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Il Valentino a Torino, passeggiata nel parco del Castello, sulle rive del Po

Il Castello ed il Parco del Valentino sono una classica visita del centro di Torino, e si trovano lungo le placide rive del fiume Po. Il castello è del 17° secolo mentre il Borgo Medievale venne costruito per l'Expo del 1884.

Chi ha letto “Torino è casa mia” di Giuseppe Culicchia, interessante scritto che sta a metà strada fra la guida turistica e il romanzo di viaggio che accompagna alla scoperta del capoluogo piemontese, sa che l’antica Augusta Taurinorum descritta dall’autore, come ogni casa che si rispetti, ha un ingresso, una cucina, un bagno, un salotto, un ripostiglio e un terrazzo. E se i maestosi palazzi a portici di Piazza San Carlo sono il salotto bene di Torino e il mercato di Porta Palazzo, con i suoi colori e profumi, rappresenta la cucina di questa città multietnica, il Parco del Valentino ne è da sempre lo splendido terrazzo arboreo.

“Uno specie di inno ai prati e alle piante. Tanto grande da poterci andare in bicicletta o in skateboard. O a giocare a freesbe. O ad allenarsi per una maratona. Si chiama Parco del Valentino e sta in riva al Po”.

Così conosciuto da essere diventato, al pari stesso della Mole Antonelliana, simbolo della città, “el Valentin” come lo chiamano gli abitanti in dialetto piemontese, è il parco pubblico più antico di Torino e con i suoi oltre 400 mila metri quadrati di estensione, pur non essendo la più grande area verde del capoluogo (primato che spetta al parco della Pellerina che è anche il parco urbano più grande d’Italia con oltre 800 mila metri quadrati), è uno dei più apprezzati d’Italia dai turisti.

Poco distante dal centro (circa 1 km dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova), il Valentino si affaccia lungo la sponda sinistra del fiume Po fra corso Vittorio Emanuele II° e corso Dante dove troneggiano i ponti Umberto I° e Isabella.

L’immenso patrimonio arboreo e l’avifauna che vi sono ospitati si intrecciano talmente alla perfezione a piste ciclabili e percorsi sportivi da rendere quest’area verde uno dei luoghi imperdibili quando si è alla scoperta di Torino.

Progettato dal francese Jean Pierre Barillet Deschamps su di un’area ancora più ampia degli attuali 45 ettari alla metà degli anni Sessanta del 1800, le origini del Valentino risalgono a epoche ben più remote. Sin dal Medioevo infatti per indicare quest’area si utilizzava proprio il toponimo Valentino, forse di derivazione latina “vallantinum” a significare piccola valle. Dal 600 il nome venne poi scelto per indicare il castello dei Savoia e l’area limitrofa così tanto suggestivi da meritare il titolo di Patrimonio Mondiale Unesco in quanto una delle residenze reali del casato sabaudo.

Dopo l’abbattimento della mura della città voluto da Napoleone alla metà dell’Ottocento, Torino inizia una vera e propria fase di espansione urbanistica dove l’idea di verde pubblico assume le connotazioni più moderne. Da qui si pensa all’area del Valentino come scenario per uno spazio che riprenda le caratteristiche dei parchi all’inglese con viali alberati e zone boschive a cui si aggiungono anche un lago – successivamente prosciugato per far spazio d’inverno ad una pista di pattinaggio – e un galoppatoio.

Non ancora completato il parco del Valentino diventa già prestigiosa sede per esposizioni di livello nazionale e internazionale prima di attestarsi attorno al 1911 alle attuali dimensioni. E’ il 1961 quando la città ospita proprio nel suo “terrazzo” le importanti manifestazioni organizzate per festeggiare i cento anni dell’Unità d’Italia che portano anche alla realizzazione di una nuova area con aiuole e ruscelli e uno splendido roseto ampliato trent’anni più tardi in occasione della mostra floreale Flor 92.

Oltre al famoso Borgo Medievale (pittoresco complesso di case medievali e castelli realizzati per l’Esposizione Internazionale del 1884), il Parco del Valentino ospita l’orto botanico, considerato uno dei più importanti centri di studio di tutt’Italia con un erbario che conta 700 mila esemplari: ampliato a fine 1800 con l’arboreto, vanta una ricca collezione di riviste e una biblioteca altrettanto pregiata con 500 mila volumi.

Ci sono poi Villa Glicini, che è sede del club di scherma di Torino fondato nel 1879 e dove 35 anni prima nacque anche la Società Ginnasta Italiana, e il complesso Torino Esposizioni che ha ospitato eventi importanti come il salone internazionale dell’automobile sino al 1990: quest’ultimo comprende anche il teatro nuovo e il palazzo del ghiaccio. E ancora la palazzina della società promotrice delle belle arti nata nel 1842 e dove oggi si svolgono esposizioni artistiche temporanee.

Fra le altre opere artistiche spiccano la fontana del Ceppi del 1898 con una grande vasca in stile rococò; l’arco del Valentino (o dell’Artigliere), soprannominato anche arco di trionfo, eretto nel 1930 in onore dell’arma dell’artiglieria e collocato all’inizio di corso Vittorio Emanuele II° (ponte Umberto I°); la statua equestre a Amedeo I°; il busto dedicato all’inventore della nitroglicerina Ascanio Sombrero e quelli in onore del politico Cesare Battisti e del poeta Nino Costa.

Ma la costruzione per eccellenza del parco del Valentino è il suo castello che deve la sua struttura attuale ad una Madama Reale, Maria Cristina di Borbone, giovane sposa di Vittorio Amedeo I° di Savoia, che lo ricevette in dono dal padre Carlo Emanuele I°. Le 4 torri angolari che racchiudono l’edificio a forma di ferro di cavallo con una grande corte e il pavimento in marmo ricordano proprio quello stile della Francia che la principessa guardò con entusiasmo e interesse. Trent’anni di lavori fra il 1633 e il 1660, voluti e affidati da Maria Cristina a Carlo e Amedeo di Castellamonte, si conclusero con un’opera artistica di grande pregio tanto che la principessa continuò a soggiornare in quella dimora dove si era stabilita dal 1630 circondata da stucchi e affreschi. Il palazzo si presenta con due facciate diverse: quella principale verso Torino che ricorda appunto lo stile francese e barocco delle costruzioni italiane e quella sul fronte del fiume Po che è invece in cotto. Due scaloni portano al primo piano dove spiccano il Salone Centrale e la Sala della Caccia con affreschi tutt’ora originari. Il pavimento in ciottolato chiaro e scuro del cortile esterno conserva anch’esso le decorazioni di un tempo.

Nel XIX° secolo il castello subì alcuni rimaneggiamenti sino ad essere depredato degli antichi arredi da parte dei soldati di Napoleone. Nel 1860 venne scelto per ospitare la sede di Ingegneria (facoltà di Architettura) e proprio l’abbandono del castello rappresentò per assurdo le sue fortune visto che il disinteresse all’edificio ha permesso ad affreschi e decorazioni di rimanere quelli originali del 600.

Del bel parco del Valentino parlano pagine di romanzi e guide turistiche ma anche famose canzoni popolari che ne rievocano da sempre il fascino. Qualcuno fa risalire il nome direttamente a San Valentino perché le reliquie del santo, dal 1700, sono conservate in una teca nella vicina chiesa di San Vito, sulle colline che si affacciano sulla città. Altri sostengono che un tempo nella zona fluviale del Po, proprio dove sorge questo terrazzo arboreo, il 14 Febbraio di ogni anno si svolgesse una festa danzante dove ogni dama chiamava il proprio cavaliere con il nome di Valentino. Che la versione sia l’una o l’altra oppure un’altra ancora, questo parco richiama antichi ricordi di passeggiate e incontri romantici. Come recita Piemontesina bella: “….ricordi quelle sere passate al Valentino, col biondo studentino, che ti stringeva sul cuor….”.

Si può accedere al parco dagli ingressi in Corso Vittorio Emanuele II° e Massimo D’Azeglio, Via Francesco Petrarca e Corso Federico Sclopis.

 Pubblicato da il 19/05/2014 - 29.764 letture - ® Riproduzione vietata

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