Galatina (Puglia): visita alla Cittą d'Arte del Salento
Galatina, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Galatina dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Chiamarla paese ne sminuirebbe l’importanza, non è borgo (pur mantenendone l’anima pura) né cittadina: Galatina è una Città vera e propria, come decretò nel 1793 Ferdinando IV di Borbone dichiarandola “civitas”. Ha ormai raggiunto il ragguardevole numero di 29.000 residenti, là in quel meraviglioso Salento che cattura i sogni dei turisti negli ettari di terra argillosa (ha un colore rosso acceso e proprietà ideali per la coltivazione di viti e ulivi, della mitica patata novella sieglinde e persino del tabacco) che circondano Lecce entro i favolosi confini della Puglia, il “Tacco d’Italia”.
Non paga, Galatina ha preteso e ottenuto con estremo merito il titolo di “Città d’Arte”, figurando fra i massimi agglomerati urbani a più alta densità di edifici storici e chiese che rinvigoriscono un patrimonio architettonico sterminato, abbracciato da un perimetro cittadino al di fuori del quale imperano la folta macchia mediterranea e un coacervo di colture generose sulle quali s’impernia buona parte della gastronomia regionale, favorite da un clima sempre mite nel semestre freddo, caldo nelle stagioni più belle. Il quadro è di per sé idilliaco e la storia ha solo parole lusinghiere per questa eccezionale realtà inalterata dal tempo.
Altre chiese da vedere catturano ingente interesse e sono esse la Chiesa di Santa Maria della Misericordia (vi si contano cinque altari e tele a non finire, tra cui la Natività e l’Adorazione dei Magi), il Monastero di Santa Chiara, l’Abbazia degli Olivetani, la Chiesa di Santa Maria della Grazia (sublimi l’altare maggiore e l’organo settecentesco), il Convento de Domenicani, la Chiesa dei Cappuccini e il Convento dei Carmelitani. La settecentesca Chiesa del Carmine possiede all’esterno un portone ligneo intagliato da Donato Costantino e all’interno plurimi altari sui quali trionfano gli stucchi dorati del soffitto attornianti il Foedus Pacis di Agesilao Flora. Si dedichi più di uno sguardo al fine presepe in pietra leccese datato 1650. L’attenzione va poi incanalata sulla visione delle celeberrime cripte basiliane, vale a dire Santa Maria della Grotta, Sant’Anna e Santa Maria della Porta, poste sull’antico itinerario di fuga dalle persecuzioni dei Monaci Basiliani.
Galatina ha preservato alcuni impianti costruttivi assimilabili al concetto di Casa Natale (da contemplare quelle dello scultore Gaetano Martinez, del pittore Gioacchino Toma e del medico Pietro Siciliani), ma dà spazio a ben più classiche architetture come Il Sedile, ex palazzo municipale posto di fronte alla Torre dell’Orologio, Palazzo Ducale (antica residenza dell’arcivescovo Adarzo de Santander nel ventennio 1654 - 1674), Palazzo Orsini (nuovo municipio e antico ospedale che Raimondello Orsini del Balzo volle alla fine del XVI secolo), Palazzo Berardelli e moltissimi altri. Edilizia sacra e civile convivono più che armoniosamente in un sontuoso reticolo fatto di vicoli, piazzette e strade che tessono in breve un magnifico Centro Storico, capace di fomentare camminate appassionate lungo le vie lastricate in pietra viva, ritrovi e passeggiate con lo sguardo rivolto a quanto vi è incastonato, le superbe dimore, i monumenti e le tracce di un ricco passato evolutesi ad attrattive di un museo a cielo aperto.
Non paga, Galatina ha preteso e ottenuto con estremo merito il titolo di “Città d’Arte”, figurando fra i massimi agglomerati urbani a più alta densità di edifici storici e chiese che rinvigoriscono un patrimonio architettonico sterminato, abbracciato da un perimetro cittadino al di fuori del quale imperano la folta macchia mediterranea e un coacervo di colture generose sulle quali s’impernia buona parte della gastronomia regionale, favorite da un clima sempre mite nel semestre freddo, caldo nelle stagioni più belle. Il quadro è di per sé idilliaco e la storia ha solo parole lusinghiere per questa eccezionale realtà inalterata dal tempo.
Cenni di storia
Già nel ‘200 Galatina fece parlare di sé in qualità di centro votato alla cultura di stampo greco contaminata positivamente dall’effluvio normanno e latinizzata dall’operato pontificio che la popolazione e la classe politica in generale dimostrarono di gradire: ne fu esempio la liberazione di papa Urbano VI per mano di Raimondello Orsini del Balzo, che intervenne dissolvendo la coercizione esercitata sul pontefice a Nocera. La città era in verità già legata al culto cristiano in quanto toccata dalla visita di San Pietro durante il viaggio dell’Apostolo da Antiochia a Roma, sicché per secoli Galatina vantò un nome altisonante, e cioè San Pietro in Galatina, ridimensionato una volta annesso il Comune al Regno d’Italia post unificazione. Gli Orsini del Balzo hanno contribuito sensibilmente a creare la bellezza del centro urbano tramite l’edificazione di palazzi e chiese magnifici, tanti, tantissimi, a dir di alcuni troppi eppur tutti da vedere e ammirare oltrepassando gli storici accessi al borgo un tempo fortificato, Porta Cappuccini, Porta Luce e Porta San Pietro, poste lungo la cinta muraria.La Basilica di Santa Caterina d’Alessandria
Vanto dell’intero tesoro architettonico è la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, un romanico luogo sacro a tre navate, un gioiello autentico dichiarato Monumento Nazionale nel 1886 per molteplici elementi sensazionali, la facciata tricuspide imponente, i tre portali a tutto sesto e un interno tempestato di affreschi (bellissimo il Ciclo cristologico) e dipinti, insomma una pinacoteca quasi senza pari in ambiente ecclesiastico. Accurati restauri hanno ridato valore alle opere di varie scuole artistiche, napoletane, umbre, marchigiane, fiamminghe, siciliane e giottesche.Cosa vedere a Galatina
La maestosità è un tratto che caratterizza la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, trecentesca predestinata ancella di soverchiante beltà, riedificata nel ‘600 ma ultimata nel secolo successivo e ricolma di opere, tra cui una che per misticismo supera le altre: si tratta di un masso calcareo custodito in una cappella laterale, importante perché si ritiene essere la roccia sulla quale San Pietro si sedette durante una sosta del suo viaggio. Pochi passi ed ecco ergersi la Cappella di San Paolo, dove un tempo si radunavano per chiedere la grazia di guarigione le “tarantate”, cioè le donne affette da tarantismo, una malattia che si diceva essere provocata dal morso della tarantola. La chiesa era ogni anno teatro di riti, balli isterici e deliri ancor oggi compresi in una nuova veste nel parterre delle danze salentine, taranta e pizzica, elementi principi della tradizione musicale pugliese.Altre chiese da vedere catturano ingente interesse e sono esse la Chiesa di Santa Maria della Misericordia (vi si contano cinque altari e tele a non finire, tra cui la Natività e l’Adorazione dei Magi), il Monastero di Santa Chiara, l’Abbazia degli Olivetani, la Chiesa di Santa Maria della Grazia (sublimi l’altare maggiore e l’organo settecentesco), il Convento de Domenicani, la Chiesa dei Cappuccini e il Convento dei Carmelitani. La settecentesca Chiesa del Carmine possiede all’esterno un portone ligneo intagliato da Donato Costantino e all’interno plurimi altari sui quali trionfano gli stucchi dorati del soffitto attornianti il Foedus Pacis di Agesilao Flora. Si dedichi più di uno sguardo al fine presepe in pietra leccese datato 1650. L’attenzione va poi incanalata sulla visione delle celeberrime cripte basiliane, vale a dire Santa Maria della Grotta, Sant’Anna e Santa Maria della Porta, poste sull’antico itinerario di fuga dalle persecuzioni dei Monaci Basiliani.
Galatina ha preservato alcuni impianti costruttivi assimilabili al concetto di Casa Natale (da contemplare quelle dello scultore Gaetano Martinez, del pittore Gioacchino Toma e del medico Pietro Siciliani), ma dà spazio a ben più classiche architetture come Il Sedile, ex palazzo municipale posto di fronte alla Torre dell’Orologio, Palazzo Ducale (antica residenza dell’arcivescovo Adarzo de Santander nel ventennio 1654 - 1674), Palazzo Orsini (nuovo municipio e antico ospedale che Raimondello Orsini del Balzo volle alla fine del XVI secolo), Palazzo Berardelli e moltissimi altri. Edilizia sacra e civile convivono più che armoniosamente in un sontuoso reticolo fatto di vicoli, piazzette e strade che tessono in breve un magnifico Centro Storico, capace di fomentare camminate appassionate lungo le vie lastricate in pietra viva, ritrovi e passeggiate con lo sguardo rivolto a quanto vi è incastonato, le superbe dimore, i monumenti e le tracce di un ricco passato evolutesi ad attrattive di un museo a cielo aperto.