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San Salvatore di Sinis, visita al villaggio western della Sardegna

Sulla costa ovest della Sardegna un piccolo borgo fantasma ci racconta la storia di alcuni Spaghetti Western, girati tra le stradine di questo villaggio abbandonato. Qui si svolge la celebre Corsa degli Scalzi.

Forse non tutti sanno che in Sardegna c’è un villaggio abbandonato che in passato è stato usato come location di film western. Stiamo parlando di San Salvatore di Sinis, piccola frazione del Comune di Cabras (provincia di Oristano), che è praticamente un borgo fantasma durante tutto l’anno, salvo animarsi puntualmente all’inizio di settembre per un'occasione particolare.

La storia e la chiesa di San Salvatore

Il villaggio per come lo conosciamo oggi nacque attorno al Settecento assieme a una chiesetta costruita in epoca spagnola (la chiesa di San Salvatore), a sua volta eretta nel XVII secolo su un preesistente antico santuario sotterraneo di origini pagane. Basterebbe questo a destare curiosità nei viaggiatori, che generalmente si fermano qui come tappa intermedia tra i principali punti di interesse di questa zona, quali il Museo Civico di Cabras, l’area archeologica di Tharros e ovviamente le splendide spiagge della Penisola del Sinis.

Quello che più colpisce i visitatori è proprio quell’aria di fine del mondo che vi si respira: nel villaggio non abita praticamente più nessuno in pianta stabile e le abitazioni sono perlopiù “seconde case” di gente che ora risiede altrove, ma che immancabilmente si ritrova a settembre quando si celebra San Salvatore con la caratteristica Corsa degli Scalzi, di cui parliamo più avanti.

L’aura mistica di questo luogo ha origini che si perdono nella notte dei tempi: il sito era abitato già in età nuragica, e successivamente qui venne realizzato un santuario ipogeo che in un secondo momento venne trasformato in un luogo di culto cristiano. Oggi, proprio sopra a quel santuario, sorge la piccola chiesa di San Salvatore.
Intorno alla chiesa e all’ampio piazzale adiacente cominciarono a sorgere probabilmente a partire dal Settecento le casette del villaggio, dette cumbessias, ovvero alloggi per pellegrini che le usavano sopratutto durante le novene.

La chiesa di San Salvatore è un edificio di pianta rettangolare (circa 13x9 metri) con un portico sorretto da due pilastri di arenaria. L’ipogeo, che si trova al di sotto della chiesa, è costituito da un insieme di ambienti scavati nella roccia ed è accessibile attraverso una scalinata aperta sul pavimento.
Presumibilmente nel IV secolo d.C. l’ipogeo fu trasformato in santuario paleocristiano, ed è proprio a quest’epoca che sono attribuite molte delle pitture e delle iscrizioni presenti, anche se è dimostrata una frequentazione preistorica precedente (fino dal Neolitico), ma anche successiva, fino al Medioevo e all’età moderna.
Sulle pareti dei vani si sono conservate numerose pitture e affreschi di divinità ed eroi della tradizione classica (tra cui Venere, Marte, Pegaso, Proserpina e Ninfe), ma anche altre figure come un personaggio maschile circondato da leoni, oltre a simboli cristiani e imbarcazioni; gli storici associano queste raffigurazioni a un culto connesso con quello delle acque, di cui questo luogo fu sede. Non sono comunque le uniche, perché si contano inoltre numerose iscrizioni latine, un alfabeto greco e una scritta araba (secoli XVI-XVII).

Nel borgo si trovano anche tracce di un granaio risalente al II secolo a.C. e, all’ingresso meridionale del paese, anche i ruderi della Domu ‘e Cubas, terme di epoca imperiale (IV secolo d.C.) con pavimento in mosaico. Proprio accanto, nel 1988 è stata posta nel 1988 una statua di San Salvatore circondata da palme che accoglie i visitatori a braccia aperte.

La Corsa degli Scalzi

Come abbiamo detto, a San Salvatore non c’è praticamente nessuno, tranne qualche turista di passaggio. In occasione della Corsa degli Scalzi, però, puntualmente il paese si ripopola. La tradizione orale racconta che con questo appuntamento si voglia ricordare la fuga degli abitanti del villaggio avvenuta nel XVI secolo quando, nonostante la minaccia di un’incursione saracena, questi decisero di non abbandonare la statua del loro Santo.
Così ancora oggi, il primo sabato di settembre, centinaia di uomini (detti curridoris) rigorosamente a piedi nudi e vestiti con una tunica bianca, partono dalla chiesa di Santa Maria Assunta di Cabras (distante quasi 9 km) con la statua di San Salvatore e, correndo su strade sterrate, raggiungono il villaggio. Il simulacro viene poi collocata all’interno della chiesetta, dove rimane per tutta la notte mentre in paese si fa festa, che continua fino al giorno seguente. La domenica pomeriggio, infine, il gruppo compie il percorso inverso per riportare il Santo fino a Cabras.

San Salvatore di Sinis, un villaggio western in Sardegna

Un borgo essenzialmente vuoto e, almeno in parte, lasciato alle intemperie, non poteva rimanere celato a lungo agli occhi dei produttori cinematografici. C’è stato un tempo in cui in Italia si diffuse il filone “spaghetti western” e in quell’epoca il villaggio di San Salvatore sembrava proprio costruito apposta per fare da cornice alle storie di cowboy, cavalli e scazzottate da saloon. Così, per più di vent’anni (dal ‘67 alla fine degli anni ‘80) si prestò in più di un’occasione a essere trasformato in una non meglio definita località tra l’Arizona e il Messico, nella desolata frontiera del far west. Ancora adesso, seppure alcune case siano state restaurate e dipinte con colori pastello, non è difficile immaginare il motivo di quell’inaspettato successo.

Tra i film più conosciuti girati qui c’è certamente “Giarrettiera Colt” del 1968, con protagonista Nicoletta Machiavelli; secondo alcuni anche qualche scena di “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone (1964) è stata registrata qui, ma non si hanno conferme ufficiali.
È invece decisamente più facile trovare in rete le prove del passaggio dei Placebo: il video di Jesus’ Son (2016) della band britannica, interamente girato in Sardegna, è ambientato in parte proprio a San Salvatore di Sinis.

Come arrivare

La borgata di San Salvatore è una frazione di Cabras e si trova tra i campi nelle campagne della Pensiola del Sinis, tra lo Stagno di Cabras e la Laguna di Mistras.
Per raggiungere il paese da Cabras basta percorrere la SP6 (circa 8,5 km) e svoltare a destra sulla SP7 non appena si vede l’indicazione per il paese.

 Pubblicato da il 31/05/2022 - 3.201 letture - ® Riproduzione vietata

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