Ulà Tirso (Sardegna): cosa fare e vedere nella cittadina del Barigadu
Ulà Tirso, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Ulà Tirso dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Piccola realtà agricola dalle origini duecentesche, Ulà Tirso sorge in provincia di Oristano, nella regione collinare del Barigadu che ha visto avvicendarsi numerose civiltà prenuragiche.
Questa struttura, dedicata a Santa Chiara, è stata di fatto il primo vero tassello a rendere possibile la formazione del lago Omodeo, in sostanza il più grande bacino artificiale d'Europa. Il paese è fiancheggiato dal fiume Tirso e gode di uno splendido panorama dato dall'anfiteatro naturale in trachite che lo ospita.
Inscritta armoniosamente nel tessuto urbano, la suggestiva chiesa parrocchiale di Sant'Andrea - dedicata al santo patrono - è il risultato del genio creativo di alcuni architetti locali del ‘600 che l'hanno eretta in stile gotico-aragonese. Il campanile adiacente, invece, nasce solo nel 1769 e occupa una posizione dominante per la visione completa della vallata del Tirso.
Il turno di Santa Lucia arriva il 13 dicembre, giornata di balli e deliziose specialità dolci; gennaio è il mese di Sant'Antonio, dove il giubilo fonde i caratteristici falò a danze allegre accompagnate da un tripudio goloso di dolci, il "pane cun gherdas" (pane con i ciccioli) e tanto vino; immancabile il Carnevale e la sua sfilata accompagnata dalla maschera autoctona "S'Urzu e sos bardianos".
La Pasqua è invece scandita dagli antichissimi riti che si alternano nel corso della settimana santa, il più coinvolgente dei quali è "s'incravamentu" in processione notturna; Sant'Isidoro - il santo agricoltore - viene osannato l'ultimo sabato di maggio e in questa circostanza si può finalmente gustare la pecora bollita, un fiore all'occhiello della gastronomia locale accordato a una pletora di prelibati formaggi e tanto vino.
Passando invece a manifestazioni che esulano da santi e beati per dedicarsi in pieno al folclore, da segnalare la sagra della pasta ulese, "Sos cannisones", nella quale si possono assaporare varie cibanze come i dolci tipici, il pane, il bollito di pecora, i formaggi, vini e liquori, oltre a una vera e propria chicca rappresentata dall'agognato miele di padre Mura. Nello stesso mese viene organizzata una cena all'aperto che si svolge fra musica e balli, alla quale partecipano in prevalenza emigrati, i reali protagonisti della serata.
Spazio poi alle curiosità. Ebbene, in pochi sanno che a Ulà Tirso giace dagli anni '80 il villaggio di Santa Chiara, di proprietà dell'Enel e che oggi conta un'unica abitante, una sensitiva di 83 anni, descritta come la donna capace di predire il futuro. Qui vi soggiornavano gli operai dell'azienda e c'era davvero tutto, dalla chiesa ai negozi, dal cinema alla farmacia, ora è invece un borgo fantasma abbandonato al più assoluto degrado.
Solo Isabella Flores è rimasta, prendendosi cura anima e corpo della chiesa, pregando per buona parte della giornata e riuscendo persino a organizzare un piccolo museo del costume e delle attività contadine, dedicato alla figlia scomparsa.
Per quanto concerne le attività ricettive, vicino al paese i turisti hanno la possibilità di soggiornare in alcuni agriturismi dal carattere rustico e mangiare in ristoranti a conduzione famigliare: consigliati sulla carta il bar ristorante pizzeria Cantinedda, affacciato sul lago Omodeo, e l'agriturismo Satanchitta, a pochi chilometri dal centro urbano.
Cosa vedere
Tuttavia, la maggior parte dei reperti archeologici ritrovati risale all'epoca romana, ma non è per questi ritrovamenti che il paese gode di certa fama: essa è dovuta alla diga che ha permesso a Ulà Tirso di essere riconosciuto quale primo centro abitato della Sardegna ad aver beneficiato dell'energia elettrica.Questa struttura, dedicata a Santa Chiara, è stata di fatto il primo vero tassello a rendere possibile la formazione del lago Omodeo, in sostanza il più grande bacino artificiale d'Europa. Il paese è fiancheggiato dal fiume Tirso e gode di uno splendido panorama dato dall'anfiteatro naturale in trachite che lo ospita.
Inscritta armoniosamente nel tessuto urbano, la suggestiva chiesa parrocchiale di Sant'Andrea - dedicata al santo patrono - è il risultato del genio creativo di alcuni architetti locali del ‘600 che l'hanno eretta in stile gotico-aragonese. Il campanile adiacente, invece, nasce solo nel 1769 e occupa una posizione dominante per la visione completa della vallata del Tirso.
Evanti, sagre e manifestazioni
Il credo religioso di questa località si esprime soprattutto nelle feste che animano l'anno ulese: la più partecipata e sentita è "La Maddalena", che cade il 22 luglio; il patrono viene omaggiato il 30 novembre in un'occasione ideale per assaporare dell'ottimo vino novello.Il turno di Santa Lucia arriva il 13 dicembre, giornata di balli e deliziose specialità dolci; gennaio è il mese di Sant'Antonio, dove il giubilo fonde i caratteristici falò a danze allegre accompagnate da un tripudio goloso di dolci, il "pane cun gherdas" (pane con i ciccioli) e tanto vino; immancabile il Carnevale e la sua sfilata accompagnata dalla maschera autoctona "S'Urzu e sos bardianos".
La Pasqua è invece scandita dagli antichissimi riti che si alternano nel corso della settimana santa, il più coinvolgente dei quali è "s'incravamentu" in processione notturna; Sant'Isidoro - il santo agricoltore - viene osannato l'ultimo sabato di maggio e in questa circostanza si può finalmente gustare la pecora bollita, un fiore all'occhiello della gastronomia locale accordato a una pletora di prelibati formaggi e tanto vino.
Passando invece a manifestazioni che esulano da santi e beati per dedicarsi in pieno al folclore, da segnalare la sagra della pasta ulese, "Sos cannisones", nella quale si possono assaporare varie cibanze come i dolci tipici, il pane, il bollito di pecora, i formaggi, vini e liquori, oltre a una vera e propria chicca rappresentata dall'agognato miele di padre Mura. Nello stesso mese viene organizzata una cena all'aperto che si svolge fra musica e balli, alla quale partecipano in prevalenza emigrati, i reali protagonisti della serata.
Spazio poi alle curiosità. Ebbene, in pochi sanno che a Ulà Tirso giace dagli anni '80 il villaggio di Santa Chiara, di proprietà dell'Enel e che oggi conta un'unica abitante, una sensitiva di 83 anni, descritta come la donna capace di predire il futuro. Qui vi soggiornavano gli operai dell'azienda e c'era davvero tutto, dalla chiesa ai negozi, dal cinema alla farmacia, ora è invece un borgo fantasma abbandonato al più assoluto degrado.
Solo Isabella Flores è rimasta, prendendosi cura anima e corpo della chiesa, pregando per buona parte della giornata e riuscendo persino a organizzare un piccolo museo del costume e delle attività contadine, dedicato alla figlia scomparsa.
Per quanto concerne le attività ricettive, vicino al paese i turisti hanno la possibilità di soggiornare in alcuni agriturismi dal carattere rustico e mangiare in ristoranti a conduzione famigliare: consigliati sulla carta il bar ristorante pizzeria Cantinedda, affacciato sul lago Omodeo, e l'agriturismo Satanchitta, a pochi chilometri dal centro urbano.