Tollegno (Piemonte): cosa vedere nel villaggio in provincia di Biella
Tollegno, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Tollegno dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Tollegno, per via delle sue assai esigue dimensioni, quasi si perde nella provincia di Biella, eppure in Piemonte la sua piccola ma viva luce risplende, tenuta accesa dal sorriso di un paese che sa esistere con discrezione e carattere.
L’Ottocento vide infatti nascere in loco l’attività della filatura della lana, promossa da Quintino e Venanzio Sella tramite l’azienda Maurizio Sella, una svolta economica che portò alla storica Filatura di Tollegno (che ingloberà nel 1946 il lanificio Rosazza Agostinetti e Ferrua diventando l’attuale Tollegno 1900) e alla creazione del villaggio operaio per fornire accoglienza ai lavoratori (più del 40% degli abitanti della località). Questo agglomerato è classificato come insediamento di natura industriale, sorto fra il 1920 e il 1925. Dal 2008 inscrive una cappella derivata da una vecchia autorimessa per facilitare l’accesso al culto dei residenti.
La Chiesa di San Germano d’Auxerre, vero ampliamento del cinquecentesco Oratorio di San Defendente, possiede una facciata neoclassica datata 1737, elemento che stride esteticamente con la postura del campanile in pietra, d'impianto medievale sebbene rivisto nel 1804. Di pregio assoluto il portale ligneo che all’ingresso reca la firma di Serra di Tollegno e il pavimento a mosaico di fine XIX secolo.
Molto più uniforme ed omogeneo della chiesa parrocchiale, che ha ereditato lo scettro dalla Curavecchia (di aspetto decadente ma ormai assurta a monumento), l’Oratorio di San Rocco sorse nel 1524 ma i successivi e continui rimaneggiamenti l’hanno reso una struttura più moderna, addirittura fastidiosa per la sua ordinaria compostezza. Pezzo forte ciò che si serba all’interno, una tela raffigurante la Vergine con il Bambino, San Rocco e San Carlo Borromeo.
Storia
Non si sa esattamente quando sia stato fondato: il primo documento in cui viene nominato risale al 962, concessione di Ottone I che consegnò il borgo al Vescovo di Vercelli Aimone di Challant. La Chiesa di San Germano era già in piedi a quell’epoca, mentre è successiva l’erezione del campanile, ascrivibile più o meno al 1100. I primi cambiamenti decisivi avvennero a partire dal ‘300, secolo in cui si registrò il giuramento di fedeltà della comunità collegnese ai Savoia. Nel corso del Quattrocento (secolo in cui si costruì la roggia molinaria) e poi del Cinquecento ecco succedersi alcuni passaggi feudali, nel mezzo dei quali Tollegno intraprese una progressiva formazione del proprio carattere, tale da affrancarsi pian piano dalla vocazione agricola (agricoltura, allevamento, sfruttamento del legname, coltivazione e macerazione della canapa) per sposare una più larga ottica industriale.L’Ottocento vide infatti nascere in loco l’attività della filatura della lana, promossa da Quintino e Venanzio Sella tramite l’azienda Maurizio Sella, una svolta economica che portò alla storica Filatura di Tollegno (che ingloberà nel 1946 il lanificio Rosazza Agostinetti e Ferrua diventando l’attuale Tollegno 1900) e alla creazione del villaggio operaio per fornire accoglienza ai lavoratori (più del 40% degli abitanti della località). Questo agglomerato è classificato come insediamento di natura industriale, sorto fra il 1920 e il 1925. Dal 2008 inscrive una cappella derivata da una vecchia autorimessa per facilitare l’accesso al culto dei residenti.
Cosa vedere a Tollegno
Il paese, posto alle pendici della collina del Ciarei, asseconda i declivi con le sue strade strette e le case che sembrano arrampicarsi l’una sull’altra. Fra di esse trovano posto pozzi, lavatoi e fontane, presenti in gran numero nella parte montana dove ben 13 sorgenti alimentano l’acquedotto comunale testimoniando una rassicurante ricchezza idrica.La Chiesa di San Germano d’Auxerre, vero ampliamento del cinquecentesco Oratorio di San Defendente, possiede una facciata neoclassica datata 1737, elemento che stride esteticamente con la postura del campanile in pietra, d'impianto medievale sebbene rivisto nel 1804. Di pregio assoluto il portale ligneo che all’ingresso reca la firma di Serra di Tollegno e il pavimento a mosaico di fine XIX secolo.
Molto più uniforme ed omogeneo della chiesa parrocchiale, che ha ereditato lo scettro dalla Curavecchia (di aspetto decadente ma ormai assurta a monumento), l’Oratorio di San Rocco sorse nel 1524 ma i successivi e continui rimaneggiamenti l’hanno reso una struttura più moderna, addirittura fastidiosa per la sua ordinaria compostezza. Pezzo forte ciò che si serba all’interno, una tela raffigurante la Vergine con il Bambino, San Rocco e San Carlo Borromeo.