Il Palazzo dell'Ammiragliato a San Pietroburgo e il Giardino Alexandrovsky
Il Palazzo dell'Ammiragliato costruito sulle rive del fiume Neva è uno dei simboli di San Pietroburgo, il secondo edificio eretto da Pietro il Grande. Da visitare anche i grandi giardini.
Il Palazzo dell'Ammiragliato è un edificio in stile Impero situato in pieno centro a San Pietroburgo, tra le due piazze più belle della città, Piazza del Palazzo e Piazza dei Decabristi, e davanti al Giardino dell’Ammiragliato, dove convergono le tre grandi arterie del centro: la Prospettiva Nevskij, la via Gorokhovaya e la prospettiva Voznesenskiy.
San Pietroburgo è stata creata di sana pianta, agli inizi del Settecento, in una zona paludosa e pressoché disabitata, per volere dello Zar Pietro il Grande che voleva dare alla Russia una capitale degna di rivaleggiare in eleganza e raffinatezza con le sede delle corti più influenti d’Europa dell’epoca, come Versailles e Londra.
L’anno di nascita della città è ritenuto il 1703, anno in cui l’Imperatore di tutte le Russie diede inizio ai lavori della Fortezza dei Santi di Pietro e Paolo, mentre la costruzione del Palazzo dell’Ammiragliato appena un anno dopo, a riprova del fatto che fu concepito fin da subito come uno dei vertici del triangolo costituito assieme al porto. Il Palazzo venne volutamente costruito a portata dei cannoni della Fortezza allo scopo di poterlo distruggere nel caso in cui fosse stato conquistato dal nemico.
La storia della costruzione di questo edificio è lunga più di un secolo. La prima versione, come successe per quasi tutti gli edifici dell’epoca, era in legno. Nel 1730, su progetto di Ivan Korobov, il palazzo venne costruito in pietra e al centro del fronte venne costruita una torre in cima alla quale venne posta la guglia che sarebbe poi diventata uno dei simboli cittadini.
Tra gli utilizzi ai quali era adibito vi era quello di difesa del delta del fiume Neva ma soprattutto quello di cantiere navale, in rispetto al forte desiderio di Pietro il Grande di dotare l’Impero di una flotta militare degna, nonostante all’epoca avesse un solo porto sul Baltico. Le prime navi della flotta baltica della Russia vennero costruite qui, approfittando di un bacino appositamente realizzato, e grazie a quelle lo zar poté muovere guerra contro la Svezia, che all’epoca faceva il bello e il cattivo tempo nel Mar Baltico. I cantieri impiegavano circa 10.000 uomini e Pietro il Grande, appassionato di carpenteria e lui stesso un disegnatore di navi, lo si vedeva spesso nei cantieri.
Dopo numerose e non sempre felici correzioni apportate all’edificio originario, durante il regno di Alessandro I, si decise di dare una struttura più solida e un aspetto più adeguato all’edificio, pur mantenendo le stesse dimensioni di base. Il progetto venne affidato ad Andrejan Zacharov, un valente architetto locale formatosi anche a Parigi, considerato già allora uno dei massimi esponenti dello stile Impero, la corrente del Neoclassicismo sorta nel 1804 per celebrare l’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte. La costruzione richiese quasi un ventennio, dal 1806 al 1823, e Zakharov, morto nel 1811, non fece in tempo a vedere il Palazzo realizzato.
Dall’edificio continuarono a uscire navi da guerra per quasi 140 anni, fino a quando i cantieri vennero chiusi nel 1844, dopo aver realizzato 262 vascelli militari, e il bacino di carenaggio riempito per far spazio alla costruzione di nuovi edifici. Il palazzo fu sede della Marina della Russia, dei Quartieri Generali Navali, del Museo della Marina fino alla rivoluzione bolscevica del 1917. Dal 1925 ora ospita il Collegio Navale Superiore Dzerzhinsky e il Museo Navale è stato spostato in quella che era la Borsa. Durante l’assedio nazista della città durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio venne ripetutamente colpito dall’artiglieria tedesca,
L'edificio, a forma di U con le due ali rivolte verso la Neva, nonostante un fronte largo ben 400 metri, risulta inaspettatamente armonico, a riprova della ben appresa lezione sulle proporzioni su vasta scala dell’ideatore. Ad alleggerire l’insieme sicuramente concorre la guglia dorata visibile da tutta la città, la cui vetta raggiunge i 72,5 metri. In cima vi è una banderuola che raffigura la korablik, una specie di caravella simile a quella personale di Pietro il Grande, la cui immagine veniva tracciata sui tronchi degli alberi destinati ad essere tagliati per costruire le navi da guerra. Il celebre scrittore Vladimir Nabokov, nativo di San Pietroburgo e noto ai più per lo scabroso Lolita, nel 1993 scrisse un racconto dal titolo La Guglia dell’Ammiragliato.
La gigantesca struttura è ingentilita anche da una serie di portici dodecastili di colonne bianche. Sulla torre centrale vi sono 28 statue che rappresentano, con figure umane, le Quattro Stagioni, i Quattro Elementi, i Quattro Venti principali e Urania, la musa dell’astronomia. A un livello inferiore vi sono statue di grandi condottieri quali Alessandro Magno, Pirro, Aiace e Achille. In origine le statue erano molto più numerose ma nel 1860 il clero convinse Alessandro II a distruggere le “statue pagane” che ora mancano. Sulla facciata principale vi è un altorilievo, alto 22 metri, in cui il dio del mare Nettuno consegna il suo tridente a Pietro il Grande, a riprova del ruolo centrale voluto dallo zar per la Marina.
Di fronte ai lati meridionali e occidentali dell’edificio sorge il Giardino dell’Ammiragliato (o Giardino Alexandrovsky), uno spazio verde disegnato dall’Italiano Luigi Rusca, dotato di fontane, statue ma soprattutto molti alberi che fanno da cornice a belle passeggiate, come ricorda anche Puhskin in un suo romanzo. Il Palazzo dà anche il nome, Admiralteiskaja, alla stazione della metropolitana della città russa, aperta nel 2011.
San Pietroburgo è stata creata di sana pianta, agli inizi del Settecento, in una zona paludosa e pressoché disabitata, per volere dello Zar Pietro il Grande che voleva dare alla Russia una capitale degna di rivaleggiare in eleganza e raffinatezza con le sede delle corti più influenti d’Europa dell’epoca, come Versailles e Londra.
L’anno di nascita della città è ritenuto il 1703, anno in cui l’Imperatore di tutte le Russie diede inizio ai lavori della Fortezza dei Santi di Pietro e Paolo, mentre la costruzione del Palazzo dell’Ammiragliato appena un anno dopo, a riprova del fatto che fu concepito fin da subito come uno dei vertici del triangolo costituito assieme al porto. Il Palazzo venne volutamente costruito a portata dei cannoni della Fortezza allo scopo di poterlo distruggere nel caso in cui fosse stato conquistato dal nemico.
La storia della costruzione di questo edificio è lunga più di un secolo. La prima versione, come successe per quasi tutti gli edifici dell’epoca, era in legno. Nel 1730, su progetto di Ivan Korobov, il palazzo venne costruito in pietra e al centro del fronte venne costruita una torre in cima alla quale venne posta la guglia che sarebbe poi diventata uno dei simboli cittadini.
Tra gli utilizzi ai quali era adibito vi era quello di difesa del delta del fiume Neva ma soprattutto quello di cantiere navale, in rispetto al forte desiderio di Pietro il Grande di dotare l’Impero di una flotta militare degna, nonostante all’epoca avesse un solo porto sul Baltico. Le prime navi della flotta baltica della Russia vennero costruite qui, approfittando di un bacino appositamente realizzato, e grazie a quelle lo zar poté muovere guerra contro la Svezia, che all’epoca faceva il bello e il cattivo tempo nel Mar Baltico. I cantieri impiegavano circa 10.000 uomini e Pietro il Grande, appassionato di carpenteria e lui stesso un disegnatore di navi, lo si vedeva spesso nei cantieri.
Dopo numerose e non sempre felici correzioni apportate all’edificio originario, durante il regno di Alessandro I, si decise di dare una struttura più solida e un aspetto più adeguato all’edificio, pur mantenendo le stesse dimensioni di base. Il progetto venne affidato ad Andrejan Zacharov, un valente architetto locale formatosi anche a Parigi, considerato già allora uno dei massimi esponenti dello stile Impero, la corrente del Neoclassicismo sorta nel 1804 per celebrare l’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte. La costruzione richiese quasi un ventennio, dal 1806 al 1823, e Zakharov, morto nel 1811, non fece in tempo a vedere il Palazzo realizzato.
Dall’edificio continuarono a uscire navi da guerra per quasi 140 anni, fino a quando i cantieri vennero chiusi nel 1844, dopo aver realizzato 262 vascelli militari, e il bacino di carenaggio riempito per far spazio alla costruzione di nuovi edifici. Il palazzo fu sede della Marina della Russia, dei Quartieri Generali Navali, del Museo della Marina fino alla rivoluzione bolscevica del 1917. Dal 1925 ora ospita il Collegio Navale Superiore Dzerzhinsky e il Museo Navale è stato spostato in quella che era la Borsa. Durante l’assedio nazista della città durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio venne ripetutamente colpito dall’artiglieria tedesca,
L'edificio, a forma di U con le due ali rivolte verso la Neva, nonostante un fronte largo ben 400 metri, risulta inaspettatamente armonico, a riprova della ben appresa lezione sulle proporzioni su vasta scala dell’ideatore. Ad alleggerire l’insieme sicuramente concorre la guglia dorata visibile da tutta la città, la cui vetta raggiunge i 72,5 metri. In cima vi è una banderuola che raffigura la korablik, una specie di caravella simile a quella personale di Pietro il Grande, la cui immagine veniva tracciata sui tronchi degli alberi destinati ad essere tagliati per costruire le navi da guerra. Il celebre scrittore Vladimir Nabokov, nativo di San Pietroburgo e noto ai più per lo scabroso Lolita, nel 1993 scrisse un racconto dal titolo La Guglia dell’Ammiragliato.
La gigantesca struttura è ingentilita anche da una serie di portici dodecastili di colonne bianche. Sulla torre centrale vi sono 28 statue che rappresentano, con figure umane, le Quattro Stagioni, i Quattro Elementi, i Quattro Venti principali e Urania, la musa dell’astronomia. A un livello inferiore vi sono statue di grandi condottieri quali Alessandro Magno, Pirro, Aiace e Achille. In origine le statue erano molto più numerose ma nel 1860 il clero convinse Alessandro II a distruggere le “statue pagane” che ora mancano. Sulla facciata principale vi è un altorilievo, alto 22 metri, in cui il dio del mare Nettuno consegna il suo tridente a Pietro il Grande, a riprova del ruolo centrale voluto dallo zar per la Marina.
Di fronte ai lati meridionali e occidentali dell’edificio sorge il Giardino dell’Ammiragliato (o Giardino Alexandrovsky), uno spazio verde disegnato dall’Italiano Luigi Rusca, dotato di fontane, statue ma soprattutto molti alberi che fanno da cornice a belle passeggiate, come ricorda anche Puhskin in un suo romanzo. Il Palazzo dà anche il nome, Admiralteiskaja, alla stazione della metropolitana della città russa, aperta nel 2011.
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