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Bronx, un tempo quartiere pericoloso di New York, oggi distretto da riscoprire

Il Bronx č uno dei cinque distretti in cui č suddivisa New York City, fama di quartiere violento e pericolo oggi distretto in via di rivitalizzazione e polmone verde della cittā.

Il nome evoca scenari poco rassicuranti: la triste fama del Bronx è talmente diffusa che molti, senza conoscere nulla di questo borough di New York City, lo associano automaticamente a un mondo desolato di delinquenti, e nel linguaggio comune lo usano come sinonimo di ghetto pericoloso. Certo non si può dire che questa visione sia del tutto sbagliata: la parte meridionale è ancora molto povera e la criminalità non è sparita, ma il resto del quartiere ha imparato a valorizzarsi col passare del tempo, e non mancano edifici raffinati e splendidi parchi. Quella che sembrava la terra di nessuno è diventata un luogo piacevole, con un paesaggio collinare che si estende completamente sulla terraferma e si differenzia dalle altre porzioni della Grande Mela.

Era la fine dell’Ottocento: fu allora che il Bronx, colonizzato due secoli prima dallo svedese Jonas Bronck –proprietario terriero- divenne a tutti gli effetti un quartiere newyorkese, cominciando la sua storia con una vocazione operaia medio borghese. Ma ben presto sopravvenne la miseria: nel 1950 l’urbanista Robert Moses creò la Cross Bronx Expressway, che tagliando in due la zona generava due aree nettamente separate, dando il via a un processo che avrebbe segnato il Bronx sino ad oggi. In quell’occasione la ricca area settentrionale veniva staccata dal South Bronx, che, presto dimenticato, prendeva la deriva e guadagnava l’etichetta di zona malfamata. Tutto il Bronx venne risucchiato nel pregiudizio, e dall’esterno si tendeva a generalizzare: il Bronx era il Bronx. Le sue bellezze passavano in secondo piano.

Col XXI secolo è esploso il boom dell’edilizia residenziale, e il South Bronx ha cominciato la sua redenzione. Oggi i turisti possono visitare l’intero quartiere, spaziando tra i parchi e i negozi, il giardino botanico e lo zoo, concedendosi una tappa esaltante allo Yankee Stadium. Spostarsi a piedi non è l’ideale: alcune zone più raccolte lo consentono, come Little Italy, ma i punti d’interesse principali sono generalmente distanti tra loro, e conviene pianificare un bel tour con l’aiuto dei mezzi pubblici. Alla metropolitana, sempre comoda, si aggiungono gli autobus e il treno dei pendolari. La visita alle attrazioni, ai ristoranti e ai negozi è invece incoraggiata dalla Bronx Cultural Card, disponibile gratuitamente nelle biblioteche del Bronx o all’ufficio del BCA (Bronx Council of the Arts, 1738 Hone Avenue), che garantisce sconti del 10-15% sui biglietti d’ingresso e le consumazioni (vedi www.bronxarts.com).

SOUTH BRONX
L’area a sud della Cross-Bronx Expressway non è stata solamente lo scenario di crimini e brutture: negli anni Settanta è stata la culla del rap, della break dance e dei graffitari, e chi è incuriosito dalla cultura di strada non può farsi scappare le visite guidate dai “Pioneers of Rap” (www.hushtours.com). Chi invece predilige lo sport e vuole vedere un vero e proprio tempio del baseball dia un’occhiata allo Yankee Stadium, dove i New York Yankees giocano in casa: alla faccia del degrado che in passato contraddistingueva la zona, nel 2009 è stato ricostruito con un investimento di 1,5 miliardi di dollari, diventando lo stadio più costoso del mondo. Della struttura originaria del 1923 restano alcuni elementi, come la facciata esterna di granito e calcare, ma la nuova versione è più imponente e moderna, capace di ospitare 5 mila spettatori. Potete decidere se partecipare a una visita guidata o assistere a una partita. (www.yankees.com).
Nei pressi dello stadio, procedendo verso est, si raggiunge il Grand Concourse, l’arteria principale del quartiere, con spartitraffico alberati eleganti e altrettanto eleganti architetture: di fronte allo stadio, ad esempio, c’è il Bronx County Courthouse and Borough Hall degli anni Trenta, con le sue colonne in stile neoclassico e i fregi e le sculture art déco.
A nord ci si immerge nel Joyce Kilmer Park –molto amato dai residenti per i picnic, le passeggiate al tramonto e i sonnellini sul prato- e si passa al cospetto del Bronx Museum of the Arts (www.bronxmuseum.org), allestito in una ex sinagoga, con una bella collezione di artisti contemporanei asiatici, latinoamericani e afroamericani e sede, almeno una volta la settimana, di spettacoli di vario genere. L’ingresso al museo è compreso nel circuito del New York Pass, un biglietto unico che consente l’accesso a varie attrazioni cittadine a prezzi scontati. (www.newyorkpass.com).

CENTRAL BRONX
Fisicamente se ne sta nel mezzo, e anche il suo carattere è un mix tra l’audacia del South Bronx e la raffinatezza della parte settentrionale. A prima vista è forse la zona più anonima del borough, ma merita comunque una visita: da vedere Belmont, una Little Italy ancora più autentica di quella di Manhattan, e l’ameno Bronx Park con gli eccezionali Bronx Zoo e New York Botanical Garden.
L’arteria principale di Belmont è Arthur Avenue: qui, nella Our Lady of Mount Carmel Church, si svolge quotidianamente la messa in italiano; è anche possibile gustare le vere specialità culinarie del belpaese, dai gelati alle focacce, sino alle pizze e ai formaggi, e la seconda domenica di settembre, in occasione del cosiddetto Ferragosto di Belmont, si festeggia insieme nelle strade con spettacoli, balli, banchetti, e la tradizionale sfida del taglio del formaggio.
Tra le maggiori attrazioni c’è il Bronx Zoo, da visitare in settimana per evitare le folle dei weekend, possibilmente muniti di pranzo al sacco. Circa 18 mila animali in 107 ettari di terreno, suddivisi in aree tematiche come Wild Asia –emozionante con le sue tigri e i suoi elefanti- il Children’s Zoo, la Congo Gorilla Forest, Madagascar e molte altre. Se andrete in inverno avrete la fortuna di vedere le tigri siberiane, grandi amanti della neve, mentre le luminarie trasformano lo zoo un mondo incantato.
Accanto allo zoo c’è il New York Botanical Garden, poco più piccolo e altrettanto bello. Qui gli animali sono sostituiti da una grande varietà di specie vegetali provenienti da ogni parte del globo, in un ambiente che ricostruisce fedelmente i loro habitat naturali: nell’Enid A. Haupt Conservatory si va dalla foresta pluviale ai tropici, passando per l’arido deserto, e vengono organizzate interessanti mostre temporanee; il Peggy Rockefeller Rose Garden è un tripudio di rose profumatissime e l’Everett Children’s Adventure Garden è il paradiso dei più piccoli, con labirinti, mostre ad hoc e spazi dedicati ai laboratori.
Infine ci si può trattenere all’Edgar Allan Poe Cottage, in cui l’autore visse dal 1846 al 1849, e presso la Hall of Fame for Great Americans, un colonnato di oltre 190 metri situato sul campus del Bronx Community College: progettato da Stanford White nel 1900, comprende quasi 100 busti bronzei di personaggi illustri americani, tra cui George Washington e lo scrittore statunitense Henry David Thoreau.

NORTH BRONX
Chi visita il North Bronx –raggiungibile più comodamente in auto che coi mezzi pubblici- probabilmente cerca le dimensioni grandiose di Riverdale, l’imponenza di Wave Hill o le vedute sull’oceano offerte da City Island e dalla Orchard Beach.
Riverdale è uno dei quartieri più raffinati della città, con quell’aria aristocratica e le dolci colline che digradano verso il Van Cortlandt Park: le abitazioni della zona sono particolarmente ambite dai newyorkesi e molti personaggi noti vi abitarono in passato, come Teddy Roosvelt, Mark Twain e Arturo Toscanini. Queste tre celebrità, in particolare, vissero nella magnifica tenuta di Wave Hill, lungo la 249th Street: fondata nel 1843, venne abbellita ulteriormente all’inizio del Novecento da George W. Perkins, che curò i giardini con grande gusto. Ancora oggi rappresenta un nido di pace in cui dimenticare il caos metropolitano, circondata di aiuole lussureggianti e alberi secolari, prati di velluto, serre e sentieri naturalistici. Potrete partecipare a un tour guidato lungo il giardino e la serra, ammirare la galleria d’arte, assistere a un concerto, a una lezione di musica e a vari laboratori.
Il quartiere confina con i colli e le foreste del Van Cortlandt Park, sede del Van Cortlandt House Museum. Quest’architettura georgiana del 1748, la più antica del Bronx, è stata rimessa a nuovo ed è aperta al pubblico tutti i giorni della settimana, così come il vicino giardino delle erbe aromatiche. (www.vancourtladthouse.org).
A est del parco c’è il Woodlawn Cemetery, sconfinato e accessibile da Jerome Avenue o Webster Avenue. Le guide con piantina, reperibili agli ingressi e alle garitte per la sicurezza, vi aiuteranno a destreggiarvi tra tombe gotiche, monumenti marmorei, mausolei pacchiani e sepolcri d’ispirazione egizia, oppure potete optare per le visite guidate che si tengono la domenica pomeriggio.
Per una bella vista sul mare, una ventata di salsedine e una buona cena con panorama dirigetevi a City Island, nella zona est del Bronx, collegata alla terraferma da una breve sopraelevata. Non è male il piccolo City Island Nautical Museum (www.cityislandmuseum.org), dedicato alla storia dell’isola, ma i turisti si innamorano soprattutto del paesaggio, che ricorda una cittadina del New England, e dei ristoranti in riva al mare: pesce freschissimo, molluschi fritti e birra sono alla base di ogni menu, ma ci si può anche pescare la cena da soli noleggiando una barca e l’attrezzatura (www.jacksbaitandtackle.com).
La stessa aria di mare si respira a Orchard Beach, lungo il Pelham Bay Park, dove si possono fare belle escursioni lungo una fitta rete di sentieri, si può assistere a concerti gratuiti per tutta l’estate e si può visitare il Bartow-Pell Mansion Museum, che ricorda lo stile di vita dei ricchi dell’Ottocento (www.bartowpellmansionmuseum.org).

INFORMAZIONI UTILI
Benché la fama pessima del Bronx venga spesso esagerata da persone disinformate, il South Bronx non si può dire la zona più tranquilla di New York. Criminalità e traffici di droga diventano sempre meno diffusi, ma è bene evitare il quartiere di notte e comunque andrebbero sempre evitate le zone poco frequentate, soprattutto se si è soli. Detto questo, restate lucidi e non impedite all’angoscia di rovinarvi la gita: aiutatevi con una guida e visitate serenamente le attrazioni più famose, magari dopo aver fatto tappa al Bronx Tourism Council (www.ilovethebronx.com) o il Bronx Council of the Arts (www.bronxarts.org), dove potrete reperire la già citata Bronx Cultural Card.

Se preferite affidarvi a un tour organizzato potete optare per il Real Bronx Tour, che in tre ore vi accompagnerà tra i punti d’interesse più famosi del borough, con partenza in 51st Street e Broadway ogni mercoledì e sabato alle 10.30. Per i possessori del New York Pass la visita guidata è gratuita, o meglio compresa nel prezzo del pass (www.newyorkpass.com), altrimenti costa $45 per gli adulti e $35 per i bambini. Per prenotazioni chiamate il 917-600-1959.

Ristoranti:
I ristoranti del Bronx sono tra i migliori di New York City: la vera cucina italiana si trova solo a Belmont, mentre City Island è imbattibile in quanto a piatti di pesce, preparati con il pescato fresco in esercizi che molto spesso sono a gestione familiare. Nell’enclave italiana provate il chiasso allegro di Dominick’s, dove si servono piatti buoni e abbastanza economici in un ambiente grande, colorato e gremito di turisti; una valida alternativa è il Roberto Restaurant, celebre per la pasta deliziosa e le porzioni abbondanti.
A City Island i prezzi salgono, ma l’atmosfera romantica di Le Refuge Inn e l’aragosta fritta, grigliata o cotta al vapore di Lobster Box valgono la spesa. Se quello che cercate è invece uno spuntino veloce e poco impegnativo prima di un match di baseball, nei pressi dello Yankee Stadium trovate Sam’s, che propone gustose pietanze a base di pollo.

Trasporti:
I mezzi pubblici vi consentiranno di raggiungere il Bronx comodamente ed esplorarlo in lungo e in largo, specialmente gli autobus o il treno dei pendolari; l’autobus Bx12 procede lungo la direttrice ovest-est, toccando molte delle attrazioni notevoli di Central Bronx e congiungendosi alle linee metropolitane che procedono da nord a sud. Per il giardino botanico e lo zoo esistono autobus espressi appositi, mentre il Metro North conduce alla tenuta di Wave Hill in mezz’ora da Grand Central Terminal.
Per raggiungere lo Yankee Stadium evitando la metropolitana, affollatissima, conviene prendere il traghetto (www.nywaterway.com) o la Metro North Railroad (www.mta.info).

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 Pubblicato da il 03/03/2012 - 39.413 letture - ® Riproduzione vietata

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