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Weekend a Grado alla scoperta della sua storia, laguna e gastronomia (4 pagine)

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Tour della laguna di Grado, la Riserva Valle Cavenata e Grado Vecchia

Il sabato mattina, svegliati dalle grida dei gabbiani, consumiamo un’abbondante colazione in compagnia degli equipaggi della “Regata dei Momuli” che si svolge a Grado ogni settembre. Incontriamo poi Stefano e Marzia dell’AIPEM di Udine che ci accompagneranno durante la visita organizzata dall’Ufficio Stampa del Comune di Grado per promuovere, attraverso i nuovi strumenti sociali del web, i 120 anni di tradizione turistica della laguna.
La prima cosa da conoscere per capire un luogo è il suo territorio. E la laguna di Grado offre la pista ciclabile più lunga d’Europa per ammirare l’incredibile varietà di contesti naturalistici che possiede e che sono oggi salvaguardati dalle riserve naturali della Valle Cavanata e della Foce dell’Isonzo.

Andrea, appassionato custode e curatore della Valle Cavanata, ci illustra come i suggestivi scenari che questa riserva naturale presenta siano stati tutelati contro le minacce della bonifica e della speculazione urbanistica. Ci mostra paesaggi che sono quadri impressionisti dipinti con plastiche pennellate verdi, azzurre, lilla e grigie. Che nulla hanno di clamoroso o eccezionale, se non quella magia in grado di ammaliare lo spettatore disarmandolo di fronte alla vera essenza di una bellezza primordiale. Di fronte alla magistrale capacità della natura, e di pochi grandi artisti, di esprimere in modo così semplice e potente un concetto estremamente profondo e complesso. Incuriositi da un raro svasso rosso che fa pesca d’immersione, dal volo elegante degli aironi e dai colori sgargianti di un martin pescatore, ci lasciamo incantare dal fascino irreale della laguna.

La riserva della Foce dell’Isonzo si estende negli ultimi 15km di corso dell’omonimo fiume ed offre la possibilità di escursioni cavalcando stupendi cavalli Camargue, peraltro introdotti e visibili all’interno del parco anche allo stato brado.
L’acqua è di nuovo protagonista nella seguente visita al prestigioso stabilimento termale marino del complesso “GIT Grado Impianti Turistici”. Gli ottimi risultati ottenuti da talassoterapia e sabbiature nella cura di patologie artro-reumatiche e dermatologiche è dovuta alla particolare condizione che si crea per mezzo di correnti presenti al largo della costa di Grado, dove l’acqua salata e la sabbia necessarie ai trattamenti vengono prelevate. All’interno dello stabilimento sono presenti efficienti aree benessere e piscine d’acqua marina, mentre all’esterno è possibile passeggiare riparati dai raggi solari all’ombra del “Parco delle Rose”. Completano la dotazione un parco termale acquatico con piscine ed un’ampia ed esclusiva spiaggia recintata con ingresso a pagamento (2€) che garantisce il massimo in termini di pulizia, sicurezza e servizi.

Grado dispone inoltre di altre spiagge attrezzate per le differenti esigenze dei propri clienti: intrattenimento per i più piccoli, oasi tranquille per le famiglie, impianti sportivi per gli appassionati, aree per gli amici a quattro zampe e locali esclusivi per aperitivi alla moda. I soffici arenili dorati dell’Isola del Sole affondano gradualmente nelle acque cristalline del golfo ed essendo provvidenzialmente rivolti a mezzogiorno sono costantemente riscaldati dai raggi solari. Da ben 22 anni il FEE conferisce a Grado la Bandiera Blu per merito dell’elevato livello ricettivo e della qualità ambientale che la contraddistingue. Terminato di apprezzare le peculiarità naturalistiche e quelle introdotte dall’uomo, ci imbarchiamo dal caratteristico porto novecentesco alla scoperta di ciò che la loro fusione ha prodotto.

Un mosaico di circa trenta isole compone la laguna di Grado. La tradizione marinara delle sue genti, spesso offuscata dai fasti passati, è sopravvissuta ai secoli. Le caratteristiche abitazioni dei pescatori, i “casoni” costruiti in fango, legno e canne palustri, sono stati ora ristrutturati e convertiti in case-vacanza eco-compatibili. E’ così nato il progetto “Laguna d’oro”(0431 81911), il primo “Albergo Diffuso” in ambiente lagunare d’Europa. Qui il turista può dedicarsi a diverse attività come la pesca o l’esplorazione delle valli a bordo delle classiche barche a fondo piatto ed abbandonarsi alla contemplazione di luoghi in continua metamorfosi, dove le maree giocano mescolando continuamente le carte di terra ed acqua confondendo la vista e la mente.

Sostiamo per il pranzo sull’Isola di Anfora, ospiti della famiglia Tognon che ci illustra la preparazione dell’antico piatto tipico locale: il “Boreto a la Graisana “. Una sorta di zuppa ristretta di pescato abbondantemente pepata ed accompagnata da polenta bianca che in passato era cucinata dai pescatori con gli avanzi non venduti. La trattoria “Ai Ciodi”, nata dalla riqualificazione dei vecchi capanni, offre anche diverse camere per il pernottamento ed è raggiungibile tramite i taxi o la motonave “Cristina”.

Questi luoghi di indiscutibile bellezza hanno in passato ispirato Pier Paolo Pasolini che ha qui girato con Maria Callas alcune scene del film “Medea”. La visita vicino a Porto Buso del casone dove per anni ha soggiornato il grande regista, oggi sede dell’associazione “Graisani de palù” che tramanda le antiche tradizioni lagunari, è vivacizzata dai canti dialettali e dai brindisi dei soci riuniti per l’annuale incontro.
Salutata quella conviviale atmosfera raggiungiamo a Ghebo Vacche l’albergo diffuso di proprietà di un ex generale dell’aeronautica ormai in pensione. Gianni ci offre un bicchiere di grappa locale all’assenzio marino, il “Santonego”, e tra divertenti aneddoti ci mostra l’arredo rustico del singolare casone soppalcato che ha allestito per ospitare i turisti.

Al rientro al porto di Grado Marzia e Stefano ci presentano Roberta Bressan, titolare dello “Studio Servizi Turistici” locale(0431 876069) e preparatissima guida innamorata del suo lavoro e della storia antica. Rapiti dalla sua avvincente narrazione ci facciamo accompagnare nella visita del centro storico di Grado: “Gravo Vecio”. All’interno del perimetro di quello che era il “Castrum”, il castello romano, troviamo un seducente intrico di vecchie viuzze lastricate e piazzette piene di vita, invitanti osterie ed antichi palazzi. Si respira un’atmosfera veneziana che profuma di una miscela di romano, bizantino, medievale ed altre misteriose essenze.

Magnifiche tracce del suo grandioso passato sono le due bellissime basiliche paleocristiane del VI secolo. Il complesso di Sant’Eufemia, antica cattedrale del patriarca ricca di mosaici, affiancata da un battistero del V secolo, da sarcofagi romani e dal campanile medievale sul quale svetta il simbolo della città, l”Anzolo” San Michele. E la suggestiva basilica di Santa Maria delle Grazie con la sue curiose proporzioni quadrate, il bellissimo abside esterno, l’eterogeneo colonnato ed il grande altare. Ampio risalto è stato infine dato agli scavi archeologici della più antica Basilica della Corte. La cena è una sontuosa rivisitazione, in chiave moderna e minimalista, della tradizionale cucina gradese abbinata agli ottimi Collio e Refosco locali dal celebre chef Günther Piccolruaz della rinomata “Antica Trattoria Alla Fortuna”.

 Pubblicato da il 31/03/2012 - 15.789 letture - ® Riproduzione vietata

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