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I Borghi marinari delle Cinque Terre da vedere

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Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso sono i cinque meravigliosi borghi marinari situati lungo un tratto frastagliato e fragile della costa ligure di Levante, conosciuti dai turisti di tutto il mondo con il nome di Cinque Terre.
Compresi tra Punta Mesco e Punta di Montenero ricadono nel territorio che fa parte della provincia di La Spezia e, per le loro caratteristiche geografiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali assolutamente uniche rappresentano uno degli scenari liguri più affascinanti e suggestivi, tanto che sono da tempo entrati nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO.

Grazie alla loro particolare posizione i borghi hanno mantenuto praticamente intatte le caratteristiche originarie e la mano dell'uomo non ne ha potuto snaturare la bellezza antica.
In questo tratto di costa spezzina le pendici dei monti sono infatti particolarmente aspre, presentano un'orografia fragile ed accidentata e digradano velocemente verso il mare ligure; ed è proprio nei tratti di costa dove il mare è riuscito a creare piccoli golfi che sono sorti i cinque piccoli paesi, la cui espansione si è snodata assecondando le asperità naturali delle colline alle spalle.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, le popolazioni originarie che qui arrivarono nell’XI secolo provenivano dalla Val di Vara, situata più a nord al di là della catena costiera, e avevano quindi una vocazione contadina.

A loro si deve infatti la creazione dei caratteristici terrazzamenti realizzati con i muretti a secco e inframezzati dalle ripide scalinate in pietra che costellano tutte le pendici delle scogliere; grazie a questa imponente e secolare opera di organizzazione del territorio, titanica ma rispettosa, oggi si possono ancora coltivare in modo intensivo viti e di ulivi, solitamente non adatti a terreni così acclivi.
Solo in seguito gli abitanti presero confidenza con il mare e divennero anche abili pescatori, alternando la faticosa attività svolta sul mare a quella altrettanto faticosa svolta sulle severe pendici montane, a seconda delle stagioni e delle necessità.
Siamo quindi all'interno di uno dei territori più seducenti e incontaminati di tutta Italia, un tratto di costa ricco di baie, calette e spiagge bagnate da un mare cristallino e trasparente.

Il tour delle 5 Terre


I cinque borghi marinari possono essere visitati in treno, visto che sono numerosi i collegamenti regionali quotidiani lungo la linea Levanto-La Spezia che servono tutte le località, oppure in automobile.
È senz'altro vero che gli itinerari in Liguria sono più comodi in auto e così noi viaggiamo in macchina percorrendo la Strada Statale 370, nota anche come Litoranea delle Cinque Terre e considerata una delle strade panoramiche più pittoresche di tutto il Paese, ma si può scegliere anche di muoversi a piedi, grazie ai numerosi sentieri che si inerpicano sulle faticose pendici montane e offrono al visitatore percorsi assolutamente straordinari che si snodano a picco sul mare.

Partenza: Riomaggiore e la Via dell'Amore


Riomaggiore è il più orientale dei borghi marinari, raggiungibile sia in treno da La Spezia (circa 10 minuti di viaggio), che in macchina, la quale però va lasciata al parcheggio a pagamento all'ingresso del paese.
Una leggenda narra che i primi insediamenti abitativi risalgono al VIII e si devono ad gruppo di profughi greci in fuga dalle persecuzioni dell'imperatore Leone III, detto "L'Iconoclasta".
Le prime notizie certe risalgono però al XIII secolo, quando le popolazioni dell'entroterra scesero verso il mare e fondarono Riomaggiore alla foce del torrente "rivus maior", il più grande di questa zona, che ancora scorre sotto la via principale del paese.

Stretto tra due ripide colline che digradano obliquamente verso il mare, il borgo si apre a ventaglio sulle pendici sviluppandosi verticalmente; è caratterizzato dalle pittoresche case-torri gialle, rosse, ocra e rosa antico che svettano alte e sono costruite in pietra sormontata da tetti in ardesia, dalle ripide scalinate e dai minuscoli vicoli e si presenta al visitatore come una vera opera d'arte.
Ogni casa ha un soprannome, che spesso supplisce alla numerazione civica, ed è dotata di due entrate, una sulla facciata principale, a livello del caruggio su cui affaccia, ed una sul retro, all’altezza del piano superiore, a garanzia di una facile fuga in caso di attacchi da parte dei Saraceni.

Un lungo tunnel divide in due il paese: da una parte c'è il borgo più antico dove si può visitare la Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XIV secolo, che presenta due meravigliose porte gotiche ed alcune curiose sculture medievali in marmo, il Castello e numerosi oratori risalenti al XVI/XVII secolo, dall'altra parte c'è la stazione sopra la quale si ergono le costruzioni un po' più moderne.

Ed è proprio accanto alla pensilina della stazione ferroviaria che inizia il famoso Sentiero n.2, noto con il nome di Sentiero Azzurro, che permette di raggiungere a piedi tutti i borghi delle Cinque Terre; il breve tratto lungo solo 1 km che collega Riomaggiore a Manarola è la celeberrima Via dell'Amore, una spettacolare strada scavata nella roccia a picco sul mare che proprio per gli scorci romantici di cui si può godere percorrendola si è guadagnata questo appellativo. Purtroppo è attualmente chiusa a causa di una frana che nel 2012 ferì quattro turiste straniere, ma imponenti sono i lavori di messa in sicurezza delle ripidi e fragili pendici che fanno ben sperare possa essere riaperta entro il 2023.

Cosa vedere a Riomaggiore
Il porto del paese, pittoresco e caratteristico, un’insenatura riparata dalle intemperie in cui vengono messe in sicurezza le caratteristiche imbarcazioni il legno colorato; una visita a Torre Guardiola, antica fortificazione della Regia Marina, a cui si arriva procedendo lungo il percorso naturalistico di circa 20 minuti che si inoltra nella macchia mediterranea; un’escursione alla Grotta dell’Eremita, il minuscolo rifugio sacro scavato nella roccia da don Andrea Fresco, che con le sue incisioni e il panorama mozzafiato regala momenti indimenticabili.
Infine, naturalmente se la stagione lo permette, qualche ora di relax da spendere sulla spiaggia di ciottoli che si trova al di là del porto che propone uno specchio d’acqua veramente cristallino ed incontaminato.

Proseguiamo per Manarola


Superato Costa Corniolo, il promontorio che divide i primi due borghi delle Cinque Terre, si arriva a Manarola, la frazione di Riomaggiore incuneata tra un promontorio di roccia scura e la costa tanto frastagliata da non offrire accessi comodi al mare.

Anche le origini dell'attuale Manarola si fanno risalire al XIII secolo, quando gli abitanti della collinare ed agricola Volastra scesero verso il mare per costruire avamposti difensivi e strategici.
Documenti storici riportano che in questo periodo Manarola era assoggettata al dominio genovese, sotto il quale divenne una delle maggiori produttrici di vino e olio; ed ancora oggi infatti questo piccolo borgo marinaro è la terra dello Sciacchetrà, il vino liquoroso tipico di questa regione. Basta dire che le case sono dotate della "cassola", ovvero la terrazza ubicata sul tetto che ha proprio la funzione di ospitare in settembre, dopo la vendemmia, le uve che vengono lasciate al sole ad appassire.
È probabile che il toponimo derivi da Magna Roae, ovvero Grande Rota, e si riferisce all'imponente ruota del mulino ad acqua che ancora si può ammirare lungo la strada principale.

Di notevole interesse sono anche i resti dell'antico Castello di Manarola, il Santuario di Nostra Signora della Salute, in stile romanico, il Campanile Bianco, antica torre di avvistamento, e la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo, risalente al XIV secolo, che presenta una meravigliosa facciata in stile gotico.

Il secondo tratto del Sentiero Azzurro collega Manarola a Corniglia, il terzo gioiello delle Cinque Terre; purtroppo anche questo tratto è ancora chiuso a causa della frana del 2012, ma fervono i lavori necessari per poterlo riaprire al pubblico quanto prima.

Da non perdere a Manarola
La Festa dei Pittori in giugno nell’ambito della quale artisti provenienti da tutta Italia dipingono lungo le strade del borgo, lo splendido e lungo Belvedere attrezzato come aria picnic da cui è possibile scorgere in lontananza sia Manarola che Corniglia, e il magnifico Presepe luminoso da Guinness dei Primati che viene allestito dall'8 dicembre per tutto il mese e decora il Colle delle Tre Croci con più di 20.000 luci e più di 300 personaggi a grandezza naturale.

Sulla strada per Corniglia

Corniglia è la terza "Terra" ed è l'unica a non essere bagnata dal mare; si trova infatti su una sporgenza rocciosa a circa 90 m s.l.m.
Per raggiungerla, oltre al servizio di autobus che collega la stazione al centro del borgo, si può salire la Lardarina, la lunga e suggestiva scalinata di mattoni composta da 33 rampe e 377 gradini, che mentre si percorre regala la sensazione di essere sospesi tra mare e cielo.

La sua posizione geografica rende Corniglia differente dagli altri quattro borghi, dai quali si distingue anche per le sue origini, che possiamo far risalire all'epoca romana. Il toponimo deriva molto probabilmente dalla Gens Cornelia, famiglia latina discendente da un colono romano a cui erano stati affidate queste terre e che qui produceva un già allora rinomato vino bianco. Ne sono testimonianza alcuni reperti che sono stati trovati durante gli scavi di Pompei sui quali compariva il nome di Cornelia, proprio a indicare questo magnifico borgo.
L'abitato si sviluppa lungo una strada con un'andatura "a nastro" che si snoda fino in cima e sulla quale si affacciano raffinate e basse case in pietra, decisamente differenti dalle case-torri strette e lunghe che troviamo negli altri borghi.
Nel cuore del borgo troviamo la splendida Chiesa di San Pietro, risalente al XIV secolo, realizzata in arenaria e caratterizzata da uno splendido rosone in marmo bianco di Carrara.

Corniglia si differenzia dalle sue “sorelle” non solo per la struttura architettonica dell'impianto urbano ma anche per gli usi e i costumi: fra tutte è infatti la cittadina più legata alla tradizione agricola dell'entroterra, visto che la sua “lontananza” dal mare le ha impedito di diventare un borgo di pescatori.
A livello del mare di fronte alla stazione ci trovano due spiagge, lo Spiaggione, una lunga striscia di ciottoli chiari non sempre accessibile a causa dell'alta marea, e la Marina di Corniglia, riparata invece dalle intemperie e molto tranquilla, perfette per soddisfare le esigenze dei turisti più appassionati di mare.
Terminata la visita a Corniglia possiamo proseguire per il Sentiero Azzurro, da questo punto in poi agibile,che si addentra per circa 3 chilometri in una zona boschiva ed attraversa distese di vigne e di uliveti verso la nostra prossima destinazione: Vernazza.

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Da non perdere a Corniglia
Il centro storico, che si snoda in tanti piccoli e contorti caruggi sui quali affacciano finestre e balconcini decorati con piante di basilico, e la leggendaria spiaggia di Guvano, meta di naturisti oggi e di rivoluzionari hippies negli anni ‘70.

Lo splendido borgo di Vernazza


Vernazza è, a detta di molti, il più bello dei borghi delle Cinque Terre e infatti si è guadagnato anche un posto fra i 100 Borghi più Belli d'Italia.
È l'unico ad avere un porto naturale e ciò gli permette di vantare un'antica e sentita tradizione marinara; proprio qui sbarcavano infatti i romani per caricare le anfore di vernaccia, il delizioso vino bianco locale prodotto ancor oggi e che ha dato molto probabilmente origine anche al toponimo del borgo.

Vernazza non perse la sua funzione di approdo sicuro e fortificato neanche durante il medioevo, quando Castrum Vernatio, così si chiamava allora il borgo, era uno dei baluardi difensivi più strategici ed efficaci contro gli attacchi dei Saraceni e nel paese i segni di questo glorioso passato militare sono ancora presenti: fortilizi e resti di mura fortificate, ruderi di castelli e torri di avvistamento.

Arrivando dal mare lo scenario delle 5 Terre è veramente suggestivo perché le case-torri tipiche, particolarmente curate ed aggraziate, si aprono ad anfiteatro sull'insenatura naturale che accoglie le imbarcazioni; appena giunti a terra si viene accolti nel "u cantu de musse" - l'angolo delle chiacchiere - la piazzetta intorno alla quale si svolge la vita del paese e sulla quale si trova una delle chiese più affascinanti delle Cinque Terre: la Chiesa di Santa Margherita d'Antiochia.
La chiesa è lambita direttamente dalle onde del mare e si caratterizza per la particolare struttura che fonde elementi di vari linguaggi architettonici: un'abside medievale ad est, una facciata rinascimentale ad ovest, una torre ottagonale alta 40 metri di più recente edificazione e un susseguirsi di elementi come colonne in ardesia scura (l'antica pietra locale), che si alternano a stucchi chiari, testimonianza di un registro stilistico decisamente più recente.

Dalla piazza si dipartono porticati, ripidi e stretti caruggi e le arpaie, le scalinate che salgono verso la parte alta del paese e verso la Torre e ciò che resta del Castello dei Doria, eretti sul promontorio antistante il porticciolo per difendere l'abitato dagli attacchi dal mare.
Quando ci siamo presi il giusto tempo per ammirare questo villaggio/gioiello possiamo incamminarci lungo l'ultimo tratto del Sentiero Azzurro, anche questo estremamente suggestivo, caratterizzato da saliscendi tra uliveti, vigneti, torrenti e vecchi casolari, per arrivare a Monterosso, la nostra ultima destinazione.

Cosa non perdere a Vernazza
Il magico Santuario di Nostra Signora di Reggio, arroccato sopra Vernazza a poco più di 300 metri s.l.m. che propone un panorama mozzafiato, il Convento dei Frati annesso alla Chiesa di San Francesco e il suo magnifico chiostro seicentesco ed il presepe subacqueo, che nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre permette di assistere alla nascita di Gesù Bambino direttamente dall’acqua.

Arrivo a Monterosso al Mare


Monterosso è il paese più occidentale delle Cinque Terre ed è anche il più grande.
La sua caratterizzazione principale è sicuramente quella di essere diviso in due dalla collina di San Cristoforo, divisione che ha permesso di mantenere intatta la parte medievale, dove si respirano le atmosfere tipiche descritte finora, e nel contempo di incentivare l'espansione della parte nuova, detta Fegina, dove si trova la stazione e tutti i servizi turistici.
Monterosso infatti è l'unico borgo delle Cinque Terre ad avere due vere e proprie spiagge, la prima più piccola, ma pur sempre grande rispetto a quelle descritte finora, nella parte più vecchia del paese; la seconda, nella zona nuova, ampia, attrezzata e soprattutto di fine sabbia bianca.

Le origini di questo borgo delle Cinqueterre risalgono molto probabilmente al VII secolo quando qui si rifugiarono gli scampati del vicino paese di Albereto distrutto dai Longobardi di Re Rotari.
Nei secoli successivi vediamo la dominazione degli Obertenghi, antica famiglia feudale di origine franca; ne sono testimonianza alcuni resti di un antico castello. Alla fine del XIII secolo Monterosso passa definitivamente in mano ligure e il castello viene fortificato come avamposto difensivo per il consolidamento del potere che la Repubblica Marinara di Genova aveva su quel tratto di mare.

Il piccolo borgo storico conquistò il grande poeta Eugenio Montale che si lasciò ispirare dalle atmosfere suggestive, dalle selvagge scogliere a picco sul mare di Punta Mesco, dagli alberi di limone, dalle barche in legno colorate e dalle colline costellate dai muretti a secco fatti a mano che delimitano i terrazzamenti sui quali crescono rigogliosi vitigni e uliveti.
Il turista più attento all'arte e alla storia non potrà farsi mancare una visita alla Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al 1220, che con la sua Torre Campanaria è una delle mete più affascinanti, grazie alla sua particolare conformazione che la fa assomigliare ad una nave; di notevole bellezza sono anche il Convento dei Cappuccini del 1800, all'interno del quale c'è una Crocifissione attribuita al pittore fiammingo Van Dyck, e i resti antichi della mura difensive e del castello che si trovano sul promontorio.

Chi invece desidera una vacanza all'insegna della comodità e del divertimento può dedicarsi alla visita della zona Fegina, ampia, spaziosa ed attrezzata con tutti i servizi: alberghi, ristoranti, negozi di prodotti tipici, spiaggia con ombrelloni e sdraio, giochi per bambini e tutto il necessario per passare una tradizionale giornata al mare.

Da non perdere a Monterosso al Mare
La Statua del Gigante, ubicata alla fine della spiaggia di Fegina ed alta ben 14 metri; il Parco Letterario “Eugenio Montale”, che ha sede nella “Casa delle Due Palme”, la villa Liberty che fu residenza estiva dello stesso poeta; una visita alla Torre Aurora, la torre di avvistamento di epoca medievale a picco sul mare; la “Festa Medievale”, il 26 agosto, durante la quale oltre 200 figuranti sfilano in costume per le vie del borgo tra canti, balli e festeggiamenti.

Il nostro tour in sintesi

Itinerario: Riomaggiore - Manarola - Corniglia - Vernazza - Monterosso al Mare.
Lunghezza percorso: in auto, 28 km.
Cosa vediamo: la Chiesa di San Giovanni Battista, il porto e il Castello di Riomaggiore), la Torre Guardiola e la Grotta dell'Eremita lungo il sentiero naturalistico.
Il Castello, il Santuario di Nostra Signora della Salute, il Campanile Bianco, la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo e il belvedere a Manarola.
La Chiesa di San Pietro e le spiagge a Corniglia, la Chiesa di Santa Margherita d'Antiochia, la Torre e ciò che resta del Castello dei Doria a Vernazza.
Le spiagge, il Convento dei Capouccini e la Torre Aurora a Monterosso al Mare.
Musei e attrazioni: il Presepe da Guinness dei Primati che viene allestito ogni anno in dicembre Manarola, il Presepe subacqueo a Vernazza e il Parco Letterario “Eugenio Montale" a Monterosso.

Se ti interessa l'argomento visita anche il nostro canale dedicato ai borghi più belli della Liguria.

 Pubblicato da il 27/05/2022 - - ® Riproduzione vietata

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