Tramutola (Basilicata): cosa vedere, l'Aquapark e la sagra della castagna
Tramutola, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Tramutola dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
La Tramutola lucana è un bell’esempio di paese esponente delle più radicate caratteristiche regionali della Basilicata.
Locata nell’hinterland variopinto di Potenza, accoglie complessivamente 3.089 abitanti e la sua fama si lega in buona parte alla presenza nel sottosuolo del proverbiale “oro nero”: tracce di petrolio si rilevano fin dai tempi del Regno delle Due Sicilie (ancora oggi presso le sorgenti di Tramutola si possono scorgere le gocce di idrocarburi galleggiare nell'acqua del torrente), e la risorsa ha dato adito in passato alla creazione di un Campo petrolifero da parte dell’Agip, la cui attività terminò nel 1959 dopo numerose trivellazioni, ricerche ed estrazioni, per poi essere ripresa negli anni '90.
In località Caranna permangono intatte fonti idriche inestimabili e fra queste spicca la Sorgente Caolo, da cui sgorga un’ottima acqua sulfurea che, insieme a numerosi rigagnoli e affluenze sinergiche, rendono fertile un territorio collinare dove s’impone un paesaggio contraddistinto da boschi frondosi e aree naturalmente verdi ampiamente irrigate.
Si spiega la sussistenza di un antico lavatoio del XVII secolo ancora oggi utilizzato dalle anziane per pulire il bucato, cui si affianca una vistosa fontana in pietra. In materia di acqua si segnala, sebbene con una ben diversa connotazione, la presenza dell’Acquapark Val d'Agri, immerso nella natura di Contrada Caranna e oasi del divertimento nella stagione estiva. Dotato di piscina olimpionica offre anche una spiaggia, scivoli e un divertente percorso acquatico,
La storia di Tramutola individua il proprio incipit nell’anno 1144: si era là costituita un’esigua comunità di monaci basiliani e dunque la nascita nell’entità paesana, battezzata sotto gli influssi del regime feudale, può dirsi avvenuta in un contesto più religioso che politico, almeno fino all’alternarsi delle dinastie sveva, angioina e aragonese nell’arco di tre secoli, una parentesi storica difficile, anzi critica per le popolazioni risiedenti nei domini regi, gravati da alta tassazione e subissante tirannia.
E’ dal 1850 che il progresso fa il suo corso a Tramutola, una realtà agro-pastorale che, dopo i grandi esodi conseguenti al divampare delle guerre d’Indipendenza, ha rivalutato la produzione copiosa di lino e granturco stabilizzando un’economia evolutasi allo stadio industriale.
Il retaggio religioso fa ancora eco, tanto che gli autoctoni si rivelano quotidianamente devoti abnegati al credo cristiano, alimentato dai prodigi presumibilmente compiuti nel 1850 dalla Madonna: ecco che la “Madonna dei Miracoli” viene condotta in processione durante la partecipata e sentita festa patronale, di scena il 17 maggio di ogni anno, un appuntamento fisso nel calendario delle celebrazioni locali in cui si inseriscono anche la festa di Sant’Antonio (domenica successiva al 13 giugno), di San Rocco (28 e 29 agosto) e del Corpus Domini (giugno).
La Chiesa di Santa Maria di Loreto, risalente al ‘400, è tornata a mostrare dal 2010 un parterre di meravigliosi dipinti murali che hanno necessitato di un lungo restauro reso possibile grazie a fondi ministeriali; più modeste ma oltremodo degne di nota le chiese di San Giovanni Battista, San Rocco, Santa Lucia e San Vito, mentre la Chiesa Madre della Madonna dei Miracoli sprigiona tutta la sua eccentricità stridendo con la consuetudine che vuole un edificio importante prendere posto nel centro storico dell’abitato. La parrocchia, infatti, è stata costruita a margine e in epoca feudale si collocava extra moenia, ovvero fuori dalle mura.
Locata nell’hinterland variopinto di Potenza, accoglie complessivamente 3.089 abitanti e la sua fama si lega in buona parte alla presenza nel sottosuolo del proverbiale “oro nero”: tracce di petrolio si rilevano fin dai tempi del Regno delle Due Sicilie (ancora oggi presso le sorgenti di Tramutola si possono scorgere le gocce di idrocarburi galleggiare nell'acqua del torrente), e la risorsa ha dato adito in passato alla creazione di un Campo petrolifero da parte dell’Agip, la cui attività terminò nel 1959 dopo numerose trivellazioni, ricerche ed estrazioni, per poi essere ripresa negli anni '90.
In località Caranna permangono intatte fonti idriche inestimabili e fra queste spicca la Sorgente Caolo, da cui sgorga un’ottima acqua sulfurea che, insieme a numerosi rigagnoli e affluenze sinergiche, rendono fertile un territorio collinare dove s’impone un paesaggio contraddistinto da boschi frondosi e aree naturalmente verdi ampiamente irrigate.
Si spiega la sussistenza di un antico lavatoio del XVII secolo ancora oggi utilizzato dalle anziane per pulire il bucato, cui si affianca una vistosa fontana in pietra. In materia di acqua si segnala, sebbene con una ben diversa connotazione, la presenza dell’Acquapark Val d'Agri, immerso nella natura di Contrada Caranna e oasi del divertimento nella stagione estiva. Dotato di piscina olimpionica offre anche una spiaggia, scivoli e un divertente percorso acquatico,
Storia ed origine del nome
Il nome di questo comune deriva dal latino “trames”, termine riconducibile all’italiano “via trasversale” volto a indicare in primis la strategica posizione in loco, in seconda istanza l’occupazione di un tratto cruciale per i collegamenti commerciali fra le valli di Diano e del Tanagro con la val d’Agri fino all’area della Magna Grecia.La storia di Tramutola individua il proprio incipit nell’anno 1144: si era là costituita un’esigua comunità di monaci basiliani e dunque la nascita nell’entità paesana, battezzata sotto gli influssi del regime feudale, può dirsi avvenuta in un contesto più religioso che politico, almeno fino all’alternarsi delle dinastie sveva, angioina e aragonese nell’arco di tre secoli, una parentesi storica difficile, anzi critica per le popolazioni risiedenti nei domini regi, gravati da alta tassazione e subissante tirannia.
E’ dal 1850 che il progresso fa il suo corso a Tramutola, una realtà agro-pastorale che, dopo i grandi esodi conseguenti al divampare delle guerre d’Indipendenza, ha rivalutato la produzione copiosa di lino e granturco stabilizzando un’economia evolutasi allo stadio industriale.
Il retaggio religioso fa ancora eco, tanto che gli autoctoni si rivelano quotidianamente devoti abnegati al credo cristiano, alimentato dai prodigi presumibilmente compiuti nel 1850 dalla Madonna: ecco che la “Madonna dei Miracoli” viene condotta in processione durante la partecipata e sentita festa patronale, di scena il 17 maggio di ogni anno, un appuntamento fisso nel calendario delle celebrazioni locali in cui si inseriscono anche la festa di Sant’Antonio (domenica successiva al 13 giugno), di San Rocco (28 e 29 agosto) e del Corpus Domini (giugno).
Cosa vedere a Tramutola
Gli edifici più altisonanti appartengono, e non è una sorpresa in considerazione a quanto detto in merito ai trascorsi della cittadina, alla sfera ecclesiastica allorché si nota la schietta preponderanza di chiese e oratori che sono per i flussi turistici pane da assaporare con cuore e occhi perché ognuno conserva qualcosa di veramente speciale capace di giustificare una visita: la cinquecentesca Chiesa del Santissimo Rosario custodisce statue lignee e sculture, sfoggiando come suo fiore all’occhiello una bellissima pala dorata e intagliata che dall’altare arriva fino al soffitto.La Chiesa di Santa Maria di Loreto, risalente al ‘400, è tornata a mostrare dal 2010 un parterre di meravigliosi dipinti murali che hanno necessitato di un lungo restauro reso possibile grazie a fondi ministeriali; più modeste ma oltremodo degne di nota le chiese di San Giovanni Battista, San Rocco, Santa Lucia e San Vito, mentre la Chiesa Madre della Madonna dei Miracoli sprigiona tutta la sua eccentricità stridendo con la consuetudine che vuole un edificio importante prendere posto nel centro storico dell’abitato. La parrocchia, infatti, è stata costruita a margine e in epoca feudale si collocava extra moenia, ovvero fuori dalle mura.