Zehra (Žehra), la chiesa di Spis e il castello Spissky Hrad: Patrimoni UNESCO
Zehra, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Zehra dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Le colline, il cielo mutevole e i castelli della regione di Spiš, nella parte centro-orientale della Slovacchia, sono l’ambientazione ideale per una storia fantastica, e non stupisce che siano stati usati come set per diversi film nel corso degli anni. Qui, nel distretto di Spišská Nová Ves, sorge il villaggio di Zehra, situato a 426 metri di altitudine e popolato da meno di 2 mila abitanti.
La chiesa gotica del Santo Spirito è stata dichiarata Patrimonio dell’UNESCO insieme al castello di Spiš, alla località di Spišská Kapitula e alla vicina città di Levoča. Merito dell’architettura originale e della sua lunga storia, che affonda le radici nel XIII secolo: venne costruita tra il 1245 e il 1275 per volere del conte Johann, dopo che aveva ricevuto l’autorizzazione dalla Chiesa di Spiš. Il primo aspetto da cui si rimane affascinati è la sua posizione, abbarbicata in cima a un colle come di vedetta, con la facciata proiettata verso il villaggio: il campanile a cipolla si staglia netto contro il cielo della Slovacchia, lasciandosi accarezzare dalla corsa delle nuvole o illuminare dal sole.
All’interno continuano le sorprese, sotto forma di splendidi affreschi. I primi risalgono al Milleduecento, ma ce ne sono alcuni più recenti e il più “nuovo” è datato Millequattrocento. I più antichi rappresentano una serie di croci e il Monte Golgota, sul timpano del portale meridionale; quelli del Trecento rivelano l’influsso bizantino e includono immagini del Giorno del Giudizio, dell’Ultima Cena, della Deposizione e dei Santi Cosma e Damiano, patroni dei medici; infine i dipinti del XV secolo sono la Pietà e il sontuoso Albero della Vita, nell’ala settentrionale della navata, simbolo del trionfo di Cristo. Questi affreschi – insieme all’altare e al pulpito del Seicento e al fonte battesimale del Duecento – hanno resistito all’usura nonostante le disavventure capitate alla chiesa, tra cui un terribile incendio. A dire il vero furono dimenticati per un lungo periodo, dopo che nel XVII secolo erano stati coperti di calce per disinfettare la chiesa durante la peste. Solo nella seconda metà del Novecento furono riscoperti, e oggi fanno la gioia degli amanti dell’arte.
Altro gioiello di Žehra sono i ruderi del castello di Spiš (Spišský hrad in slovacco), che dominano il villaggio e la vicina città di Spišské Podhradie, Patrimonio dell’UNESCO dal 1993. Con una superficie di 41.500 mq il castello è uno dei maggiori dell’Europa centrale: quando venne costruito nel XII secolo, sulle rovine di un preesistente edificio, doveva essere la degna sede amministrativa, politica, economica e culturale della contea. Prima del 1464 apparteneva ai reali di Ungheria, poi passò a diverse famiglie slovacche e dal 1945 appartiene allo Stato.
Proprio nel corso del Quattrocento, quando il castello fu completamente rinnovato, fu ulteriormente innalzato e dotato di nuovi edifici, come le cappella gotica aggiunta nel 1470. La famiglia Zápolya, sul finire del periodo gotico, lo trasformò in una sontuosa residenza signorile, ma all’inizio del Settecento il castello fu abbandonato dai suoi ultimi proprietari, i Csáky, poiché non lo consideravano abbastanza confortevole. Pochi decenni più tardi, intorno al 1780, sarebbe esploso l’incendio che l’avrebbe mutato per sempre: parzialmente ricostruito nella seconda metà del Novecento, dotato tra l’altro del Museo di Spiš, il castello non è mai più stato abitato ma è diventato una delle attrazioni più ambite di questa zona della Slovacchia. L’aspetto decadente e allo stesso tempo elegante non fa che renderlo più affascinante e misterioso.
Žehra si trova a 60 km da Košice, a sua volta collegata a Bratislava dai treni InterCity in 5-6 ore, con collegamenti quasi ogni ora. L’aeroporto di Košice è collegato agli aeroporti italiani di Padova e Venezia e a molte altre città europee.
Il clima della zona è tipicamente continentale, con precipitazioni concentrate in estate (in media 230 mm di pioggia tra giugno, luglio e agosto) e forte escursione termica. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di -5 a una massima di 0°C, mentre in luglio e agosto variano tra i 13 e i 23°C.
La chiesa gotica del Santo Spirito è stata dichiarata Patrimonio dell’UNESCO insieme al castello di Spiš, alla località di Spišská Kapitula e alla vicina città di Levoča. Merito dell’architettura originale e della sua lunga storia, che affonda le radici nel XIII secolo: venne costruita tra il 1245 e il 1275 per volere del conte Johann, dopo che aveva ricevuto l’autorizzazione dalla Chiesa di Spiš. Il primo aspetto da cui si rimane affascinati è la sua posizione, abbarbicata in cima a un colle come di vedetta, con la facciata proiettata verso il villaggio: il campanile a cipolla si staglia netto contro il cielo della Slovacchia, lasciandosi accarezzare dalla corsa delle nuvole o illuminare dal sole.
All’interno continuano le sorprese, sotto forma di splendidi affreschi. I primi risalgono al Milleduecento, ma ce ne sono alcuni più recenti e il più “nuovo” è datato Millequattrocento. I più antichi rappresentano una serie di croci e il Monte Golgota, sul timpano del portale meridionale; quelli del Trecento rivelano l’influsso bizantino e includono immagini del Giorno del Giudizio, dell’Ultima Cena, della Deposizione e dei Santi Cosma e Damiano, patroni dei medici; infine i dipinti del XV secolo sono la Pietà e il sontuoso Albero della Vita, nell’ala settentrionale della navata, simbolo del trionfo di Cristo. Questi affreschi – insieme all’altare e al pulpito del Seicento e al fonte battesimale del Duecento – hanno resistito all’usura nonostante le disavventure capitate alla chiesa, tra cui un terribile incendio. A dire il vero furono dimenticati per un lungo periodo, dopo che nel XVII secolo erano stati coperti di calce per disinfettare la chiesa durante la peste. Solo nella seconda metà del Novecento furono riscoperti, e oggi fanno la gioia degli amanti dell’arte.
Altro gioiello di Žehra sono i ruderi del castello di Spiš (Spišský hrad in slovacco), che dominano il villaggio e la vicina città di Spišské Podhradie, Patrimonio dell’UNESCO dal 1993. Con una superficie di 41.500 mq il castello è uno dei maggiori dell’Europa centrale: quando venne costruito nel XII secolo, sulle rovine di un preesistente edificio, doveva essere la degna sede amministrativa, politica, economica e culturale della contea. Prima del 1464 apparteneva ai reali di Ungheria, poi passò a diverse famiglie slovacche e dal 1945 appartiene allo Stato.
Proprio nel corso del Quattrocento, quando il castello fu completamente rinnovato, fu ulteriormente innalzato e dotato di nuovi edifici, come le cappella gotica aggiunta nel 1470. La famiglia Zápolya, sul finire del periodo gotico, lo trasformò in una sontuosa residenza signorile, ma all’inizio del Settecento il castello fu abbandonato dai suoi ultimi proprietari, i Csáky, poiché non lo consideravano abbastanza confortevole. Pochi decenni più tardi, intorno al 1780, sarebbe esploso l’incendio che l’avrebbe mutato per sempre: parzialmente ricostruito nella seconda metà del Novecento, dotato tra l’altro del Museo di Spiš, il castello non è mai più stato abitato ma è diventato una delle attrazioni più ambite di questa zona della Slovacchia. L’aspetto decadente e allo stesso tempo elegante non fa che renderlo più affascinante e misterioso.
Žehra si trova a 60 km da Košice, a sua volta collegata a Bratislava dai treni InterCity in 5-6 ore, con collegamenti quasi ogni ora. L’aeroporto di Košice è collegato agli aeroporti italiani di Padova e Venezia e a molte altre città europee.
Il clima della zona è tipicamente continentale, con precipitazioni concentrate in estate (in media 230 mm di pioggia tra giugno, luglio e agosto) e forte escursione termica. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di -5 a una massima di 0°C, mentre in luglio e agosto variano tra i 13 e i 23°C.