Costo del passaporto, raddoppia la tassa di emissione ma abolito il bollo annuale
Nelle scorse settimane si era scatenato il panico tra gli italiani, ed in particolare tra i viaggiatori, riguardo l'emendamento presentato dal senatore Giorgio Tonini ed approvato il 30 maggio 2014, riguardante il decreto Irpef.
L'emendamento, in vigore a tutti gli effetti dal 25 giugno 2014, riguarda i nuovi costi di emissione del passaporto, che subiscono una sostanziale modifica; se fino ad oggi questo era soggetto ad una tassa di 40,29 euro, pagata tramite la marca da bollo che vi si apponeva, e al pagamento del costo materiale del libretto (42,50 euro), più un'ulteriore marca da bollo annuale di 40,29 euro per i viaggi al di fuori dall'Unione Europea, con le nuove regole si apre uno scenario nuovo.
«In analogia a quanto fanno i nostri maggiori partner internazionali, ho proposto di riformare il meccanismo di tassazione del passaporto, unificando tutti i tributi attualmente previsti in un'unica tassa pagata al momento dell'emissione (73,50 euro più il costo del libretto, lasciato invariato a 42,50 euro)» afferma il Senatore.
La grande novità è dunque la soppressione della marca da bollo annuale per tutti, che non è più dovuta (anche per chi già possedeva il passaporto), mentre aumentano i costi per il rilascio del passaporto che però non presenterà più spese fino alla sua naturale scadenza. Il testo afferma inoltre che il costo del contributo e quello del documento verranno ridiscussi ogni 2 anni dal Ministero dell'Economia assieme al Ministero degli Esteri.
«L'emendamento è dunque neutro per le casse dello Stato» continua Tonini, «non comporta né aumento né riduzione di entrate. Mi sembra invece vantaggioso per i cittadini. Con questo nuovo sistema, il cittadino che userà il passaporto una volta sola pagherà, è vero, un po' di più. Ma tutti coloro che lo useranno anche solo due volte, pagheranno di meno. E soprattutto non dovranno preoccuparsi di pagare il 'balzello' annuale, che per gli italiani residenti all'Estero significa dover andare in consolato, spesso in una città diversa da quella di residenza, sobbarcarsi il viaggio, le file e contribuire, loro malgrado, a ingolfare inutilmente uffici già oberati di lavoro» conclude il Senatore. (Fonte Asca).
L'emendamento, in vigore a tutti gli effetti dal 25 giugno 2014, riguarda i nuovi costi di emissione del passaporto, che subiscono una sostanziale modifica; se fino ad oggi questo era soggetto ad una tassa di 40,29 euro, pagata tramite la marca da bollo che vi si apponeva, e al pagamento del costo materiale del libretto (42,50 euro), più un'ulteriore marca da bollo annuale di 40,29 euro per i viaggi al di fuori dall'Unione Europea, con le nuove regole si apre uno scenario nuovo.
«In analogia a quanto fanno i nostri maggiori partner internazionali, ho proposto di riformare il meccanismo di tassazione del passaporto, unificando tutti i tributi attualmente previsti in un'unica tassa pagata al momento dell'emissione (73,50 euro più il costo del libretto, lasciato invariato a 42,50 euro)» afferma il Senatore.
La grande novità è dunque la soppressione della marca da bollo annuale per tutti, che non è più dovuta (anche per chi già possedeva il passaporto), mentre aumentano i costi per il rilascio del passaporto che però non presenterà più spese fino alla sua naturale scadenza. Il testo afferma inoltre che il costo del contributo e quello del documento verranno ridiscussi ogni 2 anni dal Ministero dell'Economia assieme al Ministero degli Esteri.
«L'emendamento è dunque neutro per le casse dello Stato» continua Tonini, «non comporta né aumento né riduzione di entrate. Mi sembra invece vantaggioso per i cittadini. Con questo nuovo sistema, il cittadino che userà il passaporto una volta sola pagherà, è vero, un po' di più. Ma tutti coloro che lo useranno anche solo due volte, pagheranno di meno. E soprattutto non dovranno preoccuparsi di pagare il 'balzello' annuale, che per gli italiani residenti all'Estero significa dover andare in consolato, spesso in una città diversa da quella di residenza, sobbarcarsi il viaggio, le file e contribuire, loro malgrado, a ingolfare inutilmente uffici già oberati di lavoro» conclude il Senatore. (Fonte Asca).
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Dopo queste parole, è più chiara la volontà dell'emendamento. In sostanza ci sarà un costo maggiore iniziale (116 euro ovvero 73,50 + 42,50 euro), conveniente per chi effettuerà "molti" viaggi extra UE (dato che non avrà più l'obbligo di bollarlo annualmente), meno per chi di viaggi extra UE non ne faceva, dato che lo pagherà di più all'atto dell'emissione. Meno, maledetti e subito è quindi la direzione. Resta però la spada di Damocle dell'aggiornamento del costo deciso ogni due anni.
Le precisazioni di Giorgio Tonini, senatore del PD, sono giunte il giorno successivo all'approvazione dell'emendamento quando, da un'errata interpretazione di un ambiguo passaggio del testo, sembrava che oltre all'aumento dei costi fosse rimasto invariato l'obbligo della marca da bollo annuale.
I giornali (noi compresi) erano quindi usciti riportando versioni contrastanti: in un primo momento, infatti, secondo quotidiani autorevoli come il Fatto Quotidiano, l'IB Times, il Tempo e parzialmente anche il Corriere, sembrava che l'obbligo della marca da bollo dovesse addirittura essere esteso anche ai viaggi interni all'UE.
Arrivata la smentita ed il chiarimento da parte del firmatario dell'emendamento, ad ogni italiano non rimane che valutare la propria situazione per tirare le somme e capire se si tratti di un guadagno o di un'ulteriore spesa per le proprie tasche.
Dopo queste parole, è più chiara la volontà dell'emendamento. In sostanza ci sarà un costo maggiore iniziale (116 euro ovvero 73,50 + 42,50 euro), conveniente per chi effettuerà "molti" viaggi extra UE (dato che non avrà più l'obbligo di bollarlo annualmente), meno per chi di viaggi extra UE non ne faceva, dato che lo pagherà di più all'atto dell'emissione. Meno, maledetti e subito è quindi la direzione. Resta però la spada di Damocle dell'aggiornamento del costo deciso ogni due anni.
Le precisazioni di Giorgio Tonini, senatore del PD, sono giunte il giorno successivo all'approvazione dell'emendamento quando, da un'errata interpretazione di un ambiguo passaggio del testo, sembrava che oltre all'aumento dei costi fosse rimasto invariato l'obbligo della marca da bollo annuale.
I giornali (noi compresi) erano quindi usciti riportando versioni contrastanti: in un primo momento, infatti, secondo quotidiani autorevoli come il Fatto Quotidiano, l'IB Times, il Tempo e parzialmente anche il Corriere, sembrava che l'obbligo della marca da bollo dovesse addirittura essere esteso anche ai viaggi interni all'UE.
Arrivata la smentita ed il chiarimento da parte del firmatario dell'emendamento, ad ogni italiano non rimane che valutare la propria situazione per tirare le somme e capire se si tratti di un guadagno o di un'ulteriore spesa per le proprie tasche.
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