Pettineo (Sicilia): visita alla cittadina sui monti Nebrodi
Pettineo, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Pettineo dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
In provincia di Messina, esattamente alle falde del Monte Cuono entro la catena dei Nebrodi occidentali sorge Pettineo, centro collinare splendidamente confinato fra i fiumi Tusa e Santo Stefano, arterie idriche che danno linfa a un territorio contraddistinto dall’ingente presenza di agrumeti, uliveti e frutteti.
Di questi oggi sono da vedere la magnifica Chiesa Madre, la Chiesa di Sant’Oliva e il cinquecentesco Convento dei Cappuccini, un patrimonio che intende annoverare i ruderi del vecchio castello sopracitato, al principio veramente imponente.
Entrando nello specifico, la Chiesa Matrice, dedicata a Maria Santissima delle Grazie, mostra un’astuta estetica che non è a ogni modo la sua punta di diamante, individuata piuttosto nel trittico marmoreo elaborato all’interno da Giacomo Gagini nel 1597 e raffigurante la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta e Zaccaria, la Natività della Vergine e gli Apostoli Giacomo e Filippo. La Chiesa di Sant’Oliva rivela invece un affresco di tutto rispetto, la Madonna col Bambino concepito e realizzato da Lidonio Ruffino.
A maggio Pettineo va in giubilo festeggiando appunto Sant’Oliva, patrona della cittadina, con la tradizionale Vutata di l’altari e il simulacro della Santa portata in processione su una stupenda vara ottocentesca. Luoghi sacri di minor entità sono comunque degni di una vista, in questo caso le chiese di San Sebastiano, San Nicolò e della Pietà.
Storia
Si ipotizza che questo paese sia discendente dell’antichissima città di Pythia, istituzione urbana che in Sicilia è scomparsa ormai da tempo immemore. Pettineo lascia vivide tracce del proprio passato a partire dal XIII secolo, quando nasceva in qualità di misero casale infeudato al potentissimo Manfredi Maletta prima di essere per così dire integrato e fortificato nel corso del Trecento, nonché dotato di castrum da Alanfranco di San Basilio.Cosa vedere a Pettineo
Quello che, tuttavia, oggi conserva maggiori resti del suo viatico è il Castello di Migaido, quattrocentesca rocca facente parte di un’architettura feudale ancora echeggiante di qua e di là dei monti. All’orizzonte si scorge da lunga distanza la sua torre cilindrica alta 13 metri ed entro le mura viene inscritta la piccola Chiesa di Sant’Antonino, il cui abside reca l’effige sacra di un Cristo Pantocratore. È intorno a un fortilizio che Pettineo è riuscita a svilupparsi come nucleo urbano composto di vicoli e cortili, tessuto in origine piuttosto spoglio che andò però presto incontro a un totale rinnovamento dettato da impulsi edilizi tale da far sorgere ovunque chiese ed edifici monumentali.Di questi oggi sono da vedere la magnifica Chiesa Madre, la Chiesa di Sant’Oliva e il cinquecentesco Convento dei Cappuccini, un patrimonio che intende annoverare i ruderi del vecchio castello sopracitato, al principio veramente imponente.
Entrando nello specifico, la Chiesa Matrice, dedicata a Maria Santissima delle Grazie, mostra un’astuta estetica che non è a ogni modo la sua punta di diamante, individuata piuttosto nel trittico marmoreo elaborato all’interno da Giacomo Gagini nel 1597 e raffigurante la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta e Zaccaria, la Natività della Vergine e gli Apostoli Giacomo e Filippo. La Chiesa di Sant’Oliva rivela invece un affresco di tutto rispetto, la Madonna col Bambino concepito e realizzato da Lidonio Ruffino.
A maggio Pettineo va in giubilo festeggiando appunto Sant’Oliva, patrona della cittadina, con la tradizionale Vutata di l’altari e il simulacro della Santa portata in processione su una stupenda vara ottocentesca. Luoghi sacri di minor entità sono comunque degni di una vista, in questo caso le chiese di San Sebastiano, San Nicolò e della Pietà.