vale la pena di visitare anche Miranda del Castañar (complesso storico artistico), dove di fianco alle costruzioni tipiche dell'architettura popolare abbondano le case signorili, riconoscibili dagli scudi collocati sulle facciate. Il paese è completamente circondato da una muraglia in buono stato, che conserva alcune porte interessanti. Inoltre ci sono la chiesa parrocchiale, il Castello, la Plaza de Toros, ecc.

La Sierra di Francia offre un ambiente assolutamente naturale e paesini affascinanti, capaci di rendere amena la giornata. A titolo di esempio, ricordiamo qui: valle de Cepeda, Sierra de las Quilamas, Honfría, Pico Cervero, Linares de Riofrío, Monleón, Mogarraz, San Martin del Castañar, Sequeros, ecc.

Attraverso il Campo Charro a Ciudad Rodrigo e la Sierra di Gata

Disponendo di tempo, altre località da non perdere sono Ciudad Rodrigo e la Sierra di Gata. Si trovano nella parte sud-orientale, al confine con la provincia di Cáceres ed il Portogallo. Partendo da Salamanca, bisogna prendere la strada N-620 / E-80 / A-62, che arriva fino alla monumentale Ciudad Rodrigo attraverso uno dei paesaggi più caratteristici della provincia: il Campo Charro. Si tratta di una pianura immensa, leggermente ondulata, che riflette appieno le caratteristiche della Castiglia però ha un “altro” colore: il grano non diventa giallo e le roveri sparse nelle praterie sono testimoni immobili di un tempo ormai passato in cui i boschi della penisola erano più folti. I pascoli sono indispensabili per allevare il toro “da corrida”: l'animale più emblematico della Spagna, che qui si trova in paradiso. Gli allevamenti più famosi del mondo sono in questa zona.

Sierra di Gata - Già immessi nella C-526, ci avviciniamo alla Sierra di Gata. Presa la deviazione che porta ad Águeda del Castillo, si presentano ai nostri occhi i magnifici panorami del fiume, che si snoda attraverso il terreno impervio accompagnandoci lungo il percorso. Ci troviamo nella zona denominata Ariscos, i cui punti più conosciuti sono: Martiago, La Herguijuela e Robledo. Fatto ritorno alla C-526, vale la pena di retrocedere fino a El Bodón per ammirare nei dintorni del paese l'Eremo del Santo Cristo, un crocifisso del XVI secolo attribuito allo scultore italiano Luca Mitata.

Continuando in direzione El Payo, ecco un ponte romano a due archi molto ben conservato che attraversa il fiume Águeda. Ormai a El Payo, possiamo salire sulla Sierra di Jálama, ultima parte della Sierra di Gata in territorio spagnolo, dove si trovano le sorgenti del fiume Águeda. Da qui è possibile accedere alle località della Sierra di Gata che appartengono alla regione Estremadura, più accidentate e scoscese.

San Felices de los Gallegos - Vale la pena di continuare fino a San Felices de los Gallegos, altro borgo monumentale con un passato importante e poco conosciuto. Spicca la chiesa parrocchiale, che conserva importati resti romanici che risalgono alle origini. La torre campanaria s'innalza su una delle due porte che restano dell'antica muraglia. Nella Plaza del Castillo risalta la bella torre del giuramento. Paese ideale per camminare senza fretta, riconoscendo le case nobiliari sparse nelle vie cariche di storia.

Da qui si presentano due opzioni: proseguire lungo la stessa strada fino a Ciudad Rodrigo o ritornare a Lumbrales e poi a Salamanca lungo la C-517. Questa seconda possibilità ci permetterà di attraversare Vitigudino, per visitare la bella chiesa di San Nicolás.

Fonte: Ufficio Spagnolo del Turismo
Milano 02/72004617 - Roma 06/6783106
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