Rango (Trentino), visita al Borgo frazione di Bleggio Superiore
Rango, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Rango dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
I reperti più antichi rinvenuti in zona risalgono al 2300 a.C., e le prime notizie sulla Pieve del borgo sono del lontano 864. Con una storia così lunga alle spalle si può contare su innumerevoli testimonianze del passato, che nel corso del tempo si sono accumulate a Rango e ne fanno, oggi, uno scrigno prezioso traboccante di sorprese: come un volto antico segnato dagli anni, vissuto ma sereno, il borgo trentino ha un tessuto urbano ricco e eloquente, impaziente di raccontare ciò che ha visto. Siamo in una frazione di Bleggio Superiore, comune sparso del Trentino Alto Adige in provincia di Trento, popolato da circa 1500 abitanti: Rango, incluso nel club dei Borghi più belli d’Italia, è il fiore all’occhiello di questa magica cittadina montana.
I cunicoli, i passaggi coperti e le corti interne testimoniano proprio la funzione di passaggio svolta da Rango: qui i viaggiatori potevano transitare comodamente rimanendo in ambienti chiusi, o almeno coperti, riparandosi almeno per un breve tratto dal gelo e dalle intemperie. L’antica strada romanica che univa Riva del Garda al Passo Durone, ad esempio, attraversava proprio questo villaggio e costituisce tuttora uno dei più affascinanti percorsi del Bleggio, con muretti a secco e lastre in granito a disegnarne i confini e noci nodosi a ombreggiare la via.
Un altro luogo di aggregazione era certamente la piazza, su cui si affacciano finestre e balconi graziosi, agghindati di fiori e pannocchie; nel centro, a rallegrare l’atmosfera col suo zampillo, c’è una grande fontana in granito che in passato fungeva da abbeveratoio per le greggi.
Inoltre, compresi nel territorio comunale, vale la pena di vedere il borgo di Balbido con i suoi muri dipinti ispirati alla vita contadina, e la chiesa di Santa Croce nella frazione omonima, con la cappella seicentesca che racchiude un bell’altare barocco in legno dorato.
Rango è tanto magica che sarebbe un peccato vederla morire: per questo è un piacere scoprirne le tradizioni e gli usi, assaporarne le ricette, coglierne le atmosfere e valorizzare questo patrimonio di grande valore. In passato il paese ha rischiato di spopolarsi completamente, in seguito a un’emigrazione consistente verso le città, ma oggi nonostante vi abitino meno di 200 persone è un centro ridente e affascinante, che si racconta volentieri attraverso feste, mostre e iniziative culturali. Da vedere, ad esempio, il Museo della Scuola, che raccoglie una grande quantità di oggetti didattici di inizio Novecento, usati nelle scuole della zona.
Il borgo di Rango
Timida e discreta, ma allo stesso tempo fiera di occupare una posizione così spettacolare, Rango domina dall’altopiano del Bleggio la Val Giudicarie. Per arrivare nel centro, infatti, ci si deve inerpicare per tornanti panoramici mozzafiato, addentrandosi in una quiete quasi sacra. Le vecchie abitazioni se ne stanno strette le une alle altre, unite tramite portici eleganti e cortili interni, e formano un corpo compatto che assomiglia a un abitato fortificato. Bifore rinascimentali, elementi contadini, meridiane antiche e androni, cunicoli e corti sono ricorrenti nel centro, e parlano di un passato avventuroso popolato di pastori e mercanti, pellegrini e viaggiatori venuti da lontano, che qui si fermavano per riposare lungo il duro attraversamento dei monti.I cunicoli, i passaggi coperti e le corti interne testimoniano proprio la funzione di passaggio svolta da Rango: qui i viaggiatori potevano transitare comodamente rimanendo in ambienti chiusi, o almeno coperti, riparandosi almeno per un breve tratto dal gelo e dalle intemperie. L’antica strada romanica che univa Riva del Garda al Passo Durone, ad esempio, attraversava proprio questo villaggio e costituisce tuttora uno dei più affascinanti percorsi del Bleggio, con muretti a secco e lastre in granito a disegnarne i confini e noci nodosi a ombreggiare la via.
Cosa vedere a Rango
Le case rurali caratteristiche di Rango erano ampie e solide, dall’aspetto rassicurante, unite in blocchi plurifamiliari e impreziosite da portali raffinati, in gradevole contrasto con le linee dure delle strutture. Sotto lo stesso tetto alloggiavano uomini e bestiame: le stalle, oltre ad accogliere gli animali, costituivano spesso l’ambiente più caldo e ospitale, che diventava un polo di aggregazione in cui si mettevano in scena piccoli spettacoli, si raccontavano le fiabe, oppure le donne filavano la lana facendosi compagnia.Un altro luogo di aggregazione era certamente la piazza, su cui si affacciano finestre e balconi graziosi, agghindati di fiori e pannocchie; nel centro, a rallegrare l’atmosfera col suo zampillo, c’è una grande fontana in granito che in passato fungeva da abbeveratoio per le greggi.
Inoltre, compresi nel territorio comunale, vale la pena di vedere il borgo di Balbido con i suoi muri dipinti ispirati alla vita contadina, e la chiesa di Santa Croce nella frazione omonima, con la cappella seicentesca che racchiude un bell’altare barocco in legno dorato.
Rango è tanto magica che sarebbe un peccato vederla morire: per questo è un piacere scoprirne le tradizioni e gli usi, assaporarne le ricette, coglierne le atmosfere e valorizzare questo patrimonio di grande valore. In passato il paese ha rischiato di spopolarsi completamente, in seguito a un’emigrazione consistente verso le città, ma oggi nonostante vi abitino meno di 200 persone è un centro ridente e affascinante, che si racconta volentieri attraverso feste, mostre e iniziative culturali. Da vedere, ad esempio, il Museo della Scuola, che raccoglie una grande quantità di oggetti didattici di inizio Novecento, usati nelle scuole della zona.