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Isole Borromee, visita in battello all'arcipelago sul Lago Maggiore

Isole Borromee, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Isole Borromee dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Nel braccio occidentale del Lago Maggiore, separate dalle acque del golfo di Borromeo, le località di Stresa e Pallanza si guardano da sponde opposte. Al centro, come pepite galleggianti cadute da una collana preziosa, ci sono le splendide Isole Borromee.

Lambite dal tocco limpido del lago prealpino, comprese nel territorio piemontese, le isole formano un piccolo arcipelago: tre sono le isole della costellazione, Isola Madre, Isola Bella e Isola dei Pescatori, a cui si aggiungono l’isolotto di San Giovanni e lo Scoglio della Malghera, per una superficie totale di circa 18 ettari.

Furono i membri della famiglia Borromeo, ricchi feudatari originari di Firenze, a impossessarsi delle isole nel XIV secolo e iniziare la costruzione dei primi insediamenti. Ancora oggi la famiglia è proprietaria dell’Isola Madre e dell’Isola Bella. Ma l’unica perla delle Borromee ad essere stabilmente abitata è la terza isola, quella dei Pescatori, conosciuta anche come Isola Superiore.

Un fazzoletto di verde largo 100 metri, lungo 350: una zattera su cui è nato un piccolo mondo, con la sua piazzetta, i vicoli tortuosi e pittoreschi, le case a più piani coi lunghi balconi dove si mette ad essiccare il pesce, uno splendido lungolago e la strada principale. Questo corso principale consente gli spostamenti, soltanto a piedi, dei 50 abitanti circa che popolano l’isola, vivendo di turismo e, come suggerisce il toponimo, di pesca.

Le piccole dimensioni e la scarsa presenza umana non devono trarre in inganno: l’Isola Superiore è abitata da ormai 700 anni, che le hanno regalato a poco a poco una serie di testimonianze storiche interessanti. Chi la visita può ammirare la parrocchia dedicata a San Vittore, per poi passeggiare in riva al lago e dirigersi dalla parte opposta dell’isola, sul belvedere. In estate i vicoli sono gremiti di visitatori, attirati dal caratteristico mercatino del centro o dalla festa di Ferragosto: per l’occasione si porta in processione da un’isola all’altra, su una piccola imbarcazione, la statua del santo protettore dell’arcipelago, seguita da natanti e barchette della zona.

Caratteristica più affascinante dell’Isola Madre è invece la natura selvaggia. Volatili di origine orientale, come pavoni bianchi, pappagalli e fagiani dorati, si lasciano accarezzare dal sole nello splendido guardino, brillando tra le foglie verde smeraldo e i fiori. Non aveva tutti i torti Flaubert, il celebre autore francese, quando nel 1845 dichiarava “L’Isola Madre è il luogo più voluttuoso che abbia mai visto al mondo”. In uno spazio di 220 metri per 330, su quella che un tempo si chiamava “Isola di San Vittore” e poi “Isola Maggiore”, la natura domina il paesaggio, ma si fanno largo alcune costruzioni: tra queste spicca il Palazzo Borromeo del XVI secolo, a cui si aggiunge la Cappella Gentilizia del 1858.

Tutt’intorno si estende il scenografico giardino all’inglese di 8 ettari, che ha sostituito un grande agrumeto utilizzato fino alla fine del Settecento. Passeggiando tra le piante e i fiori ci si imbatte nella famosa “scala dei morti”, una sontuosa gradinata decorata con il glicine.

L’ultima delle isole sorelle è l’Isola Bella, con un nome che è tutto un programma. Lunga 320 metri e larga 180, l’isola è un tripudio di rose, orchidee, magnolie, azalee, glicini e alberi da frutto, che nel corso dell’anno alternano le fioriture e non la lasciano mai spoglia o priva di colori. La zona superiore del parco è detta “anfiteatro”, perché qui la famiglia Borromeo faceva mettere in scena opere teatrali e spettacoli, ed è costellata di statue raffinate.

Nella parte nord-occidentale invece, tra le vegetazione lussureggiante, si staglia la sagoma elegante del Palazzo Borromeo, edificato tra il XVII e il XIX secolo e oggi aperto alle visite: si possono ammirare i saloni sontuosi e le camere del piano nobile, ma anche le grotte nella parte inferiore, celebri per aver estasiato Stendhal. Il castello è una galleria d’arte sconfinata: vi si trovano tele di Cerano, Giordano, Francesco del Cairo, Salvator Rosa, Muller e tanti altri, ma anche una splendida galleria degli arazzi, tappezzata di arazzi fiamminghi di pregiata fattura; nelle grotte invece, rivestite di conchiglie, si trovano i reperti archeologici rinvenuti nella zona, risalenti alla Cultura preistorica di Golasecca.

Per una vegetazione tanto ricca, pennellata di tinte accese e generosa di frutti, ci vuole un clima mite e gradevole, che la nutra con le giuste dosi di acqua e di sole. Un clima che sarà apprezzato anche dai turisti, di tipo continentale ma addolcito dalle acque lacustri, mitigato in inverno dal calore che il lago rilascia. L’esposizione favorevole ai raggi solari, e la posizione riparata dai venti, consentono sulle isole la formazione di microclimi quasi mediterranei, perfetti anche per le piante esotiche e delicate. Chi decide di trascorrere una vacanza sulle isole tenga presente che, in primavera e in autunno, le precipitazioni sono piuttosto frequenti.

Raggiungere questo angolo paradisiaco, sospeso tra il mondo reale e uno scenario di sogno, non è difficile. Per chi arriva in auto: si deve prendere l’Autostrada A8 Milano-Laghi e la A26 Genova-Gravellona Toce, uscire a Arona, svoltare a destra e scendere verso il lago per circa 3 km, fino al lungolago di Arona. A questo punto si continua in direzione Stresa, per circa 25 km di strada panoramica splendida e costellata di località incantevoli, sino a raggiungere l’imbarcadero per le isole.

Chi deve raggiungere il Lago Maggiore col treno può contare su una rete efficiente: la tratta Milano-Svizzera tocca tutti i paesi della costa lacustre. Infine, per chi deve prender l’aereo, gli aeroporti più vicini sono quelli di Milano Linate, a 80 km circa dal lago, e il Malpensa a circa 20 km.
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 Pubblicato da - 27 Aprile 2016 - © Riproduzione vietata

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