Verres il borgo della Valle d'Aosta e il suo castello
Verres, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Verres dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Una terra selvaggia, apparentemente inospitale, ricoperta di montagne scoscese ma anche costellata di borgate incantevoli, immerse in una natura incontaminata. Un angolo d’Italia riservato, protetto da colossi di roccia imponenti, che sembrano custodire un tesoro: qui il piccolo comune di Verres se ne sta incastonato nella bassa valle centrale della Dora Baltea, a una trentina di chilometri da Aosta, nel cuore affascinante della Valle d’Aosta.
A vegliare sull’abitato, che si pronuncia Verres con l’accento sulla seconda ‘e’, ci sono le Alpi ma anche la sagoma rassicurante di una grande croce metallica, illuminata nelle ore più buie e risalente al tempo della guerra, quando gli abitanti del luogo sentirono in bisogno di ringraziare Dio per essere sopravvissuti ai combattimenti. Una storia travagliata, dunque, quella del paese valdostano, che a dire il vero comincia in un tempo ben più misterioso e lontano.
Fondato in età preromana con il toponimo di Vistricium, il borgo divenne un feudo dei signori De Verrecio nel XIII secolo, per essere ceduto a metà del secolo seguente a Ibleto di Challant: proprio lui commissionò la realizzazione del castello locale, in cui ancora oggi si ripropone di anno in anno la manifestazione più attesa di Verres, il Carnevale. Da non dimenticare, inoltre, che sin dall’XI secolo la storia di Verres procedette parallelamente a quella della Prevostura di Saint-Gilles, complesso innalzato tra l’XI e il XIII secolo.
Situata all’imboccatura della Valle d’Ayas, lungo le rive orientali dell'Evançon, la struttura subì diverse modifiche col passare del tempo: nel Cinquecento venne aggiunta una imponente torre campanaria che ospitò da subito le statue di San Grato e Saint Gilles, e alla fine del Settecento, tra gli anni Settanta e Novanta, la chiesa venne parzialmente ricostruita. Ancora oggi la chiesa risulta particolarmente interessante, con il portale all’ingresso ogivale, le eleganti finestre gotiche, alcuni affreschi del XV secolo e la maestosa volta a crociera con il rosone centrale decorato.
Tra le meraviglie architettoniche di Verres merita una visita anche il complesso delle Murasses, fondato nel 1512 e costituito da una stalla a volta ribassata e da una colombaia, cinta da mura merlate. Un tempo l’edificio serviva da scuderia, ma attualmente rivestono funzioni elevate: qui hanno infatti sede la biblioteca comunale e l’amministrazione della comunità montana Evançon, di cui Verres fa parte. La cascina era originariamente una dipendenza della Prevostura e si può tuttora leggere l’iscrizione sulla facciata della torre, che in latino ricorda Carlo di Challant e la sua eroica impresa architettonica, condotta interamente a sue spese e terminata nel brevissimo tempo di tre mesi a inizio Cinquecento.
Ma ancora più affascinante è il Castello di Verres, certamente uno dei più famosi e bei manieri valdostani, fondato come fortezza militare dal già citato Ibleto di Challant nel XIV secolo. Impettito su un piedistallo roccioso, in postazione dominante sull’abitato, l’edificio si presenta come un cubo massiccio ed austero di 30 m di lato, privo di frivolezze decorative e circondato da mura spesse. Ogni singolo dettaglio del maniero pare essere stato studiato per renderlo inespugnabile: per raggiungerlo si deve innanzitutto percorrere una mulattiera irta, e l’ingresso che si apre lungo a cinta muraria era protetto da un ponte levatoio. Superata questa soglia ci si trovava – e ci si trova ancora oggi – di fronte a un’antiporta in curva e in salita, che un tempo rendeva disagevole l’eventuale utilizzo di un ariete da parte dei nemici.
Il viaggio attraverso i secoli, nella magica storia di Verres, continua con gi edifici di culto locali: da vedere le famose ‘cinque cappelle’, ciascuna dedicata a un santo particolare e dotata di caratteristiche originali. La Cappella di San Grato, nella frazione di Rovarey, è del 1677, ed è forse dello stesso anno la Cappella dell’Addolorata, adiacente l’edificio comunale. Fondata da Martino Freydoz, la cappella era in uso per il culto sino a pochi decenni fa, ma con la sconsacrazione del 1980 diventò di proprietà comunale e fu adibita a sede della PRO LOCO per attività ludiche e culturali di vario tipo.
La Cappella della Madonna delle Grazie è del 1613 e costituiva, anticamente, l’ingresso del paese; la Cappella di San Rocco ha una storia frammentaria e misteriosa, ma è molto amata dai cittadini per la celebrazione dell’omonimo santo, il 16 di agosto, con un banchetto all’aperto e intrattenimenti per tutti i gusti. Infine la Cappella dei Santi Barbara e Giacomo a Torille è databile alla seconda metà dell’Ottocento ed è sede, ogni 4 di dicembre, delle cerimonie per la ricorrenza di Santa Barbara.
Ma Verres non è solo architettura e arte: le bellezze del luogo risiedono anche nel paesaggio che cinge il centro, apprezzabile dagli amanti del verde ma soprattutto dagli amanti della neve e degli sport invernali. In tutta la Valle d’Aosta, infatti, sono numerose le stazioni sciistiche moderne e accoglienti, dotate di impianti di risalita all’avanguardia e di ogni comfort desiderabile: si va da Courmayeur, con il comprensorio Chécrouit-Val Vény, al Breuil-Cervinia con i suoi 150 km di piste, collegate con Valtournenche e con Zermatt, in Svizzera, mediante la funivia Cimebianche Laghi-Plateau Rosà. E ancora il carosello Monterosa Ski, il comprensorio de La Thuille e della Pila, quest’ultimo affacciato su Aosta come un immenso balcone naturale.
Sono solo alcuni degli scenari splendidi che il paesaggio valdostano regala. In ogni stagione, che si visiti la zona in estate o in inverno, la natura intorno a Verres indossa abiti brillanti che lasciano ammirati i visitatori: in inverno il clima freddo si caratterizza per un’aria argentina e purissima, ma anche per le nevicate generose che glassano le montagne e le preparano per le escursioni e le discese emozionanti; in estate le temperature miti e l’assenza di afa assicurano le condizioni ideali per delle belle passeggiate nel verde. In effetti i valori medi di gennaio, il mese più freddo, vanno da un minimo di -3°C a un massimo di 6°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 16°C ai 27°C. Le piogge raggiungono il picco massimo in primavera: maggio, con una media di 120 mm di pioggia, è il mese più colpito dal maltempo.
Quando non si è impegnati a visitare il centro, sfrecciare sulle piste da sci o percorrere qualche sentiero avventuroso, non mancano le occasioni di festa e di divertimento. L’appuntamento più atteso è senza dubbio il carnevale storico, che nel mese di febbraio, sin dal 1949, rievoca a Verres un episodio particolare: il 31 maggio del 1449 Caterina di Challant e Pietro d’Introd, suo marito, scesero nella piazza del paese e si misero a danzare con gli abitanti. Ancora oggi, in memoria di quel lieto evento, si organizza una festa che si protrae per quattro giorni, nel corso dei quali il castello di Verres ospita giochi, banchetti a tema e balli in maschera.
Meno celebri, ma sempre interessanti e suggestivi, sono i mercatini dell’antiquariato che riempiono il cuore di Verres da maggio a settembre, ogni prima domenica del mese.
Chi vuole visitare Verres può scegliere tra varie possibilità di trasporto. Se si viaggia in auto si può percorrere l’autostrada A5 Torino-Aosta e uscire al casello di Verres, tra l’uscita di Pont Saint Martin e quella di Châtillon- Saint Vincent. Per chi sceglie il viaggio su rotaia quasi tutti i treni della linea ferroviaria Torino-Aosta fermano in città, e c’è anche un efficiente servizio pullman che collega Verres a Torino e Milano. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Torino, Milano Malpensa e Milano Linate, rispettivamente a 81 km, 143 km e 164 km dalla meta.
A vegliare sull’abitato, che si pronuncia Verres con l’accento sulla seconda ‘e’, ci sono le Alpi ma anche la sagoma rassicurante di una grande croce metallica, illuminata nelle ore più buie e risalente al tempo della guerra, quando gli abitanti del luogo sentirono in bisogno di ringraziare Dio per essere sopravvissuti ai combattimenti. Una storia travagliata, dunque, quella del paese valdostano, che a dire il vero comincia in un tempo ben più misterioso e lontano.
Fondato in età preromana con il toponimo di Vistricium, il borgo divenne un feudo dei signori De Verrecio nel XIII secolo, per essere ceduto a metà del secolo seguente a Ibleto di Challant: proprio lui commissionò la realizzazione del castello locale, in cui ancora oggi si ripropone di anno in anno la manifestazione più attesa di Verres, il Carnevale. Da non dimenticare, inoltre, che sin dall’XI secolo la storia di Verres procedette parallelamente a quella della Prevostura di Saint-Gilles, complesso innalzato tra l’XI e il XIII secolo.
Situata all’imboccatura della Valle d’Ayas, lungo le rive orientali dell'Evançon, la struttura subì diverse modifiche col passare del tempo: nel Cinquecento venne aggiunta una imponente torre campanaria che ospitò da subito le statue di San Grato e Saint Gilles, e alla fine del Settecento, tra gli anni Settanta e Novanta, la chiesa venne parzialmente ricostruita. Ancora oggi la chiesa risulta particolarmente interessante, con il portale all’ingresso ogivale, le eleganti finestre gotiche, alcuni affreschi del XV secolo e la maestosa volta a crociera con il rosone centrale decorato.
Tra le meraviglie architettoniche di Verres merita una visita anche il complesso delle Murasses, fondato nel 1512 e costituito da una stalla a volta ribassata e da una colombaia, cinta da mura merlate. Un tempo l’edificio serviva da scuderia, ma attualmente rivestono funzioni elevate: qui hanno infatti sede la biblioteca comunale e l’amministrazione della comunità montana Evançon, di cui Verres fa parte. La cascina era originariamente una dipendenza della Prevostura e si può tuttora leggere l’iscrizione sulla facciata della torre, che in latino ricorda Carlo di Challant e la sua eroica impresa architettonica, condotta interamente a sue spese e terminata nel brevissimo tempo di tre mesi a inizio Cinquecento.
Ma ancora più affascinante è il Castello di Verres, certamente uno dei più famosi e bei manieri valdostani, fondato come fortezza militare dal già citato Ibleto di Challant nel XIV secolo. Impettito su un piedistallo roccioso, in postazione dominante sull’abitato, l’edificio si presenta come un cubo massiccio ed austero di 30 m di lato, privo di frivolezze decorative e circondato da mura spesse. Ogni singolo dettaglio del maniero pare essere stato studiato per renderlo inespugnabile: per raggiungerlo si deve innanzitutto percorrere una mulattiera irta, e l’ingresso che si apre lungo a cinta muraria era protetto da un ponte levatoio. Superata questa soglia ci si trovava – e ci si trova ancora oggi – di fronte a un’antiporta in curva e in salita, che un tempo rendeva disagevole l’eventuale utilizzo di un ariete da parte dei nemici.
Il viaggio attraverso i secoli, nella magica storia di Verres, continua con gi edifici di culto locali: da vedere le famose ‘cinque cappelle’, ciascuna dedicata a un santo particolare e dotata di caratteristiche originali. La Cappella di San Grato, nella frazione di Rovarey, è del 1677, ed è forse dello stesso anno la Cappella dell’Addolorata, adiacente l’edificio comunale. Fondata da Martino Freydoz, la cappella era in uso per il culto sino a pochi decenni fa, ma con la sconsacrazione del 1980 diventò di proprietà comunale e fu adibita a sede della PRO LOCO per attività ludiche e culturali di vario tipo.
La Cappella della Madonna delle Grazie è del 1613 e costituiva, anticamente, l’ingresso del paese; la Cappella di San Rocco ha una storia frammentaria e misteriosa, ma è molto amata dai cittadini per la celebrazione dell’omonimo santo, il 16 di agosto, con un banchetto all’aperto e intrattenimenti per tutti i gusti. Infine la Cappella dei Santi Barbara e Giacomo a Torille è databile alla seconda metà dell’Ottocento ed è sede, ogni 4 di dicembre, delle cerimonie per la ricorrenza di Santa Barbara.
Ma Verres non è solo architettura e arte: le bellezze del luogo risiedono anche nel paesaggio che cinge il centro, apprezzabile dagli amanti del verde ma soprattutto dagli amanti della neve e degli sport invernali. In tutta la Valle d’Aosta, infatti, sono numerose le stazioni sciistiche moderne e accoglienti, dotate di impianti di risalita all’avanguardia e di ogni comfort desiderabile: si va da Courmayeur, con il comprensorio Chécrouit-Val Vény, al Breuil-Cervinia con i suoi 150 km di piste, collegate con Valtournenche e con Zermatt, in Svizzera, mediante la funivia Cimebianche Laghi-Plateau Rosà. E ancora il carosello Monterosa Ski, il comprensorio de La Thuille e della Pila, quest’ultimo affacciato su Aosta come un immenso balcone naturale.
Sono solo alcuni degli scenari splendidi che il paesaggio valdostano regala. In ogni stagione, che si visiti la zona in estate o in inverno, la natura intorno a Verres indossa abiti brillanti che lasciano ammirati i visitatori: in inverno il clima freddo si caratterizza per un’aria argentina e purissima, ma anche per le nevicate generose che glassano le montagne e le preparano per le escursioni e le discese emozionanti; in estate le temperature miti e l’assenza di afa assicurano le condizioni ideali per delle belle passeggiate nel verde. In effetti i valori medi di gennaio, il mese più freddo, vanno da un minimo di -3°C a un massimo di 6°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 16°C ai 27°C. Le piogge raggiungono il picco massimo in primavera: maggio, con una media di 120 mm di pioggia, è il mese più colpito dal maltempo.
Quando non si è impegnati a visitare il centro, sfrecciare sulle piste da sci o percorrere qualche sentiero avventuroso, non mancano le occasioni di festa e di divertimento. L’appuntamento più atteso è senza dubbio il carnevale storico, che nel mese di febbraio, sin dal 1949, rievoca a Verres un episodio particolare: il 31 maggio del 1449 Caterina di Challant e Pietro d’Introd, suo marito, scesero nella piazza del paese e si misero a danzare con gli abitanti. Ancora oggi, in memoria di quel lieto evento, si organizza una festa che si protrae per quattro giorni, nel corso dei quali il castello di Verres ospita giochi, banchetti a tema e balli in maschera.
Meno celebri, ma sempre interessanti e suggestivi, sono i mercatini dell’antiquariato che riempiono il cuore di Verres da maggio a settembre, ogni prima domenica del mese.
Chi vuole visitare Verres può scegliere tra varie possibilità di trasporto. Se si viaggia in auto si può percorrere l’autostrada A5 Torino-Aosta e uscire al casello di Verres, tra l’uscita di Pont Saint Martin e quella di Châtillon- Saint Vincent. Per chi sceglie il viaggio su rotaia quasi tutti i treni della linea ferroviaria Torino-Aosta fermano in città, e c’è anche un efficiente servizio pullman che collega Verres a Torino e Milano. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Torino, Milano Malpensa e Milano Linate, rispettivamente a 81 km, 143 km e 164 km dalla meta.