Taino (Varese): visita alla cittadina sul lago Maggiore in Lombardia
Taino, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Taino dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
3.721 abitanti appena conta Taino, silente località a un palmo di mano dal Lago Maggiore in provincia di Varese, Lombardia. La sua esigua popolazione lo rende a tutti gli effetti un borgo affascinante proprio perché estremamente raccolto, meditabondo ma non privo di sussulti moderni. La sua posizione in un territorio che ascende dalla pianura alla conformazione lievemente collinare fino alle prime alture delle Prealpi Lombarde ne fa un apostrofo naturalistico di notevole rilevanza cui ambirono in passato tribù e civiltà molto antiche.
Come molti altri comuni della zona, anch’esso visse il Medioevo perennemente accostato ad Angera, precisamente alla sua Pieve assoggettata alla Mensa Vescovile di Milano. Determinante per lo sviluppo del comune fu la famiglia Serbelloni, che trainò Taino fino agli albori del ‘900.
E’ ad ogni modo il Parco di Taino – progettato nel 1991 dall’artista Giò Pomodoro, autore della scultura Il luogo dei quattro punti cardinali (con il pilastro-gnomone a far da fulcro all’opera catturando ogni 21 giugno il fenomeno del solstizio d’estate) – il cantore per eccellenza dell’armonia naturistica, centrale all’area urbana e forte di un bel panorama che guarda lontano, protendendosi al Lago Maggiore con sguardo indubbiamente seducente.
Sul corredo architettonico c’è ancora da disquisire, aggiungendo agli edifici già citati altri esemplari disponibili alla visita turistica. Si prenda la Parrocchiale di Santo Stefano Protomartire, detta “dumin”, ricostruita nel 1874 sulle ceneri di una chiesa più antica che, in qualche modo, sopravvive grazie alla torre campanaria originale, rimasta in piedi per la sua costituzione in sasso.
In frazione Cheglio sorge quieto l’Oratorio di San Giovanni Battista, in verità una composta chiesetta seicentesca che val la pena vedere per la freschezza esteriore e, soprattutto, per l’interno che custodisce il dipinto della Decollazione del Battista realizzato dal Cerano. Strutture ecclesiastiche minori risultano essere la Cappelletta dei santi Cosma e Damiano, eretta nel IX secolo, e l’Edicola di Sant’Eurosia, centralissima all’abitato e recante plurimi affreschi con un unico soggetto, Sant’Eurosia, protettrice dei frutti della terra.
Approfondimenti storici e culturali si possono raccogliere al Museo di storia locale “Il luogo della memoria”, curato dalla dottoressa Laura Tirelli in modo da sintetizzare attraverso una carrellata di aneddoti, oggetti e ricordi il viatico di Taino.
Cenni di storia
La storia ci dice che Taino è di fondazione celtica, difatti il nome deriverebbe dall’unione dei toponimi Ta (buono) e Vyn (vino), così da risultare la “terra del buon vino”, sebbene altre fonti e ipotesi accreditino maggiormente i Romani come coniatori del nome Taginus, poi abbreviato in Taino.Come molti altri comuni della zona, anch’esso visse il Medioevo perennemente accostato ad Angera, precisamente alla sua Pieve assoggettata alla Mensa Vescovile di Milano. Determinante per lo sviluppo del comune fu la famiglia Serbelloni, che trainò Taino fino agli albori del ‘900.
Cosa vedere a Taino
La casata è ricordata dall’omonimo Palazzo, una villa signorile del ‘700 sorta sui resti di un vecchio maniero, incantevole con il suo impianto rettangolare avviluppato in una coperta verde costituita dallo splendido parco esteso tutt’intorno con i suoi alberi secolari, il cui ingresso è Viale dei carpini, amichevolmente chiamato “Viale degli innamorati”, costeggiante anche la Chiesa di Santa Maria Nascente e la ghiacciaia, soprannominata in dialetto lombardo “Giscera dal Marches”.E’ ad ogni modo il Parco di Taino – progettato nel 1991 dall’artista Giò Pomodoro, autore della scultura Il luogo dei quattro punti cardinali (con il pilastro-gnomone a far da fulcro all’opera catturando ogni 21 giugno il fenomeno del solstizio d’estate) – il cantore per eccellenza dell’armonia naturistica, centrale all’area urbana e forte di un bel panorama che guarda lontano, protendendosi al Lago Maggiore con sguardo indubbiamente seducente.
Sul corredo architettonico c’è ancora da disquisire, aggiungendo agli edifici già citati altri esemplari disponibili alla visita turistica. Si prenda la Parrocchiale di Santo Stefano Protomartire, detta “dumin”, ricostruita nel 1874 sulle ceneri di una chiesa più antica che, in qualche modo, sopravvive grazie alla torre campanaria originale, rimasta in piedi per la sua costituzione in sasso.
In frazione Cheglio sorge quieto l’Oratorio di San Giovanni Battista, in verità una composta chiesetta seicentesca che val la pena vedere per la freschezza esteriore e, soprattutto, per l’interno che custodisce il dipinto della Decollazione del Battista realizzato dal Cerano. Strutture ecclesiastiche minori risultano essere la Cappelletta dei santi Cosma e Damiano, eretta nel IX secolo, e l’Edicola di Sant’Eurosia, centralissima all’abitato e recante plurimi affreschi con un unico soggetto, Sant’Eurosia, protettrice dei frutti della terra.
Approfondimenti storici e culturali si possono raccogliere al Museo di storia locale “Il luogo della memoria”, curato dalla dottoressa Laura Tirelli in modo da sintetizzare attraverso una carrellata di aneddoti, oggetti e ricordi il viatico di Taino.