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La Mostra su Goya a Bagnacavallo, Museo Civico delle Cappuccine

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I grandi artisti spesso hanno una metà oscura, una parte nascosta che viene alla luce grazie ad alcune opere che stupiscono gli osservatori, che ne riconoscono il tratto e la paternità ma rimangono interdetti per la scelta dei soggetti, così distanti da quelli abituati ad ammirare.

La mostra “Goya. Follia e ragione all’alba della modernità”, al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (Ravenna, Emilia Romagna), dal 16 settembre al 19 novembre del 2017, racconta proprio la parte meno conosciuta del maestro spagnolo.

Lo fa attraverso 200 opere grafiche, tratte dai quattro grandi cicli incisori realizzati da Goya a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo: i Capricci, i Disastri della guerra, le Follie e la Tauromachia.

I due Goya

Francisco Goya è stato uno artista innovatore e anticonformista che, con il suo tratto nervoso e la sua capacità di catturare le sfumature dell’animo umano, ha spalancato le porte all’arte dell’Ottocento.

La sua carriera artistica pare scindersi in due metà differenti: la prima, all’inizio della carriera, consegna ai posteri capolavori di un’arte spensierata, in cui la bellezza diventa armonia e sensualità. È in questi anni che realizza una delle sue opere più celebri, La Maja Desnuda (1797-1798), oltre ad opere come La famiglia di Carlo IV (1801) o Il parasole (1777).

Poi però accadono due eventi che cambieranno completamente l’arte di Francisco Goya. Il primo è una tremenda malattia durante un viaggio nel 1792. L’artista sopravvive miracolosamente ma perde l’udito. Dalla malattia le opere di Goya si fanno man mano più cupe, fino al 1797 quando realizza una delle serie di stampe più famose: i Capricci, in mostra a Bagnacavallo.

Sono stampe inquietanti, che esplorano gli anfratti più segreti dell’animo umano, come la celebre opera Il sogno della ragione genera mostri.

Il secondo episodio, che toccherà profondamente la psiche dell’artista, avviene nel 1808, quando le truppe francesi occupano la Spagna. Goya assiste di persona ad esecuzioni sommarie in strada, violenza, stupri, saccheggi e nefandezze che spingeranno l’artista a perdere la fiducia riposta nella ragione degli uomini.

Molte di queste scene raccapriccianti fanno parte della serie I Disastri della guerra, anch’essa in mostra al Museo Civico delle Cappuccine.

Ancor più inquietanti di queste sono però le stampe della serie Le follie. Goya le realizzò tra il 1815 e il 1823, quando decise di allontanarsi dagli uomini per andare a vivere solitario in una misteriosa casa nella campagna spagnola, nota come “La quinta del sordo”. Queste stampe vennero portare alla luce solo cinquant’anni dopo la morte del pittore, avvenuta nel 1828 e rappresentano scene complesse e di difficile interpretazione che comprendono figure grottesche, ambientazioni oscure, violenze, allusioni.

Più rassicuranti ma non meno cruente appaiono invece le stampe della serie Tauromachia, realizzate tra il 1814 e il 1826. Questa serie di stampe sul tema della corrida ha, oltre che un grande valore artistico, un evidente valore storico, per il realismo con cui Goya rappresenta uno degli spettacoli più discussi della tradizione spagnola.

5 cose da sapere su Francisco Goya

1. Francisco Goya (1746-1828), insieme a Velazquez e Picasso, è considerato uno dei più importanti pittori spagnoli. Ciò che colpisce delle sue opere è la capacità di cogliere tratti dell’animo umano che causano un immediato e violento coinvolgimento da parte dello spettatore.

2. Già in vita Goya era considerato uno degli artisti più talentuosi d’Europa. Carlo III lo nominò infatti pittore di corte, ruolo che fu confermato dal suo successore Carlo IV.

3. Uno dei dipinti più famosi di Goya è la Maya Desnuda, versione “senza censure” di un altro dipinto identico, la Maya Vestida, opera del 1800. Non si sa con certezza chi sia la modella ritratta. La versione romantica racconta che fosse la duchessa d’Alba, Cayetana, di cui il pittore era innamorato. La versione ufficiale dice invece che si tratti di Pepa Tudó, amante di Godoy, il politico che commissionò (a pagò) l’opera.

4. Altra opera drammatica ma meravigliosa di Goya è Il tre maggio 1808, che rende evidente l’impersonalità della crudeltà. I soldati infatti appaiono tutti identici, come automi decisi a privare della vita degli esseri umani, che recano sul volto i segni della paura e della disperazione.

5. Nel 1820, all’età di 74 anni, Goya abbandona la vita pubblica per ritirarsi in una casa di campagna, nota come “La Quinta del Sordo”. In quella solitudine realizzò sulle pareti della casa alcune delle sue opere più cupe, come il celebre Saturno che divora i suoi figli (1819-1823).

Informazioni utili sulla mostra: date, orari, prezzo dei biglietti

Mostra: “Goya. Follia e ragione all’alba della modernità”
Dove: Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (RA), via Vittorio Veneto 1/a
Date: dal 16 settembre al 19 novembre del 2017
Orari: martedì e mercoledì: 15-18; giovedì: 10-12 e 15-18; venerdì, sabato e domenica: 10-12 e 15-19 ,Lunedì chiuso
Biglietti: ingresso gratuito
Maggiori informazioni: sito ufficiale

Per saperne di più su Francisco Goya leggete anche, su Due Minuti di Arte: Francisco Goya, vita e opere riassunte in 10 punti

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 Pubblicato da il 11/09/2017 - - ® Riproduzione vietata

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