Villa della Regina a Torino: la storia, le architetture ed il grande parco
La storia della Villa della Regina di Torino attraversa il periodo Sabaudo fino alla seconda guerra mondiale, per arrivare al restauto auutale che l'ha portata agli antichi fausti nel 2007. Da visitare il parco, la grande fontana e i ricchi interni.
Caleidoscopio di monumenti, edifici ammantati di trascendenza e statue dal magnetismo storico unico, Torino spicca in Piemonte quale città emblema del passato potere sabaudo e, per tale motivo, le sono concesse qualche vanità e leggera tracotanza nell’atto di mostrarsi ai turisti.
Il centro urbano brulica di quotidianità e frenetica attitudine alla corsa, mentre in collina i ritmi s’acquietano al cospetto di bellezze architettoniche rinverdite dal tempo: fra queste s’erge grandiosa la Villa della Regina, tenuta seicentesca voluta dal principe d’Oneglia Maurizio di Savoia – secondogenito del duca Vittorio Emanuele I - e passata alla consorte Ludovica (nipote tredicenne sposata quand’egli aveva ben 59 anni) prima di essere abitata nei secoli dalle varie sovrane. Già annoverata fra le Residenze sabaude in Piemonte, dal 1997 la Villa è stata a ragione inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
La sua progettazione come residenza di campagna risale all’ormai lontano 1615, eseguita meticolosamente da Ascanio Vitozzi e la cui realizzazione venne però affidata (a seguito di dipartita dello stesso Vitozzi) agli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte. Con la morte di Ludovica nel 1692, il complesso venne acquisito da altre vezzose regnanti: Anna Maria di Orléans vi soggiornò a lungo educando tra quelle lussuose mura le figlie Maria Adelaide e Maria Gabriella (rispettivamente futura delfina di Francia e regina di Spagna), e i maschi Vittorio Amedeo Filippo (principe di Piemonte) e Carlo Emanuele (duca d’Aosta).
Con l’avvento dei Francesi, la Villa della Regina accolse anche Napoleone Bonaparte nel 1805; nel 1869 dismise la veste di proprietà privata reale, venendo progressivamente spogliata anche dei pregiati arredi che ne abbellivano i locali, uno fra tutti la stupenda libreria dell’ebanista Pietro Piffetti.
Con l’affievolirsi dell’interesse regio, la residenza conobbe un periodo di depauperante degrado, specialmente nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando venne seriamente molestata dai bombardamenti alleati e in seguito infestata lungo tutto il perimetro da erbacce rigogliose e imbruttenti.
Nel 1994 ecco la svolta da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, ente che si incaricò della disinfestazione a preludio di un accurato restauro durato fino al 2007, anno della sospirata riapertura al pubblico. L’intervento complessivo permise il risveglio delle vigne del giardino, sicché il primo sussulto si ebbe con la vendemmia di Freisa, la prima dell’era contemporanea.
Oggi la Villa della Regina sprizza splendore da tutti i pori, raggiungibile seguendo la strada che parte dalla Gran Madre di Dio in direzione est (presenti numerose indicazioni), fino al Parco cittadino di Villa Genero. Coronata da un retrostante giardino all’italiana ad anfiteatro su 3 livelli delimitati da siepi di bosso e marcati da un’esedra che cinge una marmorea vasca quadrilobata, la residenza accoglie i visitatori con sguardo ammiccante, scorgibile sin dal viale d’accesso che conduce dapprima all’antistante piazza-terrazza ellittica, costituita da una doppia scala con sontuosa fontana centrale di 20 metri di diametro che si fregia di un imperioso Nettuno in marmo in compagnia di altre 11 statue di divinità fluviali.
E’ solo l’inizio di una scenografia monumentale rappresentata da un piazzale rettangolare contraddistinto da un emissario scalone a tenaglia e la Vasca della Sirena, contenente una statua della mitica creatura marina. La facciata centrale della Villa è un autentico spettacolo che vanta un tetto coronato da una balaustra a forma di U con 6 enormi statue e cela tutta la parte retrospettiva che può sfoggiare – oltre alle su elencate meraviglie – la Grotta del Re Selvaggio, parallelepipedo tripartito e decorato da specchiature unite a pietre policrome, il Belvedere superiore, la Fontana del Mascherone, la Cascatella della Naiade e il Padiglione dei Solinghi.
Tanto bello è l’esterno quanto sfarzoso è l’interno, un tessuto di sale affrescate e decorate con quadri di Crosato, Seiter e Giaquinto, ivi compresi i quattro Gabinetti Cinesi in legno laccato e dorato.
Villa della Regina
Indirizzo: Strada Santa Margherita, 79 - Torino
Come prenotare: chiamare il numero 011/8194484 o mandare mail a pm-pie.villadellaregina@beniculturali.it
Quando: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17)
Modalità di visita: prenotazione obbligatoria senza il vincolo del gruppo
Tempo di visita: ca. 1 ora
Costo del biglietto: Intero 5,00 Euro
Ridotto 2,50 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Gratuito per: i minori di 18 anni; docenti e studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari dell’Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card; personale MiBACT; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale; persone con disabilità e relativi accompagnatori.
Ingresso gratuito la prima domenica del mese.
Gli orari sono i seguenti: estivo (dal 1 marzo al 30 novembre) dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso 16.00)
Orario invernale (dal 1 dicembre al 28 febbraio) dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso 15.00)
Sito ufficiale: www.polomusealepiemonte.beniculturali.it
Il centro urbano brulica di quotidianità e frenetica attitudine alla corsa, mentre in collina i ritmi s’acquietano al cospetto di bellezze architettoniche rinverdite dal tempo: fra queste s’erge grandiosa la Villa della Regina, tenuta seicentesca voluta dal principe d’Oneglia Maurizio di Savoia – secondogenito del duca Vittorio Emanuele I - e passata alla consorte Ludovica (nipote tredicenne sposata quand’egli aveva ben 59 anni) prima di essere abitata nei secoli dalle varie sovrane. Già annoverata fra le Residenze sabaude in Piemonte, dal 1997 la Villa è stata a ragione inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
La sua progettazione come residenza di campagna risale all’ormai lontano 1615, eseguita meticolosamente da Ascanio Vitozzi e la cui realizzazione venne però affidata (a seguito di dipartita dello stesso Vitozzi) agli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte. Con la morte di Ludovica nel 1692, il complesso venne acquisito da altre vezzose regnanti: Anna Maria di Orléans vi soggiornò a lungo educando tra quelle lussuose mura le figlie Maria Adelaide e Maria Gabriella (rispettivamente futura delfina di Francia e regina di Spagna), e i maschi Vittorio Amedeo Filippo (principe di Piemonte) e Carlo Emanuele (duca d’Aosta).
Con l’avvento dei Francesi, la Villa della Regina accolse anche Napoleone Bonaparte nel 1805; nel 1869 dismise la veste di proprietà privata reale, venendo progressivamente spogliata anche dei pregiati arredi che ne abbellivano i locali, uno fra tutti la stupenda libreria dell’ebanista Pietro Piffetti.
Con l’affievolirsi dell’interesse regio, la residenza conobbe un periodo di depauperante degrado, specialmente nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando venne seriamente molestata dai bombardamenti alleati e in seguito infestata lungo tutto il perimetro da erbacce rigogliose e imbruttenti.
Nel 1994 ecco la svolta da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, ente che si incaricò della disinfestazione a preludio di un accurato restauro durato fino al 2007, anno della sospirata riapertura al pubblico. L’intervento complessivo permise il risveglio delle vigne del giardino, sicché il primo sussulto si ebbe con la vendemmia di Freisa, la prima dell’era contemporanea.
Oggi la Villa della Regina sprizza splendore da tutti i pori, raggiungibile seguendo la strada che parte dalla Gran Madre di Dio in direzione est (presenti numerose indicazioni), fino al Parco cittadino di Villa Genero. Coronata da un retrostante giardino all’italiana ad anfiteatro su 3 livelli delimitati da siepi di bosso e marcati da un’esedra che cinge una marmorea vasca quadrilobata, la residenza accoglie i visitatori con sguardo ammiccante, scorgibile sin dal viale d’accesso che conduce dapprima all’antistante piazza-terrazza ellittica, costituita da una doppia scala con sontuosa fontana centrale di 20 metri di diametro che si fregia di un imperioso Nettuno in marmo in compagnia di altre 11 statue di divinità fluviali.
E’ solo l’inizio di una scenografia monumentale rappresentata da un piazzale rettangolare contraddistinto da un emissario scalone a tenaglia e la Vasca della Sirena, contenente una statua della mitica creatura marina. La facciata centrale della Villa è un autentico spettacolo che vanta un tetto coronato da una balaustra a forma di U con 6 enormi statue e cela tutta la parte retrospettiva che può sfoggiare – oltre alle su elencate meraviglie – la Grotta del Re Selvaggio, parallelepipedo tripartito e decorato da specchiature unite a pietre policrome, il Belvedere superiore, la Fontana del Mascherone, la Cascatella della Naiade e il Padiglione dei Solinghi.
Tanto bello è l’esterno quanto sfarzoso è l’interno, un tessuto di sale affrescate e decorate con quadri di Crosato, Seiter e Giaquinto, ivi compresi i quattro Gabinetti Cinesi in legno laccato e dorato.
Villa della Regina
Indirizzo: Strada Santa Margherita, 79 - Torino
Come prenotare: chiamare il numero 011/8194484 o mandare mail a pm-pie.villadellaregina@beniculturali.it
Quando: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17)
Modalità di visita: prenotazione obbligatoria senza il vincolo del gruppo
Tempo di visita: ca. 1 ora
Costo del biglietto: Intero 5,00 Euro
Ridotto 2,50 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Gratuito per: i minori di 18 anni; docenti e studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari dell’Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card; personale MiBACT; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale; persone con disabilità e relativi accompagnatori.
Ingresso gratuito la prima domenica del mese.
Gli orari sono i seguenti: estivo (dal 1 marzo al 30 novembre) dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso 16.00)
Orario invernale (dal 1 dicembre al 28 febbraio) dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso 15.00)
Sito ufficiale: www.polomusealepiemonte.beniculturali.it