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Zocca, cosa vedere nel borgo di Vasco Rossi

Zocca, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Zocca dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Certamente i fan sfegatati di Vasco Rossi conosceranno Zocca, semplicemente perché il loro beniamino è nato qui nel febbraio del 1952, fondando inoltre nel 1975 con un gruppo di amici una delle prime libere emittenti d'Italia, Punto Radio.
Eh sì, ora si comprende come il re della musica italiana sia cresciuto con così tanta ispirazione e grinta nel sangue. Il suo paese di origine sembra avergli trasmesso il calore dell’hinterland modenese e il vigore di una regione passionale e godereccia come l’Emilia-Romagna.

La casa di Vasco Rossi

Il rocker sembra essere legato al suo borgo natio da un cordone ombelicale che non è mai stato tagliato, tanto che il mitico musicista ha qui la sua seconda casa (la residenza è a Bologna), sita in via Divisione Tridentina 55-135 in frazione Verrucchia e diventata subito un'autentica meta di pellegrinaggio per i fans (vige l'assoluto divieto di disturbare i vicini), ognuno dei quali è solito lasciare un biglietto, una scritta o un pensiero sulle mura di confine, che recano un'infinità di graffiti, dediche e murales coloratissimi. Insomma, la dimora è una vera catalizzatrice nonchè una concreta fonte di turismo: con un po' di fortuna, si può capitare da queste parti proprio quando Vasco ha pianificato una pausa dagli epici tour.

Per onestà intellettuale e conoscenza a tutto tondo, va specificato che in paese nacque nel 1959 anche un altro esemplare personaggio della storia italiana, ovvero l'astronauta dei record Maurizio Chieli, geniale scienziato e progettista dell'Eurofighter Typhoon, considerato il più avanzato aereo da combattimento mai sviluppato in Europa.

Zocca e il suo territorio

Zocca sorge a 759 metri s.l.m. ed è dunque un paesino di montagna incardinato in un’area di confine fra le valli del Panaro, del Reno e di Samoggia, nel territorio dell’Unione Terre di Castelli.

La fondazione del borgo venne promossa caldamente nel 1465 dal marchese Borso d’Este, intenzionato a creare un grosso mercato per favorire i traffici commerciali. La neonata Zoca (che significa "tronco di legno tagliato"), poi rinominata Zocca, rientrava sotto l’amministrazione del soppresso comune di Montalbano (il paese “dalla terra pendente”, un saliscendi di vicoli che passano accanto alla settecentesca Chiesa di Santa Maria Assunta, all’Oratorio di San Filippo Neri e all’Oratorio della Beata Vergine del Rosario) prima di passare sotto la municipalità di Montecorone e Guiglia, che precedettero la piena autonomia concretizzatasi nel 1859.
Per la lotta antifascista esercitata fra il 1943 e il 1944, la comunità ha ottenuto a ragione la Medaglia d’oro al Merito Civile.

Cosa vedere a Zocca

Cuore del capoluogo è la Parrocchiale di San Contardo, edificata alla fine dell’Ottocento e con un campanile di inizio Novecento, ma lo spettacolo architettonico e paesaggistico lo ritroviamo essenzialmente tutt’intorno, fra i rilievi, le frazioni e gli sparuti gruppi di case che celano meraviglie da scoprire.

A Missano è d’obbligo contemplare la bellezza della Pieve dei Santi Vitale e Biagio, che si presenta agli osservatori con la fierezza di una nobile principessa sfoggiante un ricco portale in arenaria al centro della facciata. Custodisce l’unico polittico esistente nell’Appennino modenese, una composizione di cinque tavole raffiguranti la Madonna con il Bambino fra i Santi Antonio Abate, Lucia, Vitale e Agostino. Nel 1291 dipendeva dalla pieve il Santuario della Beata Vergine della Verrucchia, struttura a navata unica in cui si venera da secoli una piccola immagine della Madonna con Bambino, raro dipinto su tavola riconducibile al tardo gotico emiliano.

Montecorone possiede un castello fortificato dal 1279, uno di quei fortilizi che Niccolò III d’Este donò a Uguccione dei Contrari nel 1408. Il borgo propone il suo parterre di edifici in pietra e fra di essi l’Oratorio di San Rocco, seicentesco, salutato a poca distanza dalla Chiesa di Santa Giustina. Il Castello di Montetortore reca menzione dal 1179, fu distrutto a metà del Duecento e prontamente ricostruito. Sopravvivono attualmente alcuni muri, un portale ad arco a sesto acuto, una delle torri trasformata in campanile e una cisterna dalla copertura voltata a botte. Hanno raccolto l’eredità dell’imponente monumento castellare la Chiesa di San Geminiano e la sua bella canonica.

Del già citato Montalbano si è menzionata la Chiesa della Beata Vergine Assunta, luogo di culto che preserva ricche testimonianze artistiche. Le tre navate, fatte realizzare da don Francesco Baraldi, sono divise da pilastri con capitelli in stucco; l’altare maggiore settecentesco possiede una grande varietà cromatica e, soprattutto, due scenografiche porte laterali, aperte le quali si accede alle statue marmoree che riproducono le figure dell’Annunziata e dell’Arcangelo Gabriele.

D’epoca manierista è la tela che ritrae la Beata Vergine Assunta con San Giorgio, grande quanto la Madonna e Santi con i Misteri del Rosario. Da non trascurare durante la visita il fonte battesimale, l’armadio che arreda la sagrestia, il prezioso organo Traeri-Pianacci, la torre campanaria e la sua enorme campana decorata a bassorilievo con l’illustrazione della Crocifissione e di San Giorgio che uccide il drago.

Il borgo di Rosola è tutto raccolto intorno alla Torre Rangoni Machiavelli, unica testimonianza rimasta del castello locale risalente al ‘200. L’altro monumento da vedere è la Parrocchiale di San Leonardo Limosino, il cui campanile gugliato mostra un concerto di campane fra i migliori del modenese, recante la firma della Ditta Brighenti di Bologna.

Ciano è invece tappa fondamentale per portarsi al cospetto dei sontuosi calanchi, naturali creste dalla forma a lama di coltello, tempestate di essenze floreali, ginestre, rose canine e orchidee selvatiche. Qui osserva il panorama la Chiesa di San Lorenzo, prossima a due oratori e ai resti de castello.

Monteombraro di Zocca

Monteombraro è la più iconica delle frazioni di Zocca, l’interessante comune della provincia di Modena. Iconica per molteplici motivi: perché riflette lo spirito del suo capoluogo e ne eleva gli apici folkloristici rispettando uniformemente la gerarchia amministrativa.

Entro i suoi confini sorge la Chiesa di San Salvatore, seicentesco complesso che accoglie anche una piccola struttura ecclesiale del XII secolo. È una connubio armonico di proporzioni ed elementi architettonici propri dell’impianto originario, fra i cui tesori spicca il pregiatissimo organo "Francesco e Domenico Traeri", ascrivibile al XVII secolo ma recentemente restaurato.

L'edificio dà risonanza al grazioso borgo medievale di cui era simbolo intorno al 1100 un castello del quale sopravvive oggi una torre mutata in campanile. Il maniero trova menzione per la prima volta nel 1110, fu distrutto nel 1271 e riedificato all’epoca della cessione a Uguccione dei Contrari da parte di Nicolò III, avvenuta nel 1409. Nel centro del paese si nota la postura austera del Collegio San Carlo di stampo settecentesco.

Monteombraro fa risaltare la propria bellezza in un’occasione speciale: la Festa della Lavanda, che si svolge nelle prime settimane di luglio. La frazione accoglie i turistici nei suoi moderni e accoglienti alberghi, fornitissimi ristoranti nonché impianti sportivi attrezzati per qualunque evenienza, come il Parco Piscine ideale per adulti e bambini, dotato di campi da beach volley, calcetto e ping-pong, parco acquatico e baby park.

In località Casa Ronchi si possono ammirare due antiche meridiane censite nel Catalogo Internazionale Meridiane. L’Istituto Ronchi occupa l’interno di una villa signorile del ‘700. Non perdetevi assolutamente la Casa Torre Erbolani, riccamente affrescata. Al servizio degli avventori c’è Borgo Fontanini, dal quale si gode di un’ottima vista sugli appennini. Si tratta di un trittico di antiche abitazioni completamente restaurate e ammodernate, dotate di qualunque confort pur mantenendo il mobilio originale e una strutturazione degli ambienti conforme al passato. Torre, casa torre e casa fortificata dispongono di cucine e servizi autonomi.

Nelle campagne vive in posizione un po’ riservata un magnifico castagno secolare, albero monumentale che ancora oggi e dopo tutti questi anni gode di ottima salute.

Tornando al midollo urbano di Zocca, incappiamo nel Santuario del Sacro Cuore di Gesù che incorpora la Chiesa di San Giacomo Martire, di architettura eclettica unente gli stili neoromanico e neobizantino. Affrescata in ogni sua parte dal pittore Giacomo Gemmi, dispone di una cripta all’interno della quale è stata derivata una grotta dedicata al culto della Madonna di Lourdes, decorata con un Sacro Cuore dipinto nel 1911 da Gaetano Bellei. La sorella più piccola di Zocca è Zocchetta Vecchia, grazioso borgo a corte cinquecentesco che espone diversi edifici in pietra a vista ed eleganti portali.

Sul versante enogastronomico, Zocca è un paese molto attivo, inserito nella Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”. La storia del comune si lega a stretto filo sia alle famose tigelle (dette anche crescentine), sia alla salvaguardia della castagna; Zocca è infatti famosa come Terra del Castagno, sede del Museo del Castagno e di una vivace Sagra del Marrone Tipico di Zocca, di scena a ottobre.

Presso la località Lame di Zocca c’è un luogo in cui il divertimento non si esaurisce mai, e questo luogo è il Parco Avventura Esploraria, aperto da Pasqua a novembre per far vivere ai turisti esperienze uniche ed emozionanti.

Come arrivare a Zocca

Partendo da Modena si percorre la SS 12 in direzione AbetoneVignola, continuando sulla SP 623 fino a Zocca.
In treno bisogna arrivare alla stazione di Modena e da qui concludere il viaggio a bordo degli autobus SETA.
L'aeroporto di Bologna, collegato a Modena dalla linea AerBus, dista 43 km dalla località.
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 Pubblicato da - 21 Settembre 2022 - © Riproduzione vietata

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