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Oscar 2014: i luoghi dove sono stati girati i film in concorso

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La notte del 2 marzo si avvicina e al Dolby Theatre di Los Angeles è quasi tutto pronto. Ufficializzato il nome della conduttrice, che per la seconda volta sarà l’attrice comica Ellen DeGeneres, mancano gli ultimi ritocchi al red carpet e poi tutto sarà finalmente pronto per accogliere l’86esima edizione degli Oscar, l’appuntamento dell’anno per gli appassionati di cinema statunitensi e non solo. A quasi 15 anni di distanza da quel celebre 21 marzo 1999, quando Roberto Benigni volteggiò sulle teste degli sbigottiti spettatori della platea per ritirare la statuetta di migliore attore protagonista, l’Italia si appresta a trepidare nuovamente per le decisioni della giuria, nella speranza di poterci emozionare come quella volta per il trionfo di Paolo Sorrentino e La Grande Bellezza.

La pellicola del regista napoletano è un’apologia di Roma, la “città eterna”, del suo carattere e delle sue atmosfere uniche al mondo. Tante altre location sono teatro delle storie dei nove titoli in lizza per il riconoscimento più ambito, quello sognato da tutti i registi e produttori, quello di miglior film. Tra questi figurano colossal dal budget milionario come Gravity, storie struggenti quali quelle di 12 Years a Slave, Nebraska e Philomena e narrazioni destinate ad entrare nella storia del cinema come American Hustle e The Wolf of Wall Street. Che vi abbiano commosso o fatto sorridere, emozionato o fatto riflettere, che vi siano piaciuti oppure no, ciascuno dei nove offre spunti interessanti per una vacanza durante la quale indossare i panni del vostro attore preferito.

Destinato a fare incetta di statuette con ben dieci nomination tra cui tutte le più importanti, American Hustle ci porta alla scoperta di due metropoli dell’East Coast americana: Boston e New York. Essendo ambientato sul finire degli anni ’70, il film mostra un’interessante retrospettiva di due città che, all’epoca come oggi, sguazzano in un intrico di complotti e subdoli giochi di potere. Le medesime vicende interessano anche altre località minori del Massachusetts e la piccola Camden, cittadina capoluogo dell’omonima contea adagiata sulle sponde del fiume Delaware, nello stato del New Jersey, tristemente famosa per i suoi atavici problemi di criminalità e corruzione.

The Wolf of Wall Street è un titolo che, più di altri, tradisce la propria ambientazione. Manhattan, sede della borsa più importante del mondo, e Long Island, dove l’eclettico Jordan Belfort ha scelto di costruire la propria villa hollywoodiana, ospitano la maggior parte delle ambientazioni del film, che racconta l’ascesa sfrenata al mondo dell’alta finanza e l’inevitabile tracollo di un Leonardo di Caprio in stato di grazia. Tuttavia, nelle quasi tre ore di pellicola, la mirabile regia di Martin Scorzese offre brevi scorci di tante altre parti del mondo: da paradisi fiscali quali la Svizzera, Ginevra ed il suo lago, a paradisi balneari come le Bahamas, dove Belfort celebra il suo matrimonio con la splendida Naomi, e la nostrana Portofino, di cui si apprezzano alcune vedute sul golfo. Infine Londra e Hyde Park, teatro di una scena emblematica in cui il protagonista ammicca addirittura con la zia ultrasessantenne della sua aitante compagna!

Abbandonando la costa e addentrandoci nell’entroterra americano giungiamo in Nebraska, lo stato scelto da Alexander Payne per ambientarvi l’omonimo film. In realtà la storia ha inizio in Montana, laddove vive il vecchio Woody Grant con moglie e due figli. Qui, attratto da un’ipotetica vincita milionaria alla lotteria, il protagonista matura la decisione di partire alla volta di Lincoln, capoluogo del Nebraska, presso cui avrebbero sede gli uffici dove ritirare il sostanzioso premio. Malgrado poco conosciuto e al di fuori di ogni itinerario turistico, lo stato del Nebraska viene inquadrato in maniera impeccabile dall’occhio della telecamera, che regala scorci mozzafiato e panorami spettacolari sulle Grandi Pianure e le fertili Dissected Till Plains.

All’altro capo degli Stati Uniti si estende il Texas, teatro della drammatica storia realmente accaduta che ha ispirato il regista canadese Jean-Marc Vallée nelle riprese di Dallas Buyers Club. La vicenda narra degli ultimi anni di vita del rude Ron Woodroof, interpretato magistralmente da Matthew McConaughey, dal momento della scoperta di aver contratto il virus dell’HIV. Per cercare una cura efficace, prima, e per approvvigionare medicinali per la propria associazione, poi, Woodroof inizierà un viaggio estenuante che da Dallas lo condurrà in Messico, Cina e Giappone.

... Pagina 2/2 ... Interamente ambientato negli Stati Uniti del XIX secolo è 12 Years a Slave (12 Anni Schiavo), il film tratto dall’omonima autobiografia di Solomon Northup, contadino e violinista di colore ridotto in schiavitù da un gruppo di trafficanti di uomini. Il libro, pubblicato nel 1853, è stato pregevolmente rivisitato e tradotto in video da Steve McQueen, attenutosi scrupolosamente alle location riportate sulla carta. Così dalla contea di Saratoga (New York), in cui Solomon vive fino al 1841 da uomo libero in compagnia della moglie e due figli, la vicenda si dipana a New Orleans, patria mondiale del jazz, dove il protagonista è attratto da un’illusoria offerta lavorativa come violinista. Da qui, in un crescendo di emozioni e sofferenze, Solomon viaggia verso la Louisiana, per essere soggiogato, privato di ogni libertà e costretto a lavorare come schiavo per dodici lunghi anni.

Una straordinaria Los Angeles del futuro fa da cornice alla romantica e struggente storia di Her, la pellicola in cui recitano Joaquin Phoenix e, seppur indirettamente, Scarlett Johansson. Quest’ultima, quantomeno nella versione inglese, offre infatti la voce a “Samantha”, il sistema operativo dotato di intelligenza artificiale con cui il protagonista instaura un legame profondo, in costante evoluzione nel corso della vicenda. Divertenti e talvolta spettacolari sono i rimandi a quello che, ipoteticamente tra dieci o quindici anni, potrebbe essere l’aspetto della metropoli californiana, nella quale matura questa emozionante storia d’amore.

Sempre dagli Stati Uniti, e per l’esattezza dal Vermont, ha inizio il film Captain Phillips, anch’esso ispirato ad una storia realmente accaduta che, nell’aprile del 2009, calamitò l’attenzione dei media di tutto il mondo. In realtà il resto della vicenda è ambientato in mare, al largo delle coste della Somalia, dove il capitano della nave mercantile “Maersk AlabamaRichard Phillips fu preso in ostaggio da quattro pirati a bordo di un motoscafo lungo la rotta tra Salalah, in Oman, e Mombasa, in Kenya, per il trasporto di un carico di aiuti umanitari. Essendo quasi interamente girato sulle due imbarcazioni, il film è sostanzialmente privo di veri e propri rimandi geografici, ma sottolinea la gravità della situazione politica, sociale ed economica di una regione, quella del Corno d’Oro, di cui si parla davvero troppo poco.

L’unico film ambientato prevalentemente in Europa è Philomena, la cui storia affonda le proprie radici a Roscrea, in Irlanda, in un convento degli anni ’50 del Novecento. Al suo interno venne alla luce Antony, primogenito di Philomena Lee, a cui il piccolo venne sottratto ancora in fasce e dato in adozione. Intorno a questo evento iniziale è imperniato l’intero film, che racconta dell’impegno profuso dalla stessa Philomena e dal giornalista Martin Sixsmith alla ricerca del figlio, di cui nel frattempo si erano perse le tracce. Notevoli alcuni scorci che inquadrano begli angoli dell’isola, a cui si aggiungono inquadrature spot su importanti città statunitensi quali Washington D.C. e Potomac.

Concludiamo con un film che offrirà spunti interessanti a facoltosi in cerca di un’esperienza fuori dall’ordinario. Gravity è la storia di un’esperta di ingegneria biomedica, interpretata da Sandra Bullock, alla sua prima missione nello spazio in compagnia di un astronauta più esperto i cui panni sono indossati da George Clooney. Dallo Space Shuttle, dopo una serie di vicissitudini, solo uno dei due riuscirà a raggiungere la poco distante Stazione Spaziale Internazionale, prima di spostarsi nuovamente verso la stazione orbitante cinese Tiangong 1. Pur non evidenziando alcun luogo specifico, Gravity offre una prospettiva spettacolare sul nostro pianeta, ancora più bello se osservato a centinaia di chilometri di distanza.

 Pubblicato da il 17/02/2014 - - ® Riproduzione vietata

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