Tusa (Sicilia): la spiaggia della Marina e di Lampare e cosa vedere nel borgo
Tusa, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Tusa dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Uno dei più sensazionali litorali della Sicilia serpeggia in territorio messinese e una tappa con ben pochi eguali è rappresentata da Tusa, un comune di 3.000 abitanti che ha dalla sua molteplici qualità addotte alla presenza del mare.
Sono esse spiagge libere che testimoniano come la semplicità della natura possa avere la meglio sul concetto di “stabilimento organizzato”: i tratti sabbiosi e quelli più acciottolati sono liberamente fruibili dai turisti ma i servizi comunque non mancano, accessi per disabili, intrattenimenti ludici anche per bambini e una ricettività che sublima non sfigurando la beltà di un paesaggio da cartolina.
Il contesto è dunque molto corposo, quasi esagerato se si rapporta la quantità di edifici di culto alla superficie complessiva di un paese piccolo come Tusa, che ha trovato un posto specifico anche a strutture militari e civili come il Castello di San Giorgio risalente al XIII secolo, la storica Tonnara del Corvo caduta in disuso a inizio Ottocento e la Fiumara d’Arte, una mostra scultorea collocata nel verde parcale a cielo aperto.
Tanto esiguo è il paese quanto sconfinato il suo hinterland, un comprensorio naturale enorme che spazia in un territorio circoscritto dal Parco delle Madonie e dal Parco dei Nebrodi, nel quale Tusa si ritrova incastonato morbidamente a debita distanza dalle città oggettivamente più caotiche della Sicilia, Palermo e Messina, lontane rispettivamente 90 e 160 km.
La spiaggia di Castel di Tusa
Il panorama sancisce il sempre vincente sodalizio fra l’acqua che bagna e il nucleo urbano che si fa bagnare, così nell’esatto mezzo la linea che fa da collante è una collana di spiagge per cui la FEE ha inteso premiare Tusa – attraverso la sua Marina - con l’ambitissima Bandiera Blu quale sigillo di riconoscimento di valori attribuiti a un dittico formato dalla cala di Lampare e da quella appunto della Marina di Castel di Tusa (frazione del comune) scorci brillanti dove l’acqua limpida incontra formazioni rocciose che mettono i brividi in virtù della loro imponenza e fondali svelati dalla trasparenza mediterranea più vivida.Sono esse spiagge libere che testimoniano come la semplicità della natura possa avere la meglio sul concetto di “stabilimento organizzato”: i tratti sabbiosi e quelli più acciottolati sono liberamente fruibili dai turisti ma i servizi comunque non mancano, accessi per disabili, intrattenimenti ludici anche per bambini e una ricettività che sublima non sfigurando la beltà di un paesaggio da cartolina.
Storia di Tusa
La veste moderna della località è una proiezione edulcorata di una primigenia fisionomia storica che intendeva Tusa come dislocato insediamento epigono della cittadina greca nota fino al IX secolo d.C. con il nome di Alesa Arconidea, la cui popolazione si traferì nell’attuale paese a seguito di un terremoto verificatosi nell’856. A quest’epoca appartiene dunque la fondazione di Tusa, un paese la cui storia appare segnata dall’ispessimento progressivo del tessuto ecclesiastico e di un apparato devozionale imbastito su edifici sacri eterogenei che sono in fondo parte del cuore vocazionale siciliano. Si pensi che, in un determinato periodo, si arrivò a contare una trentina di chiese presenti in loco e questo numero non è poi così tanto diminuito.Cosa vedere a Tusa
Va da sé che la visita della località passa inevitabilmente dalle costruzioni religiosi e, in particolare, dalla soave Chiesa Madre dedicata a Maria Santissima Assunta, eretta nel ‘500, poi demolita e riedificata nel Settecento con le sue tre navate lungo le quali s’inanellano diverse cappelle. La facciata è rimasta incompiuta, ma a essa supplice una sostanziale completezza dello spazio interno, dove gli arredi si fanno ammirare insieme agli altari, il cui maggiore risulta abbellito con un trittico marmoreo realizzato nel Cinquecento dal Gagini, artista che ha sempre dato lustro agli ambienti nei quali si è trovato a lavorare. Segue, come anticipato, uno stuolo di chiese dedicate a Sant’Antonio Abate, San Giovanni Battista, San Nicola di Bari e, ancora, a San Michele Arcangelo, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Maria di Loreto.Il contesto è dunque molto corposo, quasi esagerato se si rapporta la quantità di edifici di culto alla superficie complessiva di un paese piccolo come Tusa, che ha trovato un posto specifico anche a strutture militari e civili come il Castello di San Giorgio risalente al XIII secolo, la storica Tonnara del Corvo caduta in disuso a inizio Ottocento e la Fiumara d’Arte, una mostra scultorea collocata nel verde parcale a cielo aperto.
Tanto esiguo è il paese quanto sconfinato il suo hinterland, un comprensorio naturale enorme che spazia in un territorio circoscritto dal Parco delle Madonie e dal Parco dei Nebrodi, nel quale Tusa si ritrova incastonato morbidamente a debita distanza dalle città oggettivamente più caotiche della Sicilia, Palermo e Messina, lontane rispettivamente 90 e 160 km.