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Il Giardino d'Estate e il suo Palazzo. Il Parco più antico di San Pietroburgo

Il Giardino d'Estate di San Pietroburgo è il parco più antico della città, voluto dallo Zar Pietro I il Grande. Al suo interno il piccolo Palazzo d'Estate e una serie di splendide statue opera di scultori italiani.

Il Giardino d'Estate (in russo Letnij sad), è un parco di 11,7 ettari che si trova a San Pietroburgo. Venne realizzato nel 1704 – il più vecchio della città - per desiderio dello zar Pietro I il Grande che voleva dotare la nuova capitale dell'Impero di un giardino spettacolare come quelli in uso presso le corti più raffinate d'Europa.

Si tratta di un complesso architettonico e naturale situato su una piccola isola circondata, nei suoi vari lati, dal fiume Neva e dai canali Fontanka (che prende il nome dalle tante fontane del parco), Moika e del Cigno. Progettato dallo stesso Pietro il Grande (si ritiene con l'assistenza del fisico olandese e ideatore di giardini Nicolaas Bidloo, che ne fu poi il Giardiniere Capo fino al 1726), è un classico esempio di giardino alla francese, tipicamente incentrato sulla simmetria, su giochi d'acqua e grandiose prospettive, ricco di alberi (circa 3000, fra cui alcuni tigli della prima piantumazione) e laghetti artificiali, gallerie e padiglioni, giustamente ritenuto una delle massime espressioni del Barocco russo.

Lo spazio verde è caratterizzato da molte fontane – diverse delle quali raffigurano episodi delle favole di Esopo - e statue appositamente acquisite dall'Europa ma anche alberi secolari, fiori e piante rare. Era lo spazio in cui la corte imperiale godeva delle belle giornate ma soprattutto delle sfarzose feste riservate ai nobili che comprendevano banchetti, balli e fuochi d'artificio. Nel 1771 cominciarono i lavori per l'aggiunta di una maestosa inferriata classicista, lungo la passeggiata pubblica del Lungoneva Dvorcovaja, in ferro battuto e bronzo, poggiante su 36 colonne di granito decorate da urne e vasi e disegnata dall'architetto Yury Felten. Prima del suo completamento, nel 1777, il parco venne gravemente danneggiato da un'inondazione durante la quale molte statue e fontane andarono distrutte, fra questi anche il macchinario a vapore che azionava le fontane, personalmente acquistato dallo zar in Inghilterra. Il macchinario non è stato più riparato ma le sculture vennero prontamente restaurate mentre l'inferriata, in seguito considerata dalla poetessa Anna Akhmatova l'apice dell'arte della fusione nonché uno dei simboli cittadini, venne completata nel 1784. Ma quando la famiglia imperiale si spostò in territorio meno esposto alle acque, il parco cadde pian piano dell'oblio e lasciato fruire dapprima solo ai nobili cittadini e poi, a partire dalla fine dell'Ottocento, a tutta la cittadinanza. Il grande autore russo di fiabe Ilya Krylov e Pushkin, che qui ambientò le passeggiate infantili del suo personaggio Eugenio Onegin, erano divennero assidui frequentatori del parco.

Fu in questo giardino che, nel 1866, il rivoluzionario Dimitry Karakozov ordì un attentato alla vita dello zar Alessandro II, sventato da una delle guardie del corpo dell'Imperatore. Sul luogo venne eretta una cappella in stile Revival Russo, poi demolita dai Bolscevichi dopo la Rivoluzione d'Ottobre. Nel 1944, durante l'assedio dell'esercito tedesco, le statue vennero previdentemente interrate.

Oggi le statue residue sono 79, principalmente opere settecentesche di scultori italiani quali Pietro Baratta, Francesco Penso, Giovanni Bonazza, Giuseppe Torretti, Alvise Tagliapietra, i Groppelli e altri artisti veneziani, e costituiscono la più antica collezione di statue da giardino del paese. Le sculture, acquisite da Sava Vladislavich, diplomatico e mercante d'arte vicino a Pietro il Grande, raffigurano temi mitologici cari allo zar che voleva rappresentare lo spirito del cambiamento intenzionato ad apportare allo stato russo. Dopo anni in cui le statue erano state spostate dalla loro posizione originale, negli anni '90 gli originali sono state portati al riparo delle intemperie, mentre nel parco sono state posizionate delle repliche che comunque hanno restituito al parco il suo aspetto di un tempo, coerente con gli ideali estetici di quando il parco venne realizzato.

Ma non ci sono solo alberi e statue nel parco. Al suo interno di trova il Palazzo d'Estate di Pietro il Grande, da non confondersi con il Palazzo d'Estate esistente fino al 1797, ex-residenza dell'Imperatrice di Anna, fatta poi demolire e rimpiazzato dal Castello di San Michele (o Castello degli Ingegneri). La sua struttura decisamente semplice, una casa rettangolare in stile olandese di appena due piani in cui l'Imperatore di Russia trascorreva le sue estati, non deve trarre in inganno: è da questo edificio, il più vecchio della città, che ha avuto inizio la gloriosa storia dei palazzi di San Pietroburgo. Praticamente intatto come venne originariamente costruito, offre l'insolita opportunità di vedere come fosse la vita di circa 300 anni fa. Inizialmente costruito in legno, pochi anni più tardi, nel 1710, si convenne che un edificio in pietra fosse più consono ad ospitare lo zar e si affidò il progetto all'architetto italo-svizzero Domenico Trezzini, mentre la parte scultorea e decorativa venne assegnata all'architetto e scultore tedesco Andreas Schuster, autore anche dei bassorilievi tra le finestre superiori e quelle inferiori attorno all'edificio. Gli uffici dello zar erano al piano terra mentre al piano superiore viveva la moglie Caterina coi bambini. Ogni piano è costituito di sette stanze, fra le quali una sala d'accoglienza, una sala assembleare, un laboratorio – la stanza preferita dallo zar – e perfino una piccola prigione dove l'Imperatore incarcerava o liberava personalmente i prigionieri. Gli interni sono ancora in ottimo stato e mostrano ai visitatori pannelli di quercia scolpiti, piastrelle olandesi, camini decorati in stucco e belle lampade.

Originariamente il palazzo era circondato dall'acqua su tre lati: la Neva a nord, la Fontanka a est e il piccolo canale Gavanets a sud, ora prosciugato, e molti giungevano a palazzo su imbarcazioni, i cui ormeggi sono ancora visibili. Il sistema di canali serviva anche ad alimentare una segheria automatizzata, uno degli ultimi ritrovati della tecnologia di quei tempi, voluta da Pietro, appassionato carpentiere e costruttore di navi. Dopo la sua scomparsa, il Palazzo d'Estate non venne utilizzato per diverso tempo, tranne che per una riunione del Consiglio Supremo, dopo la quale venne destinato a residenza estiva per la corte. Oggi è una filiale del Museo Russo e ospita gli interni originali, diversi possedimenti personali dello zar e della moglie, antichi dipinti e alcuni interessanti macchinari dell'epoca.

All'interno del Giardino d'Estate si trova anche la Casa del Caffè, eretta nel 1826 su disegno dell'architetto italiano Carlo Rossi e costruita sopra una pre-esistente grotta artificiale. Un anno più tardi vide la luce la Casa del Thé, concepita da Ludwig Charlemagne, un edificio quadrato in legno ingentilito da colonne doriche e decorazioni lignee. Entrambi gli edifici ora sono adibiti a sala espositiva. Di fronte a quest'ultimo edificio, nel 1855 è stata innalzata la statua dedicata a Krylov, opera di Pyotr Klodt, alla cui base vi è un bassorilievo ispirato ai personaggi delle sue fiabe. Fu il primo monumento eretto in onore di un poeta in Europa orientale e il segno del progresso del Romanticismo in Russia.

 Pubblicato da il 28/03/2016 - 13.062 letture - ® Riproduzione vietata

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