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Donnavventura in Giordania: Amman, Madaba, il Wadi Mujib, il Mar Morto e Petra (12 pagine)

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Visita a Petra, le Donnavventura visitano il sito archeologico

01/10/2010 - La Giordania ha tanti tesori da scoprire, ma certamente il più grande è quello di Petra. Una città interamente ricavata dalla roccia, un’enorme scultura in arenaria ancora ammantata di mistero.Si ritiene che sia stata realizzata in quella sorta di “terra di mezzo” che è la dominazione nabatea, da collocarsi tra quella ellenistica e quella romana, tra il I secolo ac ed il I°, II° d.c. Per raggiungere la città bisogna percorrere un tratto di sterrato per poi inoltrarsi in una stretta gola tra due pareti di arenaria. Le donneavventuta montano in sella di cavalli beduini per la prima parte del tragitto, dopo di che proseguono a piedi.

Chiara non vede l’ora di arrivare alla fine della gola, nel frattempo ci fa notare che si vedono i primo tabernacoli dedicati ai defunti con ancora un epitaffio in greco. Si sta per intravedere il Tesoro! Il monumento simbolo di Petra si erge maestoso incastonato nella roccia. Immediatamente viene da pensare a come sia stato possibile plasmare la pietra in questa maniera, in un modo tanto accurato ed elegante ma solido allo stesso tempo. Il sito è fra i più preziosi del paese ed è sorvegliato a vista da una speciale “guardia beduina” con tanto di abito tradizionale e cartucciera incrociata sul busto. Ana fa qualche domanda al poliziotto che si dimostra disponibile ed accondiscendente, anche se è quasi impossibile comprendersi, non essendoci il supporto di una lingua parlata da entrambe le parti.

Le reporter oggi hanno una guida d’eccezione, le ha raggiunte infatti Aristide Malnati, papirologo e storico, nonchè amico di Donnavventura, che sta curando gli spetti storico-archeologici della spedizione di quest’anno. Chiara ne approfitta per scoprire qualcosa di più su Petra ed Aristide, con la sua forbita favella, racconta di una città che è la perfetta commistione di bellezza naturale ed architettonica. Lo scenario creato da queste gole in arenaria sfumate di rosa, armonizza perfettamente con il minuzioso lavoro di scappello che ha fatto emergere gli edifici dalla nuda roccia. Si percepisce immediatamente la grandezza perduta di questa città che per secoli è stato un importante snodo commerciale tra l’oriente e l’impero romano, verso cui venivano convogliate merci preziose come spezie, seta e gemme provenienti da paesi lontani e destinati alle matrone romane.

Chiara si sofferma a parlare del "Tesoro”, l’edificio simbolo del sito archeologico e Aristide spiega che l’origine del nome deriva dalla credenza per cui all’interno di quella che è la tomba di una famiglia reale o di una casta religiosa, fosse conservato il favoloso tesoro di un faraone. Sempre Chiara fa mente locale delle cose appena ascoltate da Aristide, ripercorrendo l’origine di Petra, fondata dai nabatei e conquistata poi dai romani che la arricchirono di edifici, consolidandone il ruolo di riferimento per le province orientali. Osservando una parete rocciosa con una scritta incisa, Chiara non può fare a meno di sottolineare che questo tipo di comportamento vandalico va contro una delle regole fondamentali del turismo responsabile, vale dire il rispetto per i luoghi che si visitano, tanto più se si tratta di ambienti protetti o di alto valore artistico come in questo caso. C’è un problema però, Clotilde non si sente bene, mal di stomaco e senso di nausea la costringono per un po’ a stare seduta all’ombra, cercando di capire se si tratta di un malessere passeggero o meno. Probabilmente una dieta diversa dal solito, cibi speziati o verdure lavate in maniera sommaria, sono causa di questo disagio.

La temperatura certo non è di aiuto, si sfiorano oggi i quaranta gradi, non tira un filo di vento. Non migliorando la situazione si decide per un rientro in hotel. Alla nausea si è aggiunta anche la spossatezza, si decide di chiamare un medico. Il resto della squadra rimane al sito archeologico, Stefania, telecamera in spalla, riprende un musicante beduino che suona il suo colorato strumento a corda, mentre Chiara e Aristide parlano del teatro romano, singolare per il fatto di essere stato ricavato intagliando il fianco di una parete rocciosa.
Valentina ricorda che proprio qui a Petra è stato ambientato uno degli episodi sella saga di Indiana Jones, con Harrison Ford e che ci sono ancora negozi e locali che riportano le immagini del film sulle insegne.

Uno scenario da film sicuramente era anche offerto dal giardino di Petra, si dice fosse straordinariamente florido e rigoglioso, con zampilli d’acqua ed una vegetazione lussureggiante, realizzato sul modello dei giardini persiani. Questo sembra paradossale considerando l’arido ambiente circostante, ma, come fa notare Chiara, verso la città di Petra venivano convogliate le acque piovane attraverso un sistema di canaline che correva lungo tutta la gola, in direzione dell’abitato. Questo permetteva alla città di essere ancor più splendida. Le ragazze si stanno godendo gli ultimi momenti nella “città rosa”, mentre Clotilde, pallida e spossata, affronta la visita del dottore. Diagnosi non troppo rassicurante. Potrebbe trattarsi di un virus intestinale o di ameba, l’unico rimedio sono due belle punture nel sedere… C’è poco da star allegri, Clotilde poi, per sua stessa ammissione, non è un cuor di leone e lo stare male la spaventa, si eviterebbe volentieri le punture, poi il dottore è “cattivo”, ma non c’è scelta. Scappa qualche lacrimuccia, un po’ per il male, un po’ per la stanchezza e lo strapazzo. “Riposo forzato, dieta leggera e passerà tutto”, fa in fretta a parlare lui, tanto lo stomaco sotto sopra e il sedere bucherellato mica sono i suoi! Clotilde si accoccola nel letto e cade in un sonno profondo, speriamo ristoratore.

Il resto del team continua con il consueto lavoro, Ana approfitta della location d’eccezione per parlare della Giordania e fare un quadro generale del paese: assetto politico, confini, moneta… E’ ora di rientrare, la carovana si allontana da Petra e dalle sue rocce, che con la luce del tramonto assumono un colore straordinario. Il tempo sembra essersi fermato a duemila anni fa, quando Petra prosperava. Le piste di terra battuta si snodano tra valli chiuse da massicci rocciosi, dove ancora si incontrano dromedari solitari che ti osservano distratti. Qualche asinello da soma accompagna greggi di pecore e capre che si muovono all’unisono dietro alla prima del gruppo, nulla le disturba se non il rombare della carovana. Laura pensa a Clotilde ed alle sue condizioni di salute, oggi il team a dovuto fare a meno di lei, speriamo che con una giornata di riposo ed una bella notte di sonno si possa rimettere in piena forma. Vedremo domani. Il diario oggi è redatto da Chiara

 Pubblicato da il 05/04/2010 - 34.842 letture - ® Riproduzione vietata

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