Cheb (Repubblica Ceca), visita all'antichissima cittą di confine
Cheb, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cheb dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Fin dai tempi più remoti, la città Cheb ha rappresentato il varco di entrata della Boemia e contemporaneamente un importante centro urbano della sua regione più occidentale. Il nome ceco della città deriva dalla curvatura del fiume Ohře, il nome tedesco Eger ricorda invece l'antichissima denominazione del fiume sacro - Agara. Nell'anno 1981 Cheb fu proclamata Riserva culturale urbana.
I primi cenni scritti su Cheb provengono fin dall'anno 1061. La sua posizione di frontiera ha causato per secoli conflitti territoriali tra i due stati confinanti. Nella prima metà del XII secolo gli abitanti slavi dovettero temporaneamente ritirarsi di fronte alla prorompente colonizzazione tedesca ed all'epoca tutta la provincia di Cheb venne proclamata marca imperiale. Fu probabilmente il casato tedesco dei conti da Vohburg a costruirvi il primo castello in pietra, nella cui storia, più tardi, s'intromise con veemenza anche l'imperatore Federico I Barbarossa il quale, nella seconda metà del XII secolo, fece ricostruire l'originario castello romanico in una sede più dignitosa - denominata falc - con un palazzo ed una cappella. I falc - o roccheforti imperiali - creavano una catena di luoghi che Barbarossa visitava durante i suoi lunghi viaggi d'ispezione per tutto l'impero tedesco. Anche il borgo sotto il castello subì un notevole cambiamento. Dapprima si trasformò in una colonia commerciale e più tardi in città, come Cheb viene per la prima volta definita nel documento dell'anno 1203 (civitas).
Nella seconda metà del XIII secolo la provincia venne occupata militarmente da Přemysl Otakar II, il “re di ferro e d'oro” che l'annetté per dieci anni al territorio ceco. La città ritornò definitivamente in mano ceca nell'anno 1322, durante il regno del sovrano Jan Lucemburský. All'epoca delle guerre ussite la città servi diverse volte da postazione di partenza degli attacchi dei crociati; d'altra parte però accolse anche i rappresentanti degli ussiti ed i rappresentanti del Consiglio di Basilea. Fu un ottimo mediatore. Anche il “sovrano ussita” Jiří z Poděbrad si affezionò molto alla città e se ne servì per incontri diplomatici e cerimonie nuziali della sua famiglia, come appare dagli Antichi annali cechi: “Nel medesimo anno 1459, nel giorno di San Martino (11 novembre), il re Jiří fece maritare sua figlia con il più giovane dei principi di Meissen. Il re e la regina in persona la accompagnarono a Cheb da dove venne portata a Meissen. Il principe anziano di Meissen fece maritare sua figlia in Boemia, col figlio del re, e questa venne portata a Praga...”.
Nell'anno 1634 Cheb divenne tristemente famosa per l'assassinio di Albrecht da Wallenstein. Durante la guerra dei Trent'anni la città fu saccheggiata da parte delle armate sassoni e svedesi. Negli anni 1662-1740 vi venne costruita una massiccia fortificazione urbana e, nonostante la città venisse più tardi colpita da un disastroso incendio, nel XIX secolo era una delle cinque maggiori metropoli ceche. La rinascita economica venne coadiuvata anche dal nuovo ponte sul fiume Ohře e dalla più recente costruzione della ferrovia. Il promettente sviluppo economico venne sconvolto dalla seconda guerra mondiale sul cui scorcio Cheb venne bombardata. Nell'anno 1945 la città fu liberata dall'armata americana. Il rinnovo delle opere d'arte danneggiate durò tredici lunghi anni. Nel 1981 Cheb venne proclamata Riserva culturale urbana ed al giorno di oggi è una delle mète turistiche preferite. L'attenzione è attratta dall'antico castello ed anche dal complesso delle case borghesi situate sulla piazza denominata secondo il re Jiří da Poděbrad. Il blocco di case a struttura portante in legno si chiama Špalíček (Blocchetto), poi possiamo ammirare palazzo Pachelbel, Gabler ed altri. Tra le costruzioni sacrali indichiamo le chiese di San Nicola, di San Bartolomeo ed il convento domenicano. Anche il Museo regionale locale vale la pena d'essere visitato.
Racchiude vaste collezioni centrate soprattutto sull'evento storico che ha reso famosa la città anche oltre frontiera: l'assassinio del condottiero Albrecht da Wallenstein. Anche il poeta tedesco Friedrich Schiller venne nell'anno 1791 a Cheb per trovare l'ispirazione per la sua trilogia drammatica Wallenstein (il campo di Wallenstein, I Piccolomini, La morte di Wallenstein). La giunta municipale di Cheb, già a partire dall'inizio del XVIII secolo, commissionò opere d'arte a tematica wallensteiniana. Ne fa parte anche l'Assassinio di Albrecht da Wallenstein e l'Assassinio degli ufficiali di Wallenstein al castello di Cheb, ad opera del pittore locale Johann Maximilian Hofreiter. Questi quadri, assieme all’“arma dell'assassinio" ed al ritratto dipinto da Christoph Frank, creano il fulcro dell'esposizione dedicata a Wallenstein. Anche al giorno di oggi la graziosa, antica città al confine occidentale resta così strettamente legata al controverso personaggio di questo ambizioso condottiero.
I primi cenni scritti su Cheb provengono fin dall'anno 1061. La sua posizione di frontiera ha causato per secoli conflitti territoriali tra i due stati confinanti. Nella prima metà del XII secolo gli abitanti slavi dovettero temporaneamente ritirarsi di fronte alla prorompente colonizzazione tedesca ed all'epoca tutta la provincia di Cheb venne proclamata marca imperiale. Fu probabilmente il casato tedesco dei conti da Vohburg a costruirvi il primo castello in pietra, nella cui storia, più tardi, s'intromise con veemenza anche l'imperatore Federico I Barbarossa il quale, nella seconda metà del XII secolo, fece ricostruire l'originario castello romanico in una sede più dignitosa - denominata falc - con un palazzo ed una cappella. I falc - o roccheforti imperiali - creavano una catena di luoghi che Barbarossa visitava durante i suoi lunghi viaggi d'ispezione per tutto l'impero tedesco. Anche il borgo sotto il castello subì un notevole cambiamento. Dapprima si trasformò in una colonia commerciale e più tardi in città, come Cheb viene per la prima volta definita nel documento dell'anno 1203 (civitas).
Nella seconda metà del XIII secolo la provincia venne occupata militarmente da Přemysl Otakar II, il “re di ferro e d'oro” che l'annetté per dieci anni al territorio ceco. La città ritornò definitivamente in mano ceca nell'anno 1322, durante il regno del sovrano Jan Lucemburský. All'epoca delle guerre ussite la città servi diverse volte da postazione di partenza degli attacchi dei crociati; d'altra parte però accolse anche i rappresentanti degli ussiti ed i rappresentanti del Consiglio di Basilea. Fu un ottimo mediatore. Anche il “sovrano ussita” Jiří z Poděbrad si affezionò molto alla città e se ne servì per incontri diplomatici e cerimonie nuziali della sua famiglia, come appare dagli Antichi annali cechi: “Nel medesimo anno 1459, nel giorno di San Martino (11 novembre), il re Jiří fece maritare sua figlia con il più giovane dei principi di Meissen. Il re e la regina in persona la accompagnarono a Cheb da dove venne portata a Meissen. Il principe anziano di Meissen fece maritare sua figlia in Boemia, col figlio del re, e questa venne portata a Praga...”.
Nell'anno 1634 Cheb divenne tristemente famosa per l'assassinio di Albrecht da Wallenstein. Durante la guerra dei Trent'anni la città fu saccheggiata da parte delle armate sassoni e svedesi. Negli anni 1662-1740 vi venne costruita una massiccia fortificazione urbana e, nonostante la città venisse più tardi colpita da un disastroso incendio, nel XIX secolo era una delle cinque maggiori metropoli ceche. La rinascita economica venne coadiuvata anche dal nuovo ponte sul fiume Ohře e dalla più recente costruzione della ferrovia. Il promettente sviluppo economico venne sconvolto dalla seconda guerra mondiale sul cui scorcio Cheb venne bombardata. Nell'anno 1945 la città fu liberata dall'armata americana. Il rinnovo delle opere d'arte danneggiate durò tredici lunghi anni. Nel 1981 Cheb venne proclamata Riserva culturale urbana ed al giorno di oggi è una delle mète turistiche preferite. L'attenzione è attratta dall'antico castello ed anche dal complesso delle case borghesi situate sulla piazza denominata secondo il re Jiří da Poděbrad. Il blocco di case a struttura portante in legno si chiama Špalíček (Blocchetto), poi possiamo ammirare palazzo Pachelbel, Gabler ed altri. Tra le costruzioni sacrali indichiamo le chiese di San Nicola, di San Bartolomeo ed il convento domenicano. Anche il Museo regionale locale vale la pena d'essere visitato.
Racchiude vaste collezioni centrate soprattutto sull'evento storico che ha reso famosa la città anche oltre frontiera: l'assassinio del condottiero Albrecht da Wallenstein. Anche il poeta tedesco Friedrich Schiller venne nell'anno 1791 a Cheb per trovare l'ispirazione per la sua trilogia drammatica Wallenstein (il campo di Wallenstein, I Piccolomini, La morte di Wallenstein). La giunta municipale di Cheb, già a partire dall'inizio del XVIII secolo, commissionò opere d'arte a tematica wallensteiniana. Ne fa parte anche l'Assassinio di Albrecht da Wallenstein e l'Assassinio degli ufficiali di Wallenstein al castello di Cheb, ad opera del pittore locale Johann Maximilian Hofreiter. Questi quadri, assieme all’“arma dell'assassinio" ed al ritratto dipinto da Christoph Frank, creano il fulcro dell'esposizione dedicata a Wallenstein. Anche al giorno di oggi la graziosa, antica città al confine occidentale resta così strettamente legata al controverso personaggio di questo ambizioso condottiero.