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La Mostra Easy Rider alla Reggia di Venaria Reale

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La motocicletta come forma d’arte, il mito rombante che incanta, la due ruote che macina chilometri fra la libertà svincolata e la fuga senza compromessi. L’ardita melodia dei motori ruggenti favella da oltre 150 anni nuove dimensioni e nuove proiezioni, pensieri, parole e desideri catturati e rilasciati ancor più potenti nella memoria preservata dalla mostra Easy Rider – Il mito della motocicletta come arte, ospitata alla Reggia di Venaria presso la grande ala della Citroniera delle Scuderie Juvarriane. Prodotta e organizzata da Arthemisia e Consorzio delle Residenze Reali Sabaude nonché curata da Luca Beatrice, Arnaldo Colasanti e Stefano Fassone con il Patrocinio della Città di Torino, è questa un’esposizione museale decisa a incantare dal 18 luglio 2018 al 5 maggio 2019 tutti quegli appassionati di motocicli che hanno anelato lo spirito on the road di un masterpiece cinematografico senza tempo, "Easy Rider" (Dennis Hopper, 1969).

Quella pellicola trasudava il desiderio di sconfinatezza e improvvisazione ch’è in ognuno di noi, due elementi emozionali che con vigore deflagrano quali concetti portanti di una galleria atta a mostrare nel corso di un viaggio attraverso nove entusiasmanti ambienti fotogrammi e realtà immortali di un immaginario globale. Accostata la tenda d’ingresso, si rivela la prima sezione intitolata “Stile, forma e design italiano”: su palchi rialzati e sotto i riflettori che ne esaltano linee, colori e voluttuosità, ecco spiccare sfavillanti modelli di motociclette che hanno fatto letteralmente la storia del motociclismo Made in Italy: Vespa, Gilera, Morini e Ducati si presentano allo spettatore ammaliandolo per quanto belle e ricche di suggestioni, di immagini, di ricordi evocati da chi ha avuto il privilegio di sedersi sulla loro sella vivendovi magari i momenti più eccitanti della propria esistenza. Pezzo forte, una Guzzi MTW 500 cc - 22 cv di 160 kg (concessione del Museo Nazionale del Motociclo, Rimini) appartenuta nientemeno che al pittore Antonio Ligabue, come testimonia l’Autoritratto con moto (1953) dell’artista seduto sulla sua due ruote. Frontalmente all’ingresso dell’avventore si pone la storica installazione di Mario Merz, Accelerazione = Sogno, opera scandita dalla sequenza di Fibonacci.

Accedendo alla seconda sezione, “Il Giappone e la tecnologia” si viene catapultati in una differente, quasi antitetica concezione del biker e del suo eccezionale strumento. Il Sol Levante qui si materializza attraverso un allestimento costellato di pannelli sui quali trionfa il furore degli anime e delle graphic novel uniti da un fattore comune, la rappresentazione fumettistica dei prodotti realizzati dalle più importanti case motociclistiche nipponiche, Suzuki, Kawasaki, Honda e Yamaha. Due schermi animati delimitano il particolarissimo stand, così ci si arriva a perdere ammirando quelle sculture di arte, design e meccanica da urlo.

La sala n° 3 recita “Mal d’Africa” offrendo una selezione di moto che hanno sfrecciato per le improbabili strade del Continente Nero partecipando alla leggendaria corsa della Parigi-Dakar, e dunque pezzi recanti la sigla KTM, Honda, Gilera, BMW e Cagiva, delle vere fuoristrada che non temono fango, pioggia, sabbia e sole cocente, esemplari molto diversi da quelli esibiti nella sezione n° 4, eloquente nei termini de “La velocità”. Ora potenza e aerodinamica prendono il sopravvento sul semplice piacere del viaggio diventando armi ad alto tasso di adrenalina padroneggiate dai campioni del motociclismo iridato su pista, Casey Stoner, Valentino Rossi, Giacomo Agostini e tanti altri funamboli della due ruote firmata Ducati, MV Agusta, Yamaha, Gilera, Aprilia. Sul muro destro compaiono le straordinarie fotografie in bianco e nero di Gianni Piacentino, vero cultore delle Speed Memories.

La sala intermedia offre un interludio conquistato dagli scatti amarcord di Toni Thorimbert, Alberto Garcia Alix, David Perry e tanti altri amatori del fenomeno motocicletta.

London Calling” esplora la prospettiva britannica in fatto di motoristica narrando alba e tramonto dell’industria motociclistica anglosassone, la ripresa della mitologia e il risveglio della ritrattistica di viaggio su due ruote assoggettata alla gloria di modelli Norton, BSA, Triumph e Matchless. Punta di diamante è costituita dalla scultura di Arman, la Bestia ferita, una moto in bronzo tagliata, riassemblata e saldata, un pezzo d’arte contemporanea che fa il verso allo spasmodico surrealismo di Salvador Dalì.

La sezione n° 8 potrebbe aver semplicemente ruotato di 90 gradi un simbolo matematico, quello dell’infinito, un aggettivo che non potrebbe essere più appropriato per la storia de “Il mito americano” che porta in trionfo dei titani a stelle e strisce come la Harley Davidson e la mitica Indian, due principesse che sembrano trovare la propria traduzione antropomorfa nell’olio su tela La motocicliste di Ida Tursic & Wilfried Mille.

I modelli Puch, Husqvarna, Ducati, Guzzi e Montesa Cota incastonati nel mood di “Terra, fango e libertà” si uniscono in un’anticamera che precede la visione di un consesso di memorabilia indicibili, presente nell’apoteosi finale, “La moto e il cinema”. L’ambiente ricrea gli spazi di una sala cinematografica sul cui schermo si avvicendano scene di film entrati nella storia, "Il vigile", "Matrix – Reloaded", "Il cavaliere oscuro", "Paura e delirio a Las Vegas" e, naturalmente, "Easy Rider", il cui Chopper guidato da Dennis Hopper ed Henry Fonda (concessione del Museo del Sidecar, Cingoli) fa bella mostra di sé insieme ad Harley Davidson, Vincent, Kawasaki, Brough Superior e la Triumph Bonneville utilizzata da Steve McQueen ne "La grande fuga".

L’incipit e lo zenit della mostra s’incarna nel Veio di Giuliano Vangi, opera in bronzo che fonde sapientemente antico e moderno giocando con l’eroismo bellico e la vocazione a dominare la strada.

Informazioni utili, date, orari per visitare la mostra sulle moto

Nome: Easy Rider – Il mito della motocicletta come arte
Dove: Citroniera delle Scuderie Juvarriane presso Reggia di Venaria – Venaria Reale (Torino)
Quando: dal 18 luglio 2018 al 5 maggio 2019
Orari: fino al 25 agosto da martedì a giovedì ore 10-17, venerdì e sabato ore 10-19, domenica e festivi ore 10-19.30; dal 26 agosto al 14 ottobre da martedì a venerdì ore 10-18, sabato, domenica e festivi ore 10-19.30; dal 16 ottobre da martedì a venerdì ore 9-17, sabato, domenica e festivi ore 9-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). A marzo 9-17, weekend e festivi 9:18:30, da aprile da marted' alla domenica e festivi 9:18:30.
Biglietto: intero € 14.00, ridotto € 12.00, ridotto gruppi € 12.00 (prenotazione obbligatoria min 12 persone), ridotto ragazzi dai 6 ai 20 anni e universitari under 26 € 8.00, ridotto scuole € 4.00; visite guidate gruppi max 25 persone € 80.00 (costo prenotazione € 10.00), scuole € 60.00 (costo prenotazione € 5.00)
Tipologia: mostra espositiva
Ulteriori informazioni: consultare il sito ufficiale, info e prenotazioni al tel. 011/4992333, prenotazioni scuole tel. 011/4992355, indirizzo mail prenotazioni@lavenariareale.it

Come arrivare
La Reggia si trova a 10 km da Torino ed è raggiungibile percorrendo la tangenziale Nord con uscita Venaria/La Venaria Reale Reggia e Giardini (si accede ai parcheggi non custoditi Castellamonte e Vittorio Emanuele II) o Savonera/La Venaria Reale – Scuderie Juvarriane (accesso al parcheggio Juvarra); i treni coprono la linea ferroviaria Torino Dora – Ceres, fermata Venaria Reale, Viale Roma; in autobus si arriva tramite linea dedicata GTT Venaria Express, bus GTT 72, 11 e VE1 oppure CitySightseeing Torino, Linea C con partenza da Piazza Castello, Torino alle ore 9.45 – 11.45 – 13.45 – 15.45, o servizio navetta Royal Day della Cavourese Turin Mobility Services; la Reggia di Venaria è ubicata lungo il percorso ciclabile delle Residenze Reali del Piemonte nell’ambito del progetto Corona Verde.

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