Guspini (Sardegna): i basalti colonnari, le miniere e cosa vedere
Guspini, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Guspini dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Cittadina medievale fra l’Iglesiente e l’oristanese, Guspini seguita a conservare una secolare tradizione che ne ha fatto un centro agro-pastorale molto importante nell’area del Medio Campidano, porzione centro-occidentale della Sardegna.
Non si indugi poiché c’è ancora tanto da vedere, certamente il vecchio Mulino Garau e l’antica Mascalcia, riservandosi poi di nutrire anche lo spirito approssimandosi verso la seicentesca Parrocchiale di San Nicolò di Mira in grado di coniugare alla perfezione gli stili tardogotico e rinascimentale. La sua torre campanaria amplifica dal 1723 la dolcezza della facciata dal coronamento orizzontale, merlatura e rosone in pietra, una rarità nell’isola. La navata unica voltata a botte è fiancheggiata da quattro cappelle per lato e queste accompagnano all’altare maggiore con il paliotto del 1727, coevo al fonte battesimale, scolpito qualche decennio più tardi ma appartenente al medesimo secolo. L’organo a canne assemblato nel 1768 da Giuseppe Lazzari e dotato di tastiera a 49 tasti è tornato, inseguito a un meticoloso restauro, al suo antico splendore.
Da vedere poi la Chiesa di Santa Maria di Malta, monumento ecclesiale del XII secolo, dal marcato impianto romanico e facente un tempo parte di un complesso monasteriale.
Storia
Territorialmente, appartiene alla subregione del Monreale e si pone in una conca che, in virtù dell’alta densità collinare, si presenta quasi totalmente pianeggiante, una condizione storicamente favorevole all’insediarsi di popolazioni come le nuragiche, Fenici, Punici e Romani, ovviamente molto prima della stabilità insita nel Medioevo, quando Guspini fece parte del Giudicato di Arborea e conseguentemente del Marchesato di Oristano, appartenenze preliminari all’infeudamento aragonese a partire dal 1478.Le Miniere di Guspini
Epicentro minerario nell’Ottocento e nel primo Novecento grazie alla presenza delle fornite miniere di Montevecchio (inglobate nel Parco Geominerario della Sardegna), il paese affrontò gli spasmi delle due guerre mondiali e perse diversi abitanti, molti di essi militi al fronte, ancor oggi ricordati da targhe commemorative. Attualmente vivono nel borgo circa 12.000 persone, alcune delle quali sono sempre pronte a far da Cicerone nei tour turistici che comprendono villaggi fantasma, le aree boschive del monte Linas, pinete e sorgenti. Il paesaggio ha orsù molto da offrire ai cinque sensi dell’avventore, sopraffatto dall’importante bellezza del Parco di Gentilis, dalla pregnanza culturale del Parco Dessì e dal fascino dell’itinerario Domus attraverso i vicoli di Guspini.Cosa vedere
Il percorso s’immerge nel retaggio enogastronomico locale, quindi è subito protagonista e tappa essenziale del giro il Museo del Vino e dell’Olio presso Casa Murgia, accostata a botteghe artigiane nel contesto di Casa Agus, dove si producono lana, formaggio e miele. Ecco formarsi un paniere che raccoglie le più invitanti prelibatezze del paese, i ravioli e i malloreddus, i gueffus, pabassinas e pirichìttus, dolci che si prestano a deliziare i palati già ampiamente cullati dalle suadenze dell’annuale Sagra del Miele e dalla rassegna delle birre artigianali più influente della zona, Birras.Non si indugi poiché c’è ancora tanto da vedere, certamente il vecchio Mulino Garau e l’antica Mascalcia, riservandosi poi di nutrire anche lo spirito approssimandosi verso la seicentesca Parrocchiale di San Nicolò di Mira in grado di coniugare alla perfezione gli stili tardogotico e rinascimentale. La sua torre campanaria amplifica dal 1723 la dolcezza della facciata dal coronamento orizzontale, merlatura e rosone in pietra, una rarità nell’isola. La navata unica voltata a botte è fiancheggiata da quattro cappelle per lato e queste accompagnano all’altare maggiore con il paliotto del 1727, coevo al fonte battesimale, scolpito qualche decennio più tardi ma appartenente al medesimo secolo. L’organo a canne assemblato nel 1768 da Giuseppe Lazzari e dotato di tastiera a 49 tasti è tornato, inseguito a un meticoloso restauro, al suo antico splendore.
Da vedere poi la Chiesa di Santa Maria di Malta, monumento ecclesiale del XII secolo, dal marcato impianto romanico e facente un tempo parte di un complesso monasteriale.