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Dark Tourism a Napoli: il turismo macabro tra sotteranei e cimiteri

Non tutti sanno che il termine “dark tourism” fu coniato negli anni ’90 da due professori universitari di Glasgow, John Lennon e Malcolm Foley. Philip Stone lo definisce” viaggiare allo scopo di visitare luoghi di morte, distruzione o comunque macabri”. Perché? La spiegazione è che disgrazie e disastri esercitano un fascino perverso sulle persone. Il cimitero di Père Lachaise a Parigi, per esempio, attrae centinaia di migliaia di visitatori che rendono omaggio alle tombe di icone culturali come Oscar Wilde, Sarah Bernhardt e Jim Morrison. La città di New York ha creato un itinerario apposito per consentire ai turisti, americani e non, di visitare il memoriale di Ground Zero. Il fenomeno, già molto diffuso all’estero, suscita un interesse crescente anche in Italia.

Per gli appassionati ed i curiosi suggeriamo un itinerario inconsueto tra Napoli e dintorni partendo da uno dei percorsi più ricercati dai turisti – dark e non – di tutto il mondo, la Napoli sotterranea.

Napoli Sotterranea


Un dedalo di gallerie ove passato e presente, vita e morte si intrecciano inesorabilmente tra ossari, resti di costruzioni greche e romane e quasi duplicano la città di Napoli della superficie.
Napoli è costruita sul tufo e i Greci furono i primi ad aprire cave sotterranee per ricavarne i blocchi per costruire le mura delle loro Neapolis, mentre i Romani svilupparono un reticolo imponente di sotterranei e di acquedotti che, successivamente ampliati nel corso dei secoli, si stendono sotto quasi tutta la superficie cittadina. Il sottosuolo di Napoli è diventato negli ultimi anni una meta turistica di fama internazionale. Vi sono diversi percorsi per poter accedere a questa città "parallela", ancora non completamente conosciuta; tutti inquietanti ed al tempo stesso affascinanti.

Il cimitero delle Fontanelle

Chiusi dal terremoto del 1980, sono stati riaperti al pubblico i cancelli di un sito unico, monumentale, nel popolare Rione Sanità. Questa zona, appena fuori le mura greco-romane della città, per secoli fu utilizzata per la sepoltura. In particolare, la cripta del cimitero scavato nel tufo, un’area vastissima di circa 3000 mq, conserva tutt’ora i resti accumulati nei secoli – circa 40.000. A partire dal ‘700 chi non poteva permettersi una degna sepoltura o le vittime delle grandi epidemie di peste e colera che hanno più volte colpito Napoli venivano portate qui. Il culto dei teschi, come quello delle anime del purgatorio, è una tradizione ben radicata tra i napoletani. Donne e uomini di ogni ceto sociale fino a quarant’anni fa, prima che la Chiesa decretasse la sua chiusura, scendevano in questo luogo per adottare un teschio, prendersene cura, pregare e chiedergli favori di ogni genere.

Il culto delle anime del Purgatorio

Questo territorio di passaggio, che per l’immaginario collettivo si colloca nel mezzo tra Paradiso ed Inferno, a Napoli acquista un significato ancor più profondo ed assume la valenza di un vero e proprio culto. Passaggio e transizione, mistero e precarietà accompagnano la vita di tutti i giorni e le anime del purgatorio si inseriscono perfettamente in questo quadro entrando in contatto con i vivi: gli uni chiedono l’alleviamento delle pene apparendo in sogno ai vivi, gli altri alle anime del purgatorio chiedono un’esistenza meno precaria ed un sostegno alle difficoltà quotidiane.
S. Pietro ad Aram e S. Maria del Purgatorio ad Arco sono i luoghi deputati al culto delle anime del Purgatorio.

La Cappella Sansevero e le macchine anatomiche


Nata dalla volontà di Raimondo di Sangro, la Cappella Sansevero offre ai turisti alcuni momenti di grande suggestione. Qui potete vedere pezzi unici di arte come il Cristo Velato, ma anche attrazioni insolite come le macchine anatomiche di Giuseppe Salerno che mostrano in modo sorprendente l'apparato circolatorio dell'uomo, create iniettando cera e sostanze chimiche nelle vene dei cadaveri. Una immagine veramente "dark" ma che dimostra dei progressi sulla conoscenza del corpo umano alla fine del '700.

Il Museo delle Antiche Arti Sanitarie, Ospedale degli Incurabili

Decisamente originale questa iniziativa messa a segno da un primario chirurgo napoletano appassionato ed esperto di storia sanitaria. Nel “Collegio delle Pentite”, presso lo storico Ospedale degli Incurabili, il più antico ospedale d’Europa ancora operativo, sono raccolti ferri chirurgici – oggi sembrano veri e propri strumenti di tortura – una macchina anatomica settecentesca, libri antichi di medicina, reperti anatomici di vario genere. Si tratta di testimonianze storiche legate alle epidemie ma anche della lotta alla sifilide, alla cura dei pellegrini e degli infermi. Per informazioni: Associazione il Faro d’Ippocrate.
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