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Staten Island, visitare l'isola di New York, alla foce del fiume Hudson

Staten Island è servita da numerosi traghetti gratuti, con orari che prevedono fino a 4 corse all'ora, per una mini crociera sul fiume Hudson, per vedere il panorama della Statua della Libertà, Ellis Island e Manhattan, da vedere il Ponte di Verrazzano.

Nel caleidoscopio imprevedibile di New York -che condensa lingue, culture e ambienti diversi- il borugh di Staten Island si distingue per l’atmosfera originale, perfettamente intonata alla Grande Mela in quanto a vitalità ma anche diversa dagli altri distretti per il paesaggio e la posizione. I grandi spazi sono quelli tipici di New York City, ma ai grattacieli imponenti si sostituiscono villette in stile coloniale, adagiate tra colline, spianate paludose, foreste e spiagge. In effetti l’isola, ormai collegata alla metropoli da ponti e traghetti, è geograficamente vicina al New Jersey e ha alle spalle un passato rurale: a sud-ovest di Manhattan, in questo triangolo smussato di 256 kmq, fino agli anni Sessanta del secolo scorso c’era più verde che città, ma oggi sorgono quartieri graziosi, musei e qualche valida attrazione.

L’attrazione migliore, a detta di molti, è la vista che Staten Island regala su Manhattan e Lady Liberty, la Statua della Libertà: per questo c’è chi arriva in traghetto, come fosse una mini crociera, fa un rapido tour panoramico e fotografico e dopo poco, soddisfatto della visione da cartolina, si sposta verso zone più frequentate. Tempo fa non sarebbe stato possibile, quando la visita a Staten Island richiedeva un lungo viaggio attraverso il New Jersey: solo nel 1964, in seguito all’apertura del Verrazano Narrows Bridge, il collegamento a Brooklyn incoraggiò i newyorkesi a spostarsi in quest’area di frequente, e nel giro di pochi anni nacque un sobborgo vivace, dall’aspetto lindo e ordinato.
I primi insediamenti europei, ovviamente, risalgono a secoli addietro, quando gli olandesi spodestarono i nativi lenape: era il 1661; qualche anno dopo New York City apparteneva alla Corona britannica, e con essa Staten Island, che però fu annessa alla città dal punto di vista amministrativo solo nel 1898.

COSA VEDERE
Proprio per la sua originalità e la sua storia “campagnola” Staten Island merita una visita. Gli amanti della natura non resteranno delusi, perché è la parte di New York City più ricca di parchi e giardini: non perdete lo Staten Island Greenbelt e il Fresh Kills Landfill, che fino a maggio del 2002 era un’enorme discarica e oggi, dopo aver ricevuto i detriti provenienti da Ground Zero, è diventato uno spazio pubblico dedicato alle vittime degli attentati.
La visita sarà ancora più piacevole se si considera che quasi metà della popolazione ha origini italiane, e i turisti del Belpaese sono accolti con un pizzico di calore in più. C’è anche un museo tutto italiano, il Garibaldi-Meucci Museum, fondato proprio davanti alla casa in cui visse l’inventore del telefono per un periodo e in cui venne ospitato l’Eroe dei due Mondi. Visite guidate a tema, laboratori e conferenze si svolgono regolarmente per grandi e piccoli.

Allo sbarco dal traghetto verrete accolti dal villaggio di St. George, situato al vertice nord-orientale di Staten Island, tra Westervelt Avenue e Bay Street. Il primo impatto, probabilmente, non sarà spettacolare: gli edifici del lungomare sono pesanti e sgraziati, e l’abitato è separato dal porto da ampi stradoni. Nelle giornate di sole, tuttavia, sarà piacevole guardare il luccichio dell’acqua e passeggiare verso la parte storica dell’abitato, lungo St. Mark’s Place, Carroll Place, Westervelt Avenue e Hamilton Avenue, dopo aver dato un’occhiata alla Borough Hall di inizio Novecento, in stile Beaux Arts, che se ne sta proprio all’uscita del pontile d’attracco delle navi. Nell’atrio un primo assaggio di storia locale: i dipinti alle pareti raccontano proprio il passato di Staten Island. Privilegia invece la storia del traghetto, la geologia isolana e la storia degli indiani lo Staten Island Museum, al 75 di Stuyvesant Place.
Fantastico il Richmond County Bank Ballpark, lo stadio in cui giocano gli Staten Island Yankees, situato a nord-est del porto in una bella posizione panoramica.

Lo stile un po’ rozzo del porto –o la sua mancanza di stile- cede il passo alle atmosfere bucoliche del vicino Snug Harbor Cultural Center di New Brighton, un incantevole concentrato di giardini, gallerie, teatri e studi artistici raggiungibile con l’autobus S40, oppure in cinque minuti a piedi dall’attracco dei traghetti. In passato, dal 1833 al 1976, fu sede di un ricovero per anziani e in particolare per vecchi lupi di mare; oggi i 28 edifici rimasti –piccoli cottage o fiere costruzioni neoclassiche- svolgono le funzioni più disparate: dal Visitor Center, allestito nell’edificio più antico, alla Noble Maritime Collection, con l’atelier galleggiante del pittore John Noble e le sue tele a tema marittimo; dallo Staten Island Children’s Museum, dove si organizzano laboratori e incontri con gli animali domestici per i bimbi, allo Staten Island Botanical Garden e i suoi giardini. La riserva non è male, con 35 ettari di fiori e un piccolo labirinto per bambini, l’antico roseto e soprattutto il New York Chinese Scholar’s Garden, con tanto di casa da tè, laghetti, cortili curati e una serie di saloni con il tetto a pagoda.

Da non perdere la Alice Austen House, casa museo dell’importante fotografa vissuta tra il 1866 e il 1952, periodo in cui la fotografia era un’arte costosa e difficile. Da dietro l’obiettivo la Austen spiava la società americana d’inizio Novecento, ed è un peccato che le affascinanti fotografie esposte siano poche, una piccola selezione degli oltre 3 mila negativi di proprietà della Staten Island Historical Society. Ad ogni modo, anche solo per la splendida posizione, il cottage vittoriano accanto al Verrazano Narrows merita una visita: fermatevi nel prato anteriore e accarezzate con gli occhi la spiaggia di Brooklyn.

Proprio sotto il Verrazano Narrows sorge l’imponente Fort Wadsworth, che fu usato per la difesa missilistica durante la guerra fredda e solo nel 1996 perse la sua funzione militare. Invaso dalle piante e ormai diroccato, è comunque affascinante ed è meta di visite guidate organizzate presso il Visitor Center, oltre ad essere tra i luoghi della Maratona di New York, che comincia proprio sul ponte.
Proseguendo verso sud si passano in rassegna spiagge pubbliche non idilliche, ma almeno poco affollate: lo stabilimento di South Beach merita per la FDR Boardwalk di 4km, da percorrere a piedi o coi rollerblade, mentre il Great Kills Park comprende, oltre alla spiaggia, un bel gomitolo di sentieri naturalistici.

È poco conosciuto e decisamente originale il Jacques Marchais Museum of Tibetan Art, al 338 di Lighthouse Avenue, dove Jacques Marchais -che a dispetto del nome era una donna- raccolse circa 1200 oggetti seguendo la sua passione per il Tibet. Il museo, proprio come un tempio tibetano, sorge sul fianco ripido di una collina e ospita ogni anno il Tibetan Festival, nel mese di ottobre, con vere cerimonie rituali celebrate dai monaci e la vendita di cibo e artigianato tibetano.
Accanto alla stessa collinetta se ne sta lo Staten Island Lighthouse, il faro di 28 metri in uso dal 1912 ma chiuso al pubblico, che nonostante la lontananza dal mare riesce a guidare le navi dalla sua altitudine di 70 metri.

Per un tuffo nel passato visitate la Historic Richmond Town, in direzione ovest e sud dal museo tibetano, dove si è voluto riprodurre il vecchio villaggio di Richmond, esistito tra il XVII e la fine del XIX secolo. Gli edifici sono quelli originali e non è raro che qualche abitante si presti ad una dimostrazione tradizionale, rigorosamente in costume, di come si producevano i secchi di legno per l’acqua o di come si lavorava lo stagno. L’effetto è molto grazioso e non troppo artificiale, e vale la pena di partecipare a una visita guidata tra le costruzioni più belle: imperdibile la Voorlezer’s House, casa del 1695 in stile olandese.

Il lembo meridionale di Staten Island, nel quartiere marino di Tottenville, è dominato dall’ameno Conference House Park e dalla sua Conference House seicentesca, nota per aver ospitato alcune trattative di pace durante la Rivoluzione Americana, guidate da Benjamin Franklyn e John Adams.
Dulcis in fundo, se volete vedere proprio tutto di Staten Island, spingetevi lungo la costa occidentale verso il cimitero delle barche Arthur Kill e il Blazing Star Burial Ground, con pietre tombali risalenti anche al XVIII secolo.

INFORMAZIONI UTILI
Per approdare a Staten Island bisogna prendere il traghetto a est di Battery Park, nel Financial District di NYC, dal pontile costruito sopra la stazione della metropolitana di South Ferry. La traversata si ripete ogni 15-20 minuti nelle ore di punta dei giorni feriali, ogni 30 minuti per il resto della giornata e ogni 60 minuti a tarda sera, continuando comunque 24 ore su 24. Nei fine settimana le corse sono garantite ogni 30 minuti circa. Durante il percorso, che dura 25 minuti, approfittatene per ammirare il porto da un punto di vista in movimento, con Lady Liberty che si fa sempre più imponente, Governors Island che si avvicina e Manhattan che si abbassa all’orizzonte, con lo skyline sempre più radente all’acqua.

Per qualsiasi informazione in più sulle attrazioni di Staten Island, le manifestazioni e i servizi turistici, o per scaricare la cartina, visitate questa pagina o questa pagina.

 Pubblicato da il 14/03/2014 - 25.260 letture - ® Riproduzione vietata

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