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Zocalo: la Piazza della Costituzione a Città del Messico

L'enorme Plaza de la Constitución, dominata da una gigantesca bandiera messicana, è il fulcro della capitale messicana. Qui si affacciano la Cattedrale Metropolitana, il Palazzo Nazionale e il Templo Mayor..

È difficile non sentirsi infinitamente piccoli quando si mette piede per la prima volta nello Zócalo di Città del Messico: è una delle piazze più grandi del mondo (misura circa 195 m x 240 m, per una superficie complessiva di oltre 46.800 m²) e può ospitare tranquillamente 200.000 persone in occasione dei grandi eventi.

Date le dimensioni, sembra solitamente un po’ vuota, anche se i marciapiedi che circondando la cattedrale sono sempre piuttosto animati da artisti di strada, venditori, musicisti, ballerini e anche artigiani – soprattutto idraulici, muratori, elettricisti e falegnami – che aspettano di essere ingaggiati per un lavoro da chiunque ne abbia necessità.

A differenza delle principali omologhe europee, la piazza non è completamente pedonalizzata: una strada a sei corsie – piuttosto comune da queste parti – corre lungo i suoi quattro lati, e per attraversarla conviene servirsi delle strisce pedonali in prossimità dei semafori.

Storia e significato del nome

Il suo nome ufficiale, in realtà, è Plaza de la Constitución, ma per tutti – residenti e turisti – è comunemente El Zócalo.
Nei secoli scorsi la piazza ha cambiato ripetutamente nome: in epoca coloniale fu Plaza de Armas, Plaza Principal, Plaza Mayor e Plaza del Palacio. Solo nel 1813 le venne assegnato il toponimo attuale, scelto per omaggiare la Costituzione di Cadice (Constitución de Cádiz) promulgata l’anno precedente in Spagna.
L’appellativo Zócalo nacque a metà del XIX secolo, quando il politico (e per meno di un mese anche presidente) messicano Antonio López de Santa Anna convocò un concorso per realizzare un monumento celebrativo dell’Indipendenza del Messico, che sarebbe dovuto sorgere nel centro della piazza. Era il 1843, i lavori di costruzione vennero presto sospesi e rimase per anni solo il basamento (el zócalo, appunto) della colonna mai eretta.

La cattedrale, il Templo Mayor e il Palacio Nacional

Lo Zócalo è oggi il cuore del Centro Histórico (il cui intero complesso architettonico storico è parte del Patrimonio dell’Umanità dichiarato dall’UNESCO nel 1987) e della moderna capitale, ma in epoca preispanica in questo luogo sorgeva il più importante centro cerimoniale (il Teocalli) dell’antica Tenochtitlán, capitale dell’Impero azteco.
L’arrivo dei conquistadores spagnoli nel 1521 segnò l’inizio della fine per il popolo mexica: i colonizzatori duistrussero la città e con essa la loro civiltà, lasciandosi alle spalle morte e rovine.

Anche il Teocalli, chiamato dagli spagnoli Templo Mayor, fu distrutto e saccheggiato. Con i materiali ricavati dalle rovine del tempio costruirono, a partire dal 1573, la Catedral Metropolitana proprio sopra le sue vestigia.
La cattedrale domina ancora oggi il lato nord della piazza, mentre pochi metri ad est si può visitare una parte degli scavi archeologici che hanno riportato alla luce sul finire degli anni ‘70 ciò che resta del Templo Mayor e l’adiacente museo. La leggenda vuole che il tempio sia stato costruito nel luogo esatto in cui gli aztechi videro l’aquila posata su un cactus con un serpente nel becco, ancora oggi simbolo del Messico che compare sulla bandiera e su tutta l’iconografia ufficiale del Paese.
Nonostante la devastazione subita dopo la conquista, il Templo Mayor rimane uno dei più importanti siti archeologici messicani; è in questo complesso che nel 1790 fu rinvenuta la famosa Piedra del Sol, il monolite dal diametro di 3,60 metri noto popolarmente con il nome di calendario azteco, oggi ospitato nel Museo di Antropologia della capitale.

La Catedral Metropolitana de la Asunción de la Santísima Virgen María a los cielos de Ciudad de México è chiaramente l’emblema della Conquista, ma è anche un’imponente opera del barocco messicano e il maggiore edificio religioso del continente. L’edificio paga tuttavia la prepotenza dei suoi costruttori: essendo stato eretto sulle rovine del precedente tempio, fin dai primi tempi ha iniziato lentamente a sprofondare e il problema persiste ancora a distanza di secoli.
La chiesa è dotata di tre portoni sulla facciata principale e cinque navate; la sua pianta richiama la struttura della splendida Cattedrale di Siviglia. Al suo interno gli altari e il coro finemente intagliati sono solo la parte più evidente del suo immenso patrimonio artistico.
L’ingresso alla cattedrale è gratuito, ma si chiede di evitare le visite durante le messe.

Il lato est dello Zócalo è completamente occupato dal Palacio Nacional, sede del potere esecutivo messicano. La sua storia è molto simile a quella della cattedrale: venne infatti costruito a partire dal 1522 sulle rovine del palazzo che fu di Montezuma per diuventare la residenza privata del temibile conquistatore Hernán Cortés. In seguito fu acquisito dalla Corona spagnola e trsformato nella sede dei Virreyes de la Nueva España e delle istituzioni coloniali. Fu poi quasi completamente distrutto da un incendio nel 1692 e poi ricostruito. Successivamente all’Indipendenza del Messico divenne sede dei poteri politici.

Ogni anno, la sera del 15 settembre, dal balcone affacciato sulla piazza il Presidente lancia il Grito de Dolores, che ricorda l’atto che diede inzio alla Guerra d’Indipendenza messicana, quando il popolo si sollevò in armi contro la Nueva España la mattina del 16 settembre 1810.
Negli orari stabiliti (che possono avriare a seconda dei giorni e degli eventi) i turisti possono visitare gratuitamente il Palacio Nacional entrando dalla calle Moneda ed esibendo il passaporto, che viene preso in custodia dagli agenti per poi essere riconsegnato all’uscita.
All’interno il complesso ospita uffici presidenziali, un’area militare e una per la segreteria, saloni, biblioteche, musei, gallerie, un giardino botanico e molti altri spazi, anche se non tutti sono visitabili. Esiste la possibilità di partecipare a visite guidate, ma si può fare un giro anche da soli negli ambienti aperti al pubblico; per molti ospiti la parte più interessante e spettacolare sono gli splendidi murales dipinti da Diego Rivera.
Il principale ha per titolo Epopeya del pueblo mexicano, ma è anche conosciuto come Historia de México a través de los siglos; e raffigura la storia della civiltà messicana dal periodo percolombiano a quello inmediatamente successivo alla Rivoluzione. Lungo i corridoi del primo piano affacciati sul patio si trovano altri murales, sempre opera di Rivera, dedicati alle popolazioni indigene prima dell’arrivo dei colonizzatori spagnoli.

Sul lato meridionale dello Zócalo si affacciano due edifici amministrativi del Governo della Città del Messico, con porticati, mentre sul lato ovest si trovano alcuni edifici commerciali, che in passato erano chiamati Portal de Mercaderes, e alcuni alberghi, rispettivamente il Best Western Majestic e il Gran Hotel Ciudad de México.

Al centro della grande piazza svetta maestosa la bandiera tricolore messicana (Bandera Monumental), le cui dimensioni di 30 x 20 metri sono davvero impressionanti. La bandiera, che pesa 200 kg, è issata su un’asta alta 60 metri. Nell’enorme spazio vuoto della piazza si tengono frequentemente manifestazioni, ferias, mercatini e inziative, per cui non è sempre scontato riuscire a scattare fotografie dello Zócalo vuoto e sgombro da tendoni, palchi e strutture mobili.
Tra i grandi eventi che si sono tenute qui, oltre a quelli istituzionali e presidenziali, ricordiamo negli ultimi anni molti concerti, tra cui gli spettacoli di Juan Gabriel, Shakira, Roger Waters, Paul McCartney e Vicente Fernández, ognuno dei quali ha portato un pubblico di più di 200.000 persone.

Chiaramente, trattandosi del cuore del Paese e avendo l’onere e l’onore di ospitare anche il Palazzo Nazionale, sono molto frequenti le manifestazioni politiche e di protesta.
Ogni anno, ad esempio, arriva qui il corteo del 1° maggio o quello che ricorda i tragici fatti del 2 ottobre 1968, quando l’esercito sparò sulla folla di giovani manifestanti del movimento studentesco, mentre molti ricorderanno la marcia degli zapatisti che, partendo dal Chiapas guidati dal Subcomandante Marcos a fine febbraio 2001, avevano raggiunto la capitale l’11 marzo per reclamare diritti per le popolazioni indigene.

Come arrivare nello Zócalo

L’efficiente sistema di trasporti di Città del Messico vanta una comoda ed economica metropolitana che dispone di una fermata proprio sotto alla piazza. La linea di riferimento la n°2, di colore blu (azul), e la fermata (parada) è "Zócalo". Salendo le scale, ci si trova direttamente in piazza.
Per chi si muove in metro segnaliamo che alla sera, verso l’ora del tramonto, è un po’ affollata soprattutto per la grande quantità di persone che lasciano il centro per tornare nei propri quartieri.

Le strade che dalla piazza vanno verso ovest in direzione del Palacio de Bellas Artes e dell’Alameda Central (Av. Francisco Madero, Av. 5 de Mayo e Calle de Tacuba) sono quelle più animate e turistiche. Avenida Madero, in particolare, è completamente pedonalizzata (ma attenzione agli incroci).

 Pubblicato da il 15/05/2019 - 9.470 letture - ® Riproduzione vietata

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