Pertosa (Campania): le Grotte e la visita al paese del Cilento
Pertosa, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Pertosa dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Perso in un territorio fortemente contraddistinto da una natura preponderante e selvatica nonché dalla maestà orografica dettata dai Monti Alburni, il comune di Pertosa quieto beneficia di una certa opulenza geografica.
La cornice nella quale si inserisce il paese inanella suggestivi luoghi che in provincia di Salerno sono attrazioni autentiche, ad esempio la Cascata di Maremanico (nei pressi della quale si può scorgere quanto resta del Vecchio Mulino) e le Gole di Campostrino, fiancheggiate da sentieri percorsi a piedi ma anche in bicicletta, il Cammino dell’Alleanza e la Via del Monte Cervati. Nello spensierato girovagar per meraviglie, si finisce con l’arrivare a quel fenomenale complesso speleologico noto come le Grotte dell’Angelo.
Appena entrati in paese si rimane alquanto colpiti dal potere cromatico sprigionato dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, il cui giallo della facciata lascia per un breve istante con il fiato sospeso talmente è accentuato. Squadrata e ordinata, conserva all’interno un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna delle Grazie e il quadro dell’Immacolata, eseguito nel 1598 da Bernardo Lama e conseguentemente posto nell’abside. Alla tradizione benedettina è legata la Chiesa di San Benedetto, che proprio nel centro storico custodisce la preziosa tela del Transito di San Giuseppe.
La cornice nella quale si inserisce il paese inanella suggestivi luoghi che in provincia di Salerno sono attrazioni autentiche, ad esempio la Cascata di Maremanico (nei pressi della quale si può scorgere quanto resta del Vecchio Mulino) e le Gole di Campostrino, fiancheggiate da sentieri percorsi a piedi ma anche in bicicletta, il Cammino dell’Alleanza e la Via del Monte Cervati. Nello spensierato girovagar per meraviglie, si finisce con l’arrivare a quel fenomenale complesso speleologico noto come le Grotte dell’Angelo.
Storia ed origine del nome
Storicamente, il paese potrebbe e dovrebbe derivare da Consinum, un antico centro abitato che, in seguito alle razzie saracene, venne abbandonato a favore di una nuova locazione, Petrusu, l’odierna Pertosa. Quando i Benedettini portarono in pieno Medioevo una ventata di cultura e innovazione architettonica, mai si sarebbero immaginati quanto sarebbe successo poco dopo, vale a dire il violento sisma tanto potente da radere al suolo l’intero paese nel primo Trecento. L’ordine monastico fece comunque ritorno nel borgo verso il XVI secolo, ricostruì monasteri e chiese preservando la natura amministrativa del feudo. Nel 1830 si pervenne alla completa autonomia comunale, blindata 31 anni dopo dal compiersi dell’Unità d’Italia.Le Grotte di Pertosa
Il blasone turistico acquisito negli anni da Pertosa si deve principalmente al patrimonio naturalistico di cui gode dall’alba dei tempi. Sono le Grotte di Pertosa a rivestire un ruolo primario nel comprensorio del Vallo di Diano presso la località Muraglione: belle, fresche e assai profonde, s’aprono nelle vicinanze del roboante fiume Tanagro, impetuoso corso d’acqua ideale per la pratica del rafting, ormai dilagante fra i giovani e meno giovani. Queste grotte – visitabili tramite cinque diversi percorsi - hanno una particolarità unica, perché prevedono un accesso diretto da un laghetto che va attraversato a bordo di piccole imbarcazioni, azione preliminare che aumenta considerevolmente emozione ed eccitazione specialmente se si decide di darsi allo speleoraft.Cosa vedere e visitare
Tra le enormi e un po’ tetre cavità rocciose, Dario Argento ha girato alcune scene del suo film "Il fantasma dell’Opera". Una vera sfida per gli amanti dell’avventura è la Forra di Campostrino, attraversabile assecondando il torrentismo lungo il fiume che giunge al Velo della Sposa, un’esplosiva cascata con un salto spettacolare. Tutto il magnetismo e il fascino del compendio naturalistico sono sintetizzati nel Museo speleo-archeologico e nel Museo del suolo.Appena entrati in paese si rimane alquanto colpiti dal potere cromatico sprigionato dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, il cui giallo della facciata lascia per un breve istante con il fiato sospeso talmente è accentuato. Squadrata e ordinata, conserva all’interno un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna delle Grazie e il quadro dell’Immacolata, eseguito nel 1598 da Bernardo Lama e conseguentemente posto nell’abside. Alla tradizione benedettina è legata la Chiesa di San Benedetto, che proprio nel centro storico custodisce la preziosa tela del Transito di San Giuseppe.