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Ruinas (Sardegna), la cittadina alle porte della Barbagia

Ruinas, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Ruinas dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

L’entroterra della Sardegna può riuscire a stupire al pari (se non più talvolta) della sua frangia costiera, esponendo delle ricchezze rurali che si trascinano reminiscenze storiche e antiche antropizzazioni. Ebbene, a ca. 40 km da Oristano spunta come un diamante grezzo un bel borgo della Marmilla, quel Ruinas che, a dispetto del nome indicante le probabili rovine del villaggio romano di Ghentiana, sfoggia un parco architettonico interessante, tutt’altro che decadente.

Si è sviluppato come centro agropastorale proprio nel mezzo della Barbaxiana, riconosciuta porta della Barbagia. I paesaggi che ne attorniano l’abitato di appena 700 anime sono tipici del massiccio del Grighine nonché della vallata del Rio Araxixi: ambienti ben distinti fra loro formano cornici panoramiche speciali.

Cosa vedere a Ruinas

Nel crogiolo di visioni, le caratteristiche case in pietra rossa di Ruinas non passano inosservate, goccia purpurea in una marea di roccioso verde la cui rigogliosità proviene dall’acqua di magnifiche sorgenti quali Santu Teru, Abbadda e Botta ‘e Corongiu. Il paese alterna genio e sregolatezza, l’imponenza dei suoi eleganti portali e il complessivo disordine regnante fra le sue strade dai tracciati a briglia sciolta. Ridonda l’epoca aragonese sottoforma di architravi particolari e infissi rimandabili al tempo di quel preciso dominio.

L’hinterland brulica di testimonianze di un passato assai remoto, nuragico, definito dalla presenza fissa e perenne di nuraghi (di pregevole manifattura Nurampei, Sitzerra e Piseddu), menhir e domus de janas monocellulari, a pozzo e classiche, che proprio non vogliono saperne di invecchiare, rivendicando un’irrefrenabile volontà di raccontare a modo loro gli archetipi di queste terre. Ogni secolo trascorso ha lasciato vivide impronte: la Chiesa di San Teodoro, per fare un esempio, risale al periodo bizantino. Molto è eredità del Medioevo, parentesi feudale e di appartenenza al Giudicato di Arborea, prima del passaggio al marchesato di Oristano.

Ruinas è dominata dalla mole sopraelevata della Parrocchiale di San Giorgio, in posizione mediana sul monte San Michele. Nel ‘200 essa non era che una cappella, oggi nota come Cappella del Carmelo, ma in tanti secoli sono stati eseguiti ampliamenti e restauri che l’hanno resa un placido monumento ecclesiale.

Folklore e prodotti tipici

Più che in ciò che ha da mostrare, Ruinas invita il turista per quanto ha da offrire a livello enogastronomico, tradizionale e folkloristico. La campagna sarda è tessuto ideale per un allevamento genuino, fonte di carni notevoli e formaggi d’eccellenza. Il pane in casa continua a imperare come sana abitudine vigente nelle abitazioni, dove le famiglie si impegnano a riprodurre il crivaxiu, la fogazza e il ladighedda de scetti. Le usanze relative alla tessitura, alla lavorazione del sughero e all’intreccio non hanno qui mai conosciuto tramonto.

Eventi, sagre e manifestazioni

Il biglietto da visita del paese s’intravede palesemente nei costumi sfoggiati in occasione della processione in seno alla Festa patronale di San Giorgio Martire, di scena verso la fine di agosto: in corteo sfilano carri addobbati, cavalieri e comparse che vestono Sa Barritta, Sa Cammisa e tanti altri componenti della verace divisa popolare.

La medesima importanza ricoprono la Festa di San Teodoro la terza domenica di maggio e la Festa di Sant’Isidoro celebrata una settimana prima per omaggiare il santo patrono dell’agricoltura. Curiosi il Carnevale Ruinese e S’Arreppiccu, una rassegna alla quale partecipano oltre 70 campanari.

Come arrivare a Ruinas

In paese si arriva percorrendo la SS 389; da Oristano, raggiungibile in treno dopo aver fatto scalo all’aeroporto di Cagliari Elmas, partono autobus di linea extraurbana diretti al borgo.

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