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San Lazzaro di Savena (Emilia-Romagna): visita al comune satellite di Bologna

San Lazzaro di Savena, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. San Lazzaro di Savena dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

San Lazzaro di Savena è fra le realtà comunali dell’Emilia-Romagna una delle più tipiche e caratterizzate sia come morbidezza del territorio che come disposizione del nucleo urbano. La separano da Bologna appena 6 km, spazio in cui si inserisce il corso fluviale del Savena, sorta di confine naturale facilmente valicabile usufruendo del camminamento del Ponte Savena. L’acqua non manca laddove questa cittadina di 32.500 abitanti si distende con i suoi caseggiati, adagiati sulla pianura per la quale le vicine colline risultano un'ammiccante protezione da venti e altre intemperie.

Le colline e le grotte lungo i torrenti Savena ed Idice

Il paesaggio risulta molto particolare, uno scenario di per sé estremamente stimolante per gite ed escursioni volte a esplorare quanto circonda l’abitato. Ci si trova così nel bel mezzo di un complesso carsico che annovera oltre 200 grotte formatesi per mezzo della solubilità del gesso in comunione con le costanti erosioni idriche. Fra queste trionfano in assoluto la Grotta del Farneto e la Grotta della Spipola, posta quest’ultima nel cuore del Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abadessa e scoperta nel 1932 da un pioniere nel campo, lo speleologo Luigi Fantini.

Da frazione Croara ci si può spostare a Idice, ove si spalma seducente l’Oasi fluviale del Molino Grande, area di notevole interesse per la capacità di comprendere una zona lacustre, un variegato bosco e un habitat ideale per la nidificazione dell’avifauna golenale, e per intenderci di specie come il celeberrimo Martin pescatore, il gruccione e l’airone cenerino, che proprio non si vedono tutti i giorni. Intorno al vecchio mulino si aggirano caprioli, daini, cinghiali e lepri, mentre la flora riserva delle rarità botaniche, vedasi la ninfea sfrangiata. Rimanete a Idice e indugiate in questa idilliaca località, segnata dal fiume e dall’Area di Riequilibrio Ecologico Parco Fluviale Lungo Idice, 30 ettari di tripudio selvatico curato dal WWF, che ha in gestione anche il Parco Belpoggio con il suo stagno popolato da numerosi anfibi.

Dal punto di vista prettamente storico, si assiste a una serie di evoluzioni e sviluppi che dalla preistoria - ampiamente trattata dal Museo della Preistoria “Luigi Donini” e dal PreistoPark, oltre all'itinerante mostra Dinosauri in carne e ossa che fa tappa qui - portarono in questo lembo di terra elegante eventi di un certo evidente peso ma soprattutto personaggi illustri la cui presenza ridondava.

Storia

Gli Etruschi formarono insediamenti sparsi, i Romani li resero agglomerati e Caio Giulio Cesare, a quanto si racconta, transitò con il suo esercito nella zona dove San Lazzaro di Savena sorse poi come feudo posseduto da Matilde di Canossa.

Nel Medioevo, perché è di tale epoca che stiamo parlando, la località non era che un lazzaretto affiancato a un ospedale, a un pozzo e a un oratorio. Divenne una comunità più attiva e allargata agli albori del ‘600, sancendo la propria organicità municipale nel 1802 e ottenendo piena autonomia venticinque anni dopo. L’emancipazione da semplice borgo rurale a Comune articolato si verificò a inizio ‘900 ma soltanto durante gli anni Settanta, ergo successivamente alle dure flagellazioni delle guerre mondiali, s’innescò l’espansione edilizia che procedette fino a trasformare San Lazzaro in una sorta di sobborgo residenziale del capoluogo Bologna.

Cosa vedere a San Lazzaro di Savena

Il centro storico è cresciuto in simbiosi con i suoi più iconici luoghi di culto che ne hanno accompagnato l’implementazione graduale almeno a partire dal ‘200. Al XIII secolo giustappunto appartiene la Chiesa di San Lazzaro, ex cappella elevata a parrocchia nel 1924 e ricostruita dopo i bombardamenti avvenuti nella Seconda Guerra Mondiale. Di originale restano il sopravvissuto tabernacolo e l’effige della Madonna del Suffragio, mentre opere novecentesche hanno contribuito a rimpinguare il corredo sacro. Ne ha beneficiato il nuovo abside in cui si custodiscono Lazzaro e il ricco Epulone frutto del pittore Ilario Rossi e alcuni bassorilievi in terracotta come l’Assunzione di Maria realizzata da Carlo Pini.

Delle tantissime altre chiese presenti su suolo comunale occorre necessariamente fare una selezione prosaica per non disperdere attenzione e tempo a disposizione nel corso di una visita turistica. Si consiglia allora di non perdere di vista la moderna Chiesa di San Francesco d’Assisi, essenzialmente per poterne ammirare l’estetica innovativa e l’organo a 1.275 canne riposto all’interno.

La Chiesa di San Giovanni Battista riesce brillantemente ad armonizzare e far coesistere elementi assai impegnativi quali il timpano triangolare, il campanile dalla guglia appuntita e dalle quattro collaterali e le colonne ioniche che ne ornano l’aula interna culminante nell’altare maggiore il cui sublime apice è rappresentato dalla Natività di San Giovanni Battista ordita da Giacomo Cavedone. Sono tuttavia le cappelle a fregiarsi dei più pregevoli tesori, fra di essi un’antica fonte battesimale, una tizianesca Crocifissione di Gesù e un simulacro della Madonna.

Vale la pena fare qualche chilometro per portarsi al cospetto di un grande complesso sacro animante la frazione Croara. Appaga la visione piena del comprensorio monasteriale includente la Chiesa e l’Abbazia di Santa Cecilia con annesso l’Oratorio della Madonna dei Boschi. I vari corpi di fabbrica risultano con alta probabilità anteriori all’anno Mille e ciò offre la misura del complessivo valore architettonico acuito dai numerosi fregi decorativi, dalla Via Crucis di Giovanni Andrea Donducci, dalla Santa Cecilia in cotto e dalla pala d’altare che riporta l’immagine del Gesù Bambino concepita da Annibale Carracci.

Le dimore storiche di San Lazzaro coincidono con sontuose ville patrizie e monumentali palazzi. Ascrivibile al Cinquecento Villa Bellaria, adeguatamente restaurata negli anni ’90 del Novecento dopo aggressivi snaturamenti che l’hanno vista mutare in centro meccanografico durante il periodo bellico e successivamente in redazione del quotidiano "L’Avvenire d’Italia". Coeva è Villa Cicogna, spettacolare opera dell’architetto Jacopo Barozzi come spettacolare appare la stupenda loggia riccamente affrescata. Quaranta tempere a muro e raffigurazioni a carattere biblico e mitologico tempestano le undici sale interne. Oggi è sede dell’Unipol Corporate Academy.

Di un’ampia loggia è dotata anche Villa Dolfi-Ratta, residenza di un’eleganza spudorata, discinta, infusa da un parco e giardini all’italiana spesso utilizzati come location per eventi mondani di sicuro successo. Villa d’Abbadia, riconoscibile per l’alta torre a orologio, somma la propria millenaria esistenza al soverchiante fascino della sua essenza costruttiva di elevatissima integrità. Complici del blasone comunale anche la seicentesca Villa Pepoli, Villa Salina e l’ottocentesca Villa Rodriguez, ma non si dimentichino Villa Savioli, Villa Malvasia e Villa Malvezzi eretta in stile neomedievale presso Castel de’ Britti, del quale rimangono poche rovine e tratti di mura.

San Lazzaro riesce dunque a farsi contenitore di memorabilia architettoniche, artistiche, storiche e naturalistiche; l’amarcord indica poi l’ITC Teatro, inaugurato nel 1983 e inizialmente specializzato nelle performance di cabaret in cui si cimentarono tra gli altri Antonio Albanese, Daniele Luttazzi, Gene Gnocchi e Fabio De Luigi. Ha invece aperto i battenti nel 2007 la Mediateca comunale, imbastita su una superficie di ca. 1.550 metri quadrati disposti su due piani in cui sono archiviati 40.000 documenti, un cospicuo materiale audiovisivo e una quantità esaustiva di riviste e giornali. La struttura fa notizia tanto per ciò che vi è contenuto, quanto per il suo design fondato su una forma a pedana di lancio con tettoia rivestita di tappeto vegetale altamente coibentante e una copertura biosmart a pannelli fotovoltaici.

Eventi, sagre e manifestazioni

L’allegria vigente fra gli abitanti si traduce nella fitta dinamica di manifestazioni favorevoli ai nuclei famigliari, principalmente il Carnevale del Lazzarone, la Festa della Birra, e la Fiera di San Lazzaro che si tiene in estate.

Come arrivare a San Lazzaro di Savena

Da Bologna si imbocca la SS 9 Via Emilia fino a destinazione, mentre arrivando da altre destinazioni fa fede l’Autostrada A14 Adriatica; la stazione locale si trova sulla linea ferroviaria Bologna – Imola; il capoluogo bolognese è collegato alla cittadina anche dalle autolinee ATC Bologna, linea urbana 19, suburbane 90 e 94, extraurbane 101, 916 e 918; l’aeroporto di Bologna dista 17 km dalla località.

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