Foggia (Puglia): la Cattedrale e la visita alla cittą sul Tavoliere
Foggia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Foggia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Con i suoi quasi 152.000 abitanti, Foggia è la terza città più popolosa della Puglia e fra i più importanti capisaldi urbani della regione, operoso centro industriale, commerciale e agricolo (grazie alla strategica collocazione nella fertile pianura del Tavoliere delle Puglie, chiamato anche Il granaio d’Italia), sede universitaria autonoma e scrigno traboccante di eccezionali monumenti ed edifici architettonici assolutamente pregevoli. Per tutti questi motivi e tanti altri, la città è certamente da inserire fra le tappe di un ipotetico tour delle meraviglie d’Italia. La storia della Nazione e, nello specifico, del Mezzogiorno è passata anche da qui, da Foggia.
Il terremoto del 1456 ridusse in ginocchio la città, fortemente danneggiata, ma questa seppe in breve tempo rialzarsi tanto da trovare la forza per partecipare attivamente al conflitto fra Spagnoli e Francesi, sostenere una guerra civile indotta dai moti popolari partenopei e affrontare la peste che flagellò il Seicento. Con l’avvento dei Borboni, la situazione economica migliorò notevolmente sia dal punto di vista commerciale che da quello agricolo, inoltre venne incrementata la ricchezza architettonica e aumentata la rilevanza politica al punto che Foggia poté infine divenire capoluogo di provincia nel corso dell’Ottocento, secolo di fermenti rivoluzionari e dell’Unità d’Italia, dalla quale la città pugliese trasse il massimo giovamento. La popolazione dovette attendere il 1924 per avere l’acqua nelle proprie case grazie alla costruzione dell’acquedotto cittadino. Patì i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma seppe reagire opportunamente, diede una grossa mano logistica agli Alleati e infine venne insignita della Medaglia d’oro al Valor civile e militare, un riconoscimento che ancora oggi rende orgogliosi tutti i suoi abitanti.
Preminente in termini di storia, prestigio ed estetica è la Chiesa delle Croci, dichiarata monumento nazionale e un tempo meta di pellegrinaggio, frequentata dai lavoratori della terra e dalla povera gente vessata dai provvedimenti aragonesi legati principalmente alla Dogana delle pecore. La sua costruzione risale al 1693, innescata dall’opera del frate cappuccino Antonio da Olivadi, il quale avviò una lunga processione al termine della quale piovve, un autentico miracolo che contrastò la siccità di allora e indusse lo stesso frate a piantare lungo il percorso sette croci in legno. Da qui il nome "Chiesa delle Croci".
Per visitare opportunamente le succitate due magnifiche chiese occorrerebbe una giornata intera, ma se avete tempo e desiderate proseguire nell’esplorazione dei luoghi di culto state tranquilli: la città presenta nel suo territorio un parterre di ben 51 chiese e fra queste si segnalano – oltre alle già citate e descritte – la Chiesa di San Tommaso, la Chiesa della Beata Maria Vergine Madre di Dio Incoronata e, infine, la Chiesa di San Giovanni Battista.
La Reggia Federiciana fa da capofila a una lunga serie di dimore signorili, in prevalenza palazzi sommamente eleganti che abbelliscono tutto il centro urbano fino quasi a esondare di vasto splendore. Palazzo Buongiorno, ad esempio, è del XVIII secolo ed è fra i più famosi, seguito da Palazzo del Vento che si colloca in una delle arterie viarie della città, Via Arpi, e Palazzo Siniscalco-Ceci, ottocentesca dimora ottimamente conservata. Stupisce proprio il grado di conservazione di edifici e monumenti, molto alto. Anche in questo caso gli esempi architettonici superano di gran lunga per numero le dita di una mano, ecco spiegato il perché quando si arriva a Foggia, si rimane subito colti da un senso di smarrimento, sì piacevole ma pur sempre smarrimento. Quel che colpisce è altresì il caleidoscopio di stili che pervadono il modus operandi costruttivo, non ascrivibile a un’unica condotta. Il Palazzo dell’acquedotto (uno fra i tanti che si possono chiamare in causa), differisce completamente dai percorsi barocco, romanico o rococò poiché in sintesi palesa chiari elementi che lo riconducono al Liberty più accentuato.
Da non dimenticare ovviamente Palazzo Dogana, che da fine Quattrocento ospitò per molti anni la Regia Dogana delle pecore di Foggia, dichiarato dall’UNESCO Monumento e Sito messaggero di una Cultura di Pace. La Villa Comunale risulta emblematica non tanto per il suo erigersi quanto per il Parco Karol Wojtyla che la circonda, il cui ingresso è scandito dalla presenza di un pronao composto da 28 colonne tuscaniche e progettato nel 1820 da Luigi Oberty. Il Parco Naturale Regionale Bosco dell’Incoronata è di altro genere, si mostra come area naturale protetta e si trova nei pressi di Borgo Incoronata includendo entro il suo perimetro il Santuario della Madonna Incoronata.
Foggia è poi famosa per i suoi teatri: se ne contano almeno diciotto ma nessuno riesce a porsi alla stessa altezza del Teatro Umberto Giordano, neoclassico gioiello ottocentesco che ha avuto molti nomi (su tutti Real Teatro Ferdinando e Teatro Dauno) e molte performance ospitate, tra le quali quella del dicembre 2014 in occasione della riapertura che vide esibirsi niente meno che l’orchestra diretta dal perfezionista Riccardo Muti.
Il tessuto urbano si organizza e divincola intorno a piazze ariose, suggestive e spazialmente appaganti: abbiamo un valido esempio con Piazzale Italia, ma per ricchezza vanno oltre Piazza Umberto Giordano costellata di numerose statue bronzee e Piazza Cavour, che invece sfoggia la scenografica Fontana del Sele. Buona parte di strade, piazze e vie fanno da scenario per la processione che onora la Festa patronale della Madonna dei Sette Veli, di scena il 22 marzo di ogni anno. Meno religiose ma pragmaticamente incisive in ambito cittadino sono la Fiera di Santa Caterina, la Fiera Internazionale dell’Agricoltura e la Fiera Campionaria Nazionale d’Ottobre.
Storia
La sua fondazione risale al 1050 per mano del normanno Roberto il Guiscardo, sicché due secoli dopo Federico II di Svevia dotò il già estesissimo borgo di un proprio castello, poi scomparso. I Normanni si resero fautori di una grande bonifica del territorio, ma in verità furono i Dauni per primi a insediarsi nell’area, come testimoniano le cosiddette stele daunie, enormi pietre stilizzate perseguendo antropomorfe sagome e poste in prossimità di luoghi di sepoltura. Fatto sta che ai fondatori normanni succedettero gli Aragonesi, ricordati per l’imposizione della “dogana delle pecore”, che comportò uno svilimento del lavoro contadino e l’abbandono di molti campi per via dell’impoverimento della classe la cui sussistenza dipendeva proprio dalla terra.Il terremoto del 1456 ridusse in ginocchio la città, fortemente danneggiata, ma questa seppe in breve tempo rialzarsi tanto da trovare la forza per partecipare attivamente al conflitto fra Spagnoli e Francesi, sostenere una guerra civile indotta dai moti popolari partenopei e affrontare la peste che flagellò il Seicento. Con l’avvento dei Borboni, la situazione economica migliorò notevolmente sia dal punto di vista commerciale che da quello agricolo, inoltre venne incrementata la ricchezza architettonica e aumentata la rilevanza politica al punto che Foggia poté infine divenire capoluogo di provincia nel corso dell’Ottocento, secolo di fermenti rivoluzionari e dell’Unità d’Italia, dalla quale la città pugliese trasse il massimo giovamento. La popolazione dovette attendere il 1924 per avere l’acqua nelle proprie case grazie alla costruzione dell’acquedotto cittadino. Patì i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma seppe reagire opportunamente, diede una grossa mano logistica agli Alleati e infine venne insignita della Medaglia d’oro al Valor civile e militare, un riconoscimento che ancora oggi rende orgogliosi tutti i suoi abitanti.
Cosa vedere a Foggia
In visita per le strade del centro storico, il turista non sa davvero dove guardare, dato che ovunque si aprono orizzonti culturali eccezionali che propongono palazzi e chiese estremamente interessanti per la loro storia e la personalissima progettualità. Decana dell’abitato – un tempo segnato dalla protezione di vecchie mura intervallate da cinque ingressi, di cui sopravvive solo Porta Arpana (conosciuta anche come I Tre Archi) - risulta essere la Cattedrale della Beata Maria Vergine Assunta in Cielo, costruita nel 1170 ottemperando ai canoni dello stile romanico pugliese d’influenza marcatamente pisana, uno stile poi alterato da parziali rifacimenti barocchi e ampliamenti rococò. Al suo cospetto si notano subito il ricco portale di San Martino, i cornicioni scolpiti in facciata e il magnifico campanile lapideo che ne fiancheggia il frontone principale. All’interno impera con risolutezza il settecentesco altare maggiore in marmi policromi, superato in bellezza e raffinatezza solo dalla Cappella dell’Iconavetere, ovvero della Madonna dei Sette Veli apparsa a Foggia nel 1731.Preminente in termini di storia, prestigio ed estetica è la Chiesa delle Croci, dichiarata monumento nazionale e un tempo meta di pellegrinaggio, frequentata dai lavoratori della terra e dalla povera gente vessata dai provvedimenti aragonesi legati principalmente alla Dogana delle pecore. La sua costruzione risale al 1693, innescata dall’opera del frate cappuccino Antonio da Olivadi, il quale avviò una lunga processione al termine della quale piovve, un autentico miracolo che contrastò la siccità di allora e indusse lo stesso frate a piantare lungo il percorso sette croci in legno. Da qui il nome "Chiesa delle Croci".
Per visitare opportunamente le succitate due magnifiche chiese occorrerebbe una giornata intera, ma se avete tempo e desiderate proseguire nell’esplorazione dei luoghi di culto state tranquilli: la città presenta nel suo territorio un parterre di ben 51 chiese e fra queste si segnalano – oltre alle già citate e descritte – la Chiesa di San Tommaso, la Chiesa della Beata Maria Vergine Madre di Dio Incoronata e, infine, la Chiesa di San Giovanni Battista.
La Reggia Federiciana fa da capofila a una lunga serie di dimore signorili, in prevalenza palazzi sommamente eleganti che abbelliscono tutto il centro urbano fino quasi a esondare di vasto splendore. Palazzo Buongiorno, ad esempio, è del XVIII secolo ed è fra i più famosi, seguito da Palazzo del Vento che si colloca in una delle arterie viarie della città, Via Arpi, e Palazzo Siniscalco-Ceci, ottocentesca dimora ottimamente conservata. Stupisce proprio il grado di conservazione di edifici e monumenti, molto alto. Anche in questo caso gli esempi architettonici superano di gran lunga per numero le dita di una mano, ecco spiegato il perché quando si arriva a Foggia, si rimane subito colti da un senso di smarrimento, sì piacevole ma pur sempre smarrimento. Quel che colpisce è altresì il caleidoscopio di stili che pervadono il modus operandi costruttivo, non ascrivibile a un’unica condotta. Il Palazzo dell’acquedotto (uno fra i tanti che si possono chiamare in causa), differisce completamente dai percorsi barocco, romanico o rococò poiché in sintesi palesa chiari elementi che lo riconducono al Liberty più accentuato.
Da non dimenticare ovviamente Palazzo Dogana, che da fine Quattrocento ospitò per molti anni la Regia Dogana delle pecore di Foggia, dichiarato dall’UNESCO Monumento e Sito messaggero di una Cultura di Pace. La Villa Comunale risulta emblematica non tanto per il suo erigersi quanto per il Parco Karol Wojtyla che la circonda, il cui ingresso è scandito dalla presenza di un pronao composto da 28 colonne tuscaniche e progettato nel 1820 da Luigi Oberty. Il Parco Naturale Regionale Bosco dell’Incoronata è di altro genere, si mostra come area naturale protetta e si trova nei pressi di Borgo Incoronata includendo entro il suo perimetro il Santuario della Madonna Incoronata.
Foggia è poi famosa per i suoi teatri: se ne contano almeno diciotto ma nessuno riesce a porsi alla stessa altezza del Teatro Umberto Giordano, neoclassico gioiello ottocentesco che ha avuto molti nomi (su tutti Real Teatro Ferdinando e Teatro Dauno) e molte performance ospitate, tra le quali quella del dicembre 2014 in occasione della riapertura che vide esibirsi niente meno che l’orchestra diretta dal perfezionista Riccardo Muti.
Il tessuto urbano si organizza e divincola intorno a piazze ariose, suggestive e spazialmente appaganti: abbiamo un valido esempio con Piazzale Italia, ma per ricchezza vanno oltre Piazza Umberto Giordano costellata di numerose statue bronzee e Piazza Cavour, che invece sfoggia la scenografica Fontana del Sele. Buona parte di strade, piazze e vie fanno da scenario per la processione che onora la Festa patronale della Madonna dei Sette Veli, di scena il 22 marzo di ogni anno. Meno religiose ma pragmaticamente incisive in ambito cittadino sono la Fiera di Santa Caterina, la Fiera Internazionale dell’Agricoltura e la Fiera Campionaria Nazionale d’Ottobre.