La Basilica di Santo Stefano alle Sette Chiese a Bologna
In pieno centro a Bologna, la Basilica di Santo Stefano o Sette Chiese è uno dei complessi architettonici più affascinanti della città, con ingresso a offerta libera .
Nel meraviglioso contesto di Piazza Santo Stefano, a Bologna ,sorge la Basilica di Santo Stefano o alle Sette Chiese, uno degli edifici religiosi più antichi e significativi della città, nonché uno dei luoghi più visitati di Bologna, da turisti e viaggiatori di passaggio.
Il complesso deve il nome “Sette Chiese” alla particolare conformazione della sua struttura, che include sette ambienti distinti: quattro chiese (la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Santo Sepolcro, la Basilica dei SS. Vitale e Agricola e la Chiesa della Trinità), due spazi esterni (il Cortile di Pilato e il Chiostro dei Benedettini) e un museo, il Museo di Santo Stefano.
Secondo la leggenda la sua storia millenaria sarebbe legata alla figura di San Petronio, il santo patrono di Bologna, che nel V secolo avrebbe fondato la chiesa sul terreno di un antico tempio dedicato a Iside. Al santo si fa risalire anche l’idea di suddividere il complesso in sette chiese, in memoria dei luoghi della Passione di Cristo a cui aveva reso omaggio durante un viaggio in Terrasanta. Da qui deriverebbe l’epiteto Sancta Hyerusalem o “piccola Gerusalemme”, in seguito attribuito alla Basilica di Santo Stefano.
Con la Chiesa del Crocifisso comincia il viaggio all’interno della basilica. Risalente all’VIII secolo, epoca in cui i longobardi diedero inizio alla sua edificazione, entrando al suo interno lo sguardo corre subito al crocifisso sospeso sopra all’altare, da cui la chiesa prende il nome. Si tratta di un capolavoro dell’artista bolognese Simone dei Crocifissi (1330-1399), le cui opere sono esposte anche alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Camminando lungo la navata piuttosto spoglia si giunge al presbiterio sopraelevato, che al di sotto della sua scalinata nasconde la cripta destinata a custodire le spoglie dei Santi Vitale e Agricola. In questo luogo si cela però anche una leggenda: una delle colonne che sorreggono la cripta, l’unica priva di capitello, sarebbe stata trasportata qui da San Petronio dopo il viaggio in Terrasanta, poiché la sua altezza corrisponderebbe esattamente a quella di Gesù Cristo (circa 170 cm).
Nel Quattrocento la Chiesa dei SS. Vitale e Agricola è stata anche oggetto di un curioso episodio di pellegrinaggio, dovuto al ritrovamento al suo interno di una sepoltura recante la scritta “Symon”. Benché non esistessero fondamenti storici a sostegno della tesi, il sepolcro venne subito identificato con quello di Simon Pietro; i fedeli iniziarono così a recarsi a Bologna e ad adorare quella che ritenevano una reliquia sacra.
Per mettere fine a questa pratica, che per di più stava deviando parte dei flussi di pellegrinaggio verso Roma, papa Eugenio IV passò alle maniere forti: sconsacrò la chiesa e la fece riempire completamente di terra. Soltanto attorno al 1490 la chiesa poté riprendere le sue funzioni, grazie all’intervento del vescovo Giuliano della Rovere che la restituì al culto.
Attraverso il cortile si giunge poi nella piccola Chiesa della Trinità, inizialmente concepita come riproduzione della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, oggi presenta 5 navate e ospita il presepe più antico al mondo con statue a tutto tondo: si tratta di un’Adorazione dei Magi risalente al XIV secolo e dipinta da Simone dei Crocifissi.
Sempre dal cortile si accede al Chiostro dei Benedettini (o medievale), dal nome della comunità monastica che tuttora abita questi luoghi. Di grande impatto visivo, il chiostro pare aver ispirato le pene descritte nel Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri, per via di alcuni capitelli antropomorfi molto singolari che si trovano al piano superiore del porticato, disposto su due livelli.
Al termine del percorso all’interno di Santo Stefano si giunge al museo, che nelle sue cinque sale ospita una raccolta di dipinti trecenteschi e quattrocenteschi di scuola bolognese, oltre ad aluni oggetti sacri e reliquiari. Uno di questi ultimi racchiude una benda che, secondo la tradizione, venne indossata dalla Madonna in persona.
Per accedere alla Basilica non c’è un biglietto di ingresso, ma è richiesta un’offerta libera.
Come arrivare
La Basilica di Santo Stefano si trova nella zona pedonale e a traffico limitato di Bologna. Per raggiungerla suggeriamo di prendere un autobus e scendere nella vicina via Rizzoli. In alternativa, chi arriva in treno può raggiungerla con una camminata di 20 minuti circa.
Il complesso deve il nome “Sette Chiese” alla particolare conformazione della sua struttura, che include sette ambienti distinti: quattro chiese (la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Santo Sepolcro, la Basilica dei SS. Vitale e Agricola e la Chiesa della Trinità), due spazi esterni (il Cortile di Pilato e il Chiostro dei Benedettini) e un museo, il Museo di Santo Stefano.
Secondo la leggenda la sua storia millenaria sarebbe legata alla figura di San Petronio, il santo patrono di Bologna, che nel V secolo avrebbe fondato la chiesa sul terreno di un antico tempio dedicato a Iside. Al santo si fa risalire anche l’idea di suddividere il complesso in sette chiese, in memoria dei luoghi della Passione di Cristo a cui aveva reso omaggio durante un viaggio in Terrasanta. Da qui deriverebbe l’epiteto Sancta Hyerusalem o “piccola Gerusalemme”, in seguito attribuito alla Basilica di Santo Stefano.
La Chiesa del Crocifisso
Tre delle quattro chiese di cui è formato il complesso si affacciano direttamente su Piazza Santo Stefano. Accostate l’una all’altra, creano un insieme architettonico unico e particolare, in stile romanico, tra cui spicca la Chiesa del Crocifisso che funge anche da porta d'ingresso alla basilica. Alla sua destra si erge la Chiesa del Santo Sepolcro, detta anche del Calvario; dall’angolo con via Gerusalemme spunta invece la Chiesa dei Ss. Vitale e Agricola, in parte nascosta dal porticato dei palazzi.Con la Chiesa del Crocifisso comincia il viaggio all’interno della basilica. Risalente all’VIII secolo, epoca in cui i longobardi diedero inizio alla sua edificazione, entrando al suo interno lo sguardo corre subito al crocifisso sospeso sopra all’altare, da cui la chiesa prende il nome. Si tratta di un capolavoro dell’artista bolognese Simone dei Crocifissi (1330-1399), le cui opere sono esposte anche alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Camminando lungo la navata piuttosto spoglia si giunge al presbiterio sopraelevato, che al di sotto della sua scalinata nasconde la cripta destinata a custodire le spoglie dei Santi Vitale e Agricola. In questo luogo si cela però anche una leggenda: una delle colonne che sorreggono la cripta, l’unica priva di capitello, sarebbe stata trasportata qui da San Petronio dopo il viaggio in Terrasanta, poiché la sua altezza corrisponderebbe esattamente a quella di Gesù Cristo (circa 170 cm).
La Chiesa del Santo Sepolcro
A sinistra del presbiterio si apre il passaggio che conduce alla Chiesa del Santo Sepolcro, uno spazio carico di simboli cristologici che rimandano alla Passione e morte di Cristo, di cui tutto il complesso è disseminato. Protagonista di questa chiesa a pianta centrale, costruita nel V secolo probabilmente nel luogo dell'antico iseo, è il sepolcro stesso, qui voluto da San Petronio in memoria del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In origine al suo interno si trovavano le spoglie del patrono di Bologna, che nel 2000 sono state però traslate all’interno della Basilica di San Petronio. Mentre in passato era possibile entrare ad adorare il santo, oggi la piccola porta d’accesso al sepolcro rimane sempre chiusa, fatta eccezione per il periodo pasquale in cui viene lasciata aperta per una settimana.La Chiesa dei SS. Vitale e Agricola
La terza chiesa visibile da piazza Santo Stefano è quella dedicata ai santi Vitale e Agricola, che è anche la più antica. Il suo aspetto attuale a tre navate si deve a un progetto dell’XI secolo, ma le fonti testimoniano la sua esistenza già nel IV secolo, epoca in cui accoglieva i resti mortali dei protomartiri cristiani a cui è intitolata. Le spoglie di Vitale e Agricola vennero in seguito traslate a Milano, ma i loro sarcofagi originali sono ancora visibili nelle absidi laterali della chiesa bolognese.Nel Quattrocento la Chiesa dei SS. Vitale e Agricola è stata anche oggetto di un curioso episodio di pellegrinaggio, dovuto al ritrovamento al suo interno di una sepoltura recante la scritta “Symon”. Benché non esistessero fondamenti storici a sostegno della tesi, il sepolcro venne subito identificato con quello di Simon Pietro; i fedeli iniziarono così a recarsi a Bologna e ad adorare quella che ritenevano una reliquia sacra.
Per mettere fine a questa pratica, che per di più stava deviando parte dei flussi di pellegrinaggio verso Roma, papa Eugenio IV passò alle maniere forti: sconsacrò la chiesa e la fece riempire completamente di terra. Soltanto attorno al 1490 la chiesa poté riprendere le sue funzioni, grazie all’intervento del vescovo Giuliano della Rovere che la restituì al culto.
Gli altri ambienti del complesso delle Sette Chiese
L’esplorazione della Basilica di Santo Stefano prosegue uscendo all’aperto con la visita al Cortile di Pilato o Santo Giardino, riconoscibile grazie alla vasca in marmo di origine longobarda (VIII secolo), posta al centro, e nota come catino di Pilato. Il cortile nasce per ricordare il luogo in cui Gesù comparve di fronte al prefetto romano e venne condannato a morte, come sottolinea anche la presenza di un gallo in pietra collocato sotto al porticato laterale, detto gallo di San Pietro in memoria del famoso episodio narrato dai Vangeli.Attraverso il cortile si giunge poi nella piccola Chiesa della Trinità, inizialmente concepita come riproduzione della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, oggi presenta 5 navate e ospita il presepe più antico al mondo con statue a tutto tondo: si tratta di un’Adorazione dei Magi risalente al XIV secolo e dipinta da Simone dei Crocifissi.
Sempre dal cortile si accede al Chiostro dei Benedettini (o medievale), dal nome della comunità monastica che tuttora abita questi luoghi. Di grande impatto visivo, il chiostro pare aver ispirato le pene descritte nel Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri, per via di alcuni capitelli antropomorfi molto singolari che si trovano al piano superiore del porticato, disposto su due livelli.
Al termine del percorso all’interno di Santo Stefano si giunge al museo, che nelle sue cinque sale ospita una raccolta di dipinti trecenteschi e quattrocenteschi di scuola bolognese, oltre ad aluni oggetti sacri e reliquiari. Uno di questi ultimi racchiude una benda che, secondo la tradizione, venne indossata dalla Madonna in persona.
Informazioni utili, orari e prezzo dei biglietti per la visita
Orario di apertura: 9.00 -12.30 e 14.30 - 19.00Per accedere alla Basilica non c’è un biglietto di ingresso, ma è richiesta un’offerta libera.
Come arrivare
La Basilica di Santo Stefano si trova nella zona pedonale e a traffico limitato di Bologna. Per raggiungerla suggeriamo di prendere un autobus e scendere nella vicina via Rizzoli. In alternativa, chi arriva in treno può raggiungerla con una camminata di 20 minuti circa.