Garnish Island (Ilnacullin), l'isola irlandese e il suo giardino botanico
Garnish Island, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Garnish Island dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
L’erica e le ginestre mosse dal vento sono come anemoni colorati in un mare scuro: sono scure le rocce dure intorno, ed è spesso plumbeo anche il cielo dell’Irlanda, che volentieri si carica di nuvoloni gonfi di pioggia. Il fascino di Ilnacullin, piccola isola irlandese della Contea di Cork, da sempre si nasconde nella luce argentea dell’aria, e nella sublime costa sferzata dal vento salato: eppure oggi, dopo le trasformazioni di inizio Novecento, questo scoglio abbracciato dalle onde è ancora più incantevole e sorprendente.
I locali la conoscono come Garnish Island, ma il Servizio per i Parchi Nazionali e i Monumenti l’ha soprannominata Ilnacullin per differenziarla da un’omonima isola nella Contea di Kerry. La “nostra” terra in mezzo al mare è incastonata nel piccolo porto di Glengarriff, che fa parte della Bantry Bay, ed è divenuta una popolare meta turistica grazie agli splendidi giardini che all’inizio del XX secolo hanno trasformato uno scoglio arido in un gioiello variopinto di fiori e piante esotiche.
In origine Ilnacullin, letteralmente “l’isola di agrifoglio”, era una piccola piattaforma rocciosa che affiorava dalle acque agitate del golfo, arida e selvaggia, impreziosita dai ciuffi ribelli di erica e di ginestra: a darle un aspetto più addomesticato c’era una sola traccia umana, l’impettita torre Martello. Ma nel 1910 l’isola passò dal Ministero della Difesa nelle mani di John Annan Bryce, uomo d’affari di Belfast, e di sua moglie. I coniugi, dopo aver acquistato il loro personale rifugio d’amore, decisero di trasformarlo in un piccolo paradiso commissionando all’architetto e orticoltore inglese Harold Peto il progetto di un grande giardino. Tra il 1911 e il 1914 più di cento lavoranti furono impegnati a smuovere il suolo, eliminare rocce, seminare piante e coltivare alberi, disegnando un elegante dedalo di sentieri e costruendo una cinta muraria degna di un giardino spettacolare. Vennero costruite una slanciata torre dell’orologio e soprattutto un magnifico giardino all’italiana, con tanto di piscina, una piccola casa e un padiglione.
Peto aveva optato per un’architettura di stampo rinascimentale, in stile tipicamente italiano, ma riadattandola alle linee pittoresche dei giardini. Il risultato fu molto apprezzato, e dopo un primo periodo di assestamento, in cui i forti venti della zona danneggiarono irrimediabilmente le piante più delicate, il giardino nel 1928 venne affidato alle cure di un giardiniere scozzese, Murdo Mackenzie, che seppe mantenerlo con dedizione e ingegno. Mackenzie dotò il sito di un efficace frangivento, rappresentato dalle imponenti piante di pino, e appena poté si dedicò al “restauro” della collezione di piante rare. In seguito, nel 1953, l’isola passò dalle mani della famiglia Bryce all’Ufficio dei Lavori Pubblici, ma Mackenzie rimase all’opera sino al 1971, e ancora oggi si possono ammirare i risultati del suo meticoloso lavoro nei giardini di Ilnacullin.
Oggi i visitatori raggiungono Ilnacullin in barca, approdando sulla costa settentrionale dell’isola. Da qui ci si incammina verso i giardini all’italiana, lungo un sentiero che si snoda tra incredibili esemplari di alberi e piante: un’altissima mimosa pendula australiana, un crinodendro con i suoi fiori violacei disposti a grappolo e un affascinante Abutilon con una cascata di fiori rosso-fragola. E ancora leggiadri arbusti provenienti dalla Cina, magnolie profumate, camelie e conifere che sanno di resina fresca.
Improvvisamente si arriva alla cosiddetta Casita, con il suo pergolato di glicine, uno splendido edificio di pietra che in passato ospitava la collezione di dipinti raccolti negli anni da Bryce. Un rifugio ameno, incorniciato da un giardino formale e curato con padiglione e piscina, che negli anni è apparso tra le immagini di calendari, cartoline e scatole di cioccolatini. Intorno alla piscina c’è uno schieramento di graziosi bonsai in vaso, e tutt’intorno alla casa prosperano i rododendri, le camelie, il mirto e le rose.
Dalla Casita comincia il sentiero che si dirige a sud, ed è qui che si concentrano le piante esotiche più particolari, con infiorescenze coloratissime e frutti dagli aromi sconosciuti. Aiuole geometriche e perfette si alternano a zone più selvagge, dove le radici nodose si avvinghiano alla roccia nuda con forza, benché nulla sia veramente lasciato al caso. Affacciato sul mare c’è un tempietto di stile greco, senza tetto, sormontato da una bella terrazza panoramica, mentre poco più in là scintilla uno stagno circondato dalle canne di bamboo.
Una rampa di gradini e in un baleno si arriva al cospetto della Torre Martello, eretta nel 1805 nel punto più elevato di Ilnacullin Island, da cui si assapora una mgnifica vista su tutti i giardini e sulla costa. Da qui un sentiero in discesa scivola fino a un orto cinto da mura, con una piccola architettura nell’angolo, e prosegue tra la macchia, le piante rampicanti e qualche rovina romana.
Dal giardino murato si arriva alla vecchia zona dei campi da tennis, con piante ornamentali tra cui le magnolie, i rododendri e le camelie, dove si estende un ampio prato verde che concede un po’ di riposo agli occhi ed è perfetto per un po’ di relax sull’erba. Non essendoci case da tè sull’isola ci si può equipaggiare con un cestino da pic nic, per banchettare all’ombra di un albero inspirando a fondo la brezza salata. L’unico neo di Ilnacullin è rappresentato dal prezzo elevato delle barche necessarie a raggiungere l’isola, mentre il biglietto di ingresso ai giardini è davvero modesto, specialmente se si considera la bellezza inimitabile di questi luoghi, visitati ogni anno da migliaia di turisti e celebrati da programmi televisivi e articoli di riviste specializzate.
Le compagnie di traghetti di cui ci si può servire per arrivare a Ilnacullin sono numerose, partono da Glengarrif e generalmente offrono anche un tour nella vicina colonia di foche. La traversata via mare è particolarmente affascinante, poiché offre un panorama inusuale di Glenngarriff e della sua penisola.
Per raggiungere Glengarriff ci si può servire degli autobus che ogni giorno partono da Bantry, mentre chi usa la propria auto potrà viaggiare sulla N71 da Bantry e Killarney, e sulla N22, la R584 e la N71 venendo da Cork.
La bellezza dei giardini e la buona riuscita delle vacanze sull’isola dipendono anche dal clima della zona, estremamente mite e gradevole, addolcito dall’influsso benefico del mare. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno infatti da una minima di 3°C a una massima di 8°C, mentre in luglio e agosto vanno da una minima di 11°C a una massima di 19°C. Le precipitazioni sono sempre abbastanza diffuse ma si concentrano soprattutto in inverno: il mese più piovoso, con una media di 16 giorni di maltempo, è gennaio.
I locali la conoscono come Garnish Island, ma il Servizio per i Parchi Nazionali e i Monumenti l’ha soprannominata Ilnacullin per differenziarla da un’omonima isola nella Contea di Kerry. La “nostra” terra in mezzo al mare è incastonata nel piccolo porto di Glengarriff, che fa parte della Bantry Bay, ed è divenuta una popolare meta turistica grazie agli splendidi giardini che all’inizio del XX secolo hanno trasformato uno scoglio arido in un gioiello variopinto di fiori e piante esotiche.
In origine Ilnacullin, letteralmente “l’isola di agrifoglio”, era una piccola piattaforma rocciosa che affiorava dalle acque agitate del golfo, arida e selvaggia, impreziosita dai ciuffi ribelli di erica e di ginestra: a darle un aspetto più addomesticato c’era una sola traccia umana, l’impettita torre Martello. Ma nel 1910 l’isola passò dal Ministero della Difesa nelle mani di John Annan Bryce, uomo d’affari di Belfast, e di sua moglie. I coniugi, dopo aver acquistato il loro personale rifugio d’amore, decisero di trasformarlo in un piccolo paradiso commissionando all’architetto e orticoltore inglese Harold Peto il progetto di un grande giardino. Tra il 1911 e il 1914 più di cento lavoranti furono impegnati a smuovere il suolo, eliminare rocce, seminare piante e coltivare alberi, disegnando un elegante dedalo di sentieri e costruendo una cinta muraria degna di un giardino spettacolare. Vennero costruite una slanciata torre dell’orologio e soprattutto un magnifico giardino all’italiana, con tanto di piscina, una piccola casa e un padiglione.
Peto aveva optato per un’architettura di stampo rinascimentale, in stile tipicamente italiano, ma riadattandola alle linee pittoresche dei giardini. Il risultato fu molto apprezzato, e dopo un primo periodo di assestamento, in cui i forti venti della zona danneggiarono irrimediabilmente le piante più delicate, il giardino nel 1928 venne affidato alle cure di un giardiniere scozzese, Murdo Mackenzie, che seppe mantenerlo con dedizione e ingegno. Mackenzie dotò il sito di un efficace frangivento, rappresentato dalle imponenti piante di pino, e appena poté si dedicò al “restauro” della collezione di piante rare. In seguito, nel 1953, l’isola passò dalle mani della famiglia Bryce all’Ufficio dei Lavori Pubblici, ma Mackenzie rimase all’opera sino al 1971, e ancora oggi si possono ammirare i risultati del suo meticoloso lavoro nei giardini di Ilnacullin.
Oggi i visitatori raggiungono Ilnacullin in barca, approdando sulla costa settentrionale dell’isola. Da qui ci si incammina verso i giardini all’italiana, lungo un sentiero che si snoda tra incredibili esemplari di alberi e piante: un’altissima mimosa pendula australiana, un crinodendro con i suoi fiori violacei disposti a grappolo e un affascinante Abutilon con una cascata di fiori rosso-fragola. E ancora leggiadri arbusti provenienti dalla Cina, magnolie profumate, camelie e conifere che sanno di resina fresca.
Improvvisamente si arriva alla cosiddetta Casita, con il suo pergolato di glicine, uno splendido edificio di pietra che in passato ospitava la collezione di dipinti raccolti negli anni da Bryce. Un rifugio ameno, incorniciato da un giardino formale e curato con padiglione e piscina, che negli anni è apparso tra le immagini di calendari, cartoline e scatole di cioccolatini. Intorno alla piscina c’è uno schieramento di graziosi bonsai in vaso, e tutt’intorno alla casa prosperano i rododendri, le camelie, il mirto e le rose.
Dalla Casita comincia il sentiero che si dirige a sud, ed è qui che si concentrano le piante esotiche più particolari, con infiorescenze coloratissime e frutti dagli aromi sconosciuti. Aiuole geometriche e perfette si alternano a zone più selvagge, dove le radici nodose si avvinghiano alla roccia nuda con forza, benché nulla sia veramente lasciato al caso. Affacciato sul mare c’è un tempietto di stile greco, senza tetto, sormontato da una bella terrazza panoramica, mentre poco più in là scintilla uno stagno circondato dalle canne di bamboo.
Una rampa di gradini e in un baleno si arriva al cospetto della Torre Martello, eretta nel 1805 nel punto più elevato di Ilnacullin Island, da cui si assapora una mgnifica vista su tutti i giardini e sulla costa. Da qui un sentiero in discesa scivola fino a un orto cinto da mura, con una piccola architettura nell’angolo, e prosegue tra la macchia, le piante rampicanti e qualche rovina romana.
Dal giardino murato si arriva alla vecchia zona dei campi da tennis, con piante ornamentali tra cui le magnolie, i rododendri e le camelie, dove si estende un ampio prato verde che concede un po’ di riposo agli occhi ed è perfetto per un po’ di relax sull’erba. Non essendoci case da tè sull’isola ci si può equipaggiare con un cestino da pic nic, per banchettare all’ombra di un albero inspirando a fondo la brezza salata. L’unico neo di Ilnacullin è rappresentato dal prezzo elevato delle barche necessarie a raggiungere l’isola, mentre il biglietto di ingresso ai giardini è davvero modesto, specialmente se si considera la bellezza inimitabile di questi luoghi, visitati ogni anno da migliaia di turisti e celebrati da programmi televisivi e articoli di riviste specializzate.
Le compagnie di traghetti di cui ci si può servire per arrivare a Ilnacullin sono numerose, partono da Glengarrif e generalmente offrono anche un tour nella vicina colonia di foche. La traversata via mare è particolarmente affascinante, poiché offre un panorama inusuale di Glenngarriff e della sua penisola.
Per raggiungere Glengarriff ci si può servire degli autobus che ogni giorno partono da Bantry, mentre chi usa la propria auto potrà viaggiare sulla N71 da Bantry e Killarney, e sulla N22, la R584 e la N71 venendo da Cork.
La bellezza dei giardini e la buona riuscita delle vacanze sull’isola dipendono anche dal clima della zona, estremamente mite e gradevole, addolcito dall’influsso benefico del mare. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno infatti da una minima di 3°C a una massima di 8°C, mentre in luglio e agosto vanno da una minima di 11°C a una massima di 19°C. Le precipitazioni sono sempre abbastanza diffuse ma si concentrano soprattutto in inverno: il mese più piovoso, con una media di 16 giorni di maltempo, è gennaio.
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