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Weekend a Grado alla scoperta della sua storia, laguna e gastronomia (4 pagine)

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Arrivo a Grado la cittą lagunare del Friuli

Venerdì sera usciamo dalla A4 e passando da Palmanova, singolare città-fortezza friulana a pianta di stella, attraversiamo Aquileia , Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Forse Il più importante sito archeologico del nord Italia assieme a Ravenna . Alle spalle una storia da grande protagonista come capitale della decima regione augustea dell’impero romano ed in seguito come metropoli cristiana. Siamo diretti verso quello che era lo sbocco sul mare del suo importante porto fluviale, punto cruciale dei rapporti commerciali con l’oriente e successivo rifugio e sede dei patriarchi in fuga dalle orde barbariche.

Ad un certo punto il paesaggio muta. Per diversi chilometri percorriamo una striscia d’asfalto immersa in un nulla accecante. Che è terra, è acqua, è cielo. E’ tutto assieme, sciolto in mille tenui sfumature che cullano il sole al tramonto. E’ l’ultima propaggine che separa il Friuli dall’isola di Grado, circondata da una laguna d’oro che brilla malinconica commossa dal ricordo di imbarcazioni onorarie romane, fulgide navi patriarcali e sprezzanti batele di rudi pescatori che solcano le sue acque.

Grado. Ci sorprende fiera ed altezzosa. Sontuosi palazzi e dimore principesche sorgono da eleganti viali alberati.
Una volta passati oneri ed onori patriarcali alla Serenissima, nel 1797 Grado entrò a far parte dell’impero austro-ungarico. Nel 1892, con l’inaugurazione della prima azienda balneare asburgica, l’esclusiva isola divenne meta elitaria per la villeggiatura dell’aristocrazia mitteleuropea e pioniera del turismo nell’alto adriatico. Alle spalle di una maestosa piazza animata da singolari fontane sferiche si staglia verso la spiaggia lo sfarzoso profilo del complesso di ville realizzate nel 1900 dai baroni Bianchi quale raffinata struttura ricettiva.
Alberghi come le Ville Bianchi, che ci ospitano durante il nostro soggiorno a Grado, hanno accolto in passato personalità quali Sigmund Froid e Luigi Pirandello.

Moderne comodità necessarie ad un lussuoso agio non contaminano la sobria ricercatezza di un garbo che profuma di Belle Époque. Una tonificante doccia al bagno di fieno, offertaci dall’azienda Farmaderbe di Udine, che sapientemente miscela le antiche tradizioni carniche alle moderne scienze erboristiche, ci distende i muscoli intorpiditi dal lungo viaggio in auto. Dopo un’ottima cena usciamo per una piacevole passeggiata lungo la scogliera alle spalle dell’albergo. Una lunga diga, costruita agli inizi del Novecento, protegge l’isola dalle bizzarrie del mare che stasera riflette calmo la luce bianca della Luna. Concludiamo la serata, affacciati al balcone dell’albergo e coccolati dall’infrangersi delle onde sulla vicina battigia, sorseggiando una profumata grappa locale della Distilleria Aquileia.

 Pubblicato da il 31/04/2012 - 15.902 letture - ® Riproduzione vietata

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