Jodhpur (Jodpur), la cittą blu del Rajasthan porta sul deserto del Thar
Jodhpur, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Jodhpur dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Jodhpur è una città di poco meno di 850.000 abitanti situata nella parte centro-occidentale del Rajasthan, nel nord dell’India, all’interno dell’omonimo distretto di Jodhpur. L’imponente forte cittadino, il Meherangarh, domina la cosiddetta Blue City dall’alto di una cresta rocciosa. Qui, all’ora del tramonto vi sembrerà di essere sul set di un film: dalle mura possenti fa capolino un palazzo incredibilmente singolare e decine di passanti attraversano le caotiche strade sottostanti. Il centro urbano di Jodhpur si estende ben oltre la cinta muraria del XVI secolo, ma è il cuore della città vecchia, grandiosa e stupefacente al tempo stesso, che attira i turisti lungo quella che un tempo era un’importantissima rotta commerciale.
Fondata nel 1459 da Rao Jodha, un capo del clan rajput meglio noto come Rathore, Jodhpur si arricchì inizialmente grazie ai profitti delle vendite di oppio, legno di sandalo, datteri e rame. Il regno dei Rathore era un tempo noto come Marwar, ovvero “Terra della Morte”, ma non si può certo dire che gli odierni abitanti baffuti incutano tanto timore. Oggi Jodhpur è una città sporca e, grazie alle mucche e alle fognature all’aperto, piuttosto maleodorante, ma vi basterà immergervi nelle stradine tortuose con le case colorate di azzurro della città vecchia per far scorta di profumi, pantaloni rigonfi, regalie e spezie dall’aroma inebriante.
Tra le numerose attrattive da vedere, la più suggestiva è sicuramente il Meherangarh, tuttora gestito da maharaja di Jodhpur. La sua formidabile struttura architettonica incanta i visitatori e si estende su una collina alta più di cento metri, diventando sempre più visibile man mano che ci si avvicina alle mura della fortezza; il forte segue il profilo dell’altura sfruttando la conformazione del terreno. Nel corso della visita si superano ben sette porte, tra le quali menzioniamo la Jayapol, costruita dal maharaja Man Singh nel 1806 dopo la vittoria riportata sugli eserciti di Jaipur e Bikaner, e la Fatehpol, la “Porta della Vittoria”, eretta dal maharaja Ajit Singh per commemorare la sua vittoria sui Moghul. La seconda porta reca ancora i segni delle cannonate, che sembrano testimoniare la difficile storia della fortezza. L’ultima porta è la Lohapol, la “Porta di Ferro”, accanto alla quale si notano numerose impronte di piccole mani, ricordo del sati delle vedove del maharaja Man Singh, che si gettarono sulla sua pira funerea nel 1843. Questo piccolo, tragico monumento commemorativo è ancora oggetto di devozione e viene spesso coperto di polvere rossa. All’interno del forte si apre una fitta rete di cortili e palazzi a graticcio di intenso color terracotta, splendidi esempi del gioco di simmetrie e asimmetrie che caratterizza l’architettura rajput. Uno degli edifici ospita un museo che vanta una splendida collezione di ornamenti della regalità indiana, tra cui una serie di howdah, miniature, armature e altri oggetti vari. I palazzi recano tutti nomi molto suggestivi, come Moti Mahal (Palazzo di Perla), Sukh Mahal (Palazzo del Piacere) e Phool Mahal (Palazzo del Fiore); quest’ultimo in particolare è stato decorato splendidamente con una singolare mistura composta di foglia d’oro, colla e urina di mucca.
Terminata la visita al forte, si possono passare in rassegna le altre attrazioni di Jodhpur. Molto bello è il Jaswant Thada, un monumento commemorativo dedicato al maharaja Jaswant Singh II, costituito da una serie di singolari cupole in marmo bianco. Dopo la costruzione del cenotafio, che risale al 1899, furono realizzati il crematorio reale e gli altri tre cenotafi che si trovano nelle vicinanze. Degno di nota è il monumento al pavone che si gettò sulla pira funeraria. Noterete inoltre alcuni bellissimi tramezzi a graticcio in marmo intagliato e godrete di un formidabile panorama. Cambiando totalmente zona, si comincia a scorgere la sagoma delle torre dell’orologio, uno dei punti di riferimento nel panorama della città vecchia, circondata dall’animato Sardar Market. Se da qui vi dirigete verso ovest, entrerete nel cuore commerciale di questa parte di Jodhpur, tra stradine che conducono a vari bazar dove si vendono verdure, spezie, dolciumi, argento e prodotti dell’artigianato locale.
Altamente spettacolare è l’Umaid Bhawan Palaca, talvolta chiamato anche Chittar Palace per via dell’arenaria proveniente da quella località utilizzata per costruirlo. Questo imponente edificio bianco e rose fu iniziato nel 1929 secondo il progetto ideato dal presidente del British Royal Institute of Architects per il maharaja Umaid Singh. Ci vollero ben 3.000 operai e 15 anni per completarlo, ma pare che la sua costruzione facesse parte di un programma voluto dalla casa reale per creare posti di lavoro in un periodo di intensa siccità. Il maharaja Umaid Singh morì nel 1947; un’ala del palazzo è tutt’ora occupata dal suo successore, mentre il resto è stato trasformato in albergo.
Per trascorrere un pomeriggio all’aria aperta all’insegna della cultura ci si deve dirigere ai giardini Umaid, che ospitano il Sadar Government Museum, un grazioso museo d’altri tempi. Fra gli oggetti esposti, illustrati da didascalie un po’ carenti, figurano armi e sculture risalenti al periodo compreso tra il VI e il X secolo. Per quanto riguarda invece le festività e gli eventi organizzati annualmente a Jodhpur, si segnala il Marwar Festival, in programma per il mese di ottobre.
Il clima è caldo e secco, anche se in inverno le temperature minime scendono drasticamente, avvicinandosi ai 3/4 gradi. Per evitare di imbattersi in temporali o estenuanti piogge, il periodo migliore per visitare la città è la stagione invernale, indicativamente da novembre a aprile, quando anche il tasso di umidità sensibilmente rendendo le giornate più sopportabili.
Come arrivare? Per quanto riguarda i trasporti, Jodhpur è dotata di un proprio aeroporto, servito esclusivamente da compagnie aeree nazionali. Particolarmente efficienti sono la rete stradale e quella ferroviaria, che consentono di raggiungere le maggiori città del Rajasthan in tempi relativamente brevi ed a prezzi stracciati.
Fondata nel 1459 da Rao Jodha, un capo del clan rajput meglio noto come Rathore, Jodhpur si arricchì inizialmente grazie ai profitti delle vendite di oppio, legno di sandalo, datteri e rame. Il regno dei Rathore era un tempo noto come Marwar, ovvero “Terra della Morte”, ma non si può certo dire che gli odierni abitanti baffuti incutano tanto timore. Oggi Jodhpur è una città sporca e, grazie alle mucche e alle fognature all’aperto, piuttosto maleodorante, ma vi basterà immergervi nelle stradine tortuose con le case colorate di azzurro della città vecchia per far scorta di profumi, pantaloni rigonfi, regalie e spezie dall’aroma inebriante.
Tra le numerose attrattive da vedere, la più suggestiva è sicuramente il Meherangarh, tuttora gestito da maharaja di Jodhpur. La sua formidabile struttura architettonica incanta i visitatori e si estende su una collina alta più di cento metri, diventando sempre più visibile man mano che ci si avvicina alle mura della fortezza; il forte segue il profilo dell’altura sfruttando la conformazione del terreno. Nel corso della visita si superano ben sette porte, tra le quali menzioniamo la Jayapol, costruita dal maharaja Man Singh nel 1806 dopo la vittoria riportata sugli eserciti di Jaipur e Bikaner, e la Fatehpol, la “Porta della Vittoria”, eretta dal maharaja Ajit Singh per commemorare la sua vittoria sui Moghul. La seconda porta reca ancora i segni delle cannonate, che sembrano testimoniare la difficile storia della fortezza. L’ultima porta è la Lohapol, la “Porta di Ferro”, accanto alla quale si notano numerose impronte di piccole mani, ricordo del sati delle vedove del maharaja Man Singh, che si gettarono sulla sua pira funerea nel 1843. Questo piccolo, tragico monumento commemorativo è ancora oggetto di devozione e viene spesso coperto di polvere rossa. All’interno del forte si apre una fitta rete di cortili e palazzi a graticcio di intenso color terracotta, splendidi esempi del gioco di simmetrie e asimmetrie che caratterizza l’architettura rajput. Uno degli edifici ospita un museo che vanta una splendida collezione di ornamenti della regalità indiana, tra cui una serie di howdah, miniature, armature e altri oggetti vari. I palazzi recano tutti nomi molto suggestivi, come Moti Mahal (Palazzo di Perla), Sukh Mahal (Palazzo del Piacere) e Phool Mahal (Palazzo del Fiore); quest’ultimo in particolare è stato decorato splendidamente con una singolare mistura composta di foglia d’oro, colla e urina di mucca.
Terminata la visita al forte, si possono passare in rassegna le altre attrazioni di Jodhpur. Molto bello è il Jaswant Thada, un monumento commemorativo dedicato al maharaja Jaswant Singh II, costituito da una serie di singolari cupole in marmo bianco. Dopo la costruzione del cenotafio, che risale al 1899, furono realizzati il crematorio reale e gli altri tre cenotafi che si trovano nelle vicinanze. Degno di nota è il monumento al pavone che si gettò sulla pira funeraria. Noterete inoltre alcuni bellissimi tramezzi a graticcio in marmo intagliato e godrete di un formidabile panorama. Cambiando totalmente zona, si comincia a scorgere la sagoma delle torre dell’orologio, uno dei punti di riferimento nel panorama della città vecchia, circondata dall’animato Sardar Market. Se da qui vi dirigete verso ovest, entrerete nel cuore commerciale di questa parte di Jodhpur, tra stradine che conducono a vari bazar dove si vendono verdure, spezie, dolciumi, argento e prodotti dell’artigianato locale.
Altamente spettacolare è l’Umaid Bhawan Palaca, talvolta chiamato anche Chittar Palace per via dell’arenaria proveniente da quella località utilizzata per costruirlo. Questo imponente edificio bianco e rose fu iniziato nel 1929 secondo il progetto ideato dal presidente del British Royal Institute of Architects per il maharaja Umaid Singh. Ci vollero ben 3.000 operai e 15 anni per completarlo, ma pare che la sua costruzione facesse parte di un programma voluto dalla casa reale per creare posti di lavoro in un periodo di intensa siccità. Il maharaja Umaid Singh morì nel 1947; un’ala del palazzo è tutt’ora occupata dal suo successore, mentre il resto è stato trasformato in albergo.
Per trascorrere un pomeriggio all’aria aperta all’insegna della cultura ci si deve dirigere ai giardini Umaid, che ospitano il Sadar Government Museum, un grazioso museo d’altri tempi. Fra gli oggetti esposti, illustrati da didascalie un po’ carenti, figurano armi e sculture risalenti al periodo compreso tra il VI e il X secolo. Per quanto riguarda invece le festività e gli eventi organizzati annualmente a Jodhpur, si segnala il Marwar Festival, in programma per il mese di ottobre.
Il clima è caldo e secco, anche se in inverno le temperature minime scendono drasticamente, avvicinandosi ai 3/4 gradi. Per evitare di imbattersi in temporali o estenuanti piogge, il periodo migliore per visitare la città è la stagione invernale, indicativamente da novembre a aprile, quando anche il tasso di umidità sensibilmente rendendo le giornate più sopportabili.
Come arrivare? Per quanto riguarda i trasporti, Jodhpur è dotata di un proprio aeroporto, servito esclusivamente da compagnie aeree nazionali. Particolarmente efficienti sono la rete stradale e quella ferroviaria, che consentono di raggiungere le maggiori città del Rajasthan in tempi relativamente brevi ed a prezzi stracciati.