Monale (Piemonte): cosa vedere nel piccolo comune vicino ad Asti
Monale, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Monale dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
L’Astigiano, si sa, rappresenta uno dei territori più rinomati d’Italia, area vitivinicola d’eccellenza dal paesaggio prepotentemente scandito da filari di vigne, declivi coltivati e vallate che sono ricchi alvei boschivi.
A 14 km dal capoluogo di questo rubicondo comprensorio, ovvero Asti, ecco sorgere un paese di soli 1.000 abitanti che risponde al nome di Monale, il cui toponimo latino Mons Natalis è diretta derivazione.
Di indubbio fascino la Bastita (significa “Castello del basso sito”), antica fortificazione che si identifica nella sua alta torre svettante sul nucleo urbano. La mima per alcuni versi il campanile seicentesco della Parrocchiale di Santa Caterina d’Egitto, alto ben 40 metri e pregno di concerto a cinque campane, la più pesante delle quali (470 kg) è dedicata a Santa Caterina. La chiesa reca al suo interno una grande navata a otto colonne, accompagnata da sei cappelle laterali di cui una custode di un pregiato fonte battesimale. L’altare maggiore sfrutta la solidità del marmo e la protezione di una balaustra anch’essa realizzata in materiale marmoreo.
A 14 km dal capoluogo di questo rubicondo comprensorio, ovvero Asti, ecco sorgere un paese di soli 1.000 abitanti che risponde al nome di Monale, il cui toponimo latino Mons Natalis è diretta derivazione.
Storia del borgo e cosa vedere
Lo stampo del borgo è medievale e proprio nel ‘300 la piazza centrale dell’abitato fece da sfondo all’imposizione della sentenza di pace fra guelfi e ghibellini locali promulgata dal conte di Savoia. Testimone di quei riottosi tempi, il Castello posto sul bricco di San Giovanni nel 1161 conobbe l’influenza degli Scarampi e dei Gani, questi ultimi attuali proprietari. Manco a dirlo, il maniero di cui si parla è oggi il simbolo di Monale, un massiccio edificio in mattoni la cui pianta a U lascia ampio respiro alla struttura che reca ancora marcate tracce della merlatura bifida ghibellina interessante in prevalenza cortili e torri. Nel corso del ‘700 il castello è stato incrementato con il parco e i relativi giardini all’italiana e all’inglese. Si fa ammirare ogni anno da centinaia di turisti poiché annoverato fra i Castelli Aperti del Basso Piemonte. Da visitare le sue cantine e i sotterranei.Di indubbio fascino la Bastita (significa “Castello del basso sito”), antica fortificazione che si identifica nella sua alta torre svettante sul nucleo urbano. La mima per alcuni versi il campanile seicentesco della Parrocchiale di Santa Caterina d’Egitto, alto ben 40 metri e pregno di concerto a cinque campane, la più pesante delle quali (470 kg) è dedicata a Santa Caterina. La chiesa reca al suo interno una grande navata a otto colonne, accompagnata da sei cappelle laterali di cui una custode di un pregiato fonte battesimale. L’altare maggiore sfrutta la solidità del marmo e la protezione di una balaustra anch’essa realizzata in materiale marmoreo.