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Bologna in due giorni: cosa vedere e cosa visitare

Chi pensa che a Bologna non ci sia nulla da vedere, si sbaglia di grosso. Il capoluogo emiliano affonda le radici in una storia millenaria, scritta da grandi civiltà del passato come gli etruschi e i romani, per non parlare dell’università più antica al mondo, fondata a Bologna nel 1088, e del riconoscimento ottenuto dall’Unesco quale città creativa della musica. Al di là del suo patrimonio storico, artistico e archeologico, Bologna rapisce inoltre i suoi visitatori con un’atmosfera effervescente e il suo stile un po’ bohémien.

Se vi è venuta voglia di saperne di più, passare due giorni in città è di certo un buon inizio. Con 48 ore a disposizione potrete esplorare buona parte del centro storico, anche a piedi, e andare alla scoperta dei luoghi che più di altri ne esprimono l’identità. Questo itinerario ne comprende 10, tutti all’interno delle mura; diamo allora inizio alla nostra passeggiata lungo le strade di Bologna.

Itinerario del primo giorno a Bologna

1. Piazza Maggiore, i suoi palazzi e i suoi monumenti


Come punto di partenza prendiamo Piazza Maggiore, il cuore della Bologna medievale. Fermi sul “crescentone” - la parte della piazza leggermente rialzata che ricorda la forma della crescenta, la tipica focaccia bolognese - possiamo osservare alcuni degli edifici più scenografici della città: la Basilica di San Petronio, con la sua facciata non finita in marmo e mattoni grezzi, alla sua destra Palazzo d’Accursio, e di fronte Palazzo del Podestà. Entriamo subito nella basilica più conosciuta della città, voluta dai cittadini di Bologna come simbolo dei propri ideali di autonomia rispetto al potere ecclesiastico. I lavori di costruzione iniziarono nel 1390 sotto la direzione di Antonio di Vincenzo, e non si conclusero fino al XVII secolo: una storia lunga e complicata, che doveva portare alla creazione della chiesa più grande al mondo. Così non è stato, ma non per questo la visita a San Petronio risulta meno interessante. Date un’occhiata al quattrocentesco portale maggiore con bassorilievi di Jacopo della Quercia e, entrando, all’affresco del Giudizio Universale di Giovanni da Modena nella Cappella Bolognini. Non rimarrete di certo delusi.

Dirigiamoci poi all’interno di Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna, per visitare le Collezioni Comunali d’Arte. Salendo al secondo piano si accede agli antichi appartamenti dei cardinali legati, oggi trasformati in un’ampia galleria d’arte con opere datate tra il XIII e il XIX secolo. Fiore all’occhiello delle Collezioni è da un lato la Sala Urbana, letteralmente ricoperta di stemmi affrescati, e dall’altro la cosiddetta Sala Boschereccia, riproduzione di un piccolo giardino d’inverno con al centro la statua di Apollino attribuita al Canova (l’ingresso è a pagamento).

Altri due punti di interesse imperdibili sono la Fontana del Nettuno e la Biblioteca Salaborsa, entrambi situati sulla vicina Piazza del Nettuno. Il Nettuno non ha bisogno di tante spiegazioni: uno dei simboli di Bologna, con l’imposizione della sua mano doma le acque del mare sin dal 1566, l’anno in cui il Giambologna la consegnò alla città. Soffermatevi un attimo ad osservare le sirene ai suoi piedi, dai cui seni zampillano getti d’acqua, e i putti che simboleggiano i quattro fiumi all’epoca conosciuti (Gange, Nilo, Rio delle Amazzoni e Danubio). Visitando gli scavi archeologici situati al di sotto della Salaborsa scoprirete invece che in quest’area un tempo si ergeva la grande basilica civile del foro romano, custodita all’interno di uno dei poli culturali più importanti della città.

Archiginnasio


Una volta esplorato il cuore di Bologna e i suoi principali edifici di rappresentanza, proseguiamo ora il nostro tour con l’Archiginnasio, un palazzo molto emblematico per la storia dell’ateneo felsineo. Inaugurato pochi anni prima della Fontana del Nettuno (1563) su progetto di Antonio Morandi detto il Terribilia, l’Archiginnasio ha ospitato studenti e professori per quasi 250 anni prima di trasformarsi in una delle più autorevoli biblioteche cittadine, ancora in attività. Le testimonianze di un passato accademico così importante si scorgono ovunque al suo interno, basta osservare gli stemmi raffigurati alle pareti o entrare nelle sale in passato dedicate allo studio e all’attività didattica, come la sala dello Stabat Mater e l’impressionante Teatro Anatomico, in cui venivano praticate le autopsie (ingresso a pagamento).

Basilica di Santo Stefano o Sette Chiese


Dirigiamoci ora verso la Basilica di Santo Stefano, raggiungibile in pochi minuti a piedi dall’Archiginnasio. Questa chiesa, che la leggenda vuole commissionata da San Petronio in persona, deve la sua particolarità a una struttura piuttosto complessa: non si tratta infatti di un edificio unico, bensì di un insieme di 7 ambienti distinti (quattro chiese, un chiostro, un cortile e un museo) costruiti in epoche diverse. Tra le chiese visibili da Piazza Santo Stefano, la più antica è quella dei SS. Vitale e Agricola, sulla sinistra, progettata nell’XI secolo; la Chiesa del Santo Sepolcro, situata nel mezzo, custodisce invece una riproduzione del famosissimo sacro sepolcro di Gerusalemme, dove un tempo si trovavano le spoglie di San Petronio. Caratteristica della Chiesa del Crocifisso, collocata sulla destra, è la cripta che si apre sotto all’altare, dove secondo la leggenda si troverebbe una colonna senza capitello la cui altezza corrisponderebbe a quella di Gesù Cristo.
Passando da un ambiente all’altro, vi ritroverete poi a vagabondare nel piccolo Cortile di Pilato e sotto alle arcate del medievale Chiostro dei Benedettini; ben presto vi accorgerete di aver perso la cognizione del tempo, e di camminare sospesi fra il passato e il presente.

Mercato Quadrilatero


Come ogni mercato storico che si rispetti, il Quadrilatero è un luogo in costante fermento, ricco di suoni, odori e colori diversi che si mescolano creando un’atmosfera vivace e pittoresca. Va da sé dunque che nel nostro itinerario non possa mancare una tappa tra le sue viuzze, perfette per lo shopping enogastronomico nelle botteghe storiche o per un aperitivo a base dei prodotti tipici del territorio emiliano. Mentre curiosate tra le bancarelle di frutta e verdura, cercate di immaginare questa zona della città nel Medioevo, quando ogni strada ospitava una diversa corporazione di mestiere e le relative botteghe. Ve ne renderete presto conto alzando lo sguardo per leggere i nomi delle strade, che ancora portano le tracce dell’antica vocazione artigianale del quartiere.
Prima di terminare la giornata a Bologna e rilassarvi ai Giardini Margherita, non dimenticate di entrare nella chiesa di Santa Maria della Vita e di osservare per qualche istante il Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, un complesso di 7 statue in terracotta a grandezza reale di forte espressività.

Giardini Margherita


Se dopo la visita ai monumenti del centro storico sentite il desiderio di riposare la mente e passeggiare nel verde, i Giardini Margherita fanno proprio al caso vostro. Il parco principale della città si trova a ridosso dei viali di circonvallazione, ed è quindi piuttosto comodo da raggiungere a piedi o in autobus dal centro storico. Inaugurati nel 1879, i Giardini sono da sempre il luogo del passeggio dei bolognesi; se un tempo si percorrevano i suoi viali in carrozza, oggi c’è chi va in bici, in skateboard o sui pattini. Sulle sue distese verdi ci si può distendere, fare sport e chiacchierare, mentre i vari chioschi e locali al suo interno offrono la possibilità di rifocillarsi dopo una lunga giornata di esplorazione.

Il tour di Bologna nel secondo giorno

Due Torri


Freschi di riposo, non c’è modo migliore per iniziare una nuova giornata a Bologna che con la visita alle Due Torri! L’Asinelli e la Garisenda sono le torri medievali più conosciute e riconoscibili della città, nonché un punto di riferimento fondamentale per orientarsi nel centro storico. All’epoca di maggior splendore Bologna ne contava circa un centinaio, erette dalle famiglie dell’aristocrazia cittadina come simbolo di potere nonché baluardo difensivo contro gli attacchi dei nemici. Oggi ne rimangono soltanto una ventina, e fra queste l’Asinelli è di gran lunga la più alta (97,2 metri). Chi desidera salire fino in cima alla torre deve però prepararsi ad affrontare quasi 500 gradini prima di arrivare alla terrazza e tirare fiato di fronte al magnifico panorama di Bologna dall’alto (ingresso a pagamento). La Garisenda, invece, non è visitabile; la riconoscerete però subito per la sua pendenza, pari a 3,2 metri, dovuta a cedimenti strutturali avvenuti poco dopo la sua costruzione risalente all’inizio del XII secolo.

Antico Ghetto Ebraico di Bologna


Dall’ampio panorama goduto in cima all’Asinelli restringiamo il campo e andiamo alla scoperta degli stretti vicoli dell’ex Ghetto Ebraico di Bologna, a pochi passi di distanza dalle torri. Quest’area di Bologna era in passato destinata ad accogliere la comunità ebraica bolognese, che in seguito alla bolla papale emanata dal pontefice Paolo IV, come accadde anche altrove, fu costretta a vivere all’interno di una piccola porzione del centro storico. Separata dal resto della città da tre cancelli, chiusi la sera e aperti la mattina, nel ghetto gli ebrei rimasero a fasi alterne dal 1566 al 1593, quando vennero definitivamente espulsi da Bologna. Oggi l’area conserva la sua struttura originaria fatta di un labirinto di stradine acciottolate fiancheggiate da palazzine basse dai colori accesi, compreso fra via Zamboni, via Marsala e via Oberdan. Percorrendo le sue vie non dimenticate di dare un’occhiata alle botteghe artigiane e ai localini dall’atmosfera accogliente, in cui è piacevole fermarsi per un caffè o un aperitivo. In via Valdonica, inoltre, troverete anche il Museo Ebraico di Bologna.

Finestrella via Piella


Con la Finestrella di via Piella ci immergiamo in un’altra storia importante per la città di Bologna. Siamo in una parallela di via Indipendenza, ai confini con il quartiere universitario; camminando in questa porzione del centro, tra un ristorante e una gelateria può capitare di imbattersi in un canale che scorre silenzioso fra i palazzi. È un tratto del Canale delle Moline, uno dei pochi ancora visibili nel centro storico dopo l’operazione di copertura dei corsi d’acqua avvenuta nel Novecento. Fino a non molto tempo fa, dunque, a Bologna scorrevano 5 canali a cielo aperto, ottenuti dalla deviazione artificiale dei fiumi Reno e Savena avvenuta tra XII e XVI secolo per supplire alle esigenze commerciali e artigianali della città. Il corso d’acqua visibile dalla finestrella aperta nel muro di via Piella e dal ponte retrostante rappresenta quindi un’importantissima testimonianza storica del passato bolognese, oltre che un luogo molto suggestivo e perfetto per una foto-ricordo.

MAMbo e Manifattura delle Arti


Rimanendo in tema di corsi d’acqua, spingiamoci ora fino all’antica sede del porto fluviale di Bologna, situata all’interno della Manifattura delle Arti. Come lascia intendere il nome, questa zona della città era un tempo vocata alla produzione artigianale, successivamente riconvertita in un enorme polo culturale grazie a un progetto di riqualificazione terminato nel 2003: qui sorgevano infatti la Manifattura Tabacchi - oggi sede della Cineteca di Bologna -, la vecchia cartiera Mulino Tamburi - che ospita le aule del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Università di Bologna - e l’ex macello di via Azzo Gardino, trasformato nel Cinema Lumière.
In posizione dominante rispetto all’antica zona del parco, attualmente racchiusa all’interno del Parco del Cavaticcio, si trova poi il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna (con ingresso a pagamento) che raccoglie alcune delle opere più significative del Novecento bolognese e italiano, in particolar modo dagli anni ‘60 sino ai nostri giorni. Le collezioni permanenti comprendono inoltre una sezione dedicata al pittore bolognese Giorgio Morandi, celebre per le sue nature morte; infine, negli ampi spazi al piano terra vengono organizzate alcune interessanti mostre temporanee.

Il Pratello e la Basilica di San Francesco


Ed eccoci giunti all’ultima tappa del nostro itinerario bolognese. Al termine dei due giorni trascorsi girovagando per il centro di questa meravigliosa città, ci trasferiamo in una delle aree più frequentate dagli universitari (e non solo) per visitare la Basilica di San Francesco. Siamo al Pratello, un tempo via malfamata, rinata grazie ai numerosissimi locali (osterie, birrerie, bar ecc.) che sfamano e dissetano la vita notturna della città. La facciata romanica della basilica si innalza a pochi passi da via del Pratello, progettata nel XIII secolo e poi ricostruita in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Una delle peculiarità di San Francesco, oltre ai possenti contrafforti in stile gotico che ne sorreggono la struttura, sono indubbiamente i monumenti funebri o arche poste sul retro dell’edificio. Queste edicole coperte da piramidi in mattoni smaltati di verde edificate nel XIII secolo accolgono le spoglie di tre grandi professori dell’Università bolognese, Accursio e il figlio Francesco, Odofredo Denari e Rolandino de’ Romanzi. Proprio qui, al cospetto delle cosiddette Tombe dei Glossatori si conclude il nostro itinerario di due giorni nel capoluogo emiliano.
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