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La Macchina di Santa Rosa, l'antica festa di Viterbo

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Il 3 settembre è una giornata tutta particolare per la gente di Viterbo e per i turisti che accorrono in massa per vedere lo spettacolo. È alle ore 21, infatti, che ogni anno si replica il trasporto dell’imponente Macchina di Santa Rosa, portata a spalla dai facchini, gli “eroi per un giorno”, i quali dal 1978 sono riuniti in sodalizio e si fregiano del titolo di Cavalieri di S. Rosa.

La Macchina di Santa Rosa, dedicata alla Patrona della città, è una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche realizzata ora, dopo un passato di ferro, legno e cartapesta, in metalli leggeri e vetroresina, alta circa trenta metri e pesante cinque tonnellate.

Le origini della Macchina sono legate ad un episodio di matrice religiosa, la traslazione del corpo di Santa Rosa dalla Chiesa di S. Maria in Poggio al Santuario a lei dedicato, avvenuta il 4 settembre 1258 per volere del papa Alessandro IV. Successivamente si volle ripetere quella processione trasportando un'immagine o una statua della Santa illuminata su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali.

Quando è la festa di Santa Rosa?

Ogni 3 settembre, alle 21, la macchina viene sollevata e portata in processione lungo un percorso di poco più di un chilometro articolato tra le vie, talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino di Viterbo, oscurate per far risaltare la luce della Macchina.

Il costruttore viene scelto ogni cinque anni tramite appalto pubblico promosso dal Comune di Viterbo. Il capitolato prevede la costruzione di una macchina «alta 28 metri sopra la spalla dei facchini» per un totale quindi di circa 29,50 metri, e fissa alcune misure limite per evitare di danneggiare grondaie e balconi durante la sfilata lungo le strette vie del centro.
La Macchina di Santa Rosa viene cambiata ogni 5 anni su concorso dell’Amministrazione Comunale (salvo proroghe).
 Nel 2024 sfilerà per la prima volta Dies Natalis, la nuova Macchina di Santa Rosa ideata dall’architetto Raffaele Ascenzi.

L’aspetto della Macchina, infatti, è cambiato nel tempo. I suoi connotati hanno ricordato per un certo periodo l’aspetto di un campanile gotico illuminato da torce e candele trasformato in strutture più leggere e moderne, la cui storia è proposta dal Museo nazionale delle Arti e Tradizioni di Roma dove sono esposte parti della Macchina “Ali di luce” progettata nel 2003 e realizzata fino al 2008.

Prima di iniziare il trasporto, i facchini vestiti di bianco, simbolo della purezza di spirito della Patrona e di rosso, come i cardinali che nel 1258 ne traslarono il corpo, si recano in Comune per ricevere i saluti delle autorità e vanno in visita a sette chiese del centro. Poi si ritirano nel convento dei Cappuccini dove il capofacchino impartisce le ultime disposizioni per il trasporto.

Un’ora prima di iniziare il percorso, i Facchini, preceduti da una banda musicale che intona il loro inno, intitolato “Quella sera del 3”, percorrono a ritroso il tragitto della Macchina acclamati dalla folla fino a raggiungere la Chiesa di S.Sisto, presso Porta Romana.
Qui viene impartita loro dal vescovo la cosiddetta benedizione in articulo mortis, che prende in considerazione eventuali incidenti e pericoli. La Macchina nel frattempo aspetta, celata fino all’ultimo momento da una imponente impalcatura coperta da teli accanto alla Chiesa di San Sisto dove è stata assemblata durante i mesi di luglio e agosto.

Alle 21 il trasporto inizia. Nel chilometro abbondante di strada percorsa, la Macchina si ferma cinque volte per altrettante soste durante le quali viene appoggiata su speciali "cavalletti" pesanti 100 chili ciascuno. Il riposo è necessario per affrontare l’ultimo tratto che è in salita. La via viene affrontata quasi a passo di corsa, con l’aiuto di corde anteriori e di travi dette "leve" che spingono la Macchina posteriormente. Alla fine di quel tratto, l’obiettivo viene raggiunto: la Macchina viene posata davanti alla Chiesa di Santa Rosa. E lì resta, esposta ai visitatori, per alcuni giorni successivi al trasporto.

Una curiosità: in due occasioni che precedono la serata del 3 settembre è possbile vedere sfilare la cosiddetta Mini Macchina di Santa Rosa. In questo caso un primo trasporto avviene l'ultimo sabato d'agosto, nel quartiere Pilastro, mentre la mini-macchina percorre le strade del centro storico nella serata del 1 settembre, ovviamente accompagnata da uno stuolo di mini-facchini.

Informazioni utili, data e programma della manifestazione

Nome: Macchina di Santa Rosa
Dove: centro storico di Viterbo.
Data: 3 settembre 2024.
Prezzo: ingresso gratuito.
In Piazza Plebiscito sono disponibili dei posti a sedere (è necessario comprare il biglietto in prevendita).
Orari e programma: alle ore 21 il trasporto parte da Piazza San Sisto per concludersi al Santuario di Santa Rosa. Il tragitto tradizionale è di circa 1200 metri.
Dopo il primo Sollevate e Fermi si procede per via Garibaldi, piazza Fontana Grande (prima sosta), via Cavour, piazza del Plebiscito (seconda sosta), via Roma, piazza delle Erbe (terza sosta), corso Italia, con la quarta sosta presso la chiesa del Suffragio, breve sosta tecnica nei pressi della chiesa di Sant’Egidio, piazza del Teatro (quinta sosta). E qui l’ultimo tratto, la salita di via Santa Rosa per raggiungere largo Facchini di Santa Rosa. Al termine del trasporto la Macchina di Santa Rosa viene fermata davanti al Santuario e posata definitivamente sui cavalletti per rimanere esposta ai fedeli per alcuni giorni.
Info e contatti: maggiori informazioni sono disponibili sul sito dei Facchini di Santa Rosa e sulla pagina del Comune di Viterbo.

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 Pubblicato da il 20/08/2024 - - ® Riproduzione vietata

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