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Fabriano (Marche): Museo della Carta e visita della cittą

Fabriano, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Fabriano dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

55° nella classifica dei comuni più estesi d’Italia, Fabriano è principalmente conosciuto per la produzione di carta, portata avanti ormai da secoli dalle Cartiere Miliani Fabriano (lo stabilimento è stato fondato ufficialmente nel 1782 ma la tradizione della cellulosa prosegue fin dal lontano 1264), ch’è tuttavia soltanto un tassello di un più vasto mosaico rappresentato da un articolato polo industriale in cui prendono posto numerose altre industrie come la Indesit Company, l’Ariston Thermo Group e la Faber, eccellenze nel campo degli elettrodomestici.

Per questo e altri motivi, Fabriano è iscritta nella lista UNESCO delle Città creative dal 2013, precisamente nella categoria “Artigianato, arti e tradizioni popolari”.

Storia

Protetta dai monti dell’Appennino umbro-marchigiano (composto da vette che superano agilmente i 1.700 m di altezza), questa bella località in provincia di Ancona ha origine molto antiche che risalgono fino alla Preistoria, quando era ovviamente solo un insediamento destinato, però, a evolversi velocemente specialmente durante l’epopea romana, cui si rifà il toponimo Faberius, antesignano nome da cui scaturisce l’odierno “Fabriano”.

Medioevo e Rinascimento segnarono lo slancio economico contraddistinto dal fiorire di plurime botteghe tra le quali si distinsero indubbiamente le fabbrerie, seguite da lanerie, concerie e calzolai preliminari all’apoteosi dell’arte della carta, in particolar modo quella filigranata, che conferì prestigio all’intero nucleo abitato, preso sotto l’ala della famiglia Chiavelli così da favorire uno sviluppo a tutti i livelli, cultura compresa, sintomi di una prosperità presto divenuta inarrestabile nonostante il famigerato secolo buio (il Seicento) e i diversi passaggi di proprietà dagli Sforza ai Governatori prelati fino alla bellica tirannia austriaca, preliminare all’Unità d’Italia, foriera di armonia, equilibrio e sicurezza cittadina.

Cosa vedere a Fabriano

La cavalcata emancipante di Fabriano è arrivata a tradursi in una dissemina architettonica che non si è fatta mancare nulla, accentuando la propensione a rinforzare sia i corredi sacri che quelli civici, due facce cangianti di una stessa elegante medaglia. Nonostante le due terribili scosse di terremoto del settembre 1997, nessun edificio ha ceduto e, sebbene abbiano abbisognato di lunghi restauri, oggi sono ancora qui a sorridere al turismo accorso per sincerarsi che nulla sia cambiato.

E’ infatti ancora in piedi, più in salute di prima, la seicentesca Cattedrale di San Venanzio, culla museale che raccoglie preziosi affreschi e dipinti, su tutti le Storie della Croce realizzate da Giovanni di Corraduccio e Storie della Passione di Orazio Gentileschi.

Museo della Carta

Su resti trecenteschi s’erge il Convento di San Domenico, dove ha sede il Museo della Carta e della Filigrana, nel quale abili mastri cartai illustrano le varie fasi occorrenti per la filiera produttiva della carta secondo tecniche rimaste immutate nel tempo dal Medioevo a oggi.

Il sacro agglomerato annovera la sua punta di diamante ch’è la Chiesa di Santa Lucia Novella, ricettacolo di splendide cappelle gotiche, eleganti chiostri quattrocenteschi e sontuose decorazioni di cui sono autori principali Allegretto Nuzi e Antonio da Fabriano.

L’arte è un’attrattiva componente volta a far capolino in altre austere strutture religiose, ad esempio la Chiesa del Sacro Cuore d’imprinting rococò e la Chiesa di San Filippo, emblematica poiché recante tele seicentesche attribuite a Sebastiano Conca, Giovanni Marchesi e Giuseppe Malatesta entro un ambiente di mura erette nel Trecento. Abbonda l’Oratorio della Carità con il pregevole ciclo affrescato delle Opere di Misericordia spirituale e corporale di Filippo Bellini.

Un saggio d’abbaziale concezione lo offre la Chiesa dei Santi Biagio e Romualdo, risalente al Duecento e ancella del tocco benedettino, custode nella cripta del sarcofago marmoreo in cui sono contenute le reliquie di San Romualdo. L’elenco, molto lungo, insiste sul luoghi di culto, la duecentesca Chiesa di Sant’Agostino con l’omonimo portale, la Collegiata di San Niccolò, ancora più vecchia, la Chiesa di San Benedetto con gli ammirevoli stalli lignei del coro, infine l’Oratorio del Gonfalone e la Chiesa di Santa Maria Maddalena.

Il lato B (ma non per importanza) del disco architettonico riserva le altre chicche che sono di altra matrice, quella civile, di cui si fa leader il Palazzo del Podestà, eretto nel 1255 nella Piazza del Comune: costruito in pietra bianca di Vallemontagnana, presenta un pezzo forte di assoluto pregio, l’arcone affrescato con scene di gesta guerresche accostate alla ruota della fortuna.

A pochi passi s’innalza la Fontana Sturinalto, ispirata alla Fontana Maggiore di Perugia. Il Palazzo del Comune datato 1350 ca. sfoggia un lapidarium secondo comunque alla coreografica messa in mostra del Loggiato di San Francesco, composto da 19 arcate e fra le mete preferite dei turisti, che possono integrare le loro peregrinazioni cittadine approfondendo ogni aspetto tramite la fruizione di musei molto stimolanti.

Il già citato Museo della Carta e della Filigrana non ha certamente il monopolio, viaggiando sostanzialmente in parallelo con il Museo “Civiltà della Scrittura” (focalizzato sulla Stampa Tipografica e Litografica), il Museo del Pianoforte storico e del Suono (entro il Complesso Monumentale di San Benedetto), il Museo dei Mestieri in Bicicletta e, ancora, la Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli” (dedicata al compianto storico dell’arte), il Museo Farmacia Mazzolini Giuseppucci (allestito in uno degli esercizi storici più rilevanti d’Italia dove si è in parte fatta la storia della scienza), l’immancabile Museo della Civiltà Contadina, il Museo del Presepe (ospita i manufatti frutto di 25 anni di lavoro dell’artista Fabrizio Ciccolini) e il Grande Museo del Cinema (unico nel suo genere in Europa).

A proposito della Settima Arte, a più riprese Fabriano si è prestata ad accogliere produzioni cine-televisive di spessore, basti pensare al cult L’assassino ha riservato nove poltrone girato nel 1974 all’interno dell’ottocentesco Teatro Gentile (considerato uno dei teatri più risonanti della regione Marche, perfetto nel design, ancor più nell’acustica ritenuta eccellente), alla serie televisiva Un dottore quasi perfetto e alla fiction Che Dio ci aiuti (3a e 4a serie).

Molti visitatori che si sono avvicendati nell’esplorazione di Fabriano hanno avuto modo di esportare la propria curiosità anche nell’hinterland, brulicante di rigogliosi boschi, nella fattispecie il Bosco di Frasassi, presidio WWF nonché sito d’interesse comunitario. Inevitabile imbattersi nell’area archeologica di Attidium, ricca di sepolture e vestigia attinenti l’antica cittadina romana riferibile al II secolo a.C.

Eventi e manifestazioni a Fabriano

I grandi eventi da non perdere a Fabriano sono, in ordine cronologico, la Fiera di San Filippo a fine maggio e il Palio di San Giovanni Battista a metà giugno. Quest’ultimo appuntamento, a differenza di quanto si potrebbe immaginare da un Palio, esclude le corse di ronzini preferendo una sfida molto più inusuale, quella del Maglio, i cui contendenti sono 4 fabbri rappresentanti altrettanti quartieri, intenti a forgiare una chiave in grado di azionare il meccanismo preposto all’innalzamento del Gonfalone. Naturalmente la grande festa conta rievocazioni, il Corteo Storico, i Giochi Popolari, il Torneo degli Arcieri, le infiorate e persino il novello Palio dei Monelli per bambini.

I prodotti tipici di Fabriano

Nel corso di queste sovraelencate manifestazioni irrompe la consuetudine enogastronomica, bagaglio di squisitezze che affondano salde radici nel passato, in cui Fabriano è in qualche modo sempre stata protagonista con la preparazione dell’ottimo salame di maiale, del Ciauscolo (salame spalmabile tipico) e della Coppa di Testa per quanto riguarda gli insaccati, del prelibato Formaggio di Fossa per quanto attiene l’ambito lattiero-caseario.

La viticoltura dilagante serba risultati che danno soddisfazione e indicano pregiati nettari tra i quali si distinguono apprezzabili il Verdicchio di Matelica, il Visner, il Rosso Piceno e il Vino Novello. Anche i dolci fioccano e noi ne citiamo fondamentalmente due, ovverosia la Frustenga e la Crescia fojata, le cui ricette sono create da connubi armoniosi di ingredienti genuini.

Come arrivare

In auto da Ancona si deve percorrere l’Autostrada A14 in direzione Roma con uscita Ancona nord, oppure Superstrada SS 76 con uscita Fabriano est; la stazione ferroviaria di Fabriano si trova lungo la linea Ancona-Roma; i bus di linea sono gestiti dalla Atma; l’aeroporto di riferimento è il “Raffaello Sanzio” di Ancona.

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