Masullas (Sardegna): cosa vedere nel borgo della provincia di Oristano
Masullas, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Masullas dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Antico borgo d’immota bellezza, Masullas sorge nella storica regione della Marmilla, laddove la Sardegna dispiega senza inibizione alcuna la propria vegetazione nel contesto di un paesaggio fortemente contraddistinto dal verde collinare, caratterizzante buona parte della provincia di Oristano.
Il paese beneficia inoltre di altri due essenziali comprensori naturalistici, il Parco Naturale del Monte Arci (equilibrato concentrato di flora e fauna a rappresentanza di un ecosistema di fondamentale importanza per la biodiversità) e soprattutto il Parco Geominerario Storico e Ambientale entrato nel novero dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Sviluppatosi all’insegna dell’agricoltura, favorita nel tempo dallo scorrere imperioso del Rio Mannu, l’abitato consta di un armonioso intreccio di vicoli e stradine, un reticolo che ben collega le varie dimore in arenaria con i quattro principali luoghi di culto, tasselli di una storia di lunga data.
Impressiona la sua impetuosa facciata barocca concepita da Salvatore Pilloni, cui si accosta la torre campanaria che ha sostituito un precedente campanile a vela. All’interno conserva un prezioso retablo ligneo collocato nella terza cappella a destra. Fra i dipinti spicca la tela ottocentesca di Giovanni Battista Sitzia che raffigura le Anime del Purgatorio.
Al XVII secolo appartiene la “recente” Chiesa di San Francesco, compagna dell’ex convento dei frati cappuccini odierna sede del GeoMuseo MonteArci “Stefano Incani”, dedicato a minerali e rocce a differenza del Museo I Cavalieri delle Colline, atto a raccontare l’aristocrazia rurale durante l’imperversare del regime feudale.
Non è il sito che si può considerare proverbialmente turistico, eppure va doverosamente segnalato poco fuori il centro urbano il giacimento di ossidiana di Conca’e Cannas, probabilmente il più grande dell’area mediterranea.
Il paese beneficia inoltre di altri due essenziali comprensori naturalistici, il Parco Naturale del Monte Arci (equilibrato concentrato di flora e fauna a rappresentanza di un ecosistema di fondamentale importanza per la biodiversità) e soprattutto il Parco Geominerario Storico e Ambientale entrato nel novero dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Sviluppatosi all’insegna dell’agricoltura, favorita nel tempo dallo scorrere imperioso del Rio Mannu, l’abitato consta di un armonioso intreccio di vicoli e stradine, un reticolo che ben collega le varie dimore in arenaria con i quattro principali luoghi di culto, tasselli di una storia di lunga data.
Cenni di storia
Si sa che il Borgo Autentico d’Italia è stato fondato in epoca piuttosto remota ma non esistono documenti ufficiali che ne attestino l’effettiva antichità prima del Medioevo, quando lo si ritrova parte del Giudicato di Arborea nel ruolo di luogo di sosta (secondo alcuni studiosi) ma con funzioni di piccolo centro agricolo formato da minuscole abitazioni dette masiullas, termine da cui sarebbe stato tratto il nome Masullas.Cosa vedere a Masullas
La località, plasmata in tempi non sospetti dai proprietari terrieri come testimoniato dalla settecentesca Casa Eredi Nicolò Salis, ha un censo monumentale costituito prevalentemente da strutture sacre, la più antica delle quali si presenta come Chiesa di San Leonardo, percorsa da una sola navata absidata. Medievale è anche la Chiesa di Santa Lucia (incardinata su precisi caratteri architettonici romanici), mentre i lavori che hanno portato all’erezione della Parrocchiale della Vergine delle Grazie ebbero termine nel 1694.Impressiona la sua impetuosa facciata barocca concepita da Salvatore Pilloni, cui si accosta la torre campanaria che ha sostituito un precedente campanile a vela. All’interno conserva un prezioso retablo ligneo collocato nella terza cappella a destra. Fra i dipinti spicca la tela ottocentesca di Giovanni Battista Sitzia che raffigura le Anime del Purgatorio.
Al XVII secolo appartiene la “recente” Chiesa di San Francesco, compagna dell’ex convento dei frati cappuccini odierna sede del GeoMuseo MonteArci “Stefano Incani”, dedicato a minerali e rocce a differenza del Museo I Cavalieri delle Colline, atto a raccontare l’aristocrazia rurale durante l’imperversare del regime feudale.
Non è il sito che si può considerare proverbialmente turistico, eppure va doverosamente segnalato poco fuori il centro urbano il giacimento di ossidiana di Conca’e Cannas, probabilmente il più grande dell’area mediterranea.