Santadi (Sardegna): le grotte di is Zuddas e cosa vedere
Santadi, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Santadi dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
A 60 km a sud di Cagliari e immerso nel particolarissimo territorio del Sulcis – alternante pianure e aspri rilievi di media altitudine (il più alto è il Monte Tiriccu, 1.104 metri s.l.m.) – Santadi riversa nel sud Sardegna i suoi caratteristici risvolti di paese ricolmo di (a)tipicità e suddiviso in Santadi Basciu e Santadi ‘e Susu dal Rio Mannu.
In quest’area dove imperano tanto verde ed eccellenti bacini boschivi, il top è camminare ed esplorare per non perdere i gioielli naturalistici come il Parco Naturale Regionale Gutturu Mannu, la foresta di Pantaleo (raccoglie querce, filliree, sughere e lecci, un fitto sottobosco florido di funghi, fauna selvatica e molte sorgenti) e il sito d’insediamento fenicio-punico di Pani Loriga. Torna allora la concatenazione con la storia e su di essa indagano il Museo Archeologico, il Museo Etnografico all’interno di una classica casa contadina – sa Domu Antiga - e il Museo del Libro, creato da scolari e insegnanti presso la scuola media del paese. A questi s’aggiunge il Museo delle Bambole, che espone una collezione di 1.200 esemplari di proprietà di Maddalena Ibba.
Storia
4.000 abitanti si sono accumulati nel corso di una storia partita con l’era nuragica (parliamo dunque del II millennio a.C., al quale possono essere ascritti le formazioni della Tomba dei giganti di Barrancu Mannu e il Tempio di Su Benatzu nonché la Necropoli di Montessu con le sue domus de janas), filtrata dalla civiltà romana cui si devono tra l’altro le antiche terme delle quali sopravvivono alcuni resti in località Is Figueras, e approdata al periodo medievale quando Santadi veniva riportato nei vari documenti con il nome di Santa Ada de Sulcis, feudo del giudicato di Calari, poi dei Della Gherardesca e infine degli Aragonesi.Prodotti tipici
Il paese riuscì ad alzare finalmente la testa a partire dal Settecento attraverso uno slancio economico possibile grazie a un ingente impulso agricolo, motore propulsivo per l’avvio della grande tradizione vitivinicola (la sola cantina sociale produce ben 14 differenti tipologie di vino, vale a dire 8 rossi, 1 rosato, 4 bianchi e 1 spumante) e casearia (la Latteria Sociale presenta una vasta gamma di formaggi freschi d’alta qualità). Santadi è famoso per il suo pane, i dolci come pardulas e gueffus, i prelibati salumi, lo zafferano, il miele e naturalmente l’olio extravergine d’oliva prodotto da olive spremute nei frantoi.Le grotte e cosa vedere a Santadi
Non va ancora oggi sottovalutato il potenziale estrattivo espresso tramite lo sfruttamento dei giacimenti minerari presenti in gran quantità. D’altronde, tutta la zona brulica di attrattive geologiche, in prevalenza apici speleologici contraddistinti dalle grotte di Is Zuddas percorribili dai turisti per un tratto di 500 metri costellati di stalattiti e stalagmiti meravigliose (ed è persino osservabile quanto resta di un roditore preistorico chiamato Prolagus Sardus), ambienti suggestivi sui versanti del Monte Meana.In quest’area dove imperano tanto verde ed eccellenti bacini boschivi, il top è camminare ed esplorare per non perdere i gioielli naturalistici come il Parco Naturale Regionale Gutturu Mannu, la foresta di Pantaleo (raccoglie querce, filliree, sughere e lecci, un fitto sottobosco florido di funghi, fauna selvatica e molte sorgenti) e il sito d’insediamento fenicio-punico di Pani Loriga. Torna allora la concatenazione con la storia e su di essa indagano il Museo Archeologico, il Museo Etnografico all’interno di una classica casa contadina – sa Domu Antiga - e il Museo del Libro, creato da scolari e insegnanti presso la scuola media del paese. A questi s’aggiunge il Museo delle Bambole, che espone una collezione di 1.200 esemplari di proprietà di Maddalena Ibba.