Schiavon (Veneto): cosa vedere nella cittadina in provincia di Vicenza
Schiavon, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Schiavon dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Rilassata sotto il sole che scalda la provincia di Vicenza, Schiavon è una località che gioca a fare un po’ la misteriosa, atteggiamento vincente quando si tratta di attrarre curiosi.
Insieme a Longa (ora frazione del comune), Schiavon trascorse un periodo molto difficile fra razzie e saccheggi, poi le cose migliorarono sensibilmente sotto la protezione della Repubblica di Venezia, la quale garantì pace e prosperità a chi vi si insediò, dalla famiglia Palazzi ai Chiericati, casate potenti e molto ricche. Epidemie e tasse assai gravose segnarono pesantemente il Quattrocento, secolo di malcontento popolare nei confronti di un sistema feudale troppo restrittivo e pervaso da un generale malgoverno. La vita politica scorse di pari passo a quella religiosa che ruotava allora intorno alla Chiesa di Santa Margherita e agli scomparsi oratori di San Francesco e dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
Questo, come precedentemente detto, era luogo di tenute nobiliari e attualmente molte di esse sono state preservate dal tempo, curate e restaurate per risplendere di rinnovata bellezza come Villa Chiericati-Cabianca-Lambert-Showa, edificata nel Cinquecento secondo un progetto volto a farne risaltare la fierezza architettonica, enormemente enfatizzata dal terrazzo con balaustra e dalla rampa di scale attraverso cui si accede al piano nobile. È sede dell’Accademia musicale giapponese Showa.
Villa Cuman (ex Palazzi-Basso) riprende i canoni costruttivi della residenza rurale aderente al gotico veneziano. Facente parte in passato del nucleo antico, si compone di elementi appartenenti a diverse epoche, e tali elementi si conciliano generando una grossolana ma efficace armonia. Alla fine del ‘500 sembra ascrivibile Villa Mascarello, una costruzione rimasta incompiuta, a una sola ala e con una barchessa invidiabile per le sue belle arcate.
Lungo la Statale Marosticana si scorge Villa Rota, piccolo edificio a pianta rettangolare che si compone di due piani e molteplici finestre in facciata, carattere proprio del Settecento. Ostenta la propria primaria definizione gotica Villa Negri-Zilio-Feriani, altro esemplare incompiuto ma capace di mascherare le sue lacune tramite l’imponenza dei tre piani. Da segnalare ancora l’austera postura di Villa Gilli-Peron Ronco e Villa Perini Maragno, di origine incerta. Molto particolare Casale Bernardi, residenza dominicale che un tempo prevedeva annesso un oratorio ormai scomparso. Il portico si fregia della presenza di un affresco cinquecentesco recante la figura della Madonna con il Bambino tra due Santi.
Storia
È nelle pieghe della sua storia, infatti, che questo borgo nasconde le proprie origini, mai del tutto illuminate, senonché si è ipotizzata una lontana derivazione romana in considerazione del suo impianto centuriato. Evidenti documenti ne parlano soltanto a partire dal XII secolo, comunque, in relazione a un isolato castello e alla parrocchiale.Insieme a Longa (ora frazione del comune), Schiavon trascorse un periodo molto difficile fra razzie e saccheggi, poi le cose migliorarono sensibilmente sotto la protezione della Repubblica di Venezia, la quale garantì pace e prosperità a chi vi si insediò, dalla famiglia Palazzi ai Chiericati, casate potenti e molto ricche. Epidemie e tasse assai gravose segnarono pesantemente il Quattrocento, secolo di malcontento popolare nei confronti di un sistema feudale troppo restrittivo e pervaso da un generale malgoverno. La vita politica scorse di pari passo a quella religiosa che ruotava allora intorno alla Chiesa di Santa Margherita e agli scomparsi oratori di San Francesco e dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
Cosa vedere a Schiavon
Oggi la Parrocchiale di Santa Margherita si presenta in una veste molto diversa rispetto alle origini, ha subito svariate ricostruzioni fra ‘600 e ‘700 conservando i preziosi altari marmorei e una sontuosa pala realizzata da fra’ Felice Cignaroli. La fiancheggia un campanile a bifora con orologio. Più moderna e particolare è indubbiamente la Parrocchiale di San Giovanni Battista presso Longa, struttura restaurata negli anni ’20 del Novecento e di matrice ottocentesca. Colpiscono la facciata a tracce lineari orizzontali, il rosone centrale e i due più piccoli ai lati, infine le due pale raffiguranti rispettivamente l’Annunciazione e il Compianto del Cristo Morto, opere degli anni ’30 del XX secolo.Questo, come precedentemente detto, era luogo di tenute nobiliari e attualmente molte di esse sono state preservate dal tempo, curate e restaurate per risplendere di rinnovata bellezza come Villa Chiericati-Cabianca-Lambert-Showa, edificata nel Cinquecento secondo un progetto volto a farne risaltare la fierezza architettonica, enormemente enfatizzata dal terrazzo con balaustra e dalla rampa di scale attraverso cui si accede al piano nobile. È sede dell’Accademia musicale giapponese Showa.
Villa Cuman (ex Palazzi-Basso) riprende i canoni costruttivi della residenza rurale aderente al gotico veneziano. Facente parte in passato del nucleo antico, si compone di elementi appartenenti a diverse epoche, e tali elementi si conciliano generando una grossolana ma efficace armonia. Alla fine del ‘500 sembra ascrivibile Villa Mascarello, una costruzione rimasta incompiuta, a una sola ala e con una barchessa invidiabile per le sue belle arcate.
Lungo la Statale Marosticana si scorge Villa Rota, piccolo edificio a pianta rettangolare che si compone di due piani e molteplici finestre in facciata, carattere proprio del Settecento. Ostenta la propria primaria definizione gotica Villa Negri-Zilio-Feriani, altro esemplare incompiuto ma capace di mascherare le sue lacune tramite l’imponenza dei tre piani. Da segnalare ancora l’austera postura di Villa Gilli-Peron Ronco e Villa Perini Maragno, di origine incerta. Molto particolare Casale Bernardi, residenza dominicale che un tempo prevedeva annesso un oratorio ormai scomparso. Il portico si fregia della presenza di un affresco cinquecentesco recante la figura della Madonna con il Bambino tra due Santi.