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Cison di Valmarino e Castelbrando: visita al borgo veneto

Cison di Valmarino, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cison di Valmarino dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Nell’esclusiva selezione dei Borghi più belli d’Italia compare, tra gli altri, anche Cison di Valmarino, che nella provincia di Treviso in Veneto occupa la porzione territoriale al limite espanso della Valmareno.

Cenni di storia

La sua nascita avvenne all’ombra delle invasioni barbariche gettando le basi intorno al Castelbrando, articolata fortezza (oggi sede di un Museo medievale che espone costumi, armi e corazze dell’epoca) che divenne subito il fulcro feudale dalla zona entro cui Cison potè gradualmente svilupparsi sebbene non in completa autonomia.

L’influenza longobarda, infatti, funse da entità coercitiva poi esercitata dai Franchi, dai conti di Porcia e solo più tardi, ovvero dal 1421, dalla Repubblica di Venezia.

Prima dell’Unità d’Italia ci fu ancora spazio per la dominazione napoleonica e l’occupazione austriaca. L’affermazione del Comune fu possibile soltanto dopo e di pari passo riuscì a emergere un’economia dapprima essenziale, poi sempre più dinamica e industrializzata, presente sul mercato della manifattura, della tradizione lattiero-casearia e in ambito agricolo, in particolare nella viticoltura e nell’allevamento, comprese talune attività legate all’estrazione di risorse boschive.

Cosa vedere a Cison di Valmarino

Parlando di selve peculiari, Cison non può prescindere dal fiore all’occhiello che l’abbraccia, un’area naturale protetta di oltre 15.000 metri quadrati chiamata Bosco delle Penne Mozze, ideata e sostenuta da Mario Altarui affinché vi fosse un luogo ove omaggiare gli Alpini combattenti nelle varie guerre. Un vero museo a cielo aperto, percorso da 15 sentieri lungo i quali sono disposte le lapidi degli Alpini trevigiani divise per settore di appartenenza, contraddistinto quest’ultimo da una precisa datazione e relativa battaglia (per esempio il settore giallo indica la Grande Guerra e il settore verde la Seconda Guerra Mondiale): in tutto si registrano a oggi 2.403 steli. C’è posto anche per l’Albero del Ricordo, che accoglie le medaglie dei soldati caduti.

Addentrandoci nell’apparato architettonico di questo poco conosciuto tra i borghi veneti, occorre precisare che nel suo insieme l’abitato di Cison di Valmarino assurge alla pura semplicità pretesa da un paesaggio veneto in cui poche alterazioni costruttive vengono ammesse. Al cospetto di questo borgo è prevista, però, qualche eccezione estetica data dal fatto che talune eccezionalità non possono che esaltare panorama e tessuto urbano.

Abbiamo già citato Castelbrando, da cui si gode di una ottima vista sul borgo: è opportuno dunque pianificare una visita al bel paese dell’hinterland trevigiano partendo dal Palazzo del Municipio, edificio del XVI secolo notevolmente ingrandito rispetto all’origine grazie agli ampliamenti voluti dalla famiglia Casoni per renderlo a tutti gli effetti consono ai canoni di una perfetta villa veneta: tratti identificativi sono le porte e finestre rosse, la pavimentazione a terrazzo alla veneziana, il soffitto in travi di legno alla sansovina, stipiti in pietra e intonaco a marmorino.

Il medesimo imprinting lo possiede il complesso edilizio delle Antiche Cantine Brandolini, nel XV secolo adibito a scuderia e solo dopo adattato alla produzione vinicola nonché alla conservazione dei prodotti agricoli. Si rimarchi che questo gioiello architettonico è un tipico ambiente condiviso: la Pro Loco, infatti, lo mette a gratuita disposizione delle associazioni che, a turno, ne richiedono l’utilizzo senza scopo di lucro.

Sulla piazza principale di Cison s’affaccia la Loggia, un esempio di architettura classica a uso civile dal viatico piuttosto travagliato: nata presumibilmente intorno al XIII secolo, vi si svolgevano attività di natura amministrativa, civile e penale; riadattata come teatro nel ‘700, venne quasi totalmente distrutta nel 1918 nel corso della Prima Guerra Mondiale, risorta negli anni ’30 in qualità di sala cinematografica, chiusa e abbandonata negli anni ’60, infine restaurata per accogliere un teatro al piano terra e il Museo della Radio d’Epoca al secondo piano, in coabitazione con una sala conferenze.

Esauriti gli edifici civici, rimangono da vedere quelli religiosi e proprio nel contesto ecclesiastico Cison ha molto da dire e comunicare, notata l’abbondanza di araldi talari che trovano nella Chiesa Arcipretale di Santa Maria Assunta una principessa molto antica, datata VIII secolo. Consacrata nel 1746, è in stile neoclassico e non a caso è considerata la più bella chiesa settecentesca della diocesi di Vittorio Veneto, con un’esteriorità accentuata dalle due facciate (una a ponente, l’altra a levante) arricchite da statue allegoriche e una veste interiore enfatizzata da un tesoretto di marmi, stucchi policromi, sculture ornamentali e preziosi dipinti.

L’unica navata presente all’interno consta di molteplici affreschi e tele realizzati da Egidio Dell’Oglio, raffigurazioni di Santi e scene sacre: si ricordano fra questi l’Assunzione della Vergine, la Natività, la Presentazione al Tempio e una bella Annunciazione. Il patrimonio artistico è assai cospicuo e lo suggella l’organo costruito nel 1779 da Gaetano Collido. Si cambia genere con il Tempio della Beata Vergine delle Grazie, eretto in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale e purtroppo noto per la sparizione di un dipinto di Dell’Oglio ritraente la Vergine, trafugato e mai più ritrovato.

Testimonianze del grande pittore si ritrovano altresì nella Chiesa di San Silvestro, nella Parrocchiale di San Michele di Gai ma anche nelle composite chiesette di San Gottardo, San Martino, San Vito, San Giustina e Santa Lucia. Presenti inoltre l’Oratorio di Sant’Eurosia, la Parrocchiale di Tovena (con il suo Museo di Arte Sacra) e i capitelli di San Giuseppe e San Liberale.

Ruralità e benevolenza naturalistica si concatenano in siti di preminenza turistica pressoché assoluta che fondono l’interesse speleologico (Grotta del Ciclamino) con l’etnografia (Rosada e antico lavatoio insieme alla Via dei Mulini), la contemplazione del paesaggio diversificato (Orto botanico e Passo di San Boldo) con il gusto e il sapore (Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene).

E’ attestata la presenza di due alberi monumentali, il Platano alto 28 metri che si trova nel giardino di Villa Brandolini, e il Cedro del Libano di 22 metri che sorge nell’area del castello.

Eventi e manifestazioni

Tra gli eventi che animano la vita autoctona e il turismo militante figurano la manifestazione enogastronomica Assaporando Cison (marzo), il Raduno degli Alpini al Bosco delle Penne Mozze (inizio settembre), la Fiera franca dei Santi Simone e Giuda a Tovena (ottobre) la Rassegna Artigianato Vivo (prima metà di agosto) e i tradizionali mercatini di Natale, che si svolgono naturalmente a dicembre.

Come arrivare a Cison di Valmarino

In auto si percorra l’Autostrada A27 per uscire a Vittorio Veneto Nord e svoltare a destra in direzione Ravine Lago-Follina-Pieve di Soligo fino a Cison; il treno per Ponte nelle Alpi ferma a Vittorio Veneto e dalla stazione bisogna ancora salire sulla corriera che indica Follina-Cison-Miane o Pieve di Soligo; l’aeroporto di riferimento è l’Antonio Canova di Treviso.

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