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La Prospettiva Nevskij, visita al cuore architettonico di San Pietroburgo

La Prospettiva Nevskij in centro a San Pietroburgo č la via principale della cittā della Russia e consente di attrvarsera la ex capitale della Russia scorgendo i principali monumenti della cittā.

Prospettiva Nevskij (in russo Nevskij Prospekt, vale a dire “corso Neva” dal nome del fiume che attraversa la città) è il nome della strada principale di San Pietroburgo, nonché la più famosa di tutta la Russia, che taglia a metà il centro storico, partendo dall'Ammiragliato e giungendo fino al monastero Alexander Nevskij. Passeggiare lungo gli oltre 4,5 km di questa strada storica, anche se il tratto più significativo è costituito dai primi 2,5 km che vanno dall'Ammiragliato fino alla Stazione Ferroviaria Centrale, è un po' come attraversare la storia della città e vedere in un colpò d'occhio le principali attrazioni di San Pietroburgo.

Quando Pietro il Grande decise di realizzare a San Pietroburgo una capitale che rivaleggiasse per bellezza e raffinatezza con le più prestigiose città d'Europa, questa via non era altro che la vecchia strada che portava alla vecchia città di Novgorod. Ci volle poco perché, sotto la spinta dell'infaticabile zar, la strada diventasse il fulcro attorno al quale crebbe la città, adornandosi di sempre più numerosi palazzi eleganti, piazze maestose e ponti: ai primi del '900, la Prospettiva Nevskji era una delle strade più eleganti d'Europa, con marciapiedi acciottolati e corsie centrali per tram trainati da cavalli. Su entrambi i lati della corsia vi erano blocchi di legno che attutivano i rumori delle carrozze, un'innovazione che nessun altro aveva e che le aveva fatto guadagnare la fama di strada più silenziosa del Vecchio Continente. A conferma del ruolo simbolico occupato da questa importante arteria è anche il fatto che, dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, per un breve periodo la strada si chiamò “Strada del 25 ottobre”. Ora però di silenzio ce n'è meno rispetto ad allora e la strada è diventata il fulcro dello shopping e della vita notturna della città. Il traffico, sia stradale che pedonale, è incessante al punto che potrebbe venirvi voglia di abbandonarla per vie laterali più tranquille anche se le folle che vi si riversano, soprattutto nelle serate estive di festa, regalano uno spettacolo indimenticabile.

La grande strada parte da quello che è il punto principale della città, dove il Palazzo d'Inverno, lo Stato Maggiore, l'Ammiragliato e l'Ermitage si guardano l'un l'altro e gradualmente si restringe man mano che ci si allontana dal fiume Neva e si attraversa il fiume Moyka (in realtà un canale), il canale Griboyedov e il fiume Fontanka (anch'esso un canale). In realtà, nei progetti di Pietro, San Pietroburgo doveva diventare una specie di Venezia o Amsterdam, cioè una città con canali invece che strade e abitanti che si spostavano in barca d'estate e in inverno su slitte o pattini sulle acque ghiacciate. Il tempo però fece sì che la sua visione romantica ma poco pratica venisse accantonata ma i canali comunque c'erano già e quindi si fece un ovvio massiccio ricorso alla costruzione di ponti. Dagli iniziali 10 ponti ora sono ben 342 quelli nel solo perimetro cittadino, di tutte le fogge ed epoche, alcuni anche mobili. Essendo la Prospettiva Nevksji la via principale della città, è inevitabile che alcuni dei ponti più significativi la caratterizzino.

Percorrendo la Prospettiva Nevskji in direzione est ci si imbatte in un'interminabile lista di siti storici, che vi presentiamo nello stesso ordine in cui li vedrete. Il primo è il Caffè Letterario, dove Pushkin consumò il suo ultimo pasto prima del duello che gli costò la vita. Si scavalca il fiume Moyka grazie al Ponte Verde, un ponte che ha cambiato nome più volte dalla sua prima costruzione, nel 1716. È stato chiamato ponte della Polizia e, più recentemente, dalla Rivoluzione d'Ottobre al 1998 è stato il Ponte del Popolo (Narodny). Vi è poi il Palazzo Stroganov, in stile barocco disegnato dall'architetto italiano Bartolomeo Rastrelli, che è una succursale del Museo Russo. Più avanti non si può non notare la grandiosa Cattedrale di Kazan in stile neoclassico, realizzata dal Andrei Voroninkhin, dietro specifico ordine di Paolo I, a imitazione della Basilica di San Pietro di Roma. Di fronte alla Cattedrale si trova il Palazzo Singer, la famosa casa costruttrice di macchine da cucire, in stile modernista. Nei progetti iniziali doveva essere un grattacielo come quello della casa madre a New York, ma il piano regolatore cittadino non permetteva la costruzione di edifici più alti del Palazzo d'Inverno e quindi l'architetto Pavel Suzor ripiegò su un edificio Art Nouveau a sei piani, con torre di vetro, che fu anche sede dell'Ambasciata Statunitense per un breve periodo durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo la Rivoluzione Bolscevica venne trasformato nella più grande libreria della città e divenne nota come la “Casa dei libri”. Da qui si supera il canale Griboyedov grazie al ponte Kazansky, costruito nel 1766 al posto di un pre-esistente ponte di legno, composto di un solo arco di poco più di 17 metri ma largo ben 95, uno dei più ampi della città. Ma noi vi consigliamo di scendere per alcuni a sud lungo in canale (a destra se venite dall'Ammiragliato) per ammirare il delizioso Ponte della Banca, lungo 25 metri e protetto da quattro grandiosi grifoni dalle ali dorate.

Tornati sulla Prospettiva Nevskji vi imbatterete nello sfarzoso Grand Hotel Europe costruito a fine '800 ma completamente ricostruito nella seconda decade del secolo scorso in stile modernista e dagli interni lussuosi. Più avanti, di fronte alla Torre dell'Orologio dell'ex-municipio, si srotolano i 230 metri di arcate del Gostiny Dvor (Cortile dei Commercianti), i grandi magazzini costruiti a partire dal 1757, uno dei primissimi esempi di negozi in ambiente chiuso, in pratica un precursore dei moderni centri commerciali. Sul lato opposto della via si trova la classicheggiante Chiesa Armena, terminata nel 1780.

In seguito, sulla destra, si trova il sontuoso palazzo della Biblioteca Nazionale di Russia, la più antica del paese e, con oltre 30.000 volumi, dispone di una delle collezioni più vaste del mondo, anche se inferiore alla Biblioteca Statale di Mosca. Al suo fianco si trova Piazza Ostrovskogo, dai più chiamata Giardini di Caterina per via della statua dell'imperatrice eretta al centro, con la bella stagione circondata da panchine popolate da giocatori di scacchi e backgammon. Sempre sullo stesso lato s'incontra il Teatro Alessandrino, uno dei più importanti del paese e, alle sue spalle il Museo Statale del Teatro e della Musica che conserva molti preziosi cimeli. Più avanti, all'angolo con l'elegante strada pedonale di Malaya Sadovaya che è la più corta della città ma anche una delle più amate per i due gatti di bronzo su mensole a cui la gente getta monetine, si trova il negozio di alimentari Yeliseyevsky, costruito in stile Art Nouveau e dagli interni decorati come una reggia. Il Palazzo Anichkov dal color crema, su cui sono intervenuti, tra gli altri, Rastrelli e Rossi, è stata l'abitazione di alcune favorite degli zar, compreso Grigory Potemkin, amante di Caterina la Grande, in Italia sicuramente più famoso per la corazzata di fantozziana memoria.

La Fontanka viene superata grazie al superbo Il, il più antico su questo canale. Costruito nel 1842 e ricostruito nel 1908 è di forma abbastanza semplice ma è spettacolarmente decorato con quattro grandi sculture di Domatori di Cavalli, poderose figure bronzee di cavalli scalpitanti a malapena tenuti da uomini appiedati, opera dello scultore russo Peter Klodt Von Jurgensburg, ispiratosi ai Dioscuri del Quirinale. Le sculture originali però non sono queste, perché lo zar Nicola I fece dono di due sculture al re prussiano Federico Guglielmo IV nel 1842 e quattro anni più tardi ne mandò un paio a Napoli in omaggio a Ferdinando II, per la calorosa accoglienza riservatagli durante una visita. Nella città russa rimasero solo delle copie di gesso fino al 1851, quando utilizzando gli stessi calchi vennero fuse altre quattro sculture che vennero poi messe a guardia del ponte. Le figure sono state realizzate prendendo a modello lo stesso stallone arabo, di proprietà della figlia dello scultore, che doveva farlo impennare per permettere al padre di fare gli schizzi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando nel 1941 il fuoco dell'artiglieria tedesca cominciò a colpire il ponte, le statue vennero rimosse e seppellite nel giardino del vicino Palazzo Anichkov. Ciò nonostante subirono seri danni durante il conflitto e necessitarono di un attento restauro.

Qui ha termine la zona storica più interessante della città, difatti molti turisti ritornano verso la Neva seguendo il corso del fiume Fontanka che permetterà loro di ammirare in successione i Giardini d'Estate che contengono il Palazzo d'Estate in cui Pietro il Grande trascorse molte delle sue stagioni estive, i Campi di Marzo una volta utilizzato per le parate militari, il Castello di San Michele (Mikhaylovsky) detto anche Castello degli Ingegneri, il Palazzo di Marmo che espone arte straniera e la collezione Ludwig, il Cavaliere di Bronzo che è la più famosa statua di Pietro il Grande, l'interessante Museo Etnografico e la casa dove morì Puhskin.

La prospettiva Nevskji però non termina qui, proseguendo per la piazza della Stazione Centrale ben distinguibile anche per via dell'obelisco innalzato per celebrare la fine dell'assedio della città, quando ancora si chiamava Leningrado, da parte delle truppe tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo questa piazza la strada effettua una leggera curva a destra e inizia il tratto di strada conosciuto come Staro-Nevskij (Vecchia Nevskij) che termina la sua corsa di fronte al monastero di Aleksandar Nevskij, il più antico della città e il luogo dove molti membri della famiglia reale ricevettero la loro educazione. Il complesso religioso fu tra le prime opere volute da Pietro il Grande, che ne fece iniziare la costruzione già nel 1710, in onore del principe - vero nome Aleksander Vsevolodovic - che, respingendo l'esercito svedese nel 1240 nei pressi del fiume Neva, cosa che gli valse il soprannome, venne dichiarato eroe nazionale nonché santo. Costruito nel 1710, ospita al suo interno due chiese barocche costruite dall'architetto italiano Domenico Trezzini e dal figlio, anche se la chiesa dominante del complesso è quella in stile neoclassico fatta erigere dall'architetto locale Ivan Starov.

 Pubblicato da il 07/09/2016 - 17.285 letture - ® Riproduzione vietata

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