La Cattedrale di Kazan e l'icona di Nostra Signora a San Pietroburgo
La Cattedrale di Kazan a San Piurgo contiene l'icona della Nostra Signora di Kazan ed è uno dei luoghi sacri più cari agli ortodossi. Il porticato è stato ispirato dal colonnato del bernini in piazza San pietro a Roma.
La Cattedrale di Kazan (in russo Kazanskiy Kafedralniy Sobor) è una chiesa in stile neoclassico di San Pietroburgo, l'antica capitale dell'Impero Russo durante la dinastia degli zar Romanov. Sorge sulla riva del Canale Gribaedov ed è uno degli edifici più caratteristici della Prospettiva Nevskji nonché uno dei siti religiosi più importanti del paese, grazie all'icona di Nostra Signora di Kazan conservata al suo interno, la più venerata del paese.
La storia di questo sito si può farla risalire al 1710, quando lo zar Pietro il Grande - che fondò San Pietroburgo nell'intento di dare alla Russia una capitale che potesse rivaleggiare in bellezza e raffinatezza con le maggiori d'Europa - ordinò l'esecuzione di una copia dell'icona di Nostra Signora di Kazan. L'icona venne in seguito spostata nella chiesa in legno della Natività della Vergine Maria, che nel 1733 la zarina Anna diede ordine di ricostruire in pietra nel luogo ove ora si trova la cattedrale. Quattro anni più tardi la chiesa venne inaugurata, diventando la più importante di San Pietroburgo e meta di ferventi pellegrinaggi. Fu qui che Caterina II, di origine prussiana, si convertì ufficialmente al Cristianesimo Ortodosso prima di sposarsi con Pietro III. Verso la fine del secolo la chiesa assunse lo status di cattedrale ma ormai la popolazione della città era troppo cresciuta per poter accogliere un numero sufficiente di fedeli, come non mancò di notare il viaggiatore francese Georgel che scrisse nei suoi diari di viaggio: “La Cattedrale è ricoperta di gioielli ma non è abbastanza spaziosa”.
Nel frattempo il Gran Duca Paolo viaggiava in Europa e aveva una predilezione per Roma, dove si era innamorato della Basilica di San Pietro, arrivando a confidare a un suo compagno di viaggio che gli sarebbe piaciuto che l'Arcivescovo di Mosca servisse messa in una chiesa così. Quando nel 1796 divenne lo zar Paolo I fu solo una questione di tempo e nel 1801 diede incarico all'architetto russo Andrey Voronikhin di costruire un nuovo edificio religioso per ospitare la sacra icona, ma a San Pietroburgo e non a Mosca. L'idea di costruire una replica di una chiesa cattolica trovò una forte opposizione nel clero ortodosso, ma la corte dello zar – anche nell'auspicio di una riunificazione tra le due diverse ramificazioni del Cristianesimo - supportò il progetto in Stile Impero. Secondo alcuni storici, Paolo I intendeva far erigere un'altra chiesa simile sul lato opposto della Prospettiva Nevskji, secondo altri voleva far erigere un secondo colonnato, sul lato opposto del corpo centrale, ma non c'erano i fondi necessari. Nel 1801 iniziarono i lavori, sotto la supervisione di Alexander Stroganov, capo della commissione e uomo di fiducia di Paolo I, che vennero portati a termine in 10 anni.
Passarono appena un paio d'anni che la Russia venne invasa dall'esercito di Napoleone Bonaparte e il comandante dell'esercito russo, Mikhail Kutuzov, venne qui a rivolgere le sue preghiere alla sacra icona. Forse il merito andava dato più che altro al famoso “generale Inverno” ma la cattedrale perse parte del suo ruolo prettamente religioso: venne scelta come luogo in cui celebrare la cacciata dell'esercito del piccolo Corso, e in seguito le altre vittorie della Russia, diventando una specie di memoriale alle vittorie militari, al punto che divenne perfino luogo di trattati di pace. Kutuzov morì poco dopo, nel 1813, e venne sepolto in questa chiesa e ricordato da una statua di bronzo e da versi di Pushkin, stesso destino riservato più tardi a importanti figure militari come Barclay de Tolly, autore di tattiche che fiaccarono l'esercito di Napoleone ma costretto a lasciare il comando prima di essere riabilitato dallo zar. Nel 1815, di rientro dalla controffensiva in Europa, nella sacrestia della cattedrale vennero raccolte le bandiere tolte ai nemici vinti e le chiavi delle città conquistate, che all'inizio del XX secolo vennero trasferite al Museo Storico Statale di Mosca. Fin dalla sua costruzione era stata la chiesa più grande della città, titolo che perse nel 1858 dopo l'erezione della Chiesa di Sant'Isacco: da questa data divenne la chiesa della Famiglia Reale, quella dove venivano celebrati gli eventi più importanti riguardante i Romanov e la corte.
Il ruolo simbolico svolto da questa chiesa, non solo nella religione ma anche nella vita politica, è testimoniato anche dal fatto che fu qui che, il 18 dicembre 1876, si tenne la prima manifestazione dell'Unione Settentrionale degli Operai Russi, dove per la prima volta apparve una bandiera rossa con la scritta Terra e Libertà. Il seme piantato in quell'occasione germinò e diede origine alla Rivoluzione Russa del 1917, l'inizio del periodo più nero nella storia dell'edificio. Dapprima i Bolscevichi giustiziarono il decano Ornatsky e i suoi due figli, poi confiscarono tutti gli oggetti di valore, prima di chiudere la chiesa al culto nel 1929 e, tre anni più tardi, destinarla a Museo di Storia delle Religioni e dell'Ateismo, di fatto un'opera di propaganda anti-religiosa. Le icone e le ricchezze contenute nella sacrestia vennero distribuite in vari musei, solo gli oggetti che non si poteva asportare vennero lasciati in loco. La grandiosa iconostasi fatta costruire da Konstantin Thon, per quale vennero utilizzati ben 1638 kg d'argento, in parte donati dai Cosacchi del Don che avevano recuperato parte dell'argento rubato dall'esercito di Napoleone dalle chiese di Mosca, venne fusa nel 1922. La croce venne sostituita da una guglia, perfino la tomba di Kutuzov venne profanata. Dopo la caduta dell'Impero Sovietico, fu qui si videro i primi segni di ripresa del culto cristiano: il 4 novembre 1990 si tenne la prima liturgia e per Natale venne officiato un requiem sulla tomba del Generale Kutuzov. Nel 1991 l'utilizzo della cattedrale venne accordato con le autorità del Museo. Nel 1994 la croce venne restaurata, il 29 marzo 1998, venne di nuovo consacrata, l'anno seguente si raggiunse l'accordo che il Museo avrebbe dovuto trovarsi altra sede entro il 2001 e nel 2000 ritornò all'antico ruolo di Cattedrale.
La cattedrale, lunga 72 metri, larga 57 e alta 71 fino alla punta della croce sulla cupola, è una smaccata imitazione della Basilica di San Pietro, soprattutto nel vasto colonnato emiciclico composto da due ali unite da una galleria sormontata da un frontone triangolare sostenuto da 20 colonne, per un totale di 144 colonne corinzie. A dir la verità, più che la grandiosità della maggiore chiesa romana, l'edificio religioso sembra più ricordare le massicce architetture sovietiche. A differenza del colonnato del Bernini, quello della Cattedrale di Kazan rimane più aperto nonché connesso all'edificio principale. Anche lo spazio antistante è sfruttato diversamente, e al posto della piazza vi è un grande prato con una fontana. La facciata monumentale è rivolta verso la Prospettiva Nevskji, anche se l'entrata principale è laterale. Sopra tutto si erge una grande ma raffinata cupola, caratterizzata da un tamburo tagliato da finestre e decorato con pilastri. Altri elementi mirabili degli esterni sono la porta settentrionale in bronzo, copia esatta della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze realizzata da Lorenzo Ghiberti, una raffinata inferriata che separa la cattedrale da una piazzetta e numerose statue in bronzo che ben si sposano con il colonnato.
L'interno è a croce latina, per la (poca) gioia degli ortodossi dell'epoca, e suddiviso in tre navate divise da 56 coppie di colonne corinzie di granito rosa proveniente dall'Istmo Careliano, del peso di circa 30 tonnellate l'una e quasi 11 metri di altezza, che rievocano quelle esterne. La navata principale ha la volta a botte, le laterali il soffitto a cassettoni e il pavimento è composto di diversi marmi, sempre di origine careliana. Gli spaziosi interni, privi di panche, ridondano di decorazioni dorate e ospitando numerosi capolavori d'arte e icone. Fra questi ricordiamo i due bassorilievi “La Via al Calvario” e “L'Arresto di Cristo nel Giardino del Getsemani”, il presbiterio, il santuario, la Porta dei Diaconi, una panca in marmo finemente lavorata e destinata alla Famiglia Reale e tante icone di meravigliosa fattura.
Secondo la leggenda, l'icona originale di Nostra Signora di Kazan fu trovata nel 1579 da una bambina di 10 anni, a cui in sogno la Vergine rivelò dove era stata nascosta dai Cristiani quando la città omonima, molti km a est di Mosca, venne invasa dai musulmani. Venerata per secoli come vera protettrice della famiglia Romanov, dapprima era riverita solo nella città d'origine, poi il suo culto si diffuse in tutta la Russia, al punto che il giorno del suo ritrovamento, l'8 luglio, è tutt'ora la più sentita festività ortodossa. Nel 1904 l'originale fu rubata dal monastero di Kazan e non se ne seppe più nulla, probabilmente venne distrutta. L'icona che si trova nella Cattedrale di San Pietroburgo è la copia che Pietro il Grande ordinò all'inizio del Settecento.
La storia di questo sito si può farla risalire al 1710, quando lo zar Pietro il Grande - che fondò San Pietroburgo nell'intento di dare alla Russia una capitale che potesse rivaleggiare in bellezza e raffinatezza con le maggiori d'Europa - ordinò l'esecuzione di una copia dell'icona di Nostra Signora di Kazan. L'icona venne in seguito spostata nella chiesa in legno della Natività della Vergine Maria, che nel 1733 la zarina Anna diede ordine di ricostruire in pietra nel luogo ove ora si trova la cattedrale. Quattro anni più tardi la chiesa venne inaugurata, diventando la più importante di San Pietroburgo e meta di ferventi pellegrinaggi. Fu qui che Caterina II, di origine prussiana, si convertì ufficialmente al Cristianesimo Ortodosso prima di sposarsi con Pietro III. Verso la fine del secolo la chiesa assunse lo status di cattedrale ma ormai la popolazione della città era troppo cresciuta per poter accogliere un numero sufficiente di fedeli, come non mancò di notare il viaggiatore francese Georgel che scrisse nei suoi diari di viaggio: “La Cattedrale è ricoperta di gioielli ma non è abbastanza spaziosa”.
Nel frattempo il Gran Duca Paolo viaggiava in Europa e aveva una predilezione per Roma, dove si era innamorato della Basilica di San Pietro, arrivando a confidare a un suo compagno di viaggio che gli sarebbe piaciuto che l'Arcivescovo di Mosca servisse messa in una chiesa così. Quando nel 1796 divenne lo zar Paolo I fu solo una questione di tempo e nel 1801 diede incarico all'architetto russo Andrey Voronikhin di costruire un nuovo edificio religioso per ospitare la sacra icona, ma a San Pietroburgo e non a Mosca. L'idea di costruire una replica di una chiesa cattolica trovò una forte opposizione nel clero ortodosso, ma la corte dello zar – anche nell'auspicio di una riunificazione tra le due diverse ramificazioni del Cristianesimo - supportò il progetto in Stile Impero. Secondo alcuni storici, Paolo I intendeva far erigere un'altra chiesa simile sul lato opposto della Prospettiva Nevskji, secondo altri voleva far erigere un secondo colonnato, sul lato opposto del corpo centrale, ma non c'erano i fondi necessari. Nel 1801 iniziarono i lavori, sotto la supervisione di Alexander Stroganov, capo della commissione e uomo di fiducia di Paolo I, che vennero portati a termine in 10 anni.
Passarono appena un paio d'anni che la Russia venne invasa dall'esercito di Napoleone Bonaparte e il comandante dell'esercito russo, Mikhail Kutuzov, venne qui a rivolgere le sue preghiere alla sacra icona. Forse il merito andava dato più che altro al famoso “generale Inverno” ma la cattedrale perse parte del suo ruolo prettamente religioso: venne scelta come luogo in cui celebrare la cacciata dell'esercito del piccolo Corso, e in seguito le altre vittorie della Russia, diventando una specie di memoriale alle vittorie militari, al punto che divenne perfino luogo di trattati di pace. Kutuzov morì poco dopo, nel 1813, e venne sepolto in questa chiesa e ricordato da una statua di bronzo e da versi di Pushkin, stesso destino riservato più tardi a importanti figure militari come Barclay de Tolly, autore di tattiche che fiaccarono l'esercito di Napoleone ma costretto a lasciare il comando prima di essere riabilitato dallo zar. Nel 1815, di rientro dalla controffensiva in Europa, nella sacrestia della cattedrale vennero raccolte le bandiere tolte ai nemici vinti e le chiavi delle città conquistate, che all'inizio del XX secolo vennero trasferite al Museo Storico Statale di Mosca. Fin dalla sua costruzione era stata la chiesa più grande della città, titolo che perse nel 1858 dopo l'erezione della Chiesa di Sant'Isacco: da questa data divenne la chiesa della Famiglia Reale, quella dove venivano celebrati gli eventi più importanti riguardante i Romanov e la corte.
Il ruolo simbolico svolto da questa chiesa, non solo nella religione ma anche nella vita politica, è testimoniato anche dal fatto che fu qui che, il 18 dicembre 1876, si tenne la prima manifestazione dell'Unione Settentrionale degli Operai Russi, dove per la prima volta apparve una bandiera rossa con la scritta Terra e Libertà. Il seme piantato in quell'occasione germinò e diede origine alla Rivoluzione Russa del 1917, l'inizio del periodo più nero nella storia dell'edificio. Dapprima i Bolscevichi giustiziarono il decano Ornatsky e i suoi due figli, poi confiscarono tutti gli oggetti di valore, prima di chiudere la chiesa al culto nel 1929 e, tre anni più tardi, destinarla a Museo di Storia delle Religioni e dell'Ateismo, di fatto un'opera di propaganda anti-religiosa. Le icone e le ricchezze contenute nella sacrestia vennero distribuite in vari musei, solo gli oggetti che non si poteva asportare vennero lasciati in loco. La grandiosa iconostasi fatta costruire da Konstantin Thon, per quale vennero utilizzati ben 1638 kg d'argento, in parte donati dai Cosacchi del Don che avevano recuperato parte dell'argento rubato dall'esercito di Napoleone dalle chiese di Mosca, venne fusa nel 1922. La croce venne sostituita da una guglia, perfino la tomba di Kutuzov venne profanata. Dopo la caduta dell'Impero Sovietico, fu qui si videro i primi segni di ripresa del culto cristiano: il 4 novembre 1990 si tenne la prima liturgia e per Natale venne officiato un requiem sulla tomba del Generale Kutuzov. Nel 1991 l'utilizzo della cattedrale venne accordato con le autorità del Museo. Nel 1994 la croce venne restaurata, il 29 marzo 1998, venne di nuovo consacrata, l'anno seguente si raggiunse l'accordo che il Museo avrebbe dovuto trovarsi altra sede entro il 2001 e nel 2000 ritornò all'antico ruolo di Cattedrale.
La cattedrale, lunga 72 metri, larga 57 e alta 71 fino alla punta della croce sulla cupola, è una smaccata imitazione della Basilica di San Pietro, soprattutto nel vasto colonnato emiciclico composto da due ali unite da una galleria sormontata da un frontone triangolare sostenuto da 20 colonne, per un totale di 144 colonne corinzie. A dir la verità, più che la grandiosità della maggiore chiesa romana, l'edificio religioso sembra più ricordare le massicce architetture sovietiche. A differenza del colonnato del Bernini, quello della Cattedrale di Kazan rimane più aperto nonché connesso all'edificio principale. Anche lo spazio antistante è sfruttato diversamente, e al posto della piazza vi è un grande prato con una fontana. La facciata monumentale è rivolta verso la Prospettiva Nevskji, anche se l'entrata principale è laterale. Sopra tutto si erge una grande ma raffinata cupola, caratterizzata da un tamburo tagliato da finestre e decorato con pilastri. Altri elementi mirabili degli esterni sono la porta settentrionale in bronzo, copia esatta della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze realizzata da Lorenzo Ghiberti, una raffinata inferriata che separa la cattedrale da una piazzetta e numerose statue in bronzo che ben si sposano con il colonnato.
L'interno è a croce latina, per la (poca) gioia degli ortodossi dell'epoca, e suddiviso in tre navate divise da 56 coppie di colonne corinzie di granito rosa proveniente dall'Istmo Careliano, del peso di circa 30 tonnellate l'una e quasi 11 metri di altezza, che rievocano quelle esterne. La navata principale ha la volta a botte, le laterali il soffitto a cassettoni e il pavimento è composto di diversi marmi, sempre di origine careliana. Gli spaziosi interni, privi di panche, ridondano di decorazioni dorate e ospitando numerosi capolavori d'arte e icone. Fra questi ricordiamo i due bassorilievi “La Via al Calvario” e “L'Arresto di Cristo nel Giardino del Getsemani”, il presbiterio, il santuario, la Porta dei Diaconi, una panca in marmo finemente lavorata e destinata alla Famiglia Reale e tante icone di meravigliosa fattura.
Secondo la leggenda, l'icona originale di Nostra Signora di Kazan fu trovata nel 1579 da una bambina di 10 anni, a cui in sogno la Vergine rivelò dove era stata nascosta dai Cristiani quando la città omonima, molti km a est di Mosca, venne invasa dai musulmani. Venerata per secoli come vera protettrice della famiglia Romanov, dapprima era riverita solo nella città d'origine, poi il suo culto si diffuse in tutta la Russia, al punto che il giorno del suo ritrovamento, l'8 luglio, è tutt'ora la più sentita festività ortodossa. Nel 1904 l'originale fu rubata dal monastero di Kazan e non se ne seppe più nulla, probabilmente venne distrutta. L'icona che si trova nella Cattedrale di San Pietroburgo è la copia che Pietro il Grande ordinò all'inizio del Settecento.
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